Rettili Testuggini Tartarughe.

Testudinato della specie Chelide Mata Mata

VITA DEGLI ANIMALI - RETTILI - TESTUGGINI

INTRODUZIONE

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La Testuggine, abbassando e alzando alternativamente l'osso ioide, apre e chiude le fosse nasali, favorendo così una sorta di espirazione e inspirazione. Tutte le manifestazioni della vita sono lente, tarde e irregolari; i moti volontari non si distinguono da quelli involontari. Le Testuggini terragnole si nutrono principalmente di sostanze vegetali (foglie e frutta) e, talvolta, anche di insetti e vermi; le marine sono anch'esse erbivore, ma le altre specie sono predoni voracissimi di molluschi, vermi, ecc. In verità, bisogna però dire che la loro fame è solamente «estiva»; dura, anzi, poche settimane; a poco a poco smettono di cibarsi e nell'inverno cadono in letargo. Una tartaruga resistette senza cibo per ben sei anni. Quando viene la primavera comincia anche la stagione della riproduzione; molto tempo dopo l'accoppiamento, che a volte dura giorni interi, la femmina scava nella terra o nella sabbia delle buche in cui depone le uova (da un minimo di dodici ad un massimo di un centinaio per alcune specie). Una volta ricoperte le buche, la madre non si dà più alcun pensiero delle uova; dopo un periodo che può andare da qualche settimana a qualche mese, i piccoli escono fuori e iniziano subito la loro vita. Se riescono a sfuggire il pericolo di essere preda di rettili, mammiferi ed uccelli, le tartarughe possono vivere molto a lungo, tanto che, in Giappone, l'animale è simbolo di longevità e di serenità. Le Testuggini sono i più utili di tutti i rettili in quanto con la loro carne e le loro uova si possono preparare piatti prelibati, mentre largo è l'uso che si fa della loro corazza.

Testuggine di Hermann

Testuggine gigante delle Seicelle

Testuggine sudafricana (Psammobates tentorius)

Modello tridimensionale di tartaruga

Rettili: tartarughe terrestri e marine

CHERSITI o TESTUGGINI TERRAGNOLE

Le Testuggini Terragnole o Chersiti si riconoscono per il numero delle dita e per la conformazione della corazza; tutti i piedi hanno cinque dita, anche se in quelli posteriori sono ben sviluppate solo quattro unghie; la corazza è immobile, robustissima e molto convessa. Si distinguono piastre vertebrali (quelle della linea mediana del dorso), piastre costali (ai due lati delle vertebrali) e piastre marginali (tutt'intorno allo scudo, in numero di circa 25). Nel pettorale della corazza si notano piastre con cerchi concentrici dal numero dei quali è possibile ricavare l'età dell'animale. Vivono in tutte le regioni calde, per lo più nelle zone umide e boscose; risentono, come tutti i rettili, della temperatura esterna e cadono in letargo durante l'inverno. Le Testuggini Terragnole sono pigre e lente nei movimenti, ma sanno arrampicarsi e sanno tirarsi fuori dall'acqua, anche se non sanno nuotare, strisciando sul fondo. Di grande difficoltà è invece per loro il rivoltarsi, qualora siano poggiate sul dorso. Non hanno voce. Tutte le loro facoltà intellettuali - invero ben limitate - si esplicano nel riconoscere i luoghi loro consueti; a volte, mostrano anche avversione per individui della loro razza e perfino gelosia e interesse, solo però nella stagione dell'accoppiamento. Il mezzo di difesa è unico per tutte: appena il nemico è avvistato, si ritirano in tutta fretta nel loro guscio protettore e con questa tattica stancano anche l'avversario più paziente. La Testuggine Greca, diffusa, come dice il nome, in Grecia, ma assai comune pure in Italia, ha una corazza molto convessa, con piastre nere marginate anche di giallo; le parti scoperte sono di color giallo-verde; è lunga circa 30 centimetri e il suo peso oscilla fra i 2 chili e i 2 chili e mezzo. Ama moltissimo il caldo: verso l'inverno si sotterra profondamente nel suolo e vi passa, assopita, la stagione fredda per ricomparire di nuovo in aprile.

