|
||||
La Fauna in Australia Prima Seconda Terza Quarta Quinta Sesta Settima Ottava Nona Decima Undicesima Dodicesima Parte La Fauna in AustraliaFauna - AustraliaPARADISEA DELLA REPUBBLICA (Diphyllodes respublica)Numerose leggende furono costruite intorno a questi splendidi animali. Vuole infatti un'antica credenza indigena che gli Uccelli del paradiso, come si crede siano quelli che abbiamo descritto precedentemente, preservino con la loro sola presenza l'uomo dalla folgore. Si dice anche che i Maomettani, visitando le isole australiane, scoprissero in questi animali quasi un simbolo della loro religione: li credevano infatti originari del paradiso e sostenevano che appartenessero alla religione mussulmana perché in tal modo, dopo la morte, avrebbero potuto godere in un altro mondo ornato di così grandi bellezze. Effettivamente questi uccelli stupiscono per le loro molteplici caratteristiche fisiche: non solo per le piume lunghissime e variamente colorate, ma anche per il piumaggio folto e vivace e, per talune specie, per strani disegni che la diversa colorazione delle penne forma sul loro corpo. Ad esempio la Diphyllodes respublica vanta ben due nomi volgari: uno, Paradisea della repubblica, che le fu dato da Carlo Luciano Bonaparte e l'altro, Kapala Kruis, assegnatole dagli indigeni, che si rifà appunto alle strane caratteristiche a cui abbiamo accennato prima. Infatti Kapala Kruis significa "testa crociata" e ciò deriva da brevi penne nere che formano una specie di doppia croce sulla sua piccola testa nuda ed azzurra.
LOFORME SUPERBO (Lophorma superba femina) - PARADISEA DEL RE DI SASSONIA (Pteridophora alberti hallstromi) - EPIMACHUS (Epimachus meyeri bloodi) - PTILORHIS (Ptilorhis intercedens)Fra gli Uccelli del paradiso, quelli di cui si tratterà ora sono quattro delle varietà più spettacolari. Talmente spettacolari che se questi uccelli venissero esposti imbalsamati, la maggior parte di coloro che avessero occasione di vederli, li crederebbe inventati pezzo per pezzo da un imbalsamatore in vena di scherzi: il doppio ventaglio di questo Loforme che il nome latino paragona ad una "bellissima donna", le corna interminabili ed a forma di lira dello Pteridoforo, il becco ricurvo come quello di un Ibis dell'Epimachus, la pettorina stravagante dello Ptilorhis sono uno più stupefacente dell'altro. Per questo loro aspetto stupefacente coloro che li hanno battezzati si sono a volte divertiti (o forse era una forma di adulazione) a dare loro il nome di qualche re o di qualche imperatore della loro epoca. Si trovano così dei Kaiser, dei Ludovico o dei Guglielmo del tutto caratteristici. Questi uccelli, tuttavia, non si comportano in modo particolare. Quasi in pace attualmente, ma sempre minacciati da un risveglio della moda e dall'installazione della civiltà nella loro foresta natale quasi vergine, essi continuano a far risuonare le loro grida roche, spostandosi di ramo in ramo e mettendo in mostra il chiassoso abito di cui ogni specie è rivestita. E, vedendoli così belli ed inaccessibili, noi proviamo una specie di sentimento di frustrazione. Ci sembra che essi dovrebbero piuttosto vivere in un parco, dove poterli andare ad ammirare, a fotografare, a filmare... Ma l'Uccello lira, le Paradisee, gli Uccelli bersò di cui parleremo presto, i Lofofori asiatici, i Galli di montagna americani ed i Fagiani argus del Borneo non esistono che per i rari esploratori capaci di andare a rintracciarli nel loro ambiente naturale e noi non possiamo ancora ammirarli nelle nostre voliere. Le difficoltà che noi possiamo incontrare nell'immaginare questi stupendi esemplari non le hanno senz'altro gli indigeni, i quali sono grandi cacciatori di questi animali per impadronirsi del loro piumaggio. Ed è cosa comprensibilissima che, presso tribù non ancora