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Animali Pesci Fisostomi.

Notizie del giorno per documentarsi su ciò che accade nel mondo !

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Introduzione Siluri Siluro (Silurus glanis) Bayad (Bagrus bayad) Sciarmut (Heterobranchus claria anguillaris) Malapteruro Elettrico (Malapterurus electricus) Siluro Carenato (Doras costatus) Hassar (Callichthys pictus) Goniodonti Loricaria Catafratta (Loricaria cataphracta) Guacari dei Brasiliani (Hypostomus plecostomus) Acantopsidi Cobite Fossile (Cobitis fossilis) Ccobite Barbatello (Cobitis barbatula) Cobite Fluviale (Cobitis taenia) Ciprini Carpa (Cyprinus carpio) Carassio Comune (Carassius vulgaris) Pesce Dorato (Carassius auratus) Tinca Comune (Tinca vulgaris) Barbo Fluviatile (Barbus fluviatilis) Semling (Barbus petenyi) Barbo Comune o Plebeo (Barbus plebejus) Gobione Comune (Gobio vulgaris) Gobione Uran (Gobio uranoscopus) Rodeo Amaro (Rhodeus amarus) Abramide (Abramis brama)

Vimbla (Abramis vimbla) Abramide Ballero (Abramis ballerus) Blicca (Blicca bjoerkna) Peleco (Pelecus cultratus) Alburno Lucido (Alburnus lucidus) Alburno Mento (Alburnus mento) Aspio Rapace (Aspius rapax) Ido Melanoto (Idus melanohs) Scardola Comune (Scardinius erythophtalmus) Leucisco Rosso (Leuciscus rutilus) Squaglio o Laste Squalo (Squallu cephalus) Squaglio Leucisco (Squalius leuciscus) Sanguinerola (Chondrostoma nasus) Ciprinodonti Quattrocchi dei  Coloni (Anables tetrophthalmus) Caracini Hurri (Erythrinus unitaeniatus) Patha (Hydrolicus scomberoides) Serrasalmone Rombeo (Serrasalmo rhombeus) Piraia (Pygocentrus piraya) Piraia o Huma (Pygocentrus niger) Salmoni Coregono di Wartmann (Coregonus wartmanni)

Fera (Coregonus fera) Marena (Coregonus maraena) Coregono Invernale (Coregonus hiemalis) Marena Piccola (Coregonus albula) Coregono dal Muso Lungo (Coregonus oxyrhynchus) Temolo Comune (Thymallus vulgaris) Cappellano (Mallotus villosus) Eperlano (Osmerus eperlanus) Trota (Trutta fario) Trota Lacustre (Trutta lacustris) Trota Salmonata (Trutta trutta) Salmone (Trutta salar) Huco (Salmo huco) Salmarino (Salmo salvelinus) Lucci Luccio (Esox lucius) Ombra (Umbra crameri) Aringhe Aringa (Clupea harengus) Spratto (Harengula sprattus)

Alosa Comune (Alausa vulgaris) Alosa Finta (Alausa finta) Sardina Comune (Alausa pilchardus) Alice (Engraulis encrasicholus) Arapaim (Arapaima gigas) Gimnoti Anguilla Elettrica (Gymnotus electricus) Murene Anguilla (Anguilla vulgaris) Grongo (Conger vulgaris) Murena (Gymnothorax muraena) Leptocefali Leptocefalo di Morris (Leptocephalus morrisii) Ambliopsidi Pesce Cieco della Caverna del Mammuth Peciliidi Gambusia (Gambusia affinis) Ameiuridi Pesce Gatto (Ameiurus nebulosus) Clariidi Claride del  Deserto (Clarias lazera) Mormidiri Pesce Elefante (Gnathonemus mirus) Megalopidi Tarpone (Megalops atlanticus)

Pesce Carassio

Pesce Carassio

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ANIMALI PESCI FISOSTOMI

FERA (Coregonus fera)

Vive nei laghi abitati dal coregono, da cui è distinto più per il muso breve e compresso, che non per il colore, che, in complesso, concorda. In mole questa specie supera sovente il coregono di Wartmann, giacché giunge ad una lunghezza di 60 centimetri e più, con un peso di 3 chilogrammi.

