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La Fauna in Australia Prima Seconda Terza Quarta Quinta Sesta Settima Ottava Nona Decima Undicesima Dodicesima Parte La Fauna in AustraliaFauna - AustraliaWALLABYPresentiamo oratre prime varietà di Wallabies, di Wallabies autentici, chiamati a volte Wallabies di savana per differenziarli dalle specie precedenti: il Wallaby rosso grigio (Wallabia rufogrisea), il Wallaby Isabella (Wallabia isabellinus) e il Wallaby dalla coda nera (Wallabia lalabatus). Chi dice "macropus" in greco, indica che si tratta di grandi zampe. Vedremo come questa definizione ben si adatti ai "grandi Canguri". Ma i nostri Wallabies della savana non sono da meno, mantenuta ogni proporzione: in effetti essi sono la copia esatta, anche se più piccola, dei loro grandi cugini e sembrano essere stati tutti concepiti sullo stesso modello. Noi ne esamineremo alcune specie, prima di affrontare le due grandi varietà di Canguri. Le differenze tra tutti questi Wallabies si riducono a pochi dettagli riguardanti lo spessore ed il colore della loro pelliccia. Alcuni sono senza interesse per la pellicceria, sia perché il loro colore rossastro non attira gli sguardi, sia perché il loro pelo è troppo corto. Altri Wallabies hanno finito per sparire o sono divenuti molto rari perché le signore ricercavano la bellezza della loro pelliccia per abbigliarsene sotto forma di cappotti o di vestiti. Dato che i Wallabies di tutte le specie pullulavano letteralmente, il massacro è durato due secoli ed è stato veramente intenso. La natura, sotto quasi tutti i suoi aspetti, sembra davvero inesauribile: non c'è che da servirsi... Si è dovuto attendere i tempi moderni perché fossero lanciati i primi gridi d'allarme, e gli ultimi decenni perché ci si rendesse conto, di colpo, che ci si era spinti troppo lontano e che non vi era più possibilità di tornare indietro. I tre Wallabies che presentiamo sono delle dimensioni medie normali di tutte le specie riunite sotto questo nome generale. Il primo, che gli australiani chiamano Wallaby dal collo rosso, misura un po' meno di un metro, e cioè tre piedi inglesi, per essere precisi. Vive nelle colline boscose delle regioni orientali del Nuovo Galles del sud. Lo si vede, ad ovest, fino all'autostrada di Newell, vicino a Pilliga. Questi nomi locali non hanno, evidentemente, significato che per coloro che hanno percorso l'Australia o che vi hanno vissuto. Il Wallaby isabella è di un bel colore rosso ed il Wallaby dalla coda nera è più scuro, con le guance chiare ed un grazioso muso nero. Essi sono disegnati sull'erba corta delle loro colline natali, un'erba corta che essi mangiano da innumerevoli millenni e che i montoni sono venuti a contendere loro. Non sarebbe grave se i montoni non fossero così numerosi, e sempre più numerosi. La lana è la fortuna, o una delle fortune, del continente australiano; nulla deve opporsi alla proliferazione dei montoni che occuperanno, un giorno, la totalità delle terre di questo paese. Ed ecco, sempre nel loro sfondo naturale, tre altre varietà di Wallabies.
WALLABY STRIATO (Wallabia dorsalis)- WALLABY D'IRMA (Wallabia irma)Il Wallaby striato di nero è di dimensioni assai modeste, con la testa grigia e la parte inferiore grigio chiaro. Ha una striscia scura in mezzo al dorso; vive nella metà settentrionale del continente, preferibilmente nelle regioni boscose ed umide, e non è molto comune. Il Wallaby d'Irma è un po' più grande e di color grigio pallido.
