Zoologia Le Società Animali Polimorfe

 

 

    

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ZOOLOGIA - LE SOCIETA' ANIMALI POLIMORFE

INTRODUZIONE

In alcune specie di insetti, come le api, le formiche e le termiti, esistono categorie di individui morfologicamente distinte tra loro: accanto a maschi e femmine alati e fecondi (il re e la regina) vi sono più forme maschili e femminili dalla diversa configurazione morfologica. Tale varietà trova una spiegazione nell'alta specializzazione del lavoro raggiunto in queste società animali: ad esempio, un soldato di termite per ben difendere il nido dovrà essere dotato di buone tenaglie, non necessarie al re, deputato solamente alla riproduzione.

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L'APE

Insetto appartenente all'ordine degli Imenotteri, della famiglia degli Apidi. Diffuso in tutto il mondo, comprende quattro specie: l'Apis dorsata o gigante, l'Apis florea o nana, l'Apis indica o indiana e l'Apis mellifica. Dotata di apparato boccale lambente succhiatore, vive in società matriarcali i cui membri hanno forme diverse in relazione al compito che ciascuno svolge. Il corpo è diviso in tre regioni: capo, torace e addome. Il capo ha sui lati due occhi grossi composti a superficie faccettata, formati da un numero variabile di ommatidi; sull'apice della testa si trovano tre occhi semplici (ocelli) disposti a triangolo. Fra i due occhi ci sono le antenne. Sul torace, formato da tre segmenti, si inseriscono due paia di ali - uno nel secondo e l'altro nel terzo segmento - e tre paia di zampe che servono alla locomozione e, nell'ape operaia, alla raccolta e al trasporto dei granuli di polline. All'estremità dell'addome, l'ape operaia è provvista di un pungiglione velenifero, utilizzato in caso di pericolo. Dopo che l'ape ha punto, lo stilo del pungiglione resta infisso nel corpo della vittima, trattenendo anche parte dell'intestino dell'ape, per cui questa, mutilata, spesso muore. Le società delle api sono costituite da tre tipi di individui: i maschi, o fuchi, dal corpo massiccio e peloso, privi di aculeo, che hanno il solo compito di fecondare la regina e, incapaci di succhiare il nettare, vengono nutriti dalle operaie; le operaie o pecchie (costituiscono oltre il 90% dell'intera popolazione della colonia), femmine sterili che, più piccole e meno pelose dei maschi, eseguono tutti i lavori indispensabili al mantenimento della vita della colonia; la regina, unica femmina feconda che, caratterizzata dall'addome allungato, è destinata a deporre le uova. L'operaia è lunga circa 1,3 cm, mentre la regina e il fuco raggiungono i 2 cm. Allo stato selvatico il nido viene per lo più realizzato nell'incavo di un tronco o di una roccia: le api operaie costruiscono con la cera (prodotta da quattro paia di ghiandole cutanee poste sull'addome) i favi, agglomerati di cellette esagonali disposte su due strati contrapposti secondo un piano verticale. Di dimensione diverse, alcune sono destinate allo sviluppo larvale delle future regine, altre alle operaie, altre infine all'immagazzinamento di miele e di polline. Pochi giorni dopo la nascita, la regina esce dall'alveare e si accoppia con un maschio: lo sperma, conservato in un apposita vescicola (spermoteca), consentirà alla regina di fecondare le uova senza dover ricorrere a nuovi accoppiamenti. La regina vive in media 4-5 anni - un'operaia vive da quattro a otto settimane, solo quelle nate alla fine dell'estate possono prolungare la loro esistenza fino a sette mesi - deponendo sino a 2000 uova al giorno per tutta la durata della buona stagione. Dopo l'accoppiamento il maschio muore, perché parte dei suoi genitali restano infissi nel corpo della femmina. Da alcune delle uova non previamente fecondate dagli spermatozoi contenuti nella spermoteca hanno origine i fuchi; dalle uova fecondate hanno origine sia le operaie sia le regine. Ciascun tipo di uova è deposto in una cella diversa. La larva deposta nelle cellette reali riceverà dalle operaie uno speciale nutrimento (gelatina reale), al quale si deve lo sviluppo di una femmina fecondabile e quindi regina.