SCIABUTI o TESTUGGINE SILVANA (Testudo tabulata)

Di forma massiccia, con corazza convessa e compressa lateralmente, lo Sciabuti è diffusissimo in America meridionale. Il colore delle piastre è giallo-scuro o bruno-grigiastro; i colori sono tanto più vivi e brillanti quanto più l'animale è giovane. Le parti non coperte sono di colore quasi nero con macchie gialle e arancio. La lunghezza totale raggiunge circa i 36 centimetri. Lo Sciabuti vive, principalmente, nei boschi, si ciba di foglie e di frutta ed è molto apprezzato, come cibo, dagli indigeni.

TESTUGGINE ELEFANTINA (Testudo elphantina)

E' il vero colosso delle testuggini terragnole: può raggiungere la lunghezza di 1 metro e 50 e un peso di qualche quintale. Veramente si distingue più di una specie di queste enormi tartarughe (chiamate scientificamente Megalochetys): la Testudo nigra, la Testudo elephantina, ma esse sono tutte assimilabili per la loro grossa mole: non basta, infatti, a differenziarle, il colore dello scudo, la forma delle piastre, il colore della pelle, ecc. Anche queste tartarughe sono pigre, indifferenti, insensibili; si cibano di erbe e di alcune specie di cactus. La loro carne è molto ricercata dagli indigeni, che la mangiano sia fresca che salata; molto apprezzato è anche l'olio che si può ricavare dal loro grasso.

TESTUGGINE DELLA CAROLINA (Cistudo carolina)

Questa tartaruga appartiene al genere delle testuggini a scatola la cui caratteristica principale consiste nel pettorale mobile. Infatti, mediante un'articolazione, questo può venir chiuso anteriormente e posteriormente; in caso di pericolo, come tutte le testuggini, anche questa ritira nello scudo la testa e le zampe, in più chiude ermeticamente le valve della sua corazza, tranquilla nell'inespugnabile difesa di cui l'ha dotata Madre Natura. In questa posizione il suo guscio è lungo in media non più di 13 centimetri. Vive nell'America centro-meridionale e si nutre del cibo consueto di tutte le testuggini, dando la caccia anche ai topi e alle bisce.

TESTUGGINI FLUVIALI

Le Testuggini Fluviali hanno come caratteristica principale quella di nuotare. Sono di media grandezza, la loro scaglia è quasi piatta, tanto da non poter nascondere perfettamente la testa e le estremità; una membrana unisce tra loro le dita in modo da poter facilitare il nuoto. Sono diffuse un po' da per tutto, specialmente in America; abitano vicino a stagni, paludi, laghi e presso fiumi, purché fluiscano lentamente. Sulla terra si muovono goffamente, anche se sono più agili delle loro «colleghe» terragnole. Nell'acqua, invece, hanno la velocità del lampo: si tuffano, quasi spariscono dalla vista al minimo rumore, si nascondono nella fanghiglia del fondo e perciò riesce difficile prenderle. Si cibano principalmente di sostanze animali: piccoli vertebrati, rettili, anfibi, pesci. In genere sono voraci; alcune specie lo sono tanto da assalire anche uccelli della grossezza di un'anatra. Durante la stagione fredda (o secca delle regioni equatoriali) si scavano buche profonde, a volte, più di un metro e lì svernano in stato letargico. Dopo l'accoppiamento, durante il quale l'animale diventa insensibile, la femmina scava delle buche e vi depone le uova in numero da sei ad otto. Queste uova sono molto ricercate dagli indigeni per l'olio che se ne ricava, tanto che le tribù indiane si dividono equamente i campi di raccolta, come farebbero per lo sfruttamento di una miniera. L'olio, raccolto attraverso un processo di decantazione, è molto pregiato, senza odore, ottimo, oltre che per ardere, anche per uso alimentare ed utilizzato, inoltre, da qualche tempo, nell'industria dei cosmetici. Le popolazioni rivierasche dei grandi fiumi americani, dove le Testuggini Palustri - come abbiamo già visto - sono numerosissime, dànno anche la caccia all'animale per la sua carne, tenera e saporita, che sanno cucinare in parecchi modi.