civilmente progredite, sia segno di prestigio il poter fare sfoggio di penne lunghe e colorate come queste riportate a fianco, ed altre ancora. Viene così provocata la morte di un certo numero di questi uccelli, anche perché non si è mai riusciti a catturarne un esemplare vivo. Poi gli indigeni prelevano le penne che per forma e colore interessano loro e sembra che, intrecciandole, riescano ad ottenere una specie d'aureola con cui si adornano il viso. Del resto le meravigliose caratteristiche che presentano questi uccelli non possono che attirare tutte le attenzioni su di loro. Pensate ad esempio alla Paradisea superba: essa è fornita di due strani ornamenti, una specie di mantellina ed una gorgiera. La prima è formata da larghe e lunghe penne di un colore bronzeo, che si attaccano alla base del collo; l'altra di penne strette e lunghe di un bel verde metallico, che si attaccano alla gola. Come già si era detto, tutti questi ornamenti servono come richiami sessuali; infatti nel periodo degli amori questi uccelli ergono la mantellina e spiegano il collare. Un altro stupendo esemplare che si distingue per il suo piumaggio è la Paradisea del Re di Sassonia (Pteridophora alberti). Infatti in questa specie i maschi sono muniti di due penne lunghe anche una cinquantina di centimetri, impiantate sui lati nella parte posteriore del capo. Queste penne sono formate da una sottile rachide sulla quale sono fittamente attaccate sottili lamine azzurre e bianche.
PAPPAGALLI E COCORITESi è sempre detto che l'Australia e le isole che la circondano sono la terra d'elezione dei Psittacidi. Ed è vero che un grandissimo numero di specie di Pappagalli e Cocorite, dai più minuscoli ai più strani, vivono in queste terre.CACATUA NERO DALLA CODA GIALLA (Calyptorhynchus funereus)Il Cacatua è un uccello tipicamente australiano. Più raro del Cacatua bianco dal ciuffo giallo, il nero ama stare sulla cima degli alberi, da dove lancia un grido molto triste, anzi lamentoso. Questi Cacatua, che misurano circa settanta centimetri di lunghezza, hanno le piume di un bel nero lucente, ad eccezione della fascia terminale delle timoniere, della coda e di alcuni punti della testa e del collo, di un bel colore giallo acceso. Essi vivono in piccoli gruppi, tra le foreste, e difficilmente scendono sul terreno; sono molto agili nel muoversi tra gli alberi servendosi delle zampe dalle dita opposte a due a due e del forte becco ricurvo che è, per loro, quasi una terza mano. Sono uccelli poco conosciuti in Europa. Come il Cacatua bianco, quello nero può raggiungere la rispettosa età di cento anni.NESTORE NOTABILE (Nestor notabilis) - NESTORE MERIDIONALE (Nestor meridionalis)Sono dei Pappagalli della Nuova Zelanda, che sono divenuti veri e propri rapaci carnivori. Li si accusa di posarsi sul dorso dei montoni e di intaccare, col lungo becco ricurvo, la pelle ed il grasso di questi animali. Anche se la cosa è rara e l'accusa esagerata, resta il fatto che questi pappagalli hanno preso l'abitudine di nutrirsi di carogne e ne sono molto soddisfatti. La loro lunghezza si aggira intorno ai 45 centimetri. Essi nidificano in un nido piuttosto grossolano fatto con ramoscelli deposti sul suolo od in un buco della roccia. Depongono da due a quattro uova che covano per circa tre settimane. Quando i piccoli nascono, sia il maschio che la femmina ne hanno grande cura e li abbandonano soltanto quando sono ben robusti e perfettamente in grado di volare. I due Nestori sono chiamati rispettivamente anche Kea e Kaka. Essi vivono in piccoli gruppi, ad una certa altezza, al di sopra delle foreste dell'isola. In origine si nutrivano prevalentemente di frutta, semi e germogli vari, ma con l'avvento della colonizzazione, facendosi sempre più difficile il riuscire a trovare le sostanze