La Fauna in Australia

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La Fauna in Australia

Fauna - Australia

PICCOLI RAPACI

Gli uccelli dei quali parleremo sono dei rapaci di piccole dimensioni, paragonabili ai loro cugini che vivono un po' dovunque nel resto del mondo. Vi sono albanelle, elanioni, falconi e nibbi in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe. E poiché la specialità degli uccelli è... il volo, queste differenti specie hanno potuto popolare l'Australia venendo da altri luoghi senza difficoltà. E' così che la Fregata, che abbiamo visto in precedenza, è capace di spostarsi su immense distanze: le sue ali, molto strette e molto lunghe, con più di due metri di apertura, la sorreggono quasi senza muoversi, utilizzando le grandi correnti aeree.

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FREGATA ARIEL (Fregata ariel)

L'immensa Fregata, è uno dei migliori volatori che vi siano tra gli uccelli di mare e, nella stagione dell'amore, il maschio si fa notare per l'enorme borsa rossa e gonfiabile a forma di cuore, che esso porta sotto il becco. La Fregata ha la particolarità di non possedere quell'olio che, imbevendo le piume degli altri uccelli marini, permette loro di tuffarsi e di posarsi sull'acqua senza bagnarsi. La Fregata non può toccare l'acqua, non si posa che sul suolo e, per nutrirsi, è obbligata ad attaccare gli altri uccelli ed a portar via loro il pesce che hanno appena preso, tuffandosi. Per questo si sa che essa è capace di attraversare mari di due o tremila chilometri di larghezza. Quando la si trova su rocce isolate si può essere sicuri che essa non si è riposata per strada e si sa anche che essa può dormire in pieno volo, molto in alto, al di sopra delle onde. Vedremo più avanti altri uccelli tipici australiani, poiché essi sono incapaci di attraversare il mare per venire a mischiarsi ai compagni di questo continente. Ma per ritornare ai nostri rapaci essi possono, come la Fregata, essere venuti da molto lontano per installarsi in Australia.

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ALBANELLA (Circus assimilis) - ELANIONE (Elanus natalus)

L'Albanella australiana è simile a quella europea ed ha le stesse abitudini, amando le distese d'acqua e tutto ciò che in esse può pescare. L'Elanione, che gli australiani chiamano Black shouldered Kite, che può essere tradotto con Falcone dalle spalle nere, è di dimensioni molto ridotte, uguali circa a quelle del colombaccio europeo. E' un meraviglioso protettore dei raccolti, poiché distrugge una quantità enorme di insetti nocivi di ogni tipo, in primo luogo di cavallette che esso segue nelle loro grandi migrazioni.

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FALCONE (Falco berigora)

Il Falcone australiano rassomiglia al Falcone pellegrino d'Europa tanto nelle dimensioni e nelle abitudini quanto nel suo aspetto. E' un cacciatore da alto volo, che si attacca ad ogni tipo di uccellino, ma che partecipa meglio che può all'equilibrio naturale della fauna.

NIBBIO BRUNO (Milvus migrans)

Il Nibbio migratore australiano si presenta come tutti i Milvus del mondo, con la sua coda biforcuta da rondine e le sue abitudini da avvoltoio sciacallo inutile. Uno stesso problema si pone tanto agli australiani quanto agli abitanti degli altri continenti: bisogna o no proteggere i rapaci?. Essi conoscono la risposta ed è la stessa che conosciamo noi. I rapaci sono uccelli essenzialmente utili e noi tutti dobbiamo proteggerli con tutte le nostre forze, con tutte le nostre leggi... La Francia è stato uno degli ultimi paesi d'Europa a comprenderlo, ma ormai la cosa è fatta; i nostri rapaci notturni e diurni hanno il diritto di sopravvivere ed i cacciatori devono perdere quello di abbatterli per il solo piacere di uccidere... Ma ci saranno purtroppo sempre degli incoscienti che invieranno del piombo a tutto ciò che vedono correre o volare, senza neppure sapere di cosa si tratti, per il semplice gusto della distruzione. Cosa ci potrebbe essere di più bello da ammirare di un rapace in pieno volo, che si lascia trasportare dalle correnti ascensionali ed osserva il paesaggio con il suo occhio infallibile al fine di scoprire il piccolo roditore che diventerà la sua preda? Infatti l'occhio ed una vista inverosimilmente acuta permettono agli uccelli detti "da preda" di scorgere da considerevole altezza ciò che essi hanno l'abitudine di mangiare. E' provato che un Falcone può distinguere perfettamente un sorcio che si sposta nell'erba, guardandolo da parecchie centinaia di metri d'altezza.