TESTUGGINE PALUSTRE (Emys europaea)

E' questa la tartaruga fluviale più diffusa in Europa. La scaglia dorsale e la pettorale sono ossificate e riunite fra loro da cartilagini o suture ossee; la prima è poco convessa, la seconda è piatta e così stretta da non coprire interamente il petto. Come in tutte le testuggini palustri, si nota la presenza di membrane natatorie fra le dita. Questa emide misura 36 centimetri dei quali 10 appartengono alla coda. Lo scudo è di color verde bruno con striature gialle disposte a raggi; il pettorale è giallo sudicio con punti bianchi irregolari. Di giorno, essa vive nell'acqua e, di notte, esce nella campagna; si ciba di lombrichi e di altri piccoli animali, se l'occasione si presenta, attacca anche pesci di rispettabili proporzioni con furiosi morsi all'addome. Per quanto riguarda l'accoppiamento e la deposizione delle uova, questi non avvengono in maniera diversa da quella delle altre testuggini; c'è da notare solo la tecnica raffinata con cui si scava il buco, dove le uova saranno sotterrate, aiutandosi con la coda, che adopera come una perforatrice.

Esemplare di testuggine palustre

EMIDE CASELLATA (Emys insculpta)

Fra le numerose specie di testuggini palustri che vivono in America, può essere ricordata l'Emide Cesellata. La sua scaglia è ovale, lunga circa 20 centimetri, con piastre bombate di color bruno-rossiccio, che presentano puntolini gialli, disposti a raggera. Particolarmente degno di nota è il fatto che questa testuggine, pur vivendo in stagni e fiumi, spesso li abbandona per migrare da un'acqua all'altra o semplicemente per compiere escursioni nei prati e nei boschi (questo giustifica l'altro nome con cui è conosciuta di «Testuggine dei boschi»). A parte questa caratteristica, non differisce in nulla dalle altre.

CINOSTERNO DI PENNSYLVANIA (Cinosternum pensylvanicum)

Anche queste testuggini palustri, i cinosterni, sono diffuse nell'America centro-settentrionale; possono muovere la parte anteriore e posteriore del pettorale; lo scudo presenta piastre lisce, senza solchi o rughe con i margini che si sovrappongono in parte. Il Cinosterno di Pennsylvania è un bell'animaletto lungo circa 10 centimetri; la sua scaglia è color giallo-rosso e le parti scoperte sono di color bruno o grigio scuro con macchie gialle. In cattività è mansueto, prende il cibo dalla mano del custode e mangia con grande avidità. Un cinosterno, che un naturalista teneva presso di sé, divenne, in breve, così grasso da non poter più chiudere le valve dello scudo, perché le carni uscivano da tute le parti.

CHELIDRE

Sono anch'esse testuggini fluviali, ma si distinguono dalle emidi e dai cinosterni e per l'aspetto e per il modo di vivere.

CHELIDRA SERPENTINA (Chelydra serpentina)

La scaglia dorsale è ovale e bassa, mentre nel margine posteriore è tondeggiante oppure acuminata. Le piastre si sollevano nel mezzo tanto più quanto l'animale è vecchio. La testa è grande, piatta e triangolare con collo fortemente estensibile. La coda è l'elemento più caratteristico dell'animale sia per la sua lunghezza (due terzi della scaglia), sia per la sua grossezza, oltre che per una cresta di squame ossee aguzze, che la profila superiormente per tutta la sua lunghezza. Per quanto riguarda il colore, si può dire che esso presenti tutte le variazioni dal bruno al verde-oliva, al giallo sporco; come sempre, è più vivo negli individui giovani. La Lunghezza dell'animale adulto può arrivare al metro, mentre il peso massimo varia tra i 20 e i 25 chili.

