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La Fauna in Australia Prima Seconda Terza Quarta Quinta Sesta Settima Ottava Nona Decima Undicesima Dodicesima Parte La Fauna in AustraliaFauna - AustraliaFASCOGALE DALLA CODA NERA (Phascogale penicillata)La Fascogale dalla coda nera è pressappoco della medesima grandezza, ma ha la particolarità di essere carnivora e di essere capace di arrampicarsi sugli alberi. Si può, a questo proposito, paragonarla ai mustelidi d'Europa, d'Asia, d'Africa o d'America. Essa somiglia loro sotto molti aspetti. E' considerata un ratto marsupiale di dimensioni medie e di forme robuste, dotata di una coda di circa venti centimetri, ornata di un vistoso pennacchio di peli neri, da cui prende il nome di Fascogale dalla coda nera. La pelliccia è di un bel colore grigio con riflessi bluastri. Nota in tutta la parte meridionale del continente australiano, è detta anche dagli indigeni "topoatafa". E' di abitudini notturne ed è agile come uno scoiattolo. Intelligente e feroce carnivoro, mostra una vera predilezione per il sangue: uccide spesso uccelli di grossa taglia, domestici inclusi, mordendoli alla gola o sotto le ali. Aggressiva e scaltra come la nostra faina, non esita ad introdursi nei pollai ed a fare strage di quanto vi trova; né è facile porre termine a queste razzie, poiché in situazioni di pericolo aggredisce a morsi il nemico. Quasi a compensare le razzie di pennuti domestici, le Fascogali sono ghiotte anche di ratti e di tutti quei roditori così dannosi all'agricoltura. Spesso, quando questi ultimi intraprendono una migrazione, le Fascogali si spostano al loro seguito per attingere cibo dall'immensa, viva riserva dei migratori. Per costruire i loro nidi non tralasciano di rubare nelle fattorie ogni sorta di cartestracce. Si narra in proposito che un fattore, non trovando più un suo libro di appunti, si aggirò nei dintorni della casa e lo ritrovò proprio nel nido di uno di questi animali.
TOPO MARSUPIALE DALLA CODA CRESTATA (Dasyuroides byrnei)E' uno dei numerosi ratti del deserto, come gli australiani lo chiamano, benché non si tratti assolutamente di un roditore. Vive nella parte centrale del continente australiano. Ha la pelliccia di colore marrone chiaro superiormente, biancastra nelle parti inferiori ed il pelo è corto e morbido. La coda è ricca di peli neri che formano una caratteristica cresta da cui prende il nome. Conduce vita notturna, nutrendosi preferibilmente di insetti o di piccoli vertebrati. Una volta di più, la convergenza delle forme avvicina animali che non hanno alcun legame di parentela, ma hanno costumi pressappoco identici in ambiente equivalente. Questo fenomeno non è certamente riservato alla sola fauna d'Australia, ma è senza dubbio tra di essa che si può trovare la maggior parte dei casi. Questa è una ragione supplementare per sperare che, da parte del governo australiano, vengano prese misure di protezione efficaci per salvare questa fauna così fuori dal comune.BANDICOOT CONIGLIO (Thylacomys lagotis)Questo nome di bandicoot (preso a prestito, del resto, da una lingua dell'India) è applicato a tutto un gruppo di marsupiali di grandezza modesta, aventi pressappoco le usanze dei lagomorfi (lepri e conigli) del resto del mondo. Sono anche chiamati molto sovente col nome generico di peramelidi, come si vede anche dal loro nome scientifico latino. Parleremo più a lungo del Bandicoot coniglio che gli australiani chiamano "Bilby" e che è molto popolare nel suo paese. Prima però diamo le caratteristiche generali dei peramelidi. Tutti questi animali si caratterizzano per una graziosa pelliccia a pelo corto, uniforme presso alcune specie, variegata in altre; una coda corta, nuda o pelosa a seconda dei casi; un muso e delle orecchie che ricordano perfettamente quelli dei ratti di differenti specie; abitudini a volte insettivore, a volte carnivore od erbivore. Si noterà anche la forma delle loro zampe posteriori, in cui due dita sono riunite in una sola, ciò che sarà la regola, come vedremo più avanti, per tutti i grandi marsupiali erbivori. Questi