WALLABY BICOLORE (Wallabia bicolor)Questa specie di Wallaby, che gli australiani chiamano Swamp Wallaby, è un animale di dimensioni notevoli, con il muso grigio e le gote marroni; la parte inferiore è di un bel rosso arancione. E' un animale molto comune che frequenta tutte le regioni dell'est fino alle parti nord-ovest della costa ed è stato visto nel 1966 nella riserva naturale di Tabletop. Queste tre varietà di Wallaby sono classificate tra le altre dette "della savana", cosa assai generica, ma che significa, alla resa dei conti, che li si trova un po' dovunque, in Australia, dove gli alberi di dimensioni medie e l'erba più o mena alta possono crescere. I Wallabies della savana sono totalmente erbivori ed occorre loro brucare molta erba, ogni giorno, per vivere. Erba alla quale essi aggiungono, senza dubbio, una certa quantità di foglie verdi, strappate con la punta dei denti dai cespugli incontrati. La maggior parte di questi animali vive a gruppi che vanno da qualche individuo a qualche decina, che si disperdono nella rada savana e sembrano ignorarsi, ma mantengono tuttavia dei contatti gli uni con gli altri. In effetti, se un pericolo si manifesta, si vedono tutti i Wallabies, alleati insieme, lanciarsi nella stessa direzione procedendo rapidamente, a grandi salti leggeri, silenziosi, molto simili ai movimenti di una palla di caucciù che rimbalza su di una superficie dura. I Wallabies ed i Canguri non corrono a zig-zag come i topi canguro ed altre gerboe. Coscienti della rapidità dei loro spostamenti, essi si salvano in linea retta, senza comprendere che così formano un bersaglio facile per coloro che li inseguono e che sparano loro. Se i grandi Canguri di cui si parlerà tra breve sono particolarmente detestati dagli allevatori di pecore e sono ricercati per la bella quantità di carne che ciascuno di loro fornisce, è soprattutto per la loro pelliccia che i Wallabies vengono uccisi. E si sa che, purtroppo, in questo campo la domanda è sempre superiore all'offerta. Quelli tra i nostri lettori che saranno desiderosi di veder vivere in libertà dei Wallabies, potranno recarsi vicino a Rouen, al parco di Cler. In questo bel posto potranno vedere un buon numero di queste graziose bestiole, intente a tosare tranquillamente i tappeti erbosi, senza preoccuparsi per la presenza dei visitatori che passano a qualche metro da loro e che, ben inteso, sono persuasi di vedere e di fotografare dei piccoli Canguri, senza occuparsi dei cartellini incaricati di ristabilire la verità.WALLABY DI BERNARD (Macropus bernardus) - WALLABY DELLA REGINA (Wallabia reginae) - WALLABY ROSSASTRO (Macropus erubescens)Ecco ancora tre varietà di Wallabies. A dire il vero non si sa molto bene se bisogna chiamare questi animali Wallaby o Macropus. Coloro che preferiscono la seconda denominazione affermano che essa si applica ad animali abbastanza grandi, a metà strada tra i Wallabies propriamente detti ed i grandi Canguri, quello grigio e quello rosso. Altri zoologi usano il termine Macropus (dal greco, significa "grandi zampe" o "grandi piedi") unicamente per gli animali di grandi dimensioni. Alcuni li chiamano, in latino, Osphranter ed in australiano Wallaroo. E' così che alcune opere riguardanti il continente australiano scrivono Osphranter reginae, Osphranter erubescens ed Osphranter bernardus, come se fossero dei Wallaroos e non dei Wallabies. E' dunque molto difficile raccappezzarvisi, anche quando si hanno delle conoscenze scientifiche, se non ci si fida che dei termini scientifici o comuni per designare questi animali. E' dunque utile sapere che i Wallaroo raggiungono delle belle dimensioni ed un buon peso che va fino a ottanta chilogrammi per l'Osphrantes robustus delle Montagne blu, e che essi hanno la reputazione di sapersi difendere molto bene quando sono attaccati. Essi graffiano, mordono ed arrivano anche ad uccidere un cane. Dato che sono generalmente installati nelle