CHELIDRA DI TEMMINCK (Chelydra temninckii)

Nelle parti meridionali degli Stati Uniti vive questa specie di Chelidra, che si differenzia dalle chelidre serpentine per mole ancora maggiore, con mascelle più robuste e coda più corta. E' considerata il prototipo delle testuggini-avvoltoi o gipochelidi (Gypochelys); a questi animali si dà anche il nome di Testuggini Mordaci, perché sono prontissime a mordere tutto ciò che si para loro davanti. La potenza delle loro mascelle, l'aspetto, la loro capacità di avventarsi contro ogni ostacolo compiendo balzi di una trentina di centimetri, inducono a trattarle con grande diffidenza. Non hanno alcun timore di fronte a prede di mole notevole, come possono essere le anatre, le galline, che trascinano dentro l'acqua e divorano a morsi, dopo averle fatte affogare. Una volta, un contadino si trovò a salvare, in extremis, una sua anatra, che stava per essere trascinata sott'acqua e con sua grande sorpresa trovò che una chelidra stava ancora aggrappata alla zampa dell'animale senza aver allentato la sua preda. In cattività rifiutano il cibo anche se, a volte, si riesce a farle nutrire, ricorrendo a mezzi persuasivi, introducendo, ad esempio, il cibo nella faringe.

CHELIDI

Le Chelidi hanno una scaglia dorsale non perfettamente ossificata, con piastre cornee e margini ossei; la testa è piatta, il collo è lungo, ma non retrattile è può solo nascondersi lateralmente tra le piastre della corazza. Anche i piedi, che sono corti e con lunghe dita, non possono ritirarsi sotto la scaglia.

Testudinato della specie Chelide Mata Mata

CAGORDO (Platemys depressa)

Il Cagordo, tartaruga brasiliana, è lungo circa 40 centimetri, dei quali 23 appartengono alla scaglia. Il colore varia da un bruno chiaro, con strisce raggiate più scure sul dorso, a un giallo-grigio sul pettorale; le parti scoperte sono grigio-verdi con molte macchie scure, una delle quali, sotto il mento, ha la forma di un ferro di cavallo. Durante il periodo dicembre-febbraio queste testuggini salgono in gran numero sulle sponde dei fiumi per deporvi le uova, scavando, come al solito, la buchetta in cui nasconderle. Le uova, circa una quindicina, sono bianche, tonde, delle dimensioni di una ciliegia. Ottime come alimento, sono perciò molto ricercate, e costituiscono una vera e propria ghiottoneria.

TESTUGGINE DELLE AMAZZONI (Podocnemys expansa)

Questa testuggine è lunga quasi 75 centimetri ed ha la corazza molto larga e bassa. Il colore è verde-bruno nella parte dorsale (più verde negli adulti, più bruno nei giovani) e verde-pisello o rosso-bruno nel pettorale. Le parti scoperte sono verde-sudicio. Sembra che le uova di questa testuggine siano addirittura squisite, tanto da essere le più ricercate fra tutte. In particolare, è il tuorlo che suscita grandi entusiasmi e lo zabaione preparato con esso sembra sia veramente eccellente.

MATAMATA (Chelys matamata)

Questa tartaruga, anch'essa americana, è una delle più singolari e brutte fra quelle esistenti. Il pettorale è unito alla corazza dorsale per mezzo di suture ossee; la testa è lunga, schiacciata e triangolare; il naso è allungato in proboscide; la bocca, con mascelle quasi membranose, è tagliata fino alle orecchie. Coronano la testa e il collo lobi carnosi; sotto il mento penzolano filamenti o frange; altri lobi frastagliati, anche se più piccoli, ornano le estremità. Quasi a completare queste orrende forme, la Matamata spande anche un odore nauseante e disgustoso. Il colore della corazza dorsale è bruno, il pettorale è giallo-sporco e le parti scoperte sono giallo-rossicce; la lunghezza totale tocca i novanta centimetri. Non sappiamo se la sua alimentazione sia basata soltanto su sostanze vegetali. Sembra che in cattività non sopravviva.

TRIONICI

Le Trionici si distinguono nettamente da tutte le tartarughe fin qui descritte. La loro corazza non è, infatti, rivestita da piastre squamose, ma solo da pelle e, invece di essere ossea, è solo cartilaginosa. Il naso è lungo, a forma di proboscide, la coda è corta e le mascelle sono rivestite esternamente di ripiegature carnose, che servono come da labbra.