vegetali, cambiarono abitudine e, da erbivori, si fecero carnivori. Come nutrimento non disdegnano anche vermi ed ogni tipo di insetto che riescano a trovare sul terreno. Questi Pappagalli possono venire addomesticati abbastanza facilmente e possono vivere in cattività anche per lunghi anni.STRIGOPE (Strigops habroptilus)Lo Strigope viene chiamato anche Pappagallo notturno, Tarapo e Kakapo. Ha una struttura piuttosto massiccia che ricorda quella dei rapaci notturni; le ali sono piuttosto corte, la coda è lunga e appuntita, le zampe lunghe con dita piuttosto grosse ed armate di forti unghie, la testa larga con becco piuttosto grosso. Le piume di questo pappagallo sono molto folte e soffici, di colore verde con striature biancastre e piccole macchie nere. Gli Strigopi vivono nelle zone ricche di foreste, sia al livello del mare, sia ad una altezza che può giungere anche fino ai duemila metri. Sono animali notturni che si mettono in movimento solamente al crepuscolo e vivono prevalentemente sul terreno, dove si muovono con grande rapidità. Quando devono salire sugli alberi alla ricerca di cibo, pur sapendo volare, preferiscono arrampicarsi, servendosi oltre che delle zampe, anche del forte becco. Il loro nutrimento è costituito da bestiole o vegetali che essi tranciano od afferrano col loro lungo becco a forma di pugnale ricurvo. Per deporre le uova non costruiscono un nido vero e proprio, ma, col becco, scavano una buca nel legno marcio di qualche vecchio tronco od una galleria tra le radici di un albero e là depongono le uova che difficilmente sono più di due. Lo Strigope o, come lo chiamano i nativi dell'isola, il Kakapo, costituisce da solo una famiglia ed un genere e non esiste in altre parti del mondo, cosa che può interessare tutti coloro che si interessano alla scienza zoologica. Ma si sa che quest'isola della Nuova Zelanda, con le isolette che la circondano, costituisce un paradiso degli animali introvabili. Prima che i bianchi colonizzassero la Nuova Zelanda, gli Strigopi, i Nestor notabili ed i Nestor meridionali erano molto numerosi nei boschi. Non essendoci in quelle terre animali di grossa taglia capaci di attaccarli, i loro soli nemici erano i cacciatori Maori. I Maori, infatti, li uccidevano sia per ricavare le carni, molto apprezzate, sia per le penne, specie per le penne verdi degli Strigopi, che venivano utilizzate come ornamento del capo. Con la venuta dei bianchi e l'introduzione di nuovi animali, queste specie raggiunsero presto la quasi totale estinzione. Gli Strigopi si trovarono in difficoltà con l'introduzione dei cani e di altri carnivori da parte dei colonizzatori. Questi animali nidificavano sempre a livello del suolo e, non essendo molto abili nel volo, dovevano subire gli attacchi dei cani. I Nestor invece devono la loro estinzione al mutamento dell'habitat naturale. Abituati a nutrirsi di erba, con l'introduzione delle pecore dovettero iniziare ad attaccare le greggi diventando così dei pericolosi carnivori che l'uomo non tardò a distruggere.
CACATUA DI LEADBEATER (Cacatua leadbeateri)Il nome Cacatua deriva dal verso che fanno questi animali e la varietà più conosciuta è senza dubbio il Cacatua bianco dalla cresta gialla, che rassomiglia ad un'enorme camelia. Noi però vogliamo presentare il Cacatua di Leadbeater, ancora più bello, con il suo cappello di piume, la sua cresta di vecchio capo indiano in collera. In generale, i Cacatua sono degli uccelli assai dolci, che conoscono bene il loro padrone e si lasciano accarezzare con visibile piacere. Il dono dell'imitazione, che è comune a tanti uccelli e che si osserva soprattutto nelle gazze, nei corvi, nei mainati e nei psittacidi, li porta a ripetere le parole umane, prodezza in cui questi uccelli sono veri maestri. Sono capaci di parlare perché sono più