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adLeggiad   Giardinaggio I Rampicanti.

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Giardinaggio Le Rampicanti

Introduzione Impianto e Cura dei Rampicanti Annuali Piantagione Cure Colturali Potatura Moltiplicazione Malattie Causate da Parassiti Animali Malattie Causate da Parassiti Vegetali Fisiopatie Actinidia Akebia Bignonia Bougainvillea

Campsis Celastrus Clematis Edera Ficus Gelsomino

Glicine Gloriosa Ipomea Lonicifera Ortensia Rampicante Passiflora Pisello Ornamentale

Plumbago Poligono Rincospermo Rosa Rampicante Solanum Thunbegia Vite Canadese

BOTANICA - GIARDINAGGIO - I RAMPICANTI

INTRODUZIONE

I rampicanti sono delle piante dal fusto sottile (erbaceo o legnoso) che per crescere verso l'alto hanno bisogno di appoggiarsi ad un sostegno, altrimenti non sarebbero in grado di mantenersi in posizione eretta. Le varie piante rampicanti impiegano diversi sistemi per attaccarsi ai loro tutori: la clematide utilizza i piccoli fogliari, il convolvolo o il rincospermio che hanno fusti volubili, si attorcigliano al sostegno, mentre le viti o i piselli odorosi si aggrappano per mezzo di cirri. I veri rampicanti comprendono, infine, quelle specie definite «autorampicanti», come l'edera o il Parthenocissus (vite canadese o vite vergine), capaci di innalzarsi lungo i muri per mezzo di radici aeree a ventosa; è chiaro che la crescita di questi rampicanti così pratici non deve essere aiutata da alcun sostegno supplementare, come graticci o reti metalliche, se non per i primi anni. Rampicanti possono anche essere considerate quelle piante che producono lunghi getti flessuosi, come le rose sarmentose, e alcuni arbusti, come il cotogno giapponese, il Pyracantha, alcuni Cotoneaster o l'alloro (v. il capitolo sugli arbusti), facili da forzare in una crescita verticale, a spalliera. In ogni caso, sia che si tratti di veri rampicanti o di arbusti sarmentosi, svariati sono gli utilizzi di queste piante. Esse, infatti, riescono a nascondere eventuali elementi o punti antiestetici, ad abbellire o sottolineare ingressi o arcate, a creare zone d'ombra e di frescura sotto pergole e tralicci.

Quello che più importa è, comunque, la loro capacità di rinverdire spazi ristretti, troppo angusti per qualsiasi altra pianta, data la loro capacità di sfruttare efficacemente la dimensione verticale. Un modo insolito di utilizzare alcuni rampicanti, come la clematide o il caprifoglio, può essere quello di farli salire su tronchi di vecchi alberi o su ceppaie di alberi morti, ottenendo un effetto altamente decorativo; a questo scopo è però sconsigliabile, se non per gli alberi già morti, utilizzare specie molto vigorose, come il Polygonum, che finirebbero col soffocare il loro tutore. Naturalmente i rampicanti possono anche crescere liberamente senza sostegni; in questo caso si prestano ottimamente per rivestire il terreno, come piante tappezzanti. Nelle schede che seguono sono descritte le specie di rampicanti facilmente reperibili sul mercato; sono comprese piante legnose perenni, sempreverdi e non, ed erbacee annuali, come il pisello odoroso o l'ipomea, che sopperiscono alla breve durata con fioriture prolungate. E' da sfatare, infine, il pregiudizio secondo cui i rampicanti rovinano i muri su cui crescono; queste piante semmai svolgono una funzione di protezione dalle intemperie e dagli sbalzi climatici, sia per i muri esterni sia per quelli interni delle abitazioni. La vegetazione fitta del rampicante forma infatti un'intercapedine naturale che isola parzialmente i locali interni dal caldo e dal freddo.

IMPIANTO E CURA DEI RAMPICANTI ANNUALI

I rampicanti annuali, benché presentino l'inconveniente di dover essere rinnovati ogni anno, consentono di abbellire in breve tempo gli angoli spogli del giardino con le loro prolungate e ricche fioriture.

Per la messa a dimora si utilizzano piantine alte circa 10-20 cm, da piantare quando non sussiste più il pericolo di gelate e la temperatura dell'aria si è già un po' riscaldata;

quindi da aprile-maggio in poi, a seconda del clima della zona.

