L'UNIFICAZIONE MONETARIA IN EUROPA
La storia della moneta unica in Europa risale al cosiddetto Piano Werner (1968), che
prevedeva di realizzare in più fasi un'unione economica e monetaria. Nel 1979, con la
nascita dello SME, i tassi di cambio delle monete dei Paesi partecipanti furono regolati
da un margine di fluttuazione prestabilito. Elemento cardine dello SME fu l’Ecu, una
sorta di moneta virtuale costituita da un paniere delle diverse monete. Il Trattato
di Maastricht (1992) fissò i criteri di convergenza economica che i singoli Paesi
avrebbero dovuto rispettare per entrare nella Moneta Unica. In particolare stabilì che:
il tasso di inflazione non deve superare di oltre l'1,5% la media dei tre Paesi membri
con il tasso di inflazione più basso; il disavanzo pubblico non deve superare il 3% del
PIL; il debito pubblico non deve superare il 60% del PIL. Con il Trattato di Maastricht
si avviò in tre fasi la realizzazione dell’unione economica e monetaria vera e
propria. La prima fase cominciò il 1° luglio 1990 con l’abolizione dei controlli sui
capitali, che poterono circolare liberamente tra gli Stati; la seconda iniziò il
1° gennaio 1994 con un periodo di preparazione alla moneta unica durante il quale
fu costituito l’Istituto Monetario Europeo, che cessò di esistere con la costituzione
della Banca Centrale Europea. Con la terza fase, avviatasi il 1° gennaio 1999, fu
introdotta la moneta unica e iniziò il cosiddetto periodo di transizione all’Euro,
della durata di tre anni. Undici Paesi entrarono a far parte della Moneta Unica: Italia,
Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Olanda, Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo
e Irlanda. Il Regno Unito e la Danimarca, pur avendo i requisiti stabiliti, rinviarono
deliberatamente la loro adesione all’Euro, mentre Grecia e Svezia decisero di aderire
non appena si fossero create le condizioni. Fu fissato il tasso di conversione definitivo
fra le monete degli undici Paesi aderenti. L'Euro diventò una moneta reale con valore legale:
in Italia vale 1936,27 Lire. La Banca Centrale Europea iniziò la sua attività di controllo
e regolazione della politica monetaria europea. Entrò in vigore la normativa sull’Euro,
che prevedeva la conversione automatica e obbligatoria della Borsa e dei mercati
finanziari in Euro. Il periodo di transizione fu introdotto per permettere
di passare gradualmente all’adozione dell’Euro come moneta comune. In questi tre
anni l’Euro valse come moneta scritturale, cioè in tutte le transazioni non
in contanti. Fu offerta la possibilità, non l’obbligo, di usare l’Euro in
vista della sua definitiva introduzione. Tutti i cittadini che lo desiderarono
poterono avere un conto corrente bancario in Euro, emettere assegni e usare carte di
credito in Euro, contrarre mutui e firmare contratti in Euro (assicurazioni e altro).
La Commissione sollecitò le imprese operanti nel commercio e nella finanza alla
doppia esposizione dei prezzi (Euro e Lire) e all’accettazione dei pagamenti in Euro.
Terminato il periodo di transizione, il 1° gennaio 2002 comparvero le monete e le
banconote in Euro. Per un periodo variabile della durata massima di sei mesi si ebbe
la doppia circolazione della moneta nazionale e dell’Euro, iniziò il ritiro progressivo
delle Lire, si convertirono i distributori automatici di moneta delle banche, i contratti,
i conti correnti e le retribuzioni. Tutti gli esercizi commerciali accettarono l’Euro
ed esposero i prezzi in Euro. Le monete Euro sono otto: 1 Cent, 2 Cent, 5 Cent,
10 Cent, 20 Cent, 50 Cent, 1 Euro e 2 Euro. Le banconote Euro sono sette: 5 Euro,
10 Euro, 20 Euro, 50 Euro, 100 Euro, 200 Euro, 500 Euro. Le monete e banconote Euro
hanno una faccia comune, uguale per tutti, e una faccia su cui ogni Paese ha
impresso una effigie diversa. I vantaggi per i Paesi entrati a far parte di
"Eurolandia" sono numerosi. In ambito puramente economico, l'inflazione e gli
squilibri del bilancio degli Stati possono essere contenuti grazie al coordinamento
delle politiche economiche e a una politica monetaria comune. Inoltre, l’eliminazione
dei rischi di cambio favorisce gli scambi commerciali e rafforza il mercato interno.