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AQUILA

AQUILA PESCATRICE (Haliaëtus leucogaster

Dopo i piccoli rapaci, eccone di più grandi. Quest'Aquila pescatrice è comune a tutta l'Asia tropicale ed all'Australia. E' un Pigargo (aquila marina) che si riconosce per la parte inferiore completamente bianca. E' il corrispondente di tutti quei Pigarghi celebri per l'acutezza del loro grido, che si possono trovare negli Stati Uniti dove sono considerati l'emblema del paese e vengono chiamati Aquile calve o Aquile dalla testa bianca, in Europa dove sono ormai in via di estinzione ed in altri paesi ancora dove esistono delle varietà con la coda bianca. In effetti, essi sono soprattutto degli sciacalli. Sono capaci di pescare, certamente, ma solamente pesci malati o feriti che galleggiano in superficie e che essi afferrano in pieno volo. Trovano poi l'essenziale del loro nutrimento sui cadaveri d'animali che il mare deposita sulle spiagge o che marciscono, non importa dove. Per questo fatto essi svolgono, in una vasta parte del mondo, il ruolo degli avvoltoi, incaricandosi di far sparire tutte le possibili cause di epidemie. Sono quindi utili agenti sanitari, indispensabili netturbini. In Australia essi sono tanto più utili in quanto non esistono avvoltoi. Il piccolo Hieraaëtus appartiene al gruppo di quelle piccole aquile chiamate in Europa "del Bonelli". Sono delle dimensioni di una grossa poiana ed hanno una preda scelta in quei conigli imprudentemente importati dall'Europa e che sono diventati la piaga più insopportabile di tutta l'Australia.

AQUILA AUDACE (Uroaëtus audax)

L'Aquila audace australiana, detta anche Aquila dalla coda lunga, rassomiglia invece all'Aquila predatrice comune in Eurasia. Di colore scuro, con un'apertura alare largamente inferiore a quella delle aquile reali o imperiali, ha le medesime abitudini. Instancabilmente essa vola a bassa quota, osservando con il suo occhio al quale nulla sfugge la campagna che sfila sotto le sue ali scure. Guardate bene il disegno dei suoi artigli e la lunghezza dell'unghia del suo pollice, che si incrocia con quelle delle altre dita. Basta che un coniglio o un topo-canguro sia abbastanza imprudente da lasciarsi scorgere e l'Aquila audace si lascerà cadere su di lui e, senza neppure rallentare il volo, lo trapasserà con le due unghie del pollice, due veri pugnali. Si noteranno anche le grandi piume delle ali dell'uccello, penne remiganti molto dolci e molto aperte, che gli permettono di frenare il suo volo quando lo desidera, lasciando filtrare l'aria tra di esse. Tutti questi rapaci sono dei bellissimi uccelli, molto utili. L'idea che essi potrebbero distruggere troppe prede non deve sfiorarci, poiché essi esistono da tanto tempo quanto le loro prede e gli uni quanto le altre sono sopravvissuti in perfetto equilibrio fino a noi.