Non è facile reperire in commercio piantine già pronte per l'impianto, comunque è piuttosto semplice prodursele da sé, seminandole un paio di mesi prima in cassette da riparare in cassone freddo;

se la specie è robusta, come ad esempio l'ipomea, la semina può essere eseguita direttamente a dimora, un po' più tardi, in aprile.

Prima dell'impianto, il terreno deve essere ben lavorato e sminuzzato piuttosto profondamente se si tratta di piselli odorosi; è bene, inoltre, arricchirlo con stallatico o altro concime organico e farina d'ossa.

Le distanze tra una piantina e l'altra variano in relazione alla vigoria del rampicante, ma generalmente sono comprese tra i 5 e i 25 cm.

Ad ogni piantina va affiancata subito una canna di bambù (molto resistente) o un altro tutore che serva da sostegno, quindi bisogna irrigare l'area lavorata, ripetendo le innaffiature per tutto il periodo vegetativo, ad intervalli più o meno lunghi a seconda dell'andamento meteorologico;

contemporaneamente alle irrigazioni vanno inoltre somministrate, con scadenza all'incirca quindicinale, anche delle concimazioni liquide.

Per prolungare la fioritura, è necessario che i fiori vengano eliminati appena sono appassiti, per evitare che le sostanze nutritive siano utilizzate per lo sviluppo dei semi a scapito della produzione di nuovi fiori.

Pianta rampicante della specie Clematide

Pianta rampicante della specie Clematide

PIANTAGIONE

Al di là delle esigenze specifiche, generalmente tutti i rampicanti necessitano di terreno profondo e ben drenato; prima dell'impianto devono perciò essere scavate delle buche larghe circa 60 cm e profonde 50-60.

A tale riguardo è opportuno sincerarsi che al di sotto della buca non ci siano solette di cemento o tubi di scarico, facili a trovarsi quando si vuole far crescere un rampicante contro un muro e lo si pianta troppo vicino ad esso, senza pensare che le radici troverebbero immediatamente l'ostacolo delle fondamenta sottostanti, sempre più larghe del muro stesso.

Tutte le specie vanno quindi piantate ad una certa distanza dai muri e dai pali di sostegno delle pergole, inclinando il fusto in senso orizzontale al terreno fino a che non si raggiunge il sostegno.

L'impianto contro i muri di un'abitazione o di un qualsiasi edificio pone anche altri problemi: qui, infatti, il terreno è generalmente povero e arido e può inglobare dei calcinacci rimasti dalla fase di costruzione;

in questo caso è necessario sostituirlo con del buon terriccio fertile, curando particolarmente l'irrigazione durante il periodo di crescita.

Quasi tutti i rampicanti vengono ormai venduti in contenitore, e ciò consente di poterli mettere a dimora praticamente in ogni periodo dell'anno.

L'impianto è facile, dato che il pane di terra si estrae facilmente dal contenitore, e generalmente non si manifestano problemi di stress da trapianto.

I rampicanti venduti a radice nuda, in genere quelli a foglia caduca, vanno collocati a dimora in autunno, quando la pianta è già entrata nel periodo di riposo vegetativo, mentre quelli venduti col pane di terra avvolto in una rete o nella juta possono essere piantati anche all'inizio della primavera.

Dopo aver tolto il pane di terra dai suoi involucri senza romperlo, lo si colloca nella buca e lo si ricopre col terreno comprimendolo bene con i piedi.

Ad operazione ultimata, si controlla che il colletto della pianta si trovi allo stesso livello del terreno, e si bagna accuratamente la zona lavorata.

Se si mettono a dimora due o più rampicanti attigui, le distanze d'impianto tra l'uno e l'altro devono essere calcolate in proporzione alla vigoria di ciascuna pianta.

Dopo l'impianto, ogni tipo di rampicante, compresi quelli muniti di radici a ventosa, va legato al suo tutore con appositi lacci plastificati, facilmente reperibili in commercio, evitando però di stringerli troppo.