TRIONICE FEROCE (Trionyx-platipeltis ferox)

La Trionice Feroce è un'altra testuggine americana, la maggiore delle trionici che abitano quelle terre. La corazza è lunga 40 centimetri e larga 30 e l'animale può pesare fino a 20 chili. Lo scudo dorsale è bruno con macchie irregolari; il pettorale è bianco con venature rosse (sono i vasi sanguigni che appaiono dalla cartilagine). Generalmente vive nascosta tra le radici e le piante acquatiche, spiando la preda; dà la caccia a pesci, rettili, uccelli acquatici e ai piccoli dei caimani di cui è ghiottissima; si avvicina lentamente alla vittima prescelta e, presala di mira, se ne impadronisce con un morso, slanciando, rapida e sicura, il lungo collo.

Fra tutte le tartarughe del Nordamerica è quella che ha le carni più saporite, tanto da venire attivamente cacciata.

CHELONI o TESTUGGINI MARINE

Le caratteristiche principali, che distinguono le Testuggini Marine dalle altre tartarughe, consistono, principalmente, nelle zampe; le estremità sono, infatti, trasformate in pinne - le anteriori molto più lunghe delle posteriori - che presentano grande affinità con quelle delle foche. Le dita sono rivestite da una membrana che le rende immobili. La scaglia è poco convessa, imperfettamente ossificata; le piastre pettorali non sono combacianti, ma sono unite per mezzo di cartilagini; la testa, tozza e quadrangolare, ha mascelle munite di margini ossei dentellati. Testa e zampe non sono retrattili.

Tutti i Cheloni vivono nel mare, salendo sulla terraferma solo per deporre le uova.

Tartaruga marina: la schiusa delle uova

Tartaruga marina: la posa delle uova

TESTUGGINE FRANCA o MIDA (Chelonia mydas)

Questa Testuggine Franca è un enorme animale, che può raggiungere i 2 metri di lunghezza e i 500 chili di peso. Tredici piastre costituiscono il disco dorsale e altrettante quello pettorale; ventiquattro sono le piastre marginali; tutte sono di forma quadrangolare. Le mascelle sono affilate e dentellate. Il colore è, generalmente, verde con macchie gialle. Questa specie vive abbondantissima nell'Oceano Atlantico, tanto sulle coste africane quanto su quelle americane. Si nutre principalmente di vegetazione marina. Per riprodursi presceglie le isole collocate in zona calda.

TESTUGGINE EMBRICATA o CARETTA (Chelonia-Eretmochelys imbricata)