intelligenti degli altri uccelli, o sono più intelligenti perché sono capaci di parlare? La domanda rimane senza risposta e noi non siamo certamente in grado di darla. Possiamo comunque dire che i pappagalli ed i mainati sono i più dotati di tutti, sebbene non si rassomiglino assolutamente, ma possiamo anche aggiungere che ipsittacidi d'Australia sembrano di molto inferiori a quelli dell'America del Sud e dell'Africa. I Cacatua, in particolare, belli come fiori e spassosi come clown, si contentano di un linguaggio tanto acuto quanto inarticolato. Ma torniamo al nostro Cacatua di Leadbeater. Ha una lunghezza di circa quaranta centimetri ed il suo "abito" è, prevalentemente, bianco puro; il collo ed il ventre sono di un delicato rosa ed il ciuffo, erigibile come in tutti i Cacatua, ha tinte bellissime: rosso, giallo e bianco. L'occhio è vivace, le zampe sono forti ed armate di solide unghie, il becco è di colore chiaro. Questi bellissimi uccelli vivono a coppie od in piccoli branchi, nelle boscaglie o nelle zone ricche di fitti cespugli. Durante la notte rimangono sugli alberi, in riposo; al levar del sole scendono a terra dove rimangono per la maggior parte del giorno, alla ricerca del loro nutrimento: semi, bulbi, germogli che tagliano col becco. Oltre che come forbice, quest'ultimo serve loro egregiamente come terza mano, per arrampicarsi sugli alberi, e come zappa con cui scavare il terreno per estrarre bulbi o tuberi. Trascorrono la notte su un albero e quando sorge il sole questi graziosi animali emettono alte grida come per salutare il nuovo giorno; subito dopo scendono sul terreno e vanno in cerca di cibo. Se durante queste loro ricerche vengono disturbati, iniziano ad emettere le loro grida assordanti, drizzando ed abbassando il ciuffo in un atteggiamento di protesta verso l'intruso; alla fine volano su un albero o su un rialzo del terreno per sorvegliare le mosse del nemico e non ne ridiscendono fino e che non abbiano visto allontanarsi l'intruso e non siano sicuri che la zona attorno sia libera per il loro pascolo. L'accoppiamento avviene in settembre e per tutto il periodo dell'unione i coniugi, fermi su un ramo, si accarezzano con il becco, strisciandosi l'uno contro l'altro. Il maschio in questo periodo è irascibile ed aggressivo; solo se ha il sospetto di essere caduto in un agguato si scaglia contro chiunque si trovi nelle immediate vicinanze e con il forte becco lo strazia. Le femmine per nidificare scelgono un punto di un vecchio tronco in cui il legno non opponga troppa resistenza, vi scavano una cavità e depongono tre o quattro uova nel nido così ottenuto; maschio e femmina, a turno, le covano ed, in seguito, allevano teneramente i piccoli coi quali rimangono a lungo anche dopo che hanno messo le penne e sono in grado di volare. Sono animali che si abituano facilmente alla prigionia e vivono a lungo, mostrandosi piacevoli compagni; unico difetto è quello di lanciare spesso grida assordanti, dalle quali non ci si può difendere! Un tempo i Cacatua venivano cacciati dagli indigeni per due motivi: primo per la loro carne molto nutriente, secondo per il danno che essi arrecavano alle colture. Oggigiorno i loro più acerrimi nemici sono gli uomini che cercano di tenerli distanti dalle loro colture o di catturarli per fini commerciali.
LORI CON STRISCIA ROSSA (Glossopsitta concinna)I Lori, da non confondere con i mammiferi arboricoli d'Asia che portano lo stesso nome, sono uccelli che si caratterizzano per la particolare lingua. Essa, infatti, termina con un ciuffo di peli e gli animali se ne servono per estrarre il succo dai frutti di cui si nutrono. I Lori, originari dell'Australia, si sono via via diffusi in un certo numero di isole e di arcipelaghi dell'Oceania, ad esempio le Fidji, le Samoa e le isole della Società.