CURE COLTURALI

Le cure colturali, da approntare ai rampicanti negli anni successivi all'impianto, non si discostano molto da quelle suggerite per le piante arbustive. A proposito della fertilizzazione è bene ricordare che ad una concimazione organica nella fase di messa a dimora ne devono seguire altre, annualmente, in dosi proporzionali alla vigoria della pianta, alla piovosità del clima o all'entità delle irrigazioni. Come già sottolineato, infine, i rampicanti collocati vicino a un muro o sotto una tettoia vanno bagnati più frequentemente di altri; in questo caso, come per i rampicanti del tipo delle clematidi, che necessitano di frescura al piede, è consigliabile predisporre sul terreno una pacciamatura di torba, corteccia di pino o terriccio, la quale aiuta a mantenere più a lungo l'umidità. Alcune specie di rampicanti, un po' delicate per sopravvivere in climi non completamente corrispondenti alle loro esigenze, avranno invece bisogno di protezioni invernali, come già descritto nella sezione dedicata agli arbusti; è bene inoltre collocarle in posizioni soleggiate e riparate, ad esempio contro un muro rivolto a sud, in modo che possano godere di tutte le ore di sole nella stagione fredda, oltre a lignificare bene prima dell'inverno ed essere così più resistenti alle gelate.

POTATURA

Il sistema della potatura dei rampicanti non si discosta da quello già illustrato per gli arbusti: alla fine dell'inverno va per prima cosa eliminata tutta la vegetazione deperita, gelata o secca, mentre durante il periodo vegetativo vanno via via tagliati tutti i getti che crescono verso il muro o altro sostegno, per stimolare, invece, una più folta vegetazione laterale. Alcuni rampicanti necessitano inoltre di una potatura volta a mantenere un certo equilibrio nella forma e nelle dimensioni della pianta, o a stimolare una più ricca fioritura; i rampicanti di questo tipo, come la clematis o il glicine andranno potati in periodi diversi e secondo modalità particolari in relazione al tipo di fioritura. Le specie «autorampicanti», in genere, non necessitano di potature regolari se non per sfoltirne ogni tanto la vegetazione ed eliminarne i getti troppo invadenti. Prima di procedere alla potatura sarà necessario staccare i rampicanti dai loro supporti per poi fissare i getti rimasti alla struttura, allargandoli in modo ordinato.

MOLTIPLICAZIONE

La maggior parte dei rampicanti legnosi si moltiplica facilmente per via vegetativa, per talee o per propaggini; in particolare l'ultimo sistema è molto indicato per questo tipo di piante, data la facilità con cui i fusti possono essere piegati fino a terra. Le schede seguenti, relative alle specie di rampicanti più comuni o interessanti, riportano i sistemi di moltiplicazione più adatti a ciascuna, mentre per le modalità ci si può rifare a quanto illustrato per gli arbusti. I rampicanti annuali, invece, si moltiplicano facilmente per seme, da interrare in cassone riscaldato (in autunno o in febbraio), in cassone freddo (in marzo), o direttamente a dimora (a primavera avanzata) per le specie più robuste. Indicazioni più particolareggiate sulla semina vengono fornite oltre che all'interno di ogni scheda, anche nel capitolo dedicato alle piante annuali.

MALATTIE CAUSATE DA PARASSITI ANIMALI

AFIDE DELLA ROSA

- Ospiti: tutte le rose.

- Sintomi: attacca i giovani germogli, i boccioli fiorali e i fusti della pianta, che vengono ricoperti da manicotti di questi «pidocchi» verdi. Le loro punture provocano l'avvizzimento e il mancato sviluppo delle parti colpite.

ARGIDI DELLA ROSA

- Ospiti: tutte le rose.

- Sintomi: le larve di questi insetti inizialmente si nutrono delle foglie più giovani, divorandone il lembo, lasciando solo la nervatura principale. Attacchi massicci defogliano completamente la pianta. La femmina inoltre, deponendo le uova, causa delle ferite ai germogli con conseguente disseccamento delle parti colpite.

ASPIDIOTO DELL'EDERA

- Ospiti: edera, oltre a diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: queste piccole cocciniglie bianche, a forma di scudetto, si fissano sulla pagina inferiore delle foglie, sui rami, sui frutti e sul fusto, sui quali compaiono decolorazioni e disseccamenti. Attacchi massicci provocano il deperimento e il completo disseccamento della pianta.

ICERIA DELL'EDERA

- Ospiti: edera, oltre a diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: ingiallimento delle foglie (che quindi seccano e cadono precocemente) dovuto alle punture di queste cocciniglie che si insediano sulla pagina inferiore delle foglie e sui rami. Si nota anche produzione di melata su cui poi si sviluppano i funghi della fumaggine.

