Elettricità Il Parafulmine

 

 
    

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SCIENZE - ELETTRICITÀ - IL PARAFULMINE

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IL PARAFULMINE

I fulmini, che dai popoli antichi erano considerati come un segno della volontà divina, furono la principale causa di disgrazie e incendi per molti anni. Questi fenomeni naturali infatti, scaricandosi sugli alberi o sulle case, sprigionavano tutta la loro energia dando luogo ad immensi incendi. Vista la loro pericolosità, si può ben capire l'importanza dell'invenzione del parafulmine.

L'autore di questa importante scoperta fu Beniamino Franklin.

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Franklin incominciò ad interessarsi ai fenomeni elettrici nel 1746 (all'età di quarant'anni), dopo aver assistito a degli esperimenti sull'elettricità condotti dallo scozzese Spence e dopo aver ottenuto dal suo amico P. Collinson, membro della Royal Society, un tubo di vetro elettrizzabile accompagnato dalle istruzioni per l'uso.

Franklin fu subito interessato dalla capacità dei corpi a punta di ricevere e respingere le scariche elettriche.

A dire il vero, il primo scienziato che ipotizzò l'uguaglianza fra l'elettricità dei fulmini e quella per strofinio fu Desaguliers nel suo trattato "A course of experimental Philosophy", pubblicato a Londra nel 1734. Ma il merito di dimostrare questa ipotesi fu senz'altro di Franklin.

 

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Il 20 luglio del 1750, Beniamino Franklin inviò una lettera a Collinson in cui illustrava le proprie supposizioni e il progetto di collocare, sulla sommità degli edifici, delle aste di ferro appuntite, con il preciso scopo di sottrarre energia elettrica alle nubi scaricandola attraverso un conduttore metallico nel terreno. Collinson, dopo aver tentato inutilmente di far pubblicare la lettera sulla rivista della Royal Society, la fece stampare e divulgare a proprie spese. L'intuizione di Franklin ebbe un notevole successo nel mondo scientifico europeo e suscitò soprattutto l'ammirazione del re di Francia, Luigi XV. Proprio quest'ultimo incoraggiò gli scienziati francesi Buffon, De Lor e Dalibard a verificare l'attendibilità delle intuizioni di Franklin.

 

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Il 10 maggio del 1752 gli studiosi transalpini collaudarono il primo prototipo di parafulmine a Marly, nelle vicinanze di Parigi. Ma l'invenzione del parafulmine, che dalla Accademia delle Scienze di Parigi fu attribuita a Dalibard, in realtà spetta a Beniamino Franklin. Quest'ultimo, venuto a sapere del buon esito dell'esperimento francese, si apprestò a confermare le proprie idee in America. Proprio durante questi studi effettuò il famoso esperimento del "cervo volante": una sorta di aquilone provvisto di una punta di ferro e collegato alla terra con un filo metallico. Successivamente installò sulla propria casa un bastone metallico per scaricare l'energia raccolta dalle nubi. Grazie a questi studi Beniamino Franklin potè appurare che i fulmini non erano altro che scintille elettriche di notevole potenza e stabilire che le nuvole erano, in generale, cariche di elettricità negativa.

Il parafulmine si diffuse rapidamente in quegli anni e altri studiosi ripresero le intuizioni di Franklin.

 

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In Italia il parafulmine arrivò grazie alle esperienze di P. Beccaria a Torino e di G. Veratti e T. Marino a Bologna.

A proposito di queste prove pratiche, vorremmo citare la sfortunata morte del fisico G.W. Richmann: egli, il 26 luglio del 1753, tentò di mettere in atto l'invenzione di Franklin a Pietroburgo. Durante l'esperimento, il famoso fisico urtò inavvertitamente con la fronte il conduttore del parafulmine proprio nell'attimo in cui cadeva un fulmine e morì all'istante. Con la sua morte Richmann, il primo sperimentatore vittima di una scarica elettrica, diede alla scienza la prova inconfutabile della potenza elettrica dei fulmini.

 

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Gli studi sull'elettricità naturale proseguirono sempre più attivamente e portarono ad ennesime rivelazioni. Nel 1752 L. G. Le Monnier dimostrò che l'atmosfera era carica di elettricità anche in mancanza di temporali. Breskat e Becquerel dimostrarono che l'elettricità sempre presente nell'atmosfera era di carica positiva, mentre più tardi J.C.A. Peltier stabilì che la parte superiore dell'atmosfera era carica positivamente e quella inferiore negativamente.

Ma ormai il parafulmine incominciava ad entrare nella vita dei popoli europei; in particolare in Italia il granduca di Toscana nel 1796 ordinò la protezione delle polveriere con parafulmini.

Prima di concludere, vorremmo indicare l'invenzione del parafulmine a punte multiple, proposta nel 1770 da G.M. Fonda.

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