regioni rocciose dove il loro inseguimento, ed anche la loro caccia, sono difficili, essi si dimostrano furbi e, pur non lasciandosi avvicinare come già i Wallabies, non spariscono con la stessa fretta e sarebbero quasi da temere, benché siano sempre molto rari. Non è meno certo che la minaccia della sparizione incomba sudi loro come su tutti gli altri grandi marsupiali del continente australiano. L'Osphrantus bernardus ha una pelliccia scura; è di dimensioni molto ridotte e vive nei territori del nord, specialmente nella regione di Arnhe. L'Osphrantus reginae, di dimensioni medie e di colore fulvo, piuttosto strano per un Wallaroo, è assai comune nel Queensland. Quanto all'Osphrantus erubescens, un po' più piccolo, si trova nel centro e nel sud del continente e Lì bisogna cercarlo. Il suo nome aborigeno è Euro, sebbene alcuni autori australiani abbiano l'abitudine di dare questo nome al Macropus robustus, il più grande ed il più scuro delle sei varietà di Wallaroo. Cifra contestata da altri autori che non sanno sempre cosa è un Wallaroo e che cosa non è un Wallaby e viceversa. D'altronde non tarderemo a ritrovare il Macropus robustus, questo grande Wallaroo che è veramente la giunzione con i due canguri giganti. I Wallaroo, in generale, sono mangiatori di foglie e di scorze. Le regioni rocciose che essi frequentano non offrono loro assolutamente acqua da bere. Essi allora placano la loro sete con la linfa che trovano grattando e mordendo la scorza dei giovani alberi. Non li si vede quasi mai nei giardini zoologici, perché il loro carattere ombroso non sopporta assolutamente la cattività. Per ben differenziare i Wallaroo e non confonderli con altri marsupiali molto vicino ad essi, bisogna tener conto della robustezza e delle forme tozze dei primi. Si tratta di un animale dalla groppa e dalle zampe posteriori particolarmente forti. Inoltre i Wallaroo hanno la regione nasale priva di peli. Lo si può constatare anche guardando lo stesso disegno. Hanno generalmente il pelo corto e la pelliccia molto bella, tuttavia meno bella di quella di alcuni Wallabies che sono stati considerati a lungo autentici animali da pelliccia.
WALLABY DAL MUSO GRAZIOSO (Wallabia elegans)Tutte le diverse specie note sotto il nome di Wallabies, rappresentano un gruppo di animali che nell'aspetto generale mantengono le stesse caratteristiche anatomiche dei canguri, salvo che negli arti posteriori leggermente più corti e più robusti. Una delle specie più conosciute è il Wallaby dalla faccia elegante o dal muso grazioso, chiamato così poeticamente dagli australiani che l'amano molto. E' un animale piuttosto grande, lungo in totale un metro e mezzo di cui, però, almeno metà è riservata alla sola coda. Dal particolare carattere della coda, sottile e rigida all'estremità, questa specie ha fatto suo l'altro nome di Canguro dalla coda frusta. Il mantello è di colore bruno rossiccio nella parte superiore, a volte grigio piuttosto scuro e bianco nelle parti laterali ed inferiori. Come nei canguri, la testa è piccola e slanciata, il corpo esile nella parte anteriore ed arrotondato in quella posteriore. Le sue orecchie sono brune alla loro base, sempre tese e vigili, ed il suo muso è ben affinato. Esso ha dei begli occhi che fanno pensare a quelli delle gazzelle e vive in gruppi piuttosto numerosi, che si mostrano forse più di giorno che di notte. La sua coda è molto lunga e le sue "mani" molto agili, robuste e vigorose, con forti unghie appuntite. Ma è un animale molto dolce, completamente sprovvisto di aggressività. Questo tratto del carattere, insieme alla bellezza della sua pelliccia, ha fatto la sua rovina, poiché è uno dei più cacciati tra tutti i Wallabies. E' un miracolo che sia riuscito a resistere a questa pressione antica e ancora attuale. Lo si incontra soprattutto nel Queensland e nel Nuovo Galles del sud. Ama i boschi e le foreste. Alcuni lo chiamano anche Whiptail Wallaby.