OZIORRINCO DELL'EDERA

- Ospiti: edera, rosa oltre a diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: sul margine delle foglie si notano evidenti erosioni provocate dagli insetti adulti, che di notte escono dal terreno e si trasferiscono sulla parte aerea della pianta. Le larve, invece, si nutrono degli organi radicali provocando il deperimento della vegetazione.

RAGNETTO ROSSO

- Ospiti: diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: in seguito alle punture provocate da questo acaro che si nutre della linfa, le foglie prima presentano la pagina inferiore decolorata e ingiallita, poi si seccano e cadono. Forti attacchi determinano il deperimento della pianta che può anche morire. La presenza del ragnetto è, inoltre, evidenziata da una sottile ragnatela che avvolge le foglie.

MALATTIE CAUSATE DA PARASSITI VEGETALI

MUFFA GRIGIA DELLA ROSA

- Ospiti: diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: questa infezione fungina provoca la comparsa di decolorazioni su steli, foglie e boccioli fiorali, che, in seguito, si coprono di una muffa grigiastra polverulenta. Umidità eccessiva dell'aria e temperature comprese tra 5 e 30°C provocano il diffondersi della malattia.

OIDIO O MAL BIANCO

- Ospiti: diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: i principali organi colpiti sono i germogli, le foglie e i boccioli fiorali, sui quali compaiono macchie biancastre polverulente; in seguito all'attacco le foglie seccano e cadono, mentre i boccioli non si aprono o sviluppano fiori deformati. Umidità elevata e temperatura compresa tra i 20-24°C sono fattori che facilitano il diffondersi della malattia.

RUGGINE DELLA ROSA

- Ospiti: tutte le rose.

- Sintomi: all'inizio dell'estate sulla pagina superiore delle foglie compaiono delle piccole macchie giallastre tondeggianti, evidenti anche sulla pagina inferiore, dove però assumono un aspetto polverulento; successivamente queste aree si ampliano e confluiscono tra loro diventando di color giallo-ruggine. Umidità eccessiva e una temperatura compresa tra i 18 e i 22°C sono le condizioni ottimali per il diffondersi dell'infezione.

TRACHEOVERTICILLOSI - Ospiti: diverse specie di piante ornamentali.

- Sintomi: l'occlusione dei vasi operata dal fungo parassita provoca l'appassimento e l'imbrunimento delle foglie e il conseguente avvizzimento della pianta. La sezione longitudinale e trasversale del fusto e delle radici rivela la presenza di aree bruno-nerastre che corrispondono alla porzione occlusa dei vasi linfatici.

FISIOPATIE

CLOROSI

- Ospiti:

tutte le piante ornamentali, più facilmente quelle acidofile. - Sintomi: le foglie assumono colorazioni bianco-giallastre provocate dalla scarsa presenza di clorofilla; in seguito seccano, a partire dai margini, e poi cadono. La causa di questa malattia può essere imputata ad una carenza di ferro nel terreno.

DANNI DA FREDDO E DA GELO

- Ospiti:

tutte le piante ornamentali, in particolare quelle più delicate. - Sintomi: le gemme si imbruniscono e muoiono; sulle foglie compaiono macchie o «lessature», mentre il fusto o le ramificazioni possono fessurarsi danneggiando la pianta anche gravemente.

ACTINIDIA

Il genere Actinidia comprende varie specie di arbusti rampicanti a foglia caduca, adatti per ricoprire muri, pergole o alberi; non essendo autorampicanti, tutte le specie hanno bisogno di essere legate a dei sostegni. Tra quelle più note si trovano: l'A. chinensis che, coltivata per il frutto commerciale (kiwi), è un rampicante molto vigoroso che può raggiungere i 9-10 m d'altezza. In giugno-luglio porta fiori color crema, profumati, riuniti in infiorescenze. Per ottenere la fruttificazione si devono piantare vicini individui dei due sessi, dato che i fiori maschili e femminili sono portati su piante separate. L'A. kolomikta è un rampicante di elevato valore ornamentale per le bellissime foglie verdi sfumate di rosa e bianco sulla punta; la sua fioritura, invece, è piuttosto insignificante. L'A. arguta è un'altra specie vigorosa che fiorisce in giugno, dai fiori bianchi leggermente profumati a cui seguono delle bacche giallo-verdi.