E' uno dei pesci migliori: si prende d'inverno con gli ami, d'estate, e specialmente in maggio e giugno, con la lenza. Se il pesce si sente preso, si difende a tutta forza: quando si è stancato, è presto preso. Come gli altri affini, i prigionieri muoiono quasi istantaneamente quando cadono in potere dell'uomo, sebbene si abbia cura di trarli fuori dell'acqua con molta cautela, adoperando, ad esempio, un recipiente.

MARENA (Coregonus maraena)

La Marena si distingue soltanto nella dimensione del muso dal fera; l'apparato boccale è molto più compresso e largo. Il colore è lo stesso nei due pesci; il dorso è azzurrino, il ventre argenteo; la linea laterale è segnata da punti bianchi. La lunghezza oltrepassa i sessanta centimetri, il peso sale sino a due chilogrammi e mezzo.

Come il fera, la Marena vive sempre ad una considerevole profondità nei laghi, che abbandona verso la metà di novembre per cominciare la deposizione delle uova; come il fera, sceglie per deporre le uova luoghi relativamente poco profondi a breve distanza dalla sponda. Si ciba dei medesimi animali che servono come cibo alle altre specie.

COREGONO INVERNALE (Coregonus hiemalis)

La sua lunghezza è al più di 40 centimetri; è così più piccolo dei suoi affini, dai quali si distingue inoltre per il corpo breve e il dorso notevolmente arcuato.

Abita in tutti i laghi alpini e vive ad una profondità da 40 a 45 metri, e soltanto sul finire di settembre sale agli strati superiori per deporre le uova.
Questo pesce si nutre di limaccine, conchigliette, limo, che raccoglie al fondo dei laghi, mentre i suoi affini fanno caccia anche nell'acqua libera.

MARENA PICCOLA (Coregonus albula)

Si distingue agevolmente da tutti gli affini dell'Europa centrale per la mandibola sporgente. Il dorso ed il ventre sono di un colore azzurriccio, mentre i fianchi sono di colore bianco-argenteo lucidissimo, le pinne dorsali e caudali sono bige, le altre bianche. La lunghezza è di 15, 20 centimetri, ma in casi eccezionali può giungere ed oltrepassare i 25 centimetri.

La Marena Piccola si trova a preferenza nei laghi della Polonia, della Prussia orientale ed occidentale, della Pomerania, della Slesia, del Mecklenburgo e di Brandeburgo, ma è molto verosimile che esista anche nella penisola scandinava ed in alcuni laghi della Scozia, ove, secondo la tradizione, fu introdotta da Maria Stuarda: supposizione che manca senza dubbio d'ogni fondamento.

Nella vita, nei costumi, la Marena Piccola assomiglia agli affini.

A buon diritto la Marena Piccola passa per un pesce squisito.

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COREGONO DAL MUSO LUNGO (Coregonus oxyrhynchus)

Specie facile da riconoscere per la mandibola superiore lungamente sporgente sulla inferiore. Questa specie somiglia in grandezza ed in colore al coregono di Wartmann, e forse lo supera alquanto in lunghezza.

Si possono considerare come patria del Coregono il Baltico ed il Mare del Nord.

Di là si trasferisce, al tempo della fregola, nei porti, nei fiumi e nei torrenti che vi sboccano, risalendo la corrente per deporre le uova. Queste migrazioni si debbono compiere con una certa regolarità, e i viaggiatori si ordinano in formazione triangolare. Dopo, tornano in mare, ed i giovani seguono i genitori, quando hanno raggiunto una lunghezza di 7 centimetri, per tornare nei fiumi soltanto adulti. La loro carne, bianca, tenera, saporita, è molto pregiata, sia fresca che salata o affumicata.

TEMOLO COMUNE (Thymallus vulgaris)

Nell'Austria superiore viene chiamato con vari nomi, a seconda della sua età. Ha piccolo il capo, la mascella superiore sporge sull'inferiore, la pinna dorsale oltrepassa l'anale del doppio in lunghezza. Il colore varia secondo il soggiorno, la stagione, l'età. Per solito sul dorso domina un bruno-verdiccio che passa al bigio sui fianchi, e sul ventre all'argento. La pinna dorsale risplende di eleganti colori e contribuisce molto alla bellezza del pesce: è rossa con tre o quattro fasce nere; le pinne appaiate sono di un lucido rosso-giallo, le pinne anale e caudale sono violacee.