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Le api operaie riservano però un analogo trattamento ad alcune giovani larve, per evitare il rischio che, nel caso che la regina non sia stata fecondata o abbia esaurito la riserva di spermatozoi e dunque generi solo fuchi, l'alveare sia destinato alla distruzione. Le larve nascono vermiformi e prive di zampe e vengono nutrite, per i primi tre-quattro giorni, dalle operaie; verso il sesto giorno sono mature e le operaie chiudono la cella con un coperchietto poroso (opercolo) fatto di cera e polline. La larva si avvolge in un bozzolo nel quale si trasforma gradualmente in insetto perfetto, che esce da solo all'esterno rompendo l'opercolo. Lo sviluppo larvale dura in genere 16 giorni per le regine, 21 per le operaie e 24 per i fuchi. La prima regina che schiude l'opercolo uccide le potenziali concorrenti. La vecchia regina, per lo più, sciama dall'alveare e con un certo numero di operaie dà vita a una nuova colonia. La giovane regina intraprende il volo nuziale e dà inizio a un nuovo ciclo riproduttivo. Le api operaie nel corso della loro esistenza svolgono diverse attività per il mantenimento dell'alveare: nei primi giorni si dedicano alla pulizia delle cellette, quindi alla produzione di gelatina reale e all'allevamento delle larve; dopo il decimo giorno secernono cera, provvedono alla costruzione dei favi e, a partire dal ventesimo si volgono alla raccolta di acqua, polline, propoli (sostanza resinosa che viene raccolta sui germogli dei pioppi e di altre piante), nettare. I fuchi, non appena la loro funzione di fecondatori non si rende più necessaria - oltre a non produrre nulla, sono grandi consumatori di miele - sono scacciati dall'altare. L'Apis mellifica è allevata in numerose varietà negli alveari per la produzione del miele e della cera.

Api da miele

 

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LA FORMICA

Genere di insetto appartenente all'ordine degli Imenotteri, della famiglia dei Formicidi, comprendente numerosissime specie. Animale terrestre, prevalentemente geofilo, vive in società fondate da una o più femmine. La grandezza della formica varia da poco meno di 1 mm fino a 4 cm. La testa, di varia dimensione, è generalmente enorme nei soldati; gli occhi, costituiti da ommatidi, e gli ocelli sono di solito ridotti o assenti nelle operaie. L'estremità dell'addome porta, nelle forme più primitive, un pungiglione connesso a ghiandole velenigene. Tra le caratteristiche anatomiche più tipiche della formica, va ricordata l'igluvie, sezione dell'intestino: è un sacco dalle pareti fortemente estensibili in cui vengono accumulate grandi quantità di cibo, di solito liquido zuccherino, che consente il trasferimento di alimenti da un individuo all'altro. Enorme importanza rivestono i recettori olfattivi, grazie ai quali la formica riesce a ritrovare il nido e a distinguere al buio i membri della propria comunità. Nelle comunità, costituite da un numero variabile di individui - da circa una dozzina a oltre un milione -, esistono tre categorie: le regine, o femmine feconde, i maschi e le operaie, o femmine sterili. Le regine e i maschi sono alati e le regine, provviste di pungiglione, hanno talvolta dimensioni molte volte superiori a quelle delle operaie. La riproduzione è effettuata, salvo poche eccezioni, unicamente dalla regina che si accoppia una sola volta nella vita, durante il "volo nuziale". I maschi muoiono poco dopo; la regina - che può vivere qualche anno -, toltasi le ali, va alla ricerca di un luogo ben protetto e nascosto dove deporre le uova. Dopo la deposizione, la madre è costretta a utilizzare prima alcune uova, poi alcune larve per la propria alimentazione. Dopo circa dodici mesi nascono le prime operaie che si dividono i vari compiti: la costruzione di nuove stanze e gallerie, la cura delle larve, la ricerca del cibo, la protezione della colonia. Le tecniche usate per la costruzione dei nidi sono diverse: nei casi più semplici viene scavato nel terreno o nel tronco di un albero un sistema di camere collegate da gallerie e da celle disposte a livelli sovrapposti e protetti da una cupola di terra mescolata a detriti vegetali; vi possono essere anche nidi aerei, costruiti sui rami con foglie e con trituni di legno. Le formiche sono onnivere: alcune preferiscono i semi, altre cacciano insetti; moltissime specie sono ghiotte di sostanze dolci. La famiglia dei Formicidi è suddivisa in 9 sottofamiglie: Mirmecini, Ponerini, Dorilini, Cerapachini, Leptanillini, Mirmicini, Pseudomirmecini, Dolicoderini e Formicini. I Mirmicini costituiscono la sottofamiglia più ricca con oltre 3000 specie individuate, alcune delle quali con un grado di organizzazione sociale tra le più evolute del regno animale. Sono diffusi quasi in tutto il mondo, in prevalenza nelle regioni calde.

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