PIANTAGIONE

Predilige terreni fertili, ricchi di humus, non calcarei e ben drenati. Si mette a dimora da novembre a marzo in posizioni soleggiate e ben protette dai venti.

CURE COLTURALI

Oltre alle normali cure colturali, è raccomandabile predisporre ai piedi della pianta uno strato di pacciamatura di foglie, torba o letame, prima dell'inverno, per proteggere le radici dal gelo. Dato che attira facilmente i gatti, è consigliabile inoltre proteggere la base del fusto con opportuni rivestimenti (ad esempio una rete metallica) per impedire che questi animali ne grattino la corteccia causando lesioni molto gravi. Questa pianta, inoltre, può essere attaccata da afidi e cocciniglie o soffrire di brusone che causa dissecamento fogliare.

POTATURA

Per rendere più espanso il portamento dell'A. kolomikta e dell'A. arguta, si devono potare gli apici dei germogli (cimatura). Questa operazione non è necessaria per l'A. kolomikta, che possiede una vegetazione più folta. Se quest'ultima specie è coltivata per i frutti, in febbraio si dovrà eseguire una potatura di produzione.

MOLTIPLICAZIONE

Si effettua per semina in cassone o serra fredda nei mesi di ottobre-novembre. Nella primavera successiva ogni piantina va trasferita singolarmente in piccoli contenitori e dopo 2 anni a dimora. Più veloce è la moltiplicazione per mezzo di talee semilegnose, prelevate in luglio-agosto e interrate in cassone freddo, mantenendo umido l'ambiente. Quando sono radicate si trasferiscono singolarmente in vasi di 10-12 cm di diametro.

AKEBIA

Specie rampicante poco conosciuta, ma di buon effetto ornamentale, l'Akebia quinata è adatta per ricoprire muri, pergolati e pilastri. E' una specie giapponese, semipersistente che si copre in aprile-maggio di fiori color rosso-porpora riuniti in infiorescenze a racemo, a cui seguono bacche ovoidali di color porpora scuro, anch'esse decorative. La foglia è verde chiaro e consta di 5 piccole foglioline ovoidali. E' vigorosa e può crescere fino a 10 m d'altezza. Si adatta anche alla coltura in vaso.

PIANTAGIONE

Predilige terreni leggeri, tendenzialmente sabbiosi. Si mette a dimora all'inizio dell'autunno o in primavera, in posizioni riparate, soleggiate o parzialmente ombreggiate (dove la fioritura è però più scarsa). Le zone a inverni molto freddi non le si addicono.

CURE COLTURALI

E' consigliabile bagnarla frequentemente nei periodi caldo-asciutti. Va concimata in primavera. Prima dell'inverno bisogna pacciamare il terreno alla base della pianta con terriccio di foglie, paglia o letame.

POTATURA

Non necessita di potature regolari, ma solo di qualche spuntatina per limitarne lo sviluppo. Dopo la messa a dimora, per un paio d'anni, è bene potarla piuttosto drasticamente al fine di infoltirne la vegetazione.

MOLTIPLICAZIONE

Si moltiplica facilmente per mezzo di talee semilegnose, prelevate in giugno o di talee legnose prelevate in agosto, che si interrano in cassone a letto caldo munito di nebulizzatore. Quando sono radicate si trasferiscono in piccoli contenitori. In autunno si moltiplica anche per mezzo di propaggini che vanno separate dalla pianta madre 1 anno dopo.

BIGNONIA

Il genere Bignonia che comprendeva un tempo diverse specie, è stato ora ridotto dai botanici ad un'unica specie rampicante, la B. capreolata, adatta in Italia solo per le regioni più calde, mentre al Nord può essere coltivata esclusivamente nella zona dei laghi. E' formata da sottili fusti lianosi che raggiungono in altezza una decina di metri. La fioritura avviene in maggio-giugno ed è appariscente: i fiori, rosso-arancio, tubuliformi e lunghi 5 cm, sono riuniti in infiorescenze a racemo. Si arrampica per mezzo di viticci muniti di ventose.

