VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - RAPACI
GOVINDA (Hydroictinia govinda)
Non differisce dalla specie precedente nelle forme e nei colori, e neppure
nelle abitudini di vita: la Govinda, praticamente, è il nibbio nero dell'India,
e vive in questo paese dalle coste dell'Oceano ai monti dell'Himalaya, dalle
zone boscose ai dintorni delle città. Anch'essa è di tendenze parassite,
naturalmente, e ama privare del bottino gli altri uccelli e persino i compagni,
dedicandosi poi, quando proprio sia costretta a procacciarsi da sola il cibo, ai
topi, alle rane ed agli animali da cortile.
Questi uccelli non compiono, con i
freddi dell'inverno, delle migrazioni vere e proprie, ma si limitano a spostarsi
quando la stagione delle piogge divenga pericolosa, per l'opportunità di
procurarsi il cibo. La stagione amorosa inizia per loro sul finire dell'anno, e
tra il gennaio e l'aprile si colloca il tempo della cova. Anche il loro nido è
sommario e collocato sugli alberi, sugli alti edifici, qualche rara volta nelle
fenditure delle rocce, le uova delle singole covate non superano mai il numero
di tre.
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NIBBIO REALE (Milvus milvus)
Sotto ogni aspetto, gli uccelli di questa specie sono i veri tipi della
famiglia dei nibbi. Rispetto ai precedenti, hanno il becco relativamente più
alto e robusto, con uncino più breve, e la coda di proporzioni alquanto maggiori
e più profondamente biforcuta. Le misure del Nibbio Reale vanno dai sessanta e
più centimetri della lunghezza complessiva, la metà dei quali è costituita dalla
coda, al metro e mezzo dell'apertura alare, fino ai quarantacinque centimetri
circa delle singole ali. Le femmine sono alquanto più grandi, sopravanzando i
loro compagni di sette-otto centimetri, tanto in lunghezza che nella apertura
alare. Il piumaggio è di colore generale rosso-ruggine, striato di scuro lungo
gli steli delle singole piume; sulla testa e sul collo il colore di fondo è
bianco, e le striature nere vi spiccano notevolmente, così come sulla punta
delle ali. Negli individui giovani il capo è gialliccio e macchiato di
rosso-ruggine, e le loro parti inferiori sono orlate di chiaro.
Tutte le
pianure europee, dalla Svezia alla Spagna, sono abitate da questi uccelli, che
solo dalle zone più settentrionali si allontanano al sopraggiungere
dell'inverno, in branchi che arrivano a comprendere fino a duecento individui. A
volte, queste migrazioni li portano fino nell'Africa del Nord, ma normalmente si
arrestano nell'Europa meridionale. Nonostante il suo nome, il Nibbio ha un
aspetto tutt'altro che regale: è indolente, pesante, goffo e vigliacco. Il suo
volo è lento, ma gli consente di tenersi in aria per lunghissimi periodi di
tempo, durante i quali i battiti delle ali sono rarissimi e i cambiamenti di
direzione ottenuti solo per mezzo della coda; si alza fino ad enormi altezze e
può con pari facilità sfiorare il terreno per lunghi tratti. A terra la sua
andatura è barcollante, e quanto alla voce, essa è piuttosto ingrata, simile ad
un ironico sogghigno.
Nella scelta del cibo, il Nibbio si avvicina molto ai suoi affini: come essi,
si comporta spesso da parassita, inseguendo i falchi nobili per togliere loro la
preda, tiene in allarme i contadini sulle cui aie si abbassa per ghermire gli
animali da cortile, e inoltre aggredisce i piccoli mammiferi, gli uccelli ancora
incapaci di volare, le rane, i rospi, le locuste, i coleotteri e i lombrichi.
Nonostante tutto però, non si può negare a questi uccelli un certo grado di
utilità, poiché essi compiono delle vere e proprie stragi tra i topi, i roditori
e gli insetti dannosi all'agricoltura: se non costringessero i grandi rapaci a
predare più di quanto sarebbe loro necessario, e non rubassero di tanto in tanto
qualche animale utile ai coloni, potrebbe loro essere assegnato un posto ben
preciso tra i più benefici guardiani delle nostre colture.
Intorno alla riproduzione, si può ripetere per il Nibbio Reale quello che si
è già detto per il nibbio nero: a volte si adatta a porre il nido in quelli
abbandonati dalle cornacchie e dai falchi, più spesso lo fabbrica da sé,
accumulando fra i ramoscelli pezzi di stracci e di giornali che, decomponendosi
a contatto con gli agenti atmosferici, rendono spesso piuttosto scostante
l'interno della costruzione. La femmina cova da sola le sue due o tre uova
bianchicce e cosparse di piccole macchie rosse; il maschio si occupa di
procurarle il cibo, e in seguito l'aiuta ad allevare i piccoli.
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