La lunghezza è per lo più di 30 centimetri, ma può salire sino a 60. Il peso varia tra 750 e 1500 grammi.

Fra i salmonidi d'Europa il Temolo è la specie più diffusa; si trova in tutta l'Europa centrale ed orientale e sceglie le medesime acque della trota. Il Temolo è un vero pesce fluviale, che scansa i laghi ed i vasti stagni, e non prospera nelle acque stagnanti.

I suoi costumi somigliano molto a quelli della trota. Come questa, nuota velocemente quando si muove, e, come questa, sta per ore immobile nel medesimo posto, con la testa volta contro la corrente. Il suo nutrimento consiste in vari insetti acquatici, piccole chiocciole d'acqua, piccole limnee, vermi e persino pesciolini. Come le trote, può spiccare salti alti più di 30 centimetri al di sopra del livello dell'acqua.

Sfoggia un abito nuziale che presenta i colori più vivi e spande sopra tutta la superficie dell'acqua un riflesso verde-dorato. La coppia, che si tiene unita e nuota su e giù in uno spazio relativamente ristretto, scava sul fondo arenoso, con la pinna caudale, un fosso ove la femmina depone le uova; il maschio le feconda, e ambedue ricoprono le uova con rena e sassolini.

Molti nemici, e specialmente le grandi specie affini ed alcuni uccelli acquatici, insidiano i temoli. Gli uomini stimano la loro carne quanto quella della trota.

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CAPPELLANO (Mallotus villosus)

E' uno dei più piccoli salmonidi, abita in numero sterminato l'Oceano Glaciale, ed è di somma importanza per la pesca.

Il colore del dorso è verde scuro con riflesso bruno, quello dei fianchi e del ventre bianco-argento con molte macchie nere; le pinne sono grigie ed hanno un orlo nero. Il maschio e la femmina sono diversi l'uno dall'altra; il primo è lungo e sottile; durante il tempo della riproduzione prende lungo i fianchi una striscia di color verde scuro, sparsa di lunghe ed aguzze escrescenze cutanee. La femmina è più corta. La pinna dorsale è sostenuta da 14 raggi, la pettorale da 19, la ventrale da 8, l'anale da 22, e la caudale, profondamente forcuta, da 27. La lunghezza varia da 13 a 18 centimetri.

L'area di diffusione del Cappellano si stende sulle coste della Finlandia, dell'Islanda e della Groenlandia; al pari dei suoi affini passa l'inverno nel fondo del mare, e sale in marzo in siti meno profondi per deporvi la fregola. Importante è il Cappellano come esca per la pesca del merluzzo. Le sue schiere attraggono sulle loro orme non soltanto gabbiani, rondini di mare e foche, ma anche i più vari pesci rapaci che ne fanno bottino.

EPERLANO (Osmerus eperlanus)

Si distingue dai precedenti per la dentatura e la squamatura. Gli intermascellari e i mascellari superiori portano semplici finissimi denti, eguali a quelli della mascella inferiore; il vomere, il palato e le ossa sfenoidali hanno denti robusti ed aguzzi. Le squame sono di media grandezza, molli e debolmente inserite. E' sottoposto a variazioni nella grandezza del corpo e nel colore. Il dorso è generalmente grigio, i fianchi argentei con riflesso azzurro o verde, il ventre è rossiccio. La lunghezza varia da 13 a 20 centimetri; si trovano però eccezionalmente degli individui che misurano anche venticinque centimetri.

Questo pesce è frequente nel Baltico e nel Mare del Nord; e si è trovato in numero più o meno grande anche nei porti e nei grandi laghi d'acqua dolce. Formano numerosi stuoli che però non migrano a distanze così lunghe come i salmoni.

Mentre risale i fiumi, l'Eperlano viene catturato spesso in enormi quantità e portato sul mercato, ove, malgrado lo sgradevole odore che sparge, trova facilmente compratori per il sapore eccellente della sua carne; si ottiene guadagno maggiore utilizzandolo come alimento per i pesci più delicati.