Tra i vantaggi di ordine geopolitico, l’Europa dispone di un maggiore potere monetario
e finanziario, che conferisce alla politica europea una maggiore indipendenza. La zona
Euro, avendo una moneta di calibro internazionale, costituisce un polo di stabilità
economica e politica. Inoltre i cittadini possono godere di una serie di benefici
di carattere pratico: sono spariti i costi di cambio (vantaggio importante per chi
viaggia), è più facile effettuare pagamenti tra i Paesi, acquistare beni all’estero,
confrontare e capire i prezzi in altri Paesi.
LA SARS E L'INFLUENZA AVIARIA
La velocità degli spostamenti internazionali e la frequenza dei viaggi in ogni parte
del globo sono la principale causa della rapida diffusione dei virus. I virus che
nel nuovo millennio hanno fatto più parlare di sé, scatenando un vero e proprio panico
- immotivato - nella popolazione di molti Paesi, sono stati quello della SARS e
dell'influenza aviaria. La sindrome respiratoria acuta grave, denominata SARS
(Severe Acute Respiratory Sindrome), è una malattia respiratoria che colpisce i
polmoni. Si è sviluppata nel 2003 in alcune zone dell'Asia, per giungere in Europa
e Nord-America. Il primo caso si è verificato il 26 febbraio 2003, quando un uomo è
stato ricoverato in un ospedale ad Hanoi, in Vietnam, con febbre alta, tosse, dolori
muscolari e mal di gola. Nell'arco di quattro giorni sono subentrati crescenti
difficoltà respiratorie, che hanno reso necessaria la respirazione assistita, e
un importante calo di piastrine nel sangue. Nonostante le immediate cure, il paziente
è deceduto. In soli quattro mesi, in giugno, erano 8.465 i casi di SARS segnalati nel
mondo e 801 i morti accertati. Le ricerche sull'effettivo responsabile della
malattia sono ancora in corso. I medici cinesi sostengono che sia causata
da un batterio, la Chlamydia, in coppia con un virus, il Coronavirus. Essendo
recente la comparsa della malattia, è difficile individuare con esattezza come
avviene il contagio. Dato che le persone a stretto contatto con i pazienti (medici
e familiari) hanno sviluppato la stessa patologia, si ritiene che il contatto con le
secrezioni corporee dei malati siano causa di probabile contagio. Finora si può
affermare che la SARS si diffonde da persona a persona soltanto attraverso il
contatto ravvicinato. Non vi è stata, a tutt'oggi, segnalazione su casi di
diffusione casuale della malattia. Contemporaneamente alla SARS, giornali e
media hanno dato molto spazio a un'altra patologia: l'influenza aviaria, che è
un'infezione dei volatili provocata da virus influenzali del tipo A, in particolare
dal ceppo virale H5N1. Può interessare sia uccelli selvatici sia volatili domestici
come polli, tacchini, anatre, causando una malattia in forma grave e anche la morte
dell'animale colpito. Il virus dell'influenza aviaria può infettare anche l'uomo, nel
caso questi venga a contatto diretto con animali infetti e/o con le loro deiezioni. E' stata
esclusa la trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo la cottura.
Nel 1997 si sono verificati i primi casi di influenza aviaria da virus H5N1 nell'uomo.
Dal 2003 a oggi nel mondo si sono rilevati 205 casi, con 113 morti, quasi tutti nel Sud-Est
asiatico, che hanno scatenato un'assurda psicosi collettiva. Basti pensare che altre
forme influenzali a cui i media non danno rilevanza uccidono più di 40.000 Nord-Americani
ogni anno, generalmente anziani immuno-compromessi. Ciò che va ricordato e su cui
si dovrebbe insistere è che le persone che si recano nelle zone colpite da contagi
dovrebbero essere informate dei sintomi principali delle malattie presenti nelle varie
zone del mondo e dovrebbero avvisare immediatamente l'autorità sanitaria di eventuali
comparse di sintomi noti, durante il loro viaggio o al ritorno a casa.
LA GUERRA IN IRAQ
Dalla fine degli anni Novanta del XX secolo, una vasta fetta della classe politica
americana aveva iniziato a sostenere la necessità di un'invasione dell'Iraq. A tale
riguardo si ricordi che gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Bush padre, erano già
stati in guerra contro l'Iraq nel 1991 (prima guerra del Golfo) a causa dell'invasione
del Kuwait da parte delle truppe di Saddam Hussein. In seguito agli attacchi terroristici
alle Torri Gemelle e al Pentagono dell'11 settembre 2001, George Bush proclamò la necessità
di una guerra al terrorismo ed espose la più radicale dottrina della guerra preventiva,
secondo la quale la sua Nazione non avrebbe più atteso gli attacchi nemici, ma avrebbe
optato per l'uso della propria potenza militare nell'intento di prevenirli.