animali non scavano il terreno e non utilizzano molto le loro "mani" per portare il nutrimento alla bocca, come fanno le fascogali di cui abbiamo parlato in precedenza. Il gruppo comprendente marsupiali di mole piccola o media, con dimensioni varianti da 15 a 60 centimetri. L'aspetto è talvolta simile a quello di un coniglio, ma più spesso a quello di un ratto, con muso allungato ed appuntito. La coda, di dimensioni variabili, non sempre coperta da pelo, non è mai prensile. La dentatura è tipicamente da insettivori: gli incisivi sono piccoli, i premolari stretti ed aguzzi, i molari grandi e dotati di 3 o 4 tubercoli. Le femmine posseggono il marsupio con apertura posteriore o verso il basso, ed hanno 6 o 8 mammelle. Particolare interesse riveste la riproduzione in quanto sono i soli marsupiali che possiedono una placenta pur priva di villi ma paragonabile a quella dei placentati. Per questo motivo i piccoli nascono già più sviluppati degli altri marsupiali toccando talvolta, come nel genere Perameles, i 14 centimetri di lunghezza alla nascita. Si riproducono in genere durante l'autunno australe (da marzo a giugno) e partoriscono da 2 a 6 piccoli: spesso i neonati sono provvisti di unghie caduche che perdono dopo essersi sistemati nel marsupio. I peramelidi sono animali assai svelti ed agili; sono notturni o crepuscolari ma possono essere attivi anche durante le ore diurne. Si costruiscono una tana a nido accatastando sostanze vegetali senza concamerazioni. Molte specie sono abili scavatrici, sia per costruire la tana, sia per la ricerca del cibo, costituito da insetti, piccoli animali d'ogni genere e vegetali. Il loro ambiente è assai vario: popolano tanto le praterie presso i fiumi quanto la densa foresta pluviale della Nuova Guinea. Qualche specie frequenta anche le vicinanze della città, altre possono arrecare seri danni all'agricoltura in particolari condizioni ambientali, ma in genere sono da considerarsi utili per la grande quantità di insetti che distruggono. I nemici naturali dei peramelidi sono i varani; i vari carnivori placentati introdotti a seguito dell'arrivo dei coloni bianchi hanno portato qualche specie quasi sull'orlo della estinzione con la scomparsa totale di alcune forme "geografiche". Attualmente i peramelidi sono rigorosamente protetti dalla legge. Sono diffusi in Australia, Tasmania, Nuova Guinea, isole Key, Aru, Bismarck e Ceram. I peramelidi raggruppano sette generi diversi, sparsi da un capo all'altro dell'Australia; sette generi che si dividono in numerose specie ciascuno. Tornando al Bilby, esso è una bestiolina graziosa e rapida, della grandezza di un bel coniglio di cui ha anche le lunghe orecchie. La sua pelliccia, morbida e molto folta, è di colore grigio e la coda, molto apprezzata dagli aborigeni, è lunga e pelosa, nera alla base e biancastra alla fine. Bravo scavatore, le sue usanze somigliano molto a quelle del coniglio, questo invasore malauguratamente importato in Australia, dove è diventato un flagello per gli uomini e per la fauna locale. Il Bilby e un animale notturno, quasi esclusivamente carnivoro; si nutre di ogni sorta di piccole prede: larve, insetti, molluschi, senza contare i piccoli mammiferi che divora volentieri. Durante il giorno il Bandicoot coniglio preferisce starsene nascosto nelle sue gallerie (forse perché la luce gli dà fastidio), ma al calar della sera lascia il suo rifugio per iniziare la caccia. Se aggredito, azzanna il nemico e mantiene la presa coi denti canini che ha molto ben sviluppati. La sua riproduzione è scarsa. A causa della caccia che gli è stata data sia dagli aborigeni (per la carne e per la coda con cui si adornavano il capo), sia dagli europei (per la pelliccia di buona qualità e per puro sport) ed a causa della concorrenza dell'invadente coniglio il Bilby, che non ha più di due piccoli all'anno, è in via di sparizione ad una cadenza accelerata. Non abita più che nel settore semidesertico e se ne può trovare ancora qualche esemplare nell'Australia sud-occidentale. D'altronde era già raro o rarissimo all'inizio di questo secolo.