TROTA (Trutta fario)

Ha la forma più compressa di tutti i salmoni dentati; la piastra anteriore del vomere è triangolare, col lunghissimo peduncolo. Dire qualcosa in generale sul colore è impossibile; essa è soggetta a cambiamenti maggiori di quelli che sopporta il camaleonte: probabilmente la Trota sembra riprodurre sul suo abito il colore del fondo su cui si trova: alcune sono gialle, alcune bianche, alcune nere, alcune color d'oro, alcune hanno macchie nere, alcune macchie dorate. Si dicono trote nere quelle che sono nere, o macchiate di nero o di rosso. Quelle che hanno macchie color d'oro sono dette trote dorate, ed altre, prese nei boschi, trote dei boschi. Nella forma interna le differenze sono minori, solo che alcune hanno carne più bianca, altre più rossiccia, più o meno saporita.

In generale si può dire che di solito il dorso è bruno, i fianchi più chiari e punteggiati, il ventre più chiaro ancora. Le pinne pettorale e ventrale delle trote sono larghe e tondeggianti, la prima caudale cambia di forma con l'età: nelle trote giovani è profondamente incavata, nelle meno giovani è verticalmente troncata, nelle vecchie è persino tondeggiante. I maschi si distinguono dalle femmine per il capo più grosso ed i denti forti. La mole varia - come il colore - a seconda del soggiorno: nei ruscelletti dal rapido corso, dove la trota si deve accontentare di poca acqua, giunge appena ad una lunghezza di 35 centimetri e ad un peso di 625 grammi, mentre in acque più profonde, in laghi, in stagni, arriva con una sufficiente alimentazione ad una lunghezza di 70 e più centimetri ed al peso di 5 a 10 chilogrammi. I pescatori credono di sapere che le trote vivono soltanto venti anni, ma si conoscono fatti che provano la possibilità di un'esistenza più lunga.

L'area di diffusione della Trota si estende in tutti i luoghi dell'Europa: condizione di vita e di salute per essa è un'acqua limpida, scorrevole, ricca di ossigeno. Si trova perciò in tutte le acque montane, nei ruscelli e nei fiumi, anche nei laghi alimentati da acque di torrenti, o da abbondanti sorgenti. I tentativi di allevamento hanno provato a sufficienza che l'acqua chiara, regolarmente messa in moto, è sufficiente per la vita della Trota. Nelle montagne risale sino alla zona alpina; ma non si trova al di sopra dei 3000 metri, perché la superficie dei laghi situati a tale altitudine è quasi sempre coperta di ghiaccio. Sembra avere in orrore l'acqua torbida dei ghiacciai, mentre ama la fredda acqua sorgente. Appena in marzo si scioglie la neve ed il ghiaccio intorbida i ruscelli, essa li abbandona e nuota verso altre acque. Però tali osservazioni sono contraddette dal fatto che le trote abitano in gran numero i laghi alpini alimentati soltanto dallo scolo dei ghiacciai.

In agilità e sveltezza di movimenti la Trota è difficilmente superata da altri pesci fluviali. Probabilmente si deve annoverarla fra i pesci notturni. Di giorno si nasconde volentieri sotto le pietre sporgenti della sponda, od in cavità e ripostigli formati dai sassi che si trovano nelle acque da essa abitate.

Finché è giovane, dà la caccia agli insetti, ai vermi, alle sanguisughe, alle chiocciole, ai pesciolini; ma quando ha raggiunto un peso di 1 chilo e più, gareggia in voracità con tutti i predoni della sua mole, e si avventa contro tutto ciò che abbia vita, persino contro i propri figli.

Il tempo di riproduzione della Trota inizia alla metà di ottobre e dura sino in dicembre. Esistono anche trote che sono sterili e non emettono uova: l'apparato sessuale esiste, ma rimane imperfetto.

L'emissione delle uova ha luogo in acque basse su fondo ghiaioso, o dietro grossi sassi, dove il corso del fiume è rapido.