Dopo aver combattuto contro l'Afghanistan dei Talebani (ottobre - dicembre 2001), che
avevano coperto e appoggiato Bin Laden, anima dell'organizzazione terroristica al-Qaeda,
nel novembre 2002 il Governo Bush, proseguendo la sua politica di lotta contro
il terrorismo internazionale, dichiarò che avrebbe attaccato l'Iraq, colpevole di non aver
permesso agli ispettori dell'ONU di ispezionare gli armamenti per verificare la presunta
esistenza di armi di distruzione di massa. Dopo le incessanti spinte americane alle
Camere dello stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l'8 novembre 2002
l'ONU approvò all'unanimità la risoluzione 1.441, che autorizzava l'uso della forza
in caso di non collaborazione da parte irachena. Dopo molti tentennamenti,
Baghdad accettò di ospitare gli osservatori internazionali: furono incaricati per le
ispezioni Hans Blix e Mohammed el-Baradei. I loro rapporti lasciarono intendere la
necessità di molti mesi di indagini prima di venire a capo della situazione e la
probabilità che l'Iraq non avesse un programma atomico definito e degno di nota. Gli
USA spinsero allora per una nuova risoluzione che li legittimasse all'attacco armato
immediato. Poiché su 15 Paesi soltanto tre (Regno Unito, Spagna e Bulgaria) si mostrarono
favorevoli alla risoluzione, il Governo statunitense creò la cosiddetta
"Coalizione dei Volenterosi", formata da 30 Stati che appoggiarono anche solo
politicamente (quindi senza supporto militare o logistico) l'alleanza tra Bush e Blair.
Il 20 marzo 2003, alle 5,35 (3,35 in Italia), mezz'ora dopo la scadenza
dell'ultimatum del presidente Bush a Saddam Hussein, Stati Uniti e
Gran Bretagna decisero, senza l'avallo dell'ONU, di procedere militarmente contro
l'Iraq. Ebbe ufficialmente inizio l'operazione
Shock and awe ("colpisci e
terrorizza") con il bombardamento di Baghdad per mezzo di missili Cruise e
cacciabombardieri. A motivare l'operazione il mai dimostrato possesso da parte
dell'Iraq di armi di distruzione di massa e il presunto appoggio ad al-Qaeda.
Il 9 aprile la capitale Baghdad fu conquistata dalle forze statunitensi, agli
ordini del generale Tommy Franks. Il giorno dopo, contemporaneamente al famoso
abbattimento della grande statua di Saddam Hussein nella centrale piazza Al
Ferdous con l'aiuto di un carro armato USA, i Curdi (alleati della Coalizione)
entrarono a Kirk e il 15 aprile cadde anche Tikrit, la città natale di Saddam.
Se inizialmente la folla esultò, subito dopo si scatenarono ovunque saccheggi e il
24 aprile a Kerbala migliaia di Sciiti attuarono la prima manifestazione
anti-americana. Il 1° maggio il presidente Bush annunciò ufficialmente la fine
delle ostilità in Iraq dal ponte della portaerei Lincoln e la vittoria della
Coalizione. Ai primi di luglio il proconsole americano a Baghdad Paul Bremer annunciò
la creazione di un Consiglio del Governo transitorio dotato di poteri esecutivi. Il 22
maggio i figli di Saddam, Uday e Qusay, furono uccisi a Mossul. Ma poco più di un mese
dopo, il 19 agosto, venne inflitto il primo duro colpo alle speranze di pace: un
attacco contro la sede dell'ONU a Baghdad provocò la morte di 22 persone, tra cui
il rappresentante speciale Sergio Vieira de Mello. Questo fu il primo di un'interminabile
serie di attentati contro le forze di occupazione, che fecero aumentare il numero
delle vittime della guerra in Iraq: dall'inizio del conflitto al 2006 si calcolarono
più di 35.000 caduti iracheni e oltre 2.300 morti americani. Ai primi di settembre 2003
si insediò il primo Governo transitorio del dopo-Saddam e il 13 dicembre le forze
speciali statunitensi catturarono Saddam Hussein, il cui processo per genocidio iniziò
il 19 aprile 2005.