BANDICOOT DAL MUSO CORTO (Thylacis obesulus)Passiamo ora al Bandicoot dal muso corto. Questo animale, che appartiene al genere Thylacis, si differenzia dagli altri bandicoots per il corpo leggermente più tozzo, il pelo corto e ruvido, le orecchie corte ed arrotondate. Esso vive in zone ricche di vegetazione o almeno con erbe abbondanti, preferibilmente vicino all'acqua. Servendosi di ramoscelli, paglia e terra costruisce un nido piuttosto rozzo che può essere posto sia sul terreno, sia a poca altezza dal suolo. Sembra che questi animali siano dei buoni meteorologi e quando sentono avvicinarsi la pioggia rinforzano il nido con nuovo materiale perché l'acqua non vi penetri. Si nutrono di insetti, larve e piccole radici che estraggono dal terreno servendosi delle zampe anteriori e del muso. Se incontrano qualche nemico non fuggono, ma accettano la lotta riportando molto spesso la vittoria. Anche i bandicoots dal muso corto, un tempo molto comuni, sono in via di estinzione a causa della caccia che è stata loro data.PERAMELE NASUTO (Perameles nasuta)Il Peramele nasuto è molto simile ai thylacis, ma il suo corpo è più snello, la pelliccia più morbida e le orecchie un poco più lunghe e appuntite. Quasi esclusivamente insettivoro, le sue preferenze vanno alle grosse larve dei coleotteri ed a grossi lombrichi che caccia con una tecnica particolare: seduto sulle zampe posteriori scava pian piano il terreno finché esce la prima parte del verme; a questo punto lo afferra con le unghie di una "mano" e lo tira pian piano pulendolo attentamente con l'altra mano. Quando il lombrico è estratto completamente e perfettamente ripulito da ogni traccia di terra, se lo mangia. Il Peramele nasuto è un animale assai mite che si adatta facilmente anche alla vita di prigionia. Prima di lasciare il Bilby e gli altri animali di cui abbiamo parlato, dobbiamo dire ancora che essi hanno una riproduzione che presenta qualche tendenza placentaria; alla loro nascita, infatti, i piccoli sono relativamente più grossi di quelli delle altre specie di marsupiali. Il compimento della loro crescita, tuttavia, avviene, come per gli altri, nel marsupio materno.
GATTO TIGRE (Dasyurops maculatus)Questo animale e il Gatto d'Australia tengono, in Australia, il posto dei felini, anche se coi felini hanno ben poco in comune. Il più grande sembra che sia il gatto tigre: l'esistenza di un gatto tigre rigato, molto grande, segnalato nella penisola di York, nel Queensland del Nord, rimane infatti ancora da provare. Il gatto tigre chiazzato, scoperto nel 1789 dagli uomini di un governatore dell'epoca, Phillip, è una bella bestia lunga circa 60 centimetri, più una coda di 40 centimetri circa. La sua pelliccia, corta e piuttosto morbida, è fulva, con macchie bianche irregolari e poco numerose, ma che si estendono anche agli arti e persino alla coda. Possiede forti canini da carnivoro, ma non presenta le unghie retrattili dei veri felini; in compenso le palme delle sue zampe sono adesive, il che gli permette di arrampicarsi con grande facilità sugli alberi, su cui passa la maggior parte della sua vita. Nel mese di giugno nascono i piccoli, da quattro a sei ogni anno. Il suo marsupio non è formato che da qualche piega sul ventre, davanti e sui lati. I piccoli vengono perciò deposti ed allevati sul fondo della tana ed il marsupio serve solamente a proteggere le mammelle. Di abitudini notturne, il gatto tigre caccia con abilità, scaltrezza e pazienza. Capace di cacciare anche in pieno giorno, se necessario, è dotato di una gran forza che gli permette di tener testa anche ad un cane, un wallaby od un uccello di notevoli dimensioni, come ad esempio un airone. Il suo cibo è costituito da piccoli canguri, conigli (e per questo gli australiani possono essergli grati), rettili e soprattutto uccelli. Vive prevalentemente nelle zone boscose e, pur essendo in diminuzione i territori in cui lo si può trovare, è ancora diffuso nell'Australia orientale e meridionale e in Tasmania. E' un animale che si fa vedere poco e la sua presenza la si può ignorare a lungo; raramente è stato sorpreso nel momento di cacciare o divorare una delle sue prede. La sua discrezione gli è probabilmente suggerita dall'istinto: il farsi vedere dagli agricoltori dei dintorni, infatti, gli potrebbe costare assai caro!