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UCCELLI DEL PARADISO

FALCINELLO RAGGIATO (Falcinellus striatus) - PARADISEA MINORE (Paradisea minor) - PARADISEA APODA (Paradisea apoda)

In tutta la Nuova Guinea ed in una parte ridotta del nord-est dell'Australia vive una avifauna eccezionale, che riunisce un gran numero di differenti specie di uccelli raggruppati col nome generico di Uccelli del paradiso. Ne presentiamo diverse varietà. In linea di massima questi uccelli furono, per lungo tempo, talmente ricercati per ornare i cappelli delle belle signore d'Europa e d'America, che essi corsero il rischio di estinguersi completamente. Poiché i cacciatori indigeni li vendevano sotto forma di spoglie rivoltate con le piume aderenti alla pelle, senza testa e senza zampe, essi furono dapprima creduti senza zampe, da cui il nome di apoda, mantenuto anche in seguito, quando gli zoologi poterono finalmente vederli ed osservarli nel loro biotopo naturale, constatando che erano, come tutti gli altri uccelli del mondo, ben provvisti sia di testa che di zampe. A dire il vero esiste un numero incredibile di Uccelli del paradiso, dalle forme e dai colori più stravaganti, i maschi quasi sempre ornati di piume particolarmente belle. Molti di questi uccelli, la cui grandezza non è mai superiore a quella di un piccione, non hanno alcun nome europeo. E' già molto essere riusciti a classificarli tutti in latino, solo linguaggio scientifico. Ecco innanzitutto quello che gli ornitologi chiamano Falcinellus striatus, mentre si pavoneggia davanti alla sua femmina; poi il Paradisea minore ed il Paradisea apoda. Da osservare il nome di apoda. Esso significa senza zampe, dal greco pos, podous, il piede, preceduto da un'alfa privativa. Come abbiamo detto è un ricordo scientifico del tempo in cui si era persuasi che gli Uccelli del paradiso non avessero zampe. Ora, i nomi scientifici sono dati una volta per tutte, anche se si rivelano mal scelti, ed alcuni paradiseidi continuano ad essere chiamati "senza zampe" anche se ne sono provvisti come tutti gli altri uccelli. Bisogna aggiungere che, credendoli senza zampe, sono stati chiamati "del paradiso" in quanto si immaginava che essi volassero continuamente in pieno cielo. Per ritornare al primo uccello, si noterà che se si chiama Falcinello non è perché sia imparentato in qualche modo con l'Ibis dello stesso nome, che vive nell'Africa del nord e nel sud dell'Europa, come pure in qualche altra regione del globo. Questo uccello del paradiso è chiamato così solo perché ha il becco ricurvo come l'Ibis falcinello stesso. La loro rassomiglianza si ferma evidentemente qui ed è stata utilizzata dal primo ornitologo che l'ha descritto. Esso ha pensato, guardandolo, a quell'altro uccello dal becco curvo, che egli conosceva senza dubbio molto bene. Gli altri due animali sono veri e propri Uccelli del paradiso. Hanno struttura piuttosto robusta, ma sono di dimensioni modeste. I maschi sono ornati da penne molto lunghe e di colore vivacissimo: giallo, arancione, rosso, che scendono lungo i fianchi; il corpo è di colore rosso bruno, la gola verde dorato, la testa gialla ed il becco azzurrognolo. Essi vivono riuniti a piccoli gruppi, rimanendo sui rami degli alberi e nutrendosi di frutti di vario genere. Sono uccelli che sopportano bene la vita in cattività, mostrandosi vivaci e passando parte del tempo a curare il loro bellissimo piumaggio.

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PARADISEA ROSSA (Paradisea rubra)

Questo uccello mostra la forma complicata delle lunghe piume della sua coda; per il resto, abitudini comprese, è molto simile alla Paradisea apoda. E' lungo in media trenta centimetri. La parte superiore del capo, dove le penne si allungano formando due lunghi ciuffi, la faccia, il mento e la gola sono di colore verde con riflessi giallastri; il dorso ed il collo sono gialli, mentre il petto e le ali sono di colore rosso bruno. I due ciuffi del capo, molto arcuati all'estremità, sono di un bel rosso intenso, gli occhi giallo chiaro, il becco ed i piedi hanno una tinta azzurro grigio chiaro. La Paradisea rubra vive nella Nuova Guinea. Quando viene il tempo dell'amore, tutti i maschi si raccolgono su grandi alberi ed iniziano un volo nuziale da un albero all'altro. Le femmine, attirate dalle loro grida, assistono ai corteggiamenti ed alla fine scelgono il compagno.