I marines abbattono la statua di Saddam Hussein a Baghdad
LA GLOBALIZZAZIONE E IL POPOLO DI SEATTLE
Il movimento internazionale detto
Popolo di
Seattle prende il nome dalla città in cui venne alla ribalta quando, nel
novembre 1999, ebbe luogo la sua prima grande uscita pubblica per dimostrare
contro la conferenza della World Trade Organization (WTO), per dire no ai cibi
transgenici e sì alla remissione del debito dei Paesi poveri. Allora il variegato
mondo dei contestatori - costituito da ambientalisti, verdi contrari agli organismi
geneticamente modificati a favore della biodiversità, studenti, anarchici,
organizzazioni non governative impegnate per il Terzo Mondo, tute bianche -
diede prova della sua forza eversiva e d'opinione tra lacrimogeni e
sassaiole. Le autorità cittadine, preoccupate, decisero di mettere in atto un
coprifuoco che, di fatto, accelerò il fallimento del vertice. Quelli che prima
erano gruppi sparuti impegnati in proteste isolate si unirono in un'unica e grande
battaglia, con il fine di dimostrare che l'origine di tutti i mali della società
andasse ricercata nell'economia globale, nella quale i capitali finanziari circolano
facilmente tra i Paesi e le imprese multinazionali controllano un incredibile
potere economico. Da allora il Popolo di Seattle, denominato anche no-global (nome
ispirato a
No logo, opera di Naomi Klein eletta a manifesto del movimento),
mobilitò l'opinione pubblica grazie all'utilizzo di Internet, strumento della
globalizzazione che si dimostrò, però, arma vincente, essendo un mezzo a basso
costo per farsi conoscere, pubblicizzare le proprie campagne, promuovere
la raccolta di fondi, coordinare attivisti e volontari. In nome di un
mondo di pace, di cooperazione e di uguaglianza, i no-global si fecero
portavoce della difesa dei diritti degli animali, della riduzione del
debito del Terzo Mondo, dell'abolizione del lavoro minorile, della difesa del diritto
a una sana alimentazione e alla salute contro i monopoli delle multinazionali
farmaceutiche e agricole, di una campagna di sensibilizzazione nei confronti della
natura. Ogni impegno internazionale come i G8 (forum di confronto e discussione fra
i capi di Stato degli 8 Paesi maggiormente industrializzati), convocati per discutere di
ambiente, economia, commercio internazionale, diventò occasione di richiamo per
il Popolo di Seattle. Le reazioni del potere ufficiale furono dure e, in alcuni casi,
violente (durante il G7 di Washington dell'aprile 2000, il G20 di Montreal
dell'ottobre 2000, la riunione del Consiglio europeo a Göteborg del giugno 2001,
il G8 di Evian del maggio 2003, il G8 di Gleneagles del luglio 2005). Gli scontri più
duri si ebbero durante il G8 di Genova del luglio 2001: il bilancio pesantissimo fu
di un morto, più di 500 feriti e oltre 200 arresti. Tra i protagonisti di
punta del movimento ricordiamo José Bové, Naomi Klein, il linguista Noam
Chomski e, per l'Italia, Vittorio Agnoletto, già presidente della LILA
(Lega Italiana per la Lotta all'AIDS), e padre Alex Zanotelli. Da ricordare
inoltre l'intervento, a favore delle istanze sostenute dal Popolo di Seattle,
di numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra i quali Manu Chao, gli
U2, Bob Geldolf, Jovanotti, 99 Posse.
IL TERRORISMO INTERNAZIONALE E GLI STATI UNITI D'AMERICA
Il terrorismo internazionale è una forma di lotta politica emersa
con particolare intensità a partire dal 1970. Scaturito dalle tensioni in
Medio Oriente e dalla proliferazione di movimenti estremistici arabi e musulmani,
colpì inizialmente obiettivi militari e civili statunitensi e israeliani. Dopo
l'11 settembre 2001 e conseguentemente all'appoggio di molti Stati europei alla
politica anti-terroristica statunitense, esso si rivolse anche verso altre
Nazioni. Il primo episodio legato al terrorismo internazionale fu, il 5 settembre
1972, il sequestro di 11 atleti israeliani al villaggio olimpico di Monaco da parte
del gruppo palestinese Settembre nero. Durante l'irruzione delle teste di cuoio
all’aeroporto di Monaco (le autorità tedesche fecero credere ai terroristi che
sarebbero state accettate le loro richieste di liberazione di 250 palestinesi e
libanesi e che sarebbe stata protetta la loro fuga) morirono tutti gli ostaggi, 5
terroristi e 1 poliziotto. Il 4 novembre 1979 gli studenti islamici di Teheran irruppero
nell'ambasciata USA e tennero in ostaggio 52 cittadini statunitensi per 44 giorni.
