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adLeggiad   Vita degli Animal Invertebrati Echinodermi.

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Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro Paese.
John Fitzgerald Kennedy

La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

VITA DEGLI ANIMALI - INVERTEBRATI - ECHINODERMI

INTRODUZIONE

Quasi tutte le spiagge di mare sono ricche almeno di alcune forme notevoli di Echinodermi (Echinodermata), quali per esempio il Riccio di Mare e la Stella di Mare;

tutti e due hanno nella loro posizione naturale la bocca all'ingiù.

Intorno all'asse, che si può immaginare tirato dal centro dell'apertura boccale, sino al polo opposto, le parti del loro corpo sono disposte in cerchio, oppure a raggio, e di solito in numero di cinque.

Il rivestimento cutaneo si distingue per una abbondante secrezione di formazioni calcaree le quali, talvolta disposte e rilassate le une accanto alle altre, lasciano alla pelle la sua pieghevolezza;

in altri casi, come nel riccio, si presentano in forma di piastre rettilinee, formando un nicchio che non si piega.

Tutti gli Echinodermi hanno un canale digerente chiuso, importante carattere che ii distingue da altri raggianti, chiamati oggi celenterati.

OLOTURIE

L'echinoderma di questo gruppo è un essere vermiforme la cui ampia apertura boccale è circondata da un cerchio di tentacoli frangiati;

una doppia serie di verruche, o meglio, pedicelli e piccoli ambulacri, scorre dal polo boccale verso l'altra estremità.

La Cucumaria hyndmanni è una delle forme regolari di Oloturie, sul cui corpo, ad intervalli regolari, si presentano cinque ambulacri.

In altri casi in cui gli ambulacri sono diversamente disposti, si può distinguere una faccia ventrale più piatta, sulla quale l'animale striscia sempre, dalla faccia dorsale.

A queste forme dalla piatta parte ventrale appartiene l'Holothuria tobulosa, comune nel Mediterraneo.

Un genere che si discosta dalla forma tipica è quello delle Sinapte (Synapta).

L'animale, allungato e vermiforme, ha pelle sottile e trasparente, e nessun ambulacro.

L'intero sistema interno dei vasi è ridotto ad un anello con poche appendici, dal quale vengono gonfiati i tentacoli boccali.

Dalla pelle sorgono eleganti ancore calcaree bidentate, la cui asta sorge da un buco di una piastra reticolata, e non consolidata da un coperchio terminale.

La larva delle Sinapte, ha un aspetto del tutto diverso dall'echinoderma adulto, non è raggiforme ed è simmetrica nella sua struttura.

Ha la forma presso a poco di un battello piatto, con estremità anteriore e posteriore ricurve, e margini ondulati;

questo margine è ornato da un cordone cigliato, mediante il quale l'animaletto nuota girando con l'estremità anteriore piramidale, che descrive una spirale.

L'organo interno più importante delle larve è il canale digerente con apertura boccale, stomaco ed apertura anale;

anche il sistema dei vasi è sviluppato.

La larva diventa poi crisalide prendendo la forma di una botticella;

da essa nasce il vero corpo della Sinapta.

ECHINOIDI

Il vero esponente di questo gruppo, ricco di molte varietà di specie, è il genere degli Echini (Echinus) o Ricci di Mare.

Questi animali, dal nicchio composto di piastre, hanno presso a poco la forma di una mela;

l'apertura anale si trova di fronte al polo boccale, mentre la serie degli ambulacri scorre dall'uno all'altro polo.

Gli aculei di questo animale non sono unicamente organi di difesa: servono da puntelli, da trampoli, da piedi e persino come braccia per afferrare o rimuovere gli oggetti.

Questi organi sono chiamati pedicellarie e sono pinzette piccolissime visibili ad occhio nudo, collocate sopra peduncoli mobili, fra gli aculei e su tutta la superficie del corpo.

Si suppone che vengano usate per la ripulitura del corpo e degli ambulacri, rigettando le espulsioni dell'animale.

Intorno al polo dorsale, su cinque piastre, si trovano cinque organi rossi puntiformi, che potrebbero corrispondere agli occhi delle stelle di mare, ma che, ancora oggi, non è stato possibile accertare.

ASTERIE

Le Asterie, o Stelle di Mare, hanno, come si è già detto, la bocca rivolta all'ingiù, in posizione naturale, ma presentano una diversa conformazione, avendo una faccia ventrale ed una dorsale.