WALLABY DAL COLLO ROSSO (Wallabia ruficolis)Un'altra specie molto importante è quella del Wallaby dal collo rosso. La sua lunghezza si aggira intorno ad un metro ed ottantacinque centimetri, dei quali un'ottantina di centimetri spettano alla coda. E' forse, insieme al Wallaby dai guanti neri, il più bello ed elegante della specie, grazie soprattutto al suo mantello grigio ruggine dovunque, salvo che nella nuca e nelle spalle che hanno una tinta ruggine vivace. Per quanto riguarda il Wallaby agilis o della sabbia. si può dire solo che è molto poco differenziato dalle altre specie e, in linea generale, meno interessante di esse. Ha delle forme assai sottili che fanno pensare che sia effettivamente tanto rapido quanto agile nella corsa, inoltre è provato che i Wallabies sono animali molto puliti... Il Wallaby mantiene inalterate le stesse caratteristiche dei canguri anche nella riproduzione. Si può, per prima cosa, affermare con certezza che non ci risulta esista un ben determinato periodo dell'anno destinato alla riproduzione. Le femmine, in genere pacifiche e timorose, diventano, durante l'allevamento dei piccoli, estremamente coraggiose ed aggressive, pur di salvaguardare i loro nascituri contro l'attacco di molti volatili. I Wallabies vivono in Australia, Tasmania ed in altre isole vicine; prediligono la boscaglia e la prateria: ambienti questi in cui possono sfruttare al massimo le loro doti di saltatori. Non sono tanto veloci, anche se riescono a coprire alcuni tratti con velocità che possono raggiungere i quaranta chilometri orari, quanto saltatori: riescono infatti a saltare di dieci metri in dieci metri per lunghi tratti e per diverso tempo. Purtroppo oggi la civiltà, che ha provocato l'estinzione di molti animali e la decimazione di tante specie, non ha risparmiato da questa falcidia questa bella specie di Wallabies. Il Wallaby dalla faccia elegante era un tempo molto numeroso sulle coste orientali dell'Australia, dove, per tutto il giorno, pascolava riunito in branchi numerosi nelle zone più ricche di vegetazione. Anche questa specie però è oggi sensibilmente ridotta a causa dell'indole dei suoi componenti troppo mansueta e dalla scarsa intelligenza, che permetteva ai cacciatori di insinuarsi nei branchi e di fare strage senza che nessuno si muovesse. Eppure i Wallabies sono veloci, saltano e riescono persino a tener testa alle moderne macchine fuori strada che invadono sempre più i posti di quiete dove troviamo questi esemplari belli e rari. Un'altra vittima della civiltà è il Wallaby dal collo rosso, il cui numero un tempo molto abbondante è oggi ridotto a pochi capi. Il suo habitat è rappresentato dalla boscaglia e dalle zone a fitta vegetazione che gli permettono di mimetizzarsi evitando così l'estinzione completa. I Wallabies furono conosciuti in Europa solo nel 1770 per merito del capitano Cook che durante un suo viaggio esplorativo scoprì l'esistenza di questi animali. Questa specie non era cacciata dagli indigeni, o tanto meno la caccia non era così spietata da minacciare la sopravvivenza della specie. Solo quando si scoprì che questi animali erano in grado di fornire carni molto buone, un'ottima pelliccia ed una pelle resistente come il cuoio, da allora fu iniziata una vera carneficina a livello industriale e solo oggi, quando ormai molte specie sono in via di estinzione, il governo australiano si è deciso a salvaguardare la loro sopravvivenza.