COCORITA DI PENNANT (Platycercus elegans)Quanto alle cocorite avremo occasione di vederne molte e, possiamo dire, una più bella dell'altra; iniziamo con il bel Pappagallino di Pennant, qui rappresentato. E' un uccello dalla forma slanciata ed elegante, dalla coda piuttosto lunga e dalle tinte vivacissime, che può diventare, oltre che un simpatico compagno, un graziosissimo ornamento di parchi o giardini. Una delle particolarità delle cocorite, infatti, è che esse sopportano molto bene la vita in voliere esposte in piena aria, a condizione che siano riparate dal vento e che abbiano un angolo riscaldato quando la temperatura diventa un po' troppo fresca. In queste condizioni le cocorite vivono e si riproducono molto bene. Ci sono innumerevoli specie di Cocorite. Possiamo citare ad esempio la Cocorita multicolore (Platycercus eximius), la Cocorita di Brown (Platycercus venustus), la Cocorita principe di Galles (Polytelis alexandrae), la Cocorita multicolore (Psephotus varius), il Lori di Swainson (Trichoglossus haematoclus moluccanus), la Cocorita Ventotto (Platycercus zonarius), la Cocorita di Barnard (Platycercus zonarius barnardi), la Cocorita di Stanley (platycercus icterotis) e la Cocorita dal cappuccio nero (Psephotus chrysopterygius dissimilis). Prendendo in considerazione le prime cinque che abbiamo citato, potremo notare che tutti questi pappagallini hanno la stessa testa rotonda con la fronte alta, lo stesso occhio vivo largamente aperto, lo stesso becco ricurvo e le stesse zampe con le dita che si oppongono a due a due. Le ali sono ben disegnate, la coda è generalmente lunga, molto mobile, ed è usata come appoggio, quando l'uccello è in riposo, come bilanciere per mantenere l'equilibrio, come paracadute e come timone di profondità durante i corti voli nei quali questi uccelli si librano, isolati o a gruppi. Un dettaglio da notare è che il becco dei Psittacidi ha la possibilità di muoversi con le due mandibole, mentre gli altri uccelli hanno la possibilità di muovere solamente la mandibola inferiore. Come abbiamo già detto, il becco dei Psittacidi costituisce un'autentica terza mano, utilissima per arrampicarsi sugli alberi. Non vi sono molti particolari da dare su questi uccellini, tranne che il Lori, ha un nome latino che sottolinea il ciuffo che ha sulla lingua. Inutile sottolineare l'estrema bellezza di questi uccellini. I brillanti colori dei loro vestiti parlano da soli e nulla potrebbe aggiungere una descrizione supplementare. Possiamo invece descrivere in genere le abitudini di questi pappagallini tipicamente australiani, di cui si è avuta la conoscenza in Europa soltanto verso l'anno 1840. Le Cocorite amano vivere in gruppi rumorosi ed è per questo che coloro che le allevano in gabbia non devono isolarle. Inoltre esse si sopportano bene una con l'altra e non litigano neppure tra differenti specie. Le Cocorite della stessa specie, poi, si amano molto e sono veramente felici di coabitare. Diremo dunque che le Cocorite sono erratiche, che si nutrono generalmente di semi, che vivono in gruppi che possono essere composti da un centinaio a parecchie migliaia di membri, che depongono in nidi installati nei buchi degli alberi, una volta o due all'anno, da cinque a otto uova che verranno covate per circa diciotto-venti giorni. I pulcini rimarranno poi nel nido per la durata di sei settimane. Abbiamo detto che questi pappagallini sono erratici, il che è senz'altro più esatto che migratori: essi infatti seguono la maturazione dei diversi frutti e semi di cui si nutrono e che amano molto. Le Cocorite sono capaci di imparare a parlare, come la maggior parte dei Psittacidi, ma non si può paragonarle ai meravigliosi parlatori del Gabon o del Brasile. Gli allevatori si sono interessati molto ai pappagallini, in modo tale da riuscire ad ottenere allevamenti in cui gli uccelli non hanno più i colori dei loro congeneri selvatici: essi mostrano colori che risaltano maggiormente, il che conferisce loro un valore nuovo molto superiore. Ciò che stupisce di più, osservando la vita dei pappagallini, è il loro amore coniugale. I più notevoli, a questo riguardo, sono i famosi Inseparabili, effettivamente inseparabili di fatto, oltre che di nome. Anche se le Cocorite non parlano molto bene e, generalmente, non in modo completo, esse hanno un modo di cinguettare, di cicalare, di chiacchierare confusamente ed