GATTO D'AUSTRALIA (Satanellus viverrinus)Il nome latino di questo animale macchiettato, più piccolo del precedente e più basso sulle zampe, potrebbe anche essere Dasyurus viverrinus. Tra il continente australiano e la Tasmania si possono trovare circa mezza dozzina di animali di questa specie tutti definiti come "gatti indigeni": sono in effetti già dei veri carnivori, anche se talvolta si nutrono di insetti. Alcune specie sono state studiate fin dal 1770 dai naturalisti al seguito della spedizione di Cook che notarono anche la relativa abbondanza di questi animali. Il Gatto d'Australia o Gatto indigeno dell'est, lo si trova nella stessa regione in cui abbiamo segnalato la presenza del gatto tigre. Come quello, si nutre di ogni sorta di prede viventi, ma è presumibile che si attacchi ad animali di piccola taglia: ratti e sorci, piccoli uccelli, giovani conigli, piccoli rettili, insetti e gli stessi volatili domestici quando si trovino nei paraggi della sua tana. Della stessa specie esiste, in Australia, un animale un tempo molto diffuso, ma che si è molto rarefatto dopo l'inizio di questo secolo: il Quoll (Dasyurus quoll), che somiglia molto al gatto indigeno, ma che è molto più marcato di chiazze bianche sul fondo grigio fulvo della sua pelliccia. Secondo le leggende degli aborigeni, le macchie delle diverse varietà di dasiurini sarebbero i segni delle ferite ricevute un tempo nel corso delle guerre tribali, alle quali prendevano parte a fianco delle tribù australiane. Bisogna dire che questi animali, come i loro simili del resto del mondo, hanno sostenuto e sostengono ancora un importante ruolo nel folclore locale. Le notizie relative al Quoll o Dasiuro orientale sono poco precise. Si sa che è un animale notturno, aggressivo, velocissimo nei movimenti. Nel marsupio, più o meno sviluppato, si trovano solo sei mammelle. La decimazione di questi animali pare sia stata causata anche da violentissime epidemie... Se si catturano da giovani, è anche possibile addomesticarli e farli vivere in cattività. Ciò che è stato detto precedentemente riguardo agli animali domestici da essi cacciati, lascia capire come questi gatti selvatici australiani non siano visti di buon occhio dagli allevatori di questo continente. La caccia col fucile, la cattura con trappole, l'avvelenamento e l'inseguimento con cani addestrati a questo scopo hanno ridotto queste creature ad un numero di rappresentanti sempre più scarso. Paragonati, dagli immigranti giunti sul posto dall'Europa, a martore, manguste, faine, donnole o tassi, essi hanno ereditato tutto l'odio che i contadini dei vecchi tempi associavano a questi nomi. E' perciò necessaria una propaganda importante, eseguita in profondità, per far ammettere che anche questi carnivori devono godere di una definitiva protezione.
FORMICHIERE MARSUPIALE (Myrmecobius fasciatus)Il Formichiere marsupiale ha la grandezza di un grosso ratto, ma ha una bella coda pelosa della stessa lunghezza del suo corpo. Questo, di color fulvo rossastro, si presenta sul dorso, fino all'inizio della coda, a strisce alternativamente nere e bianche. Una specie, propria dell'Australia orientale, è di tinta rossastra uniforme. La testa è lunga e piatta e le mascelle portano 52 denti molto deboli. La lingua è cilindrica e misura una decina circa di centimetri di lunghezza; la tecnica di cattura delle formiche e delle termiti è uguale a quella degli altri formichieri. Tuttavia esso non ha unghie abbastanza forti da sventrare i termitai, gli abitanti dei quali sono il suo nutrimento preferito, molto più che le formiche, ed è, sembra, tra il legno marcio degli alberi infestati da termiti che ricerca più volentieri il suo cibo. Si ignora ancora se il Numbat inghiotta le sue piccole prede così come sono o se prima le mastichi. Sembra ragionevole dire che utilizza ambedue i metodi, ma è bene notare che le sue mascelle non sono solide come quelle degli altri formichieri e che può aprire la bocca. E' dunque un formichiere d'occasione, se così si può dire, venuto da una branca di dasiuridi, che si è a poco a poco specializzato nella ricerca di questo genere di nutrimento e che se ne è trovato bene. Le termiti, infatti, abbondano in tutta l'Australia. Le femmine del Formichiere australiano non hanno marsupio. Alla loro nascita i piccoli Numbat, generalmente in numero di tre o quattro, restano presi nelle pieghe della pelle, che ricoprono il ventre materno; qui si attaccano alle mammelle e non si staccano più. Noi vedremo più avanti che anche i marsupiali "superiori" crescono così, all'interno o no di un marsupio, e si strapperebbe loro la bocca se si tentasse di staccarli dalle mammelle. Per capire meglio come possano rimanere così attaccati, basta pensare alla dimensione incredibilmente piccola nei piccoli mirmecobi: due centimetri!