PIANTAGIONE

Predilige terreno fertile e argilloso, ricco di sostanza organica. Se coltivata in vaso, questo deve essere piuttosto grande ed avere una profondità di almeno 30 cm. Si mette a dimora in primavera, al sole e in luoghi riparati dai venti. Al Nord si coltiva in vaso per poterla riparare in serra durante l'inverno; nelle zone dei laghi è sufficiente collocarla in posizioni riparate ed esposte a sud.

CURE COLTURALI

Va innaffiata abbondantemente durante la primavera e l'estate. In inverno, al Nord, si ripara in locali con temperatura non inferiore ai 7°C, mantenendo sempre un po' umido il terriccio. Le liane andrebbero legate leggermente distanti l'una dall'altra per permettere all'aria di circolare e consentire una buona lignificazione.

POTATURA

All'inizio della primavera vanno eliminati i rami secchi, deboli o malati; successivamente si accorciano tutte le restanti ramificazioni di circa 50-80 cm, in modo che il rampicante si infoltisca anche in basso.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga facilmente per mezzo di talee semilegnose prelevate dai getti laterali nella tarda primavera; queste vanno interrate nella sabbia in cassone a letto caldo, dove radicheranno in circa 2 mesi, per poi essere trasferite singolarmente in piccoli contenitori.

BOUGAINVILLEA

Provenienti dalle regioni tropicali, le specie appartenenti al genere Bougainvillea sono adatte solo alle zone calde con inverni miti. Le diverse specie, per la maggior parte rampicanti e tutte a foglia caduca, sono particolarmente apprezzate per le fioriture spettacolari, dato che i fiori, di per sé insignificanti, sono circondati da brattee coloratissime e persistenti. Le specie più diffuse sono la B. glabra, rampicante vigoroso che raggiunge gli 8 m d'altezza. Ha foglie ovali e infiorescenze a pannocchia che, in varie sfumature dal rosso al violetto, compaiono dall'estate all'autunno. E' adatta per essere coltivata in vaso dove supera appena i 2 m d'altezza, ma offre stupende fioriture già in giovane età. In commercio si trova principalmente la varietà "Sanderiana" a fiori violetti. La B. spectabilis è un altro rampicante vigoroso che raggiunge le dimensioni del precedente, da cui però si differenzia per la minore rusticità, per le infiorescenze più lunghe (fino a 30 cm) e per le foglie più grandi e pelose. La sua fioritura si protrae per tutta l'estate, nelle tonalità del rosa scuro. Anche questa specie è adatta ad essere coltivata in vaso. Esistono anche ibridi dalla fioritura bianca, gialla e arancione, ma sono generalmente molto delicati e non si trovano facilmente in commercio.

PIANTAGIONE

Necessita di terreno fertile, piuttosto leggero e ben drenato. Si può mettere a dimora all'aperto, in posizione soleggiata e riparata, solo nelle regioni più calde, al Sud. Nelle altre zone deve essere coltivata in vaso e riparata in serra durante l'inverno. Anche in questo caso il terriccio deve essere ricco e permeabile. La B. glabra è più resistente ai rigori invernali, ma deve comunque, durante questa stagione, essere protetta.

CURE COLTURALI

Va innaffiata abbondantemente (soprattutto se si tratta di piante coltivate in vaso) durante tutto il periodo vegetativo, diminuendo via via le bagnature dopo la fioritura. Anche le concimazioni devono essere sostanziose: le piante in piena terra si concimano durante la fioritura e in autunno, quelle in vaso settimanalmente, dalla primavera alla tarda estate, utilizzando fertilizzanti organici. Se la B. glabra è coltivata all'aperto anche nelle regioni a inverni freddi, va pacciamata con foglie, letame o paglia alla base, mentre la chioma va avvolta in teli di polietilene. Se è coltivata in vaso va riparata in serra con temperatura intorno ai 7°C, così come la B. spectabilis, che richiede però una temperatura invernale attorno ai 10°C. Ogni primavera andranno poi rinvasate.

POTATURA

Alla fine dell'inverno vanno eliminati tutti i getti deboli, malati o gelati. Gli altri vanno spuntati tagliando circa 1/3 della lunghezza. Le piante a cui è gelata solo la chioma possono essere potate drasticamente per farle ricacciare dalla base.

MOLTIPLICAZIONE

Si propaga per mezzo di talee semilegnose, prelevate in estate e interrate in sabbia, singolarmente, in piccoli vasi. Questi si ripongono in cassone riscaldato alla temperatura di 20-24°C.

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