WALLAROO ROBUSTO (Macropus robustus)Questo Wallaroo, o Canguro robusto, si chiama dunque Macropus o Osphrantus robustus e, come abbiamo indicato in precedenza, è caratterizzato da una grandezza intermedia tra quella degli altri Wallaroo e quella dei Canguri giganti. Esso può pesare fino a ottanta chilogrammi. Questo grosso animale può diventare aggressivo e pericoloso, quando si tratta di un vecchio maschio, che non esita ad attaccare con calci e morsi chi gli si avvicina con cattive intenzioni. La sua pelliccia è piuttosto grossolana, con peli assai lunghi, nerastra nella parte superiore. Il suo biotopo si estende sulle montagne che bordano le coste del Nuovo Galles del Sud e del Queensland, dove è ancora relativamente comune, senza però essere mai abbondante; La sua varietà bruna, perciò più chiara, è soprannominata, in Australia, Euro, ma abbiamo visto che altri autori attribuiscono questo soprannome all'Osphrantus erubescens. Ed, alla fin fine, si tratta forse dello stesso animale... Il Wallaroo robusto, come dice lo stesso nome, ha il corpo strutturato in modo massiccio, fortissimo; il maschio, in genere, sta da solo, le femmine vivono in gruppetti di pochi individui, due o tre al massimo. Grazie alla larghezza ed alla-ruvidezza dei loro piedi, si spostano con grande facilità nell'ambiente montano, tra le rocce che non abbandonano mai. Pur essendo aggressivo allo stato selvatico, il Wallaroo robusto si mostra molto buono e docile, se ridotto in cattività. Di dimensioni notevolmente ridotte rispetto ai Canguri grandi grigi od ai rossi, si differenziano anche per le zampe, notevolmente più corte e larghe, atte a mantenere peso ed equilibrio anche sulle rocce inclinate. Hanno la pelliccia di color bruno scuro, costruzione forte e massiccia, come dicemmo prima, e sono tipici abitatori della montagna. L'alta quota è, infatti, l'ambiente che preferiscono, tanto che non lo abbandonano mai. Per quanto siano bestie miti, i vecchi maschi, saltatori veramente poderosi, acquistano con l'età una certa dose di violenza e sono pronti ad aggredire a calci e morsi chiunque si avvicini. In cattività, invece, si presentano miti e docili in maniera quasi paradossale. A differenza delle altre, questa specie di Macropi non corre il rischio di estinguersi, forse in virtù dell'ambiente montano in cui vivono, dove la caccia presenta maggiori difficoltà per l'uomo, lasciando in ogni caso all'animale la possibilità di rifugiarsi in un luogo sicuro tra le fenditure delle rocce od in altro riparo. Un'altra varietà, grigia questa volta, è stata segnalata nelle regioni centrali dell'ovest (i Warrumbungles). In ogni caso si tratta di regioni secche, ricche di rocce e sassi su cui le palme rugose delle zampe posteriori del grande Wallaroo non scivolano mai. Per molto tempo, praticamente fino al 1882, i Wallaroo sono stati confusi con i Canguri giganti dei quali si credeva fossero una sottospecie più o meno ben sviluppata. Solo a questa data lo zoologo Gould, specialista della fauna australiana, ha descritto e nominato i Wallaroo (il loro nome è di origine aborigena e deriva da Wolaru, che designava tutti i grandi Canguri), attribuendo loro il genere Osphrantus che altri specialisti hanno trasformato in Macropus. Come tutti gli animali che hanno grandi orecchie a forma di cono, i Wallabies, Canguri e altri Wallaroo le utilizzano tendendole in tutte le direzioni, spesso indipendentemente l'una dall'altra.
