Uccelli Rapaci.

Aquila delle scimmie

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VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - RAPACI

FALCO PECCHIAIUOLO (Pernis apivorus)

Di forme più snelle rispetto alle altre poiane, gli uccelli di questa specie sono dotati di ali e coda lunghe, becco lungo e fortemente ricurvo all'apice, di piedi, dita e unghie non molto forti. La loro lunghezza sta sui sessanta centimetri, l'apertura alare raggiunge il metro e trentacinque, la coda i ventitré centimetri e le singole ali i trentasette. Il piumaggio subisce molteplici mutazioni, e non si può dire molto del suo colorito in generale: a volte è di un bruno uniforme, con la coda ornata da tre fasce larghe e da alcune altre più sottili, in altri casi, invece, le parti superiori soltanto sono brune, mentre sulle inferiori si diffonde un colore più o meno bianco con macchie e striature trasversali. Quasi sempre costante è solo il colore grigio azzurrognolo della testa dei maschi. Le differenze che si riscontrano abitualmente nell'abito giovanile consistono nel tono generale dei colori che dànno sul bruno giallo e si schiariscono alquanto sul capo. La varietà delle tinte non è del resto una caratteristica limitata al piumaggio: anche gli occhi possono assumere tonalità diverse, comprese tra il bianco argenteo e il giallo oro, mentre il becco è sempre nero, la cera e i piedi gialli.

Tutte le parti d'Europa, escluse le più settentrionali, ospitano il Falco Pecchiaiuolo, che durante la stagione fredda suole migrare verso l'Africa occidentale. I naturalisti lo descrivono comunemente come un uccello vigliacco e indolente, ed alcuni lo considerano addirittura il più ignobile di tutti i rapaci europei. Lento e goffo nel volo, se ne sta per lunghe ore immobile nello stesso punto, su alberi isolati o sui sassi, da cui spia passivamente le prede. Questo giudizio negativo non è tuttavia generale: mio padre, per esempio, dice che il suo volo è agile ed elegante, e che spesso lo si vede sospeso a grandi altezze mentre descrive nell'aria dei giri armoniosi.

Il suo nome deriva dall'abitudine ad immettere nella propria dieta soprattutto api e vespe che, a quanto pare, non cattura però mai in volo, perché teme i danni che gli possono venire dai loro pungiglioni. Ad esse accosta anche le locuste, i coleotteri, i bruchi, le rane e le lucertole, mentre solo di rado si sono trovati nel suo stomaco avanzi di animali vertebrati: si sa ad ogni modo che è un grande saccheggiatore di nidi, e pare anche che abbia l'abitudine di assistere da lontano ai pasti del nibbio, per precipitarsi poi a raccoglierne gli avanzi. A poca altezza, sui rami dei faggi e delle querce, più di rado su quelli delle conifere, è possibile scoprire il suo nido: non sempre usa la precauzione di costruirlo in posizione appartata, e a volte lo si trova anche sugli alberi che costeggiano le strade. Si tratta in generale di costruzioni ammassate alla rinfusa, attraverso le quali si intravedono le uova, due o quattro, e notevolmente diverse per forma e per colore: rotonde od ovali, sul fondo bianco-gialliccio o rosso-bruno, sono marmorizzate più o meno uniformemente di scuro. I piccoli nati vengono alimentati inizialmente con bruchi, mosche ed altri insetti preventivamente ammolliti nel gozzo dei genitori, e poi con nidi di vespe pieni di larve, piccole rane e uccelletti appena nati.

L'uomo non ha molte ragioni di perseguitare il Falco Pecchiaiuolo, che in complesso si può considerare un uccello abbastanza utile; i suoi nemici peggiori sono le cornacchie e i piccoli uccelli che esso è solito assalire, ma in generale si può dire che nessun animale gli torni veramente di danno, poiché è quasi sempre in grado di respingere i loro assalti.

Secondo le descrizioni che ne sono state latte, in cattività il Falco Pecchiaiuolo è piuttosto divertente. Prende rapidamente confidenza, anche in età adulta, con le persone che lo circondano, e stringe amicizia con i cani e gli altri animali domestici: per irritarlo è necessario recargli disturbo mentre sta mangiando, e allora diventa cattivo, iracondo e assale gli intrusi con le piume arruffate. Piuttosto diffidente si dimostra anche con gli estranei, e si ricorda per lungo tempo degli eventuali sgarbi ricevuti. Alcuni soggetti hanno mostrato di gradire molto il pane inzuppato nel latte, ma in generale è possibile mantenerli in cattività con cibi di vario genere, dalla carne alla pasta, dalle patate ai piccoli uccelli, oltre, naturalmente, alle api, alle vespe e alle loro larve, di cui si mantengono regolarmente ghiotti. Sensibilissimo al freddo, l'uccello ama porsi ad ali aperte e becco spalancato ai raggi del sole, ed ha viceversa un vero e proprio orrore per la pioggia, che lo spinge ad acquattarsi negli angoli più riposti. Durante l'inverno va a rifugiarsi vicino alle stufe e vi si tiene quieto e tranquillo come se temesse di importunare gli uomini e di esserne allontanato.

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FALCO PECCHIAIUOLO COL CIUFFO (Pernis cristatus)

Questa specie rappresenta in India il falco pecchiaiuolo europeo. Diffuso soprattutto nei luoghi ricchi di vegetazione, dal mare fino ai primi contrafforti montuosi, si nutre, come il suo affine più prossimo, di larve di api, vespe, formiche e bruchi, a volte anche di sorci e di rettili e più raramente di uova e piccoli uccelli. Relativamente al suo aspetto e ai suoi costumi, possono essere richiamate tutte le osservazioni fatte sulla specie precedente.

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05 Giu. 2025 8:05:43 am

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