Il 18 aprile 1983 un'autobomba uccise 63 persone (tra cui 17 americani) nell'ambasciata
USA di Beirut. Il 23 ottobre 1983 un attacco suicida di estremisti sciiti fece
saltare le installazioni militari statunitensi e francesi a Beirut, causando
la morte di 241 marines e 58 parà francesi. Fu considerato responsabile di
questa strage il miliardario saudita Osama Bin Laden, ritenuto il maggiore
finanziatore del terrorismo di matrice islamica. Il 12 dicembre 1983 estremisti
sciiti piazzarono alcune autobombe nelle vicinanze delle ambasciate degli Stati
Uniti e della Francia a Kuwait City, provocando la morte di 5 persone e il
ferimento di 86. Il 20 settembre 1984 un'autobomba all'ambasciata USA di Beirut
uccise 16 persone e ferì l'ambasciatore. Il 14 giugno 1985 estremisti sciiti
dirottarono su Beirut un Boeing 727 della TWA, chiedendo la liberazione di 700
militanti. Morì un marinaio statunitense e 39 americani rimasero per due settimane
nelle mani dei dirottatori. L'8 ottobre 1985 la nave Achille Lauro fu dirottata
durante una crociera e lo statunitense paraplegico Leon Klingoffer fu
ucciso. Il 5 settembre 1986 un jumbo della Pan Am fu dirottato a Karachi,
in Pakistan; 20 persone perirono durante l'irruzione delle forze speciali
nell'aereo. Il 21 dicembre 1988 esplose nei cieli di Lockerbie, in Scozia,
un Jumbo della Pan Am in volo verso New York. Morirono 270 persone. Il 26 febbraio
1993 una bomba esplose nel parcheggio del World Trade Center di New York, causando
6 morti e più di 1.000 feriti. Se inizialmente i colpevoli vennero ricercati nel
terrorismo egiziano di marca fondamentalista islamica, ulteriori indagini portarono
ad associare l'attentato ancora a Bin Laden e alla sua organizzazione al-Qaeda, che
furono gli artefici di quasi tutti gli atti terroristici successivi. Il 13 novembre
1995 un'autobomba esplose presso il comando militare USA a Riyadh, in Arabia
Saudita, provocando la morte di 5 militari. Il 25 giugno 1996 un camion imbottito
di esplosivo esplose nei pressi delle Khobar Towers di Dharan, in Arabia Saudita,
causando la morte di 19 uomini dei servizi americani e centinaia di feriti. Il 7
agosto 1998 due autobombe devastarono le ambasciate USA a Nairobi (Kenya) e a
Dar-es-Salaam (Tanzania). A Nairobi ci furono 212 morti e 4.650 feriti, in
Tanzania 11 morti e 72 feriti. Il 12 ottobre 2000 un attacco terrorista all'unità
"Cole", durante il rifornimento nel porto di Aden, nello Yemen, causò la morte di
17 marinai americani. L'11 settembre 2001, alle 8,45, un Boeing 767 della United
Airlines si schiantò su una delle Torri Gemelle di New York. Poco dopo un secondo
aereo colpì la Torre Sud, mentre un terzo aereo si schiantò sul Pentagono, sede
del Dipartimento della Difesa, a Washington. Contemporaneamente un quarto aereo
con 45 passeggeri a bordo precipitò in Pennsylvania, vicino a Pittsburgh. Complessivamente
morirono circa 2.800 persone. Spagna e Gran Bretagna, considerate responsabili,
a fianco degli Stati Uniti, del conflitto in Iraq, furono gli obiettivi dei
successivi due attentati di al-Qaeda. L'11 marzo 2004 dieci bombe furono fatte
esplodere a Madrid su quattro treni alle stazioni di Atocha, El Pozo e Sant'Eugenia,
nell'arco di venti minuti, tra le 7,40 e le 8,00 del mattino. Il bilancio fu di
oltre 190 morti e 1.250 feriti. Il 7 luglio 2005 una serie di esplosioni in
rapida successione colpì tre stazioni della metropolitana di Londra e un
autobus. L'attentato, rivendicato dalle brigate Abu Hafs al Masri, il gruppo
legato ad al-Qaeda, provocò 52 vittime e decine di feriti.
Lo sceicco saudita Osama Bin Laden
LO TSUNAMI E KATRINA
Gli sconvolgimenti ambientali di tipo planetario provocati dall'uomo hanno causato
nel