INTRODUZIONE
Nell'anno 1835 si scoprirono in America del Sud ed in Africa occidentale due animali vertebrati che subito suscitarono polemiche: essi infatti sono l'anello di congiunzione tra gli anfibi e i pesci e riuniscono i caratteri degli uni e degli altri. Mentre la struttura è quella del pesce, il sistema respiratorio e l'apparato corrispondente sono quelli dell'anfibio, la nascita e i costumi sono quelli del pesce e dell'anfibio.
ITTIOMORFI
Dei pesci polmonati, o dipnoi, si conoscono tre sole specie che formano la famiglia degli Ittiomorfi. La loro forma esteriore, come dice anche il nome, è quella del pesce. La testa è larga e triangolare, le fauci sproporzionatamente grandi, le fessure branchiali sono piccole e disposte verticalmente e le branchie in alcuni si sviluppano all'esterno (a forma di alberello sfrangiato come una piuma), in altri all'interno. Dietro le branchie sono le estremità pettorali formate da due ossa aguzze, sulla cui parte interna si osserva una piccolissima barba pinnale sostenuta da raggi cornei, nascosta nella pinna membranosa. Conformate nello stesso modo sono le estremità posteriori. Invece di una pinna dorsale esiste un margine membranoso verticale sostenuto da raggi cornei, che ha inizio verso la metà del dorso e scorre sino alla pinna caudale, la contorna e arriva sino all'ano. Tutto il corpo è coperto di grosse squame tondeggianti disposte l'una sull'altra come le tegole del tetto. La colonnina vertebrale è costituita da una parte filamentosa dalla quale partono archi vertebrali ossei che rinchiudono il midollo spinale e l'aorta; anteriormente, la corda dorsale si prolunga nel cranio, che è composto di un'unica capsula, in parte cartilaginosa, in parte ossea. La dentatura è singolare, dal momento che presenta delle lamine dentali alte, verticali e taglienti. Tutti questi caratteri sono comuni anche ai pesci, ma bisogna notare che dietro le fessure branchiali si trovano due sacchi polmonari, assai ben conformati, che sono alimentati da sangue venoso, proveniente dal cuore e che rigettano, poi, sangue arterioso nell'aorta.
Quando la bocca è chiusa, un ampio passaggio rimane aperto attraverso le narici; questo non avviene in nessun altro pesce. La respirazione e la circolazione del sangue negli Ittiomorfi sono assolutamente identiche a quelle degli anfibi muniti di branchie e polmoni.
CARAMURU o LEPIDOSIREN (Lepidosiren paradoxa)
Questo dipnoo, che vive nell'America del Sud, appena scoperto, fu chiamato Salamandra Squamata, essendo stato considerato un vero anfibio. E' lungo circa un metro; la coda è lunga un terzo del corpo. Il colore è grigio-verde, con macchie più chiare, tonde e irregolari. La sua zona d'espansione è limitata al bacino del Rio delle Amazzoni; siamo privi d'osservazioni sul suo modo di vivere.
PROTOPTERO (Protopterus annectens)
Più precise indicazioni abbiamo sui protopteri d'Africa, che si distinguono dagli affini specie per le branchie esterne e per il minor numero di costole. Il Protoptero propriamente detto fu scoperto in Africa occidentale (nella Gambia); misura più di 60 centimetri; è di color grigio-scuro con macchie grige irregolari. Il corpo è rivestito di grosse squame.
Vive in fiumi paludosi che scorrono lentamente o nei terreni inondati; quando l'acqua si asciuga, non si scava alcuna buca, ma si avvolge in un denso strato di melma e vi passa il periodo della siccità; si ravvolge in maniera tale nel suo involucro di fango che non si può certo dedurre dalla dimensione di questo la mole dell'animale. Non si conosce la durata del letargo, ma si sa che questo pesce non può passare parecchi mesi nella sua prigione senza soffrirne.
Se uno di questi involti si pone in un bacino colmo d'acqua, il pesce torna immediatamente alla vita e dopo un'ora è di nuovo perfettamente sveglio e vispo. Dopo pochi giorni sente lo stimolo della fame e osserva con attenzione nella speranza di carpire una preda.
Agile e grazioso, sale serpeggiando alla superficie, agitando alternativamente le pinne e la cresta dorsale e abboccando subito l'animale o il pezzo di carne che gli viene presentato.
Alcuni di questi protopteri furono tenuti in schiavitù per parecchio tempo; in principio venivano nutriti con pezzi di carne, ma in un secondo tempo si popolò la loro vasca con rane e pesci. Il protoptero poté così nutrirsi a suo piacimento, sfogando l'istinto di predatore anche contro pesci più grossi di lui: dopo tre anni era cresciuto da 26 a 75 centimetri e pesava più di 3 chili. Per impadronirsi di un pesce, nuotava di soppiatto sotto il ventre e l'azzannava con impeto fra le pinne pettorali staccando un pezzo di carne.
Durante i tre anni della sua vita visse tutto il tempo allegro e vivace.
PROTOPTERO D'ETIOPIA (Protopterus aethiopicus)
Questa specie, secondo alcuni diversa dalla precedente, abita le regioni equatoriali del Nilo Bianco ed è chiamata dagli indigeni Doko o Komotok. E' grande come l'altra ed è di colore verde-grigio con riflessi marrone.
Questo strano pesce si trova nella melma e raramente nell'acqua chiara; di notte si avvicina alle barche per poter mangiare i rifiuti che vengono gettati. Durante la stagione asciutta vive in buche orizzontali, probabilmente scavate da esso stesso, alla profondità di un metro o un metro e mezzo; di notte lascia le sue pozze per andare a caccia di rane, di molluschi e di crostacei che formano il suo principale nutrimento. Durante le piogge si apre delle vere strade nel fango. Raramente si incontrano insieme parecchi esemplari, perché sono assai intolleranti e se per caso si imbattono in qualche loro simile, ingaggiano una lotta furiosa, tanto che è raro incontrare un protoptero con la coda intera. Nei confronti dell'uomo, il Doko assume un atteggiamento aggressivo: morde e fischia come un serpente. I neri lo catturano colpendolo con la fiocina: essi sono molto ghiotti della sua carne.