PARADISEA DELL'ARCIDUCA RODOLFO (Paradisea rudolphi)

Il secondo ci viene presentato in piena parata amorosa, appeso ad un ramo con le zampe; la maggior parte delle piume che ricoprono il suo corpo sono di color nero e verde, i grandi ciuffi di penne ornamentali ai lati del corpo sono, invece, di un bellissimo azzurro iridescente. Questo uccello, molto diffuso sui monti della Nuova Guinea orientale, è sicuramente il più strano della famiglia delle Paradisee. Strani nell'aspetto, questi animali si staccano dalle altre specie per la posizione che assumono durante i corteggiamenti. In genere i colori del loro piumaggio non sono molto splendenti; diventano tali solo quando inizia il rito nuziale. Questo rito rappresenta qualcosa di meraviglioso. I maschi, posatisi sui rami, rimangono a lungo fermi, lanciando solo qualche debole grido; quando però accorre una femmina, stringono forte le zampe e, molto lentamente, si inclinano fino ad assumere una posizione parallela al suolo. Sempre lentamente continuano ad abbassarsi sino a trovarsi con la testa all'ingiù. Allora, con movimenti rapidi e precisi, spiegano le ali e si girano sui lati per mostrarsi completamente alla femmina. Questa specie fu portata in Europa nel 1907 ed anche in cattività mantiene le sue caratteristiche di ginnasta.

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PARADISEA DALLE DODICI PENNE (Seleucides ignotus)

Il terzo di questi uccelli ci mostra la ricchezza della sua "pettorina", costituita da piume erigibili di colore nero verdastro, come il capo ed il collo; l'orlo di questa pettorina è di color verde brillante; le ali e la coda molto corta sono di color violetto e la parte inferiore, così come i ciuffi laterali, sono di color giallo brillantissimo. In più questa Paradisea presenta dodici penne, sei per lato, sottilissime e di color bruno, simili a crini di cavallo. Sono queste che danno il nome all'animale. Questi uccelli nidificano molto in alto sugli alberi e sono assai differenti. Essi non cantano, ma tutti lanciano delle grida rauche che si sentono da lontano e non si può certamente dire che il loro canto corrisponda alla meravigliosa bellezza del loro piumaggio. Il che non impedisce loro di essere considerati quasi come "fenici, tra gli ospiti di questi boschi", come avrebbe detto il favoliere "La Fontaine". Una stranezza di questi animali è rappresentata dal modo di nutrirsi. Essi, infatti, dopo aver raccolto il cibo, lo lanciano in aria per riprenderlo al volo ed ingoiarlo. Aggiungeremo ancora che delle quarantatrè specie conosciute al momento (se ne scopriranno certamente altre), ben trentotto vivono in Nuova Guinea e nelle piccole isole che separano quest'ultima dall'Australia. Non è dunque il continente australiano il meglio provvisto in materia... Ma si può tuttavia ammettere che l'insieme di questa fauna appartiene proprio al mondo australe. Descrivere questi gioielli animati è impossibile, così come è impossibile descrivere i meravigliosi Uccelli mosca del continente americano. Le loro dimensioni non sono molto grandi: esse variano tra i sedici ed i trentacinque centimetri. Essi sono molto vicini ai Corvidi ed hanno qualcosa, a parte le piume decorative, delle gazze e delle cornacchie. Queste piume decorative, che sono quasi sempre riservate ai soli maschi mentre le femmine hanno una livrea molto più discreta, corrispondono agli atteggiamenti che questi uccelli prendono durante le parate nuziali. Alcune Paradisee si mostrano, in quei momenti, a testa in giù, con le piume che ricadono in un elegante risvolto. Quello che è forse più straordinario in questi animali è che, pur vivendo uno a fianco dell'altro, nelle foreste delle stesse regioni, essi non si mischiano mai; ogni specie mantiene integro il proprio aspetto. Abbiamo già fatto spesso questa osservazione nelle differenti sfere di questa collezione e constatiamo che essa è ugualmente valida in Australia ed in Nuova Guinea, così come è valida altrove. Esistono, al momento, pochissime opere sulle Paradisee. Solamente i tedeschi prima, poi gli inglesi, si sono interessati a questo studio ed hanno pubblicato qualche libro, più o meno ben illustrato, che tratta questo soggetto. Ecco ancora quattro varietà di Uccelli del paradiso conosciuti dagli ornitologi e dai "piumai" del tempo antico, del tempo in cui la caccia a questi meravigliosi volatili era libera e le loro spoglie arrivavano a battelli interi in Europa. L'abitudine è rimasta, d'altronde, e molte persone parlano del loro "paradiso" per designare il piccolo pietoso pacchetto di piume multicolori che custodiscono in una scatola piena di canfora, in fondo al loro armadio. Naturalmente queste tristi spoglie non possono più portare il nome di uccelli, ma le si ritrova ancora qualche volta su di un cappello in occasione di qualche mascherata. Tutto ciò che ci possiamo augurare è che questa moda non ritorni mai più.