PETAURO SCOIATTOLO (Petaurus norfolcensis)In seguito potremo vedere altri animali d'Australia che hanno ugualmente "inventato" questo mezzo di locomozione, che conoscono anche altri animali tra i quali gli scoiattoli: consiste nello spiegare il "patagio", una membrana che viene tenuta tesa dalle quattro zampe e che serve da paracadute o da ala per planare e percorrere distanze perfino superiori a 100 metri, a condizione di partire da un punto piuttosto elevato. Il Petauro scoiattolo fa parte di questo gruppo di animali che gli australiani hanno soprannominato da molto tempo "Possum". Non bisogna confondere Possum ed Opossum: il primo nome indica marsupiali australiani, il secondo è riferito soprattutto a marsupiali americani ed in particolare la Sarigua. Ma i primi esploratori che videro la fauna australiana descrissero i Possum dimenticando la O iniziale. Questo errore di ortografia, preziosamente conservato, permetterebbe di non confondere Possum ed Opossum, anche se attualmente la grafia è stata corretta e la O è tornata al suo posto. Ma, tornando al Petauro scoiattolo, gli australiani lo chiamano familiarmente Possum volante; le sue usanze sono totalmente arboricole; il suo nutrimento, pur restando vegetariano, non esclude larve, insetti, uova e forse anche, all'occasione, uccellini. Una volta ancora, dopo tante altre, noteremo la straordinaria convergenza di forme tra il Possum volante e lo scoiattolo volante dell'America e dell'Asia del nord. La stessa morbida pelliccia, lo stesso ventre chiaro, la stessa lunga coda pelosa, le stesse zampe corte che terminano con "mani" prensili, gli stessi grandi occhi neri e le medesime piccole orecchie. Solo la tinta della pelliccia ed i segni neri che formano le strisce sul dorso, sul centro del muso, attorno alle orecchie ed ai lati del patagio, cambiano un poco d'aspetto. La gente che conosce bene questo animale afferma che esso lancia un piccolo grido quando si lancia nel vuoto e sostiene che il percorso dei suoi voli planati raggiunge la lunghezza di una cinquantina di metri. Sembra che le diverse varietà di Possum volanti siano ancora molto abbondanti in Australia. E' certo che gli inventori dei tempi passati non hanno conosciuto i mammiferi volanti d'Australia, ma possono facilmente aver incontrato gli scoiattoli volanti russi e siberiani. Forse è proprio dopo averne sentito parlare che un uomo di genio come Leonardo da Vinci ha concepito e disegnato il primo modello di paracadute che si è trovato tra i suoi incartamenti: una specie di intelaiatura rigida, a forma di croce, ricoperta in tela ed attaccata ai piedi ed alle mani di un uomo che si lancia nel vuoto, dall'alto di una torre. Ciò che impedì a questa invenzione di essere funzionante fu la mancanza di superficie portante del paracadute in rapporto al peso dell'uomo. Era indispensabile calcolare questo rapporto, tenendo conto di quello che esiste tra il patagio degli animali volanti ed il loro peso. Per questo sarebbe occorso a Leonardo da Vinci il poter tenere in mano uno di questi animali. La natura ha sempre avuto molto da insegnarci!...
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