Si distingue dalla testuggine mida per la forma e la struttura della corazza; le piastre, infatti, non hanno i margini combacianti, ma sono sovrapposte l'una all'altra come le tegole del tetto. Il colore, nello scudo dorsale, è bruno scuro ma trasparente con una macchia rossa e gialla; il pettorale è bianchiccio. L'area di diffusione dell'animale si estende in tutti i mari compresi fra i tropici, specialmente vicino alle Indie ed all'America. Le testuggini embricate si nutrono, principalmente, di molluschi; vivono sempre in acqua e se ne allontanano solo per deporre le uova. Sono prudenti e circospette nello scegliere il posto ed il momento in cui prendere terra, così come sono temerarie ed incaute quando depongono le uova. Prima di salire sulla terraferma, ad esempio, per tutta una giornata si aggirano, in attentisssima ricognizione, nuotando poco distante dalla costa e mostrando fuor d'acqua solo la grossa testa. Al calar della sera, finalmente, si decidono a lasciare il mare, ma prima di salire sulla riva, come ultima precauzione, emettono una specie di lungo fischio, quasi a voler spaventare un eventuale nemico nascosto. Il minimo rumore le spaventa in modo tale da indurle ad abbandonare subito il luogo prescelto: una nave ancorata nelle vicinanze, od addirittura un colpo di cannone, le terrebbe lontane per intere settimane. Ma se tutto è quieto e tranquillo, esse finalmente si avvicinano alla riva, e si arrampicano, giungendo fino ad una trentina di metri dalla sponda ed incominciano a deporre le uova. Durante questa operazione la Caretta non si lascia distogliere dalla sua occupazione né da rumori, tanto che, con l'aiuto di 4 uomini, si potrebbe perfino sollevarla. Il buco, che essa scava con le estremità posteriori, ha la forma di un cilindro, largo da 20 a 26 centimetri; in esso vengono deposte le uova, che si aggirano sul centinaio. Finita questa fase dell'operazione, l'animale raccoglie la sabbia, la calpesta ben bene e, con la stessa lentezza con cui è venuto, ritorna nel suo elemento. Sulla sabbia della spiaggia, a testimonianza di quanto è avvenuto, si notano due solchi profondi e paralleli (le tracce delle pinne) e, fra di essi, un'ampia striscia lasciata dal pettorale del pesante animale. Sembra, contrariamente a quanto affermano alcuni naturalisti, che la Testuggine Caretta torni sempre nello stesso posto per deporre le uova. Queste si sviluppano in un periodo di circa tre settimane. Tanto la testuggine franca quanto la Caretta sono assai ricercate; la prima per la carne, la seconda per la scaglia. E' facile perciò immaginare quanto sia grande il numero dei loro nemici. Cani selvatici, tigri, uccelli rapaci dànno loro una caccia alla quale è raro sfuggire. Malgrado ciò, il loro avversario più temibile è l'uomo. In una efficace descrizione del principe di Wied ci viene presentata la caccia alla tartaruga, che praticano gli indiani. Essi uccidono gli animali quando questi si recano sulla terra per sgravarsi delle uova; il loro metodo è semplice e crudele: si limitano ad immobilizzare la tartaruga rovesciandola sul dorso, posizione, questa, che nessuna testuggine marina è in grado di abbandonare, malgrado, a volte, si affatichi tanto da avere gli occhi iniettati di sangue. Il mattino seguente si raccolgono le prede e si portano in appositi bacini riempiti di acqua marina e si inviano ai vari mercati. In questi bacini è raro che mangino e quindi dimagriscono, perdendo, in breve, gran parte del loro valore. Mentre in Europa le testuggini, destinate ad uso alimentare, vengono decapitate e tenute appese, finché non sia uscito tutto il sangue, in Oriente ci si affida ad un metodo addirittura ripugnante per la nostra mentalità. Infatti i venditori, dopo aver strappato all'animale vivo il pettorale, tagliano dal corpo della bestia tutte quelle parti che via via sono scelte dai clienti; ultimo ad essere venduto è il cuore, cosicché, grazie all'eccezionale vitalità delle tartarughe, è possibile vedere agitarsi la vita in tutte quelle parti che ancora non hanno trovato un compratore. Ugualmente crudele è l'uomo con la Testuggine Caretta. Per procurarsi la scaglia di questa tartaruga, si sospendono gli animali su un fuoco (dato che solo con il calore la scaglia si stacca dal corpo) oppure si immergono nell'acqua bollente. Raggiunto lo scopo ed ottenuti quei tre o quattro chili di «tartaruga» che l'animale può dare, si lascia andare la testuggine, nella credenza che la scaglia possa riformarsi. Grande è la bellezza di questo materiale, la facilità di lavorazione (col calore diventa duttile e molto malleabile) e, conseguentemente, il suo valore commerciale.

TESTUGGINI CORIACEE (Dermatochelydae)

Sono così chiamate queste testuggini in cui lo scudo dorsale, il pettorale ed i piedi sono coperti da un rivestimento coriaceo. Non manca la corazza formata dall'espansione delle costole e dello sterno, ma mancano le piastre. Le mascelle ricordano, per forma e robustezza, quelle dei rapaci. I piedi, specialmente gli anteriori, sono lunghissimi. Lo scudo è leggermente convesso, tondo nella parte anteriore e posteriormente acuminato come a coda e diviso in spazi da cinque a sette creste longitudinali.

LUTH o TESTUGGINE CORIACEA (Dermatocholys coriacea)

Il più noto rappresentante di questo genere è la Testuggine Coriacea, la quale raggiunge una lunghezza di più di due metri, dei quali 1,35 appartenenti al solo scudo. I piedi anteriori sono lunghi oltre 75 centimetri. Il colore è bruno con macchie più scure o gialle. Vive nell'Oceano Atlantico, specialmente sulle coste settentrionali dell'Africa; talvolta s'incontra anche nel Mediterraneo. Si nutre principalmente di pesci e di molluschi. La deposizione delle uova, nel numero straordinariamente rilevante di circa trecento, è circondata da molte cautele, come accade per tutte le altre testuggini.

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19 Mag. 2025 4:14:06 am

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