PRESENTAZIONE

Il meraviglioso mondo animale nei suoi molteplici aspetti morfologici, nella varietà delle specie distribuite in tutto il globo, non ancora del tutto conosciuto, oggetto di ricerche e di studi da parte di zoologi e di naturalisti, ha sempre esercitato un fascino notevole nella mente dell'uomo.
La certezza della comparsa degli animali sulla terra ancor prima dell'uomo e la consapevolezza che essi potrebbero vivere, anzi vivrebbero meglio senza la sua presenza - mentre l'uomo non può vivere senza gli animali - sono un invito a prendere in considerazione con maggiore attenzione la loro vita sulla terra.
L'uomo è stato sicuramente deleterio per gli animali: se ne è servito sin dai primordi della sua comparsa sulla terra per alimentarsi, svolgendo funzione di predatore, animale in mezzo agli animali, fino a quando, per la micidiale potenza delle sue armi, non ha incominciato ad esercitare la caccia in modo indiscriminato, il che ha portato alla estinzione di alcune specie. Altre ne ha quasi distrutte.
Sono significativi pochi esempi illuminanti. Primo tra tutti, quello del bisonte americano, la cui caccia assurda e incontrollata portò a quella che è stata definita «una delle più grandi tragedie biologiche che la storia ricordi». Nella seconda metà del secolo scorso, prima che fossero iniziati i lavori della ferrovia transcontinentale, si giunse ad uccidere in una sola battuta, cinquantamila capi, dei quali furono utilizzate solo le lingue come cibo prelibato! Se oggi possiamo ammirare questo magnifico ruminante nei giardini zoologici di tutto il mondo, lo dobbiamo soltanto al Congresso Americano che dispose affinché i pochi capi rimasti (dai 4-5 milioni iniziali, al principio del secolo ne erano sopravvissuti pochissimi) fossero rinchiusi nello Yellowstone Park, nonché alla Società per la Protezione del Bisonte Americano che istituì alcune riserve.
Anche il cervo di Padre David, specie asiatica, sarebbe oggi scomparso dalla faccia della terra, distrutto dall'uomo, se alcuni esemplari non fossero stati portati in Europa. Sorte meno fortunata toccò alla colomba migratrice, una delle più belle e numerose specie nell'avifauna nord-americana, che si estinse completamente nel 1914 con la morte dell'ultimo esemplare allevato in cattività. Identico destino sarebbe toccato allo stambecco delle Alpi, tipico ornamento delle montagne, se Vittorio Emanuele II non avesse proibito la caccia a questo mammifero nella riserva reale di Cogne e Valsavaranche, donata poi allo Stato che istituì il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Anche gli indiani d'America non furono da meno dei bianchi che avevano quasi distrutto il bisonte: la storia del castoro del Canada lo dimostra. Gli indiani infatti, informati che potevano ottenere acquavite, asce e coltelli in cambio di pelli di castoro, cominciarono ad ucciderne più di quanto non avessero fatto per le loro strette necessità, cosicché questa specie si è quasi estinta.
Analoga è stata la sorte del bue muschiato (che un secolo fa viveva a migliaia di esemplari nell'America Settentrionale) quasi completamente distrutto dagli Eschimesi da quando furono forniti di armi da fuoco dai bianchi trafficanti di pelli. E così il Koala, che ha la disgrazia di possedere una bella pelliccia, di cui iniziò lo sterminio verso il 1890 quando la pelliccia diventò di moda.
Ma è giunto il momento di non ripetere i gravi errori commessi nel passato, in tutto il mondo. E per non ripetere questi errori, bisogna innanzi tutto conoscere gli animali. E' questo il fine che si prefigge quest'opera, destinata particolarmente agli adolescenti delle ultime classi delle scuole elementari ed ai giovani delle medie.
E' nella prima età scolare che le nuove generazioni devono imparare a conoscere il mondo animale, per non rinnovare gli errori delle precedenti generazioni, alle quali il professore Alessandro Ghigi, padre spirituale e fondatore del Movimento Pro Natura in Italia, si rivolgeva con queste parole:
«Assistiamo in Italia alla graduale distruzione incontrollata della fauna e riteniamo che questo sia dovuto alla scarsa conoscenza dei fenomeni naturali che caratterizza le classi dirigenti del nostro Paese. Riteniamo necessario che nella riforma dell'ordinamento scolastico di ogni grado, sia valorizzato l'insegnamento delle scienze naturali».
Dal 1963 è stato introdotto nella scuola media l'insegnamento delle scienze che è stato intensificato anche nella scuola elementare: è stato questo un notevole passo avanti nella strada indicata dal grande Maestro.
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