CANGURO GRIGIO GIGANTE (Macropus major)Il Canguro grigio, come si può facilmente capire dal nome, è il più grande di tutti gli animali di questa specie. Misura fino a tre metri (può arrivare anche a tre metri e trenta), dal muso all'estremità della sua lunga coda. Gli australiani lo chiamano sovente, nella loro lingua, Great Grey, e cioè "Grande grigio". Il Canguro grigio vive nelle regioni boscose o in quelle molto cespugliose. Esso ama molto questa savana tipica australiana, in cui crescono gli eucalipti; il suo nutrimento è costituito essenzialmente di erbe e di foglie. Esistono parecchie sottospecie: una dalla testa nera, una di colore molto scuro, un'altra confinata nell'isola di Tasmania. Ovunque, l'animale presenta lo stesso carattere: poco scaltro, confida nella sua velocità che oscilla tra i quaranta ed i cinquanta chilometri all'ora, il che però non lo mette al riparo né dei cani, né dei cavalli, né soprattutto delle palle di fucile. Ma se il Grande grigio è stato abusivamente cacciato per la sua pelliccia, per la sua carne, come pure per semplice sport, nel secolo scorso, sembra che ai nostri giorni l'opinione popolare gli sia piuttosto favorevole e che si prende più cura della sua sopravvivenza. In effetti è forse il meno minacciato dei grandi Canguri. Le province che ne ospitano maggiormente sono: il Queensland, il Nuovo Galles del Sud ed il Vittoria. Ma, malgrado tutto, esso è sulla china dell'estinzione. Forse non tanto per la guerra che gli si fa o che gli è stata fatta, ma perché i pascoli migliori gli sono stati tolti dai montoni ed il Grande Canguro grigio, che è un buongustaio, mal si accontenta delle terre povere che gli vengono lasciate. Una volta di più occorrerà che gli uomini facciano il sacrificio di qualche grande territorio fertile da adibire a parco nazionale, dove saranno salvaguardate le specie rare d'Australia, autentici "monumenti", altrettanto preziosi e più difficili da rifare di tutti quelli costruiti dall'umanità nel corso degli anni... Il Canguro grigio è stato visto raramente, in cattività. Le esibizioni di Canguri boxeur, di gusto discutibile, non lo riguardano assolutamente. Ciò che si dovrebbe vedere, possibilmente sul luogo stesso, altrimenti in una pellicola preferibilmente a colori, sono questi animali lunghi tre metri, che fuggono a cinquanta chilometri all'ora, allungati orizzontalmente, e che saltano a volte di dodici in dodici metri quando il terreno si presta. E' uno spettacolo che nessun animale al mondo, oltre i grandi Canguri grigi o rossi, ci può offrire. I Canguri grigi una volta erano molto comuni nelle zone forestali non fitte dell'Australia, né costituivano per loro pericolo i cani selvaggi o gli indigeni, che incontravano nei grandi maschi, forniti di lunghe zampe posteriori unghiute, acerrimi avversari. Col sopraggiungere degli Europei, però, cominciò lo sterminio. Forniti di potenti fucili e di mute di cani ammaestrati, i cacciatori a cavallo non incontravano difficoltà nello sterminare intere mandrie di Canguri grigi, dopo averli stancati rincorrendoli o sguinzagliando al loro inseguimento i cani. Spesso dalla preda ricavavano preziose pellicce o carne di non cattivo sapore, ma più spesso era solo il gusto della caccia a spingerli alla persecuzione di questi animali. Oggi, a causa di queste stragi, è difficile incontrare Grigi giganti, anzi in alcune zone essi sono definitivamente scomparsi. Né la riproduzione potrà ricostruire un patrimonio faunistico di tanto valore. Verso l'epoca degli amori, in primavera, i maschi cominciano ad essere irrequieti ed a corteggiare le femmine, lanciando acute grida per ingelosire i compagni e per spingerli al combattimento. Avvengono così scontri brevi, ma cruenti, durante i quali il Canguro usa le zampe anteriori per intrattenere l'avversario in brevi schermaglie, aspettando il momento più opportuno per sferrare violenti calci con le zampe posteriori, fornite di potentissimi muscoli e grosse unghie, appoggiando tutto il corpo sulla sola coda. Spesso uno solo di questi potentissimi colpi può porre fine al combattimento. Avvenuto l'accoppiamento, la femmina ha una gestazione di circa quaranta giorni. A dicembre il piccolo sarà in grado di uscire dalla borsa marsupiale, ma ancora per qualche mese preferirà alternare la tenera erba al cibo materno. In caso di pericolo la madre raccoglie il piccolo nella tasca e si lancia in una veloce fuga. Qualora questa si rivelasse inutile, la madre abbandonerà il piccolo in un cespuglio, attirando su di sé l'attenzione del predatore. La vita dei Canguri non è lunga, anche a causa dei molti pericoli che la natura oppone loro; di rado supera i tredici anni, ma durante tutta la vita i Canguri continuano a crescere.
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