Sulla ventrale partono dalla bocca le scanalature con gli ambulacri, mentre la faccia dorsale è più convessa, e sia la parte centrale a disco, sia i raggi del corpo, sono granulosi, spinosi ed in genere di colore più accentuato.

Numerosi corpicini calcarei, interni ed esterni, formano una specie di impalcatura, ed il corpo mantiene sempre un certo grado di pieghevolezza dando una particolare flessibilità ai raggi.

Nelle Asterias (Stelle di Mare) i raggi appaiono come prolungamenti e punte del disco, sono cavi, racchiudono una parte degli intestini;

variano nelle altre forme a seconda che abbiano più o meno pronunciato il disco al quale si collegano.

Su di un piccolo esemplare di Asteracanthium roseum esiste, sul dorso del disco, fra due raggi, una piastra detta madreporica, finemente lavorata a labirinto, mediante la quale entra nel sistema interno l'acqua necessaria a gonfiare i pedicelli;

essa è la più grande delle cinque che sono forate per i canali d'emissione degli organi di riproduzione.

L'A. rubens del mare del Nord e l'A. tenuispinum si distinguono per il vario numero di raggi.

Quest'ultima specie, del diametro di 10-15 cm., si riconosce per i bitorzoli quasi aculeiformi della parte superiore ed anche per l'esistenza di 6-7 raggi.

Però, fra alcuni di questi perfettamente conformati, altri appaiono soltanto come piccoli nodi e rudimenti. E' quasi un fatto generale che i raggi si stacchino;

ma questo non crea pericoli per la vita dell'animale, poiché la ferita si rimargina subito ed i raggi crescono di nuovo.

Si nutrono specialmente di chiocciole e di conchiferi, intorno ai quali premono il disco ventrale, la bocca e le ventose.

Per quanto la vittima cerchi di chiudersi ermeticamente grazie al suo opercolo, rimane presto tramortita dalla secrezione di un umore che l'Asteria secerne;

poi, attraverso una specie di proboscide cutanea, pieghettata, protesa, l'Asteria ne succhia il contenuto.

Le Ofiure (ophiura) si distinguono per una grande pieghevolezza e mobilità delle braccia o raggi, collegati ed inseriti nel disco stesso;

non sono cavi, ma completamente occupati da una serie di dischi calcarei, vertebriformi, e che lasciano sufficiente spazio per gli intestini.

Le specie del genere Ophiura sono diffuse quanto quelle delle Asterie;

sono sospettose e paurose e si insinuano con molta agilità nei crepacci delle rocce, fra i rami di corallo, nei tubi dei vermi, fra le radici intricate oltre poi alle numerose specie dai raggi semplici, ne esistono alcune dai raggi molto ramificati, il cui numero di articoli può arrivare a 80.000.

I raggi di tutte hanno la facoltà di portare alla bocca la preda ghermita.

Una stella di mare

Stella di mare

CRINOIDI

L'ordine dei Crinoidi, un tempo molto ricco di specie, presenta ormai un interesse molto ridotto per l'esiguità dei suoi rappresentanti.

Un esemplare esiste, molto raro, il cui nome è Pentacrinus caput medusae;

tutto il suo corpo assomiglia ad un calice, con il disco rivolto all'insù e modificato dai raggi staccati e troncati.

La parte rivolta al peduncolo corrisponde al dorso della stella di mare, mentre la parte ventrale è coperta da una pelle molle, pieghevole, con al centro l'apertura boccale;

l'apertura anale si trova di lato, e le scanalature corrispondenti agli ambulacri sono distinte.

Questo corpo con i raggi ramificati riposa sopra un lungo peduncolo piantato nel polo dorsale;

ha molti articoli, è pieghevole e ornato ad intervalli regolari di ramificazioni.

Le specie del genere Comatula strisciano sempre con il disco boccale rivolto all'ingiù, e mediante i loro 10 raggi angolosi, cigliati, inghiottono con la melma gli alimenti che vi possono trovare.

Le comatule assomigliano ad un pentacrinus staccato dal peduncolo;

anzi, portano sul dorso un bernoccolo circondato di filamenti che è l'avanzo di un vero peduncolo, al quale forse in gioventù l'animale era attaccato.

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