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PARADISEA DALLE SEI PENNE (Parotia sexpennis)

Per comprendere la ragione per cui la Paradisea dalle sei penne porta questo nome è sufficiente osservare l'animale, per capirlo. Queste sei penne di cui è dotato sono lunghe una quindicina di centimetri, sono filiformi e terminano con una specie di racchetta. Il colore del piumaggio di questa Paradisea è prevalentemente nerazzurro; spicca però, sotto la gola, una pettorina erigibile colorata molto vivacemente. I tre che seguono hanno una figura che ricorda quella delle differenti varietà di Mainate, quei grossi merli chiacchieroni e chiassosi che vivono anche nel sud-est asiatico, ma prevalentemente più a nord e fino alle Filippine. Ci si stupirà per la dimensione e la forma stravagante delle piume che ornano la loro coda.

PARADISEA REALE (Cinnurus regius) - PARADISEA MAGNIFICA (Diphyllodes magnificus)

Sono, fra le Paradisee, le più comuni e sono tuttora presenti, particolarmente la Paradisea reale o Cinnurus regius e la Paradisea magnifica (Diphyllodes magnificus), in moltissime isole dell'Australia, nella Nuova Guinea, nelle isole Aru, nelle Jopen e nelle Molucche. Nell'insieme gli Uccelli del paradiso non depongono molte uova: una o due, generalmente, la cui incubazione richiede da dodici a diciotto giorni. Ma siamo costretti ad osservare che non si conoscono neppure lontanamente le abitudini di tutte le Paradisee. Rimane ancora un vastissimo campo di studio per coloro che hanno intenzione di affrontare l'affascinante boscaglia della Nuova Guinea. Il nutrimento delle Paradisee, per quel poco che si sa, consiste essenzialmente in frutti, bacche e semi. Ma è probabile che esse non si privino né di insetti, né di vermi, né di larve di qualsiasi tipo. La conformazione del loro becco, lungo e forte, fa pensare che appartengano al gruppo degli onnivori, per quanto riguarda il nutrimento. In alcune specie le piume della coda arrivano a misurare anche un metro e quindici centimetri, cosa veramente notevole se si pensa che l'uccello non supera di molto, per grandezza, una gazza. Ci si può domandare quale sia l'utilità di questi ornamenti. Si pensa comunemente che essi abbiano lo scopo di attirare l'attenzione delle femmine, durante le parate amorose, al fine di evitare loro l'incontro con maschi di altre specie, dei quali, in verità, esse non si curano minimamente. Ed è così che questi uccelli riescono a mantenersi indefinitamente come sono, senza mai incrociarsi tra di loro. Cosa, questa, che darebbe senza dubbio dei discendenti privi, nel loro aspetto, di qualsiasi originalità. Altra cosa da notare è che i tempi di incubazione, e quindi di cova, non sono gli stessi per le varie specie, per cui una ibridazione tra le differenti varietà di Paradisee non potrebbe dare che delle uova non fecondate, ciò che segnerebbe la sparizione di tutti questi uccelli. La natura non lo vuole. Come abbiamo già detto nelle opere precedenti di questa collana, essa difende strenuamente la divisione delle specie.

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