allegramente, che va diritto al cuore di coloro che le sentono. Quando ci si trova in vicinanza di un gruppo di cocorite in libertà, si può credere di sentire una folla di piccoli esseri umani che si scambiano a gran voce le loro impressioni. E quel che fa credere ciò è proprio la diversità di espressione delle Cocorite, mentre tanti uccelli parlanti non fanno che ripetere indefinitamente le stesse note sullo stesso ritmo. Il parlottare delle Cocorite lo si potrebbe volentieri paragonare al dolce cinguettio delle rondini, quando, alla fine dell'estate, si raggruppano lungo i fili elettrici o quelli del telefono per raccontarsi le perizie della loro giornata. Coloro che conoscono i pappagallini non possono non accorgersene. Per finire con gli affascinanti pappagallini australiani, ne citeremo ancora cinque: la Cocorita turchese (Neophema pulchella), la Cocorita dal codrione rosso (Psephotus haematonotus), la Cocorita eritrottera (Aprosmictus erythropterus), la Cocorita calopsitta (Calopsitta novae hollandiae) e la Cocorita reale (alisterus scapularis). Ben inteso, ne esistono molti altri ancora, ma questo elenco dà tuttavia un'idea molto precisa di come possono essere queste deliziose creature, quando le si incontra a centinaia, mentre pigolano tra gli alberi o nell'alta savana australiana. Si dice che le Cocorite siano sovente vittime dei grandi calori del loro paese natale e dei suoi periodi di siccità. Esse non sono capaci di intraprendere lunghi voli, non sono strutturate per fare questo, e se l'acqua viene a mancare bruscamente esse muoiono sul posto. Ciò malgrado le differenti specie si conservano molto bene, tranne qualcuna già sparita, dopo la sua scoperta, a metà del secolo scorso. Ma ne restano ancora abbastanza per affascinare gli amici degli uccelli australiani. Tuttavia, affinché ne sopravvivano molte, bisognerà lasciare a loro disposizione grandissime superfici non coltivate, dove esse possano sempre trovare gli alimenti naturali che sono loro indispensabili. Competizione tra gli uccelli e gli uomini...
Web Trapanese di Trapanesi sul Web Web Trapanese di Trapanesi e ... per tutti quelli che vogliono esserci! Richiesta inserimento in trapaninfo.it! Ask for inserting a banner of Your business logo or portal! Attività Commerciali Artigianali Professionisti Servizi Amministrazioni All together, we can do a better world. World goes where we like and wish He goes. It's up to all of us.
|
|
|
Ai sensi dell'art. 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d'autore, i testi degli atti ufficiali dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, italiane o straniere, non sono coperti da diritti d'autore. Il copyright, ove indicato, si riferisce all'elaborazione e alla forma di presentazione dei testi stessi. L'inserimento di dati personali, commerciali, collegamenti (link) a domini o pagine web personali, nel contesto delle Yellow Pages Trapaninfo.it (TpsGuide), deve essere liberamente richiesto dai rispettivi proprietari. In questa pagina, oltre ai link autorizzati, vengono inseriti solo gli indirizzi dei siti, recensiti dal WebMaster, dei quali i proprietari non hanno richiesto l'inserimento in trapaninfo.it. Il WebMaster, in osservanza delle leggi inerenti i diritti d'autore e le norme che regolano la proprietà industriale ed intellettuale, non effettua collegamenti in surface deep o frame link ai siti recensiti, senza la dovuta autorizzazione. Il webmaster, proprietario e gestore dello spazio web nel quale viene mostrata questa URL, non è responsabile dei siti collegati in questa pagina. Le immagini, le foto e i logos mostrati appartengono ai legittimi proprietari. La legge sulla privacy, la legge sui diritti d'autore, le regole del Galateo della Rete (Netiquette), le norme a protezione della proprietà industriale ed intellettuale, limitano il contenuto delle Yellow Pages Trapaninfo.it Portale Provider Web Brochure e Silloge del web inerente Trapani e la sua provincia, ai soli dati di utenti che ne hanno liberamente richiesto l'inserimento. Chiunque, vanti diritti o rileva che le anzidette regole siano state violate, può contattare il webMaster di trapaninfo.it. Note legali trapaninfo.it contiene collegamenti a siti controllati da soggetti diversi i siti ai quali ci si può collegare non sono sotto il controllo di trapaninfo.it che non è responsabile dei loro contenuti. trapaninfo.it |