La femmina, in cerca di un luogo adatto, è sempre accompagnata da parecchi maschi più piccoli, che non sono animati dal solo desiderio di fecondare le uova, ma da quello di divorarne quante più possibile. La madre fa con vivaci movimenti della pinna caudale una piccola fossetta e vi lascia cadere le uova, facendo persino posto al maschio; con ulteriori movimenti della coda le uova sono leggermente coperte ed abbandonate al loro destino. Dopo circa sei settimane, i piccoli sgusciano e rimangono quasi immobili, finché abbiano consumato il residuo del tuorlo che portano attaccato al corpo e sentano il bisogno di un altro nutrimento. Molti nemici minacciano e danneggiano le trote: gli oficefali, le bottatrici, qualche uccello, pesci rapaci, e specialmente le trote più vecchie, il toporagno, il topo acquaiolo, la lontra e finalmente l'uomo.

Quello che si è detto finora sulla pescicoltura artificiale si addice soprattutto alla Trota: la pescicoltura può essere praticata con successo, dappertutto ove esista un ruscello di acqua sorgente, di temperatura stabile, con forte corrente e fondo ghiaioso circondato da cespugli ombrosi; il fondo si ricopre di pietre che generalmente lasciano fra loro delle comunicazioni che servono da nascondiglio ai pesci.

Particolare attenzione deve essere riservata alla Trota durante il periodo della riproduzione, per evitare che le uova si guastino e che vada perduto il prezioso raccolto.

Con cibo adatto e cure assidue si possono ottenere trote assai saporite da cui si ricava un buon profitto.

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TROTA LACUSTRE (Trutta lacustris)

Il carattere distintivo della Trota Lacustre si riconosce dalla grossezza del corpo tozzo. La testa presenta un notevole sviluppo, il muso è relativamente ottuso. Il dorso verde, o grigio-turchino, e i fianchi argentei hanno macchie di forma tonda o angolosa e di color nero, talvolta con un orlo giallo arancio sbiadito. La mole è ragguardevole: non sono rari individui di 75 centimetri di lunghezza e del peso di 12, 15 chilogrammi. Se ne prendono sovente che pesano sino a 25 o 30 chilogrammi.

Questa specie abita i laghi delle Alpi e delle Prealpi, e sta per solito a molta profondità, raramente a meno di 20 metri e più. Insidia ogni specie di pesci più piccoli, ma, divenuta più grossa, preferisce solo quelli più saporiti.

Verso il principio di settembre queste trote abbandonano le acque che hanno fino ad allora abitato e risalgono i fiumi per deporvi le uova; terminata l'opera, se ne tornano nei laghi per passarvi l'inverno e l'estate, mentre i giovani nati l'anno precedente o nell'anno in corso si soffermano in primavera e in estate, e si recano ai laghi soltanto il secondo inverno della loro vita.

In confronto della trota di ruscello questa specie ha vita molto persistente; fuori dell'acqua non muore così presto, ed è perciò meglio adatta al trasporto.

TROTA SALMONATA (Trutta trutta)

E' difficile presentare caratteri distintivi di questi due pesci, perché la rassomiglianza tra essi è maggiore ancora che non nelle altre specie. Il corpo della Trota Salmonata è di struttura relativamente depressa e quasi tondeggiante, le squame sono più grosse, i denti più deboli che non nella trota lacustre. Nel colore, la Trota Salmonata concorda quasi con la trota lacustre sterile. La lunghezza giunge ad un metro, ed il peso da 12 a 15 chilogrammi.

La Trota Salmonata è per il mare ciò che è per i laghi interni la trota lacustre. Il mare la riceve durante l'autunno, e di là risale nei fiumi e nei torrenti per la fregola. La sua area di diffusione è quindi più estesa ancora di quella delle sue affini: abita il Baltico, l'Oceano Atlantico settentrionale, il Mar del Nord e il Mar Glaciale sino al Mar Bianco. Si ciba dei medesimi animali che servono di alimento per le trote più grosse. Il suo tempo per la fregola ricorre in novembre e dicembre.

SALMONE (Trutta salar)

Si distingue per il corpo molto allungato, per il muso sottile, proteso. Il dorso è grigio-azzurro, i fianchi argentei, il ventre bianco e lucente, con poche macchie nere.

La lunghezza del Salmone può giungere sino ad un metro e mezzo, il peso sino a 50 chilogrammi; ma un salmone di 1 metro di lunghezza e di 15, 17 chilogrammi di peso passa già per molto grosso.

Dobbiamo considerare come patria del Salmone l'Oceano Glaciale e la parte settentrionale dell'Oceano Atlantico, compresi il Baltico ed il Mare del Nord, benché questo pesce si tenga preferibilmente nell'acqua dolce che non nel mare, e risalga i fiumi sino ad una certa altezza. Si trova in gran numero nei fiumi della Russia, della Scandinavia e della Gran Bretagna.

In generale il Salmone si distingue poco dai suoi affini, specialmente dalle due grosse trote che gli rassomigliano molto anche per la forma del corpo. Nuota con agilità uguale a queste, vive volentieri in società come gli altri salmonidi; si ciba di vari animali acquatici senza manifestare una voracità come quella delle trote. Quando si scioglie il ghiaccio dei fiumi, cioè in aprile o maggio, i salmoni si avvicinano alle coste e si soffermano; qualche tempo presso le foci dei fiumi, salgono col flusso e ridiscendono col riflusso in mare. Nel viaggio i salmoni si dispongono in due file con un vecchio pesce che apre la marcia. Essi riuniscono tutte le forze per superare un ostacolo e manifestano, in tali occasioni, una costanza e un'agilità ammirabili. Malgrado la loro abilità al nuoto, giungono soltanto dopo un certo tempo nel corso superiore dei fiumi; si può dedurre quindi che viaggino lentamente.

Al tempo della riproduzione un mutamento visibilissimo si manifesta nel Salmone che riveste l'abito nuziale: il colore diventa più scuro e compaiono, almeno nel maschio, fitte macchie rosse sui fianchi e sugli opercoli. La femmina, per solito accompagnata da uno o parecchi maschi, sceglie un posto poco profondo, per scavare il suo «letto», che è un largo avvallamento, dove le uova sono deposte. Quando la femmina comincia ad emettere le uova, il maschio corre per fecondarle e ricoprirle con rapidi movimenti della coda. Terminata poi la cosa, i salmoni riprendono la via del mare, ove in breve tempo giungono per trattenervisi sino al seguente viaggio.

A seconda della temperatura le uova si sviluppano più o meno rapidamente: però generalmente trascorrono quattro mesi prima che i piccoli nascano. Verso il sedicesimo mese i salmoni misurano circa trenta centimetri, cominciano a sentire l'istinto migratore e si avviano al mare dove trovano una ricca alimentazione, tanto che in brevissimo tempo aumentano di mole e di peso.

Tutti i nemici che perseguitano; pesci fluviali insidiano anche i salmoni; naturalmente il loro peggiore nemico è sempre l'uomo.

La pesca si fa in diverse maniere: con fili, nasse, trappole; si fa anche uso di fiocine, con le quali si trafigge il pesce.

Esemplari di salmone

Esemplari di salmone

HUCO (Salmo huco)

Ha corpo allungato, cilindrico, con la parte superiore del capo ed il dorso di un verde-bruno scuro, o grigio-azzurro e il ventre bianco argentino. La testa ed il dorso sono cosparsi di punticini, fra i quali spiccano macchie nere. Nei pesci molto vecchi il colore fondamentale è rosso pallido. In grandezza e peso l'Huco supera ogni altro salmonide; è lungo uno, due o tre metri, con un peso che varia dai 20 ai 50 chilogrammi.

Si trova nel bacino del Danubio, ed è cosa dubbiosa se vada in mare. A differenza degli affini, il suo tempo di nozze ricorre in aprile e maggio, ma, con una temperatura favorevole, può anche aver inizio in marzo. Verso quel tempo abbandona il suo soggiorno abituale e ricerca i luoghi ghiaiosi, dove l'acqua è bassa, e scava con la coda fossette come gli affini. La carne bianchiccia è buona quasi come quella del salmone, ma è meno stimata di quella della trota salmonata.

SALMARINO (Salmo salvelinus)

Vive nei laghi alpini dell'Europa centrale e orientale. Il suo corpo è allungato ed alquanto compresso lateralmente, soggetto a molte variazioni a seconda dell'età, del sesso e del luogo in cui abita. Anche nel colore presenta tante modificazioni, per cui gli fu data una gran quantità di nomi; generalmente il grigio azzurro del dorso passa gradatamente sui lati ad un bianco più o meno giallo, il quale si trasforma sul ventre in un vivace rosso arancio. Il Salmarino può misurare in lunghezza da 60 ad 80 centimetri, il suo peso varia da 5 a 6 chilogrammi; la lunghezza ordinaria è di 30 centimetri ed il peso di 500 grammi.

I salmarini abitano esclusivamente i laghi delle montagne; per solito, durante la stagione degli amori, non risalgono i fiumi che vi sboccano: stanno nel fondo e insidiano specialmente piccoli animali (e soprattutto diversi crostacei parassiti). La pesca ha luogo principalmente durante il tempo della fregola mediante grandi reti. La carne è superiore anche a quella delle più eccellenti specie di trote.

LUCCI

I Lucci sono pesci squamosi, senza pinna adiposa, la cui bocca viene lateralmente circondata dalla mascella superiore.

Tutte le specie appartenenti a questo genere abitano l'acqua dolce.

LUCCIO (Esox lucius)

E' il più temuto rapace dei laghi e dei fiumi d'Europa, il pescecane delle acque dolci. Si distingue per una completa dentatura e piccole squame saldamente aderenti; le pinne dorsale ed anale stanno all'estremità del corpo, poco lungi dalla grandissima pinna caudale, intaccata nel mezzo. Il Luccio si distingue anche per la testa depressa e il largo muso ampiamente fesso. Nel colore e nel disegno questo pesce è soggetto a molte variazioni; si può in generale dire soltanto che il dorso è nericcio, i fianchi sono grigi ed il ventre bianco. Può misurare quasi 2 metri, e pesare sino a 35 chilogrammi, ma i lucci d'un metro e di 25 chilogrammi si possono già dire rarità. Esso si trova in quasi tutte le acque dolci d'Europa, e, in alcuni luoghi, anche nel mare; nelle Alpi sale sino a 1000 e 1200 metri sopra il livello del mare. Le sue qualità principali sono la forza e l'agilità nel nuoto, una notevole acutezza di sensi ed una spaventevole voracità che oltrepassa quella di ogni altro pesce di acqua dolce. Nulla per esso è cattivo: inghiotte pesci d'ogni sorta, non esclusi i suoi simili, le rane, gli uccelli, ed i mammiferi che può abboccare con le fauci spalancate. Si sono sovente trovate nel suo stomaco giovani oche, anatre, folaghe e anche serpenti, mai rospi; lascia invece in pace lo spinarello, timoroso dell'aculeo dorsale di questo. Si può avere un'idea della quantità di nutrimento necessaria ad un luccio soltanto se lo si tiene in cattività e si cerca di appagare l'eterna sua fame. Naturalmente, nel primo anno di vita con un'alimentazione sufficiente giunge già ad un peso di un chilogrammo.

Il tempo della fregola cade nei primi mesi della primavera: allora il Luccio, così cauto in altri momenti, diventa sordo e cieco e si lascia prendere con la mano. In una femmina di 4 chilogrammi si sono trovate circa 150.000 uova; queste vengono deposte in qualche luogo ove l'acqua sia bassa e abbondanti le canne ed altre piante acquatiche, e sono mature in pochi giorni.

La carne del Luccio ha avuto alterna fortuna: oggi un luccio ben condito è apprezzato e questo rapace è sottoposto ad una persecuzione che non ha per sola causa i danni che arreca.

Diversi sono i modi di pescarlo: infatti, oltre alla rete e alla nassa, si fa principalmente uso dell'amo.

Il Luccio si adatta perfettamente alla vita di peschiera, purché lo si ponga dove non possa far danno, o dove gli si presenti una sufficiente provvista di pesci da mangiare.

OMBRA (Umbra crameri)

E' un pesciolino di 7, 8 centimetri di lunghezza, compresso di corpo, con larghe pinne dorsale, anale e caudale, articolate e collocate molto all'indietro. Il colore è un rosso bruno che si scurisce sul dorso e si schiarisce sul ventre.

L'Ombra sta a preferenza presso il fondo melmoso; è timida, svelta, difficile da acchiappare, perché va a nascondersi sotto inaccessibili cespugli, e nella melma. Quando nuota, agita alternatamente le pinne pettorali e ventrali, come i piedi di un cane che corre.

Questi pesci non tardano ad abituarsi alla cattività e diventano in breve così addomesticati che quando vedono qualche persona nota si avvicinano alle pareti della loro prigione e vengono a prendere il cibo dalla mano.

ARINGHE

Le Aringhe propriamente dette, o Cheppie, sono pesci squamosi senza pinna adiposa la cui bocca è circondata nel mezzo dall'osso intermascellare, sui lati dai mascellari superiori; la dentatura varia secondo la specie. Parecchi di essi si distinguono per le palpebre trasparenti, vitree, che coprono gran parte dell'occhio. La vescica natatoria in alcuni sta in relazione col labirinto per mezzo di alcuni canali pneumatici.

Non tutte le aringhe abitano il mare la famiglia ha anche specie che si trovano soltanto nell'acqua dolce, ed altre che salgono regolarmente dal mare nei fiumi per la deposizione delle uova. Stanno a grandi profondità, e solo l'istinto della riproduzione le spinge a salire negli strati superiori. Tutte sono pesci rapaci, che aggrediscono non solo i piccoli animali acquatici, ma anche i pesci. La moltiplicazione non è molto considerevole, ma il numero degli individui di una medesima specie è tuttavia straordinariamente grande e l'aumento annuale notevole.

ARINGA (Clupea harengus)

Giunge raramente ad una lunghezza maggiore di 30 centimetri; la parte superiore è di un bel verde-mare o verde-azzurro, la parte inferiore ed il ventre sono bianco-argento. Le pinne dorsale e caudale sono scure, le altre chiare.

Il Baltico ed il Mare del Nord sono la vera patria dell'Aringa; si credeva generalmente in passato che provenisse dall'Oceano Glaciale, e si ammetteva che di là partisse ogni anno; infatti la subitanea comparsa di sterminate schiere di aringhe sulle coste settentrionali, il loro passaggio ad un tempo determinato dell'anno, la misteriosa sparizione da alcuni luoghi, tutto ciò diede origine a fantastiche favole sulle migrazioni delle aringhe. In realtà, né l'Aringa abita a preferenza i mari polari, né compie lunghi viaggi. Sta solo sul fondo di quei mari sulle spiagge dei quali viene, a suo tempo, a deporre la fregola.

Il tempo della riproduzione, durante la quale si compie la pesca più importante, ricorre nei mesi d'inverno, ma è soggetto a variazioni di settimane e di mesi, a seconda della temperatura o di altre influenze ignote. Il suo apparire negli strati superiori dell'acqua e sulle spiagge è poco regolare, e non sono sempre i pesci atti alla riproduzione che si presentano. Circa cinquanta giorni dopo il passaggio dei pesci, si trovano spesso nel luogo, ove essi emisero le loro uova, miriadi di pesciolini che si allontanano dal luogo della loro nascita.

Innumerevoli sono i nemici che seguono le schiere delle aringhe: tutti i pesci rapaci, gli uccelli marini, quasi tutti i mammiferi marini. I norvegesi s'accorgono del loro prossimo arrivo dai mammiferi acquatici che si radunano.

Sino al remoto Medioevo risale la conoscenza della pesca dell'Aringa. Dapprima furono gli olandesi che la praticarono su grande scala; più tardi gli abitanti delle città anseatiche ed i norvegesi vi presero parte; più tardi ancora furono gli inglesi.

SPRATTO (Harengula sprattus)

E' un'aringola che si distingue dalle aringhe solo per la mancanza di denti sul vomere. La lunghezza, quand'è adulta, giunge a circa 15 centimetri. Il dorso è turchino scuro con riflesso verde, il rimanente del corpo è color argento.

Sebbene l'importanza di questo pesce sia per l'economia domestica assai minore di quella dell'aringa, pure esso è uno dei più notevoli abitanti dei mari Baltico e del Nord. Nel suo modo di vivere rassomiglia all'aringa, scende come questa ad enormi profondità ed appare ogni anno in immensi stuoli presso le spiagge, nelle acque basse. Queste comparse, però, non hanno relazione col tempo della fregola, giacché è rarissimo che si prenda uno di questi pesci al momento di riprodursi e ciò convaliderebbe l'opinione dei pescatori che lo Spratto è soltanto una giovane aringa. Ma questo parere è falso.

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Ultima modifica : 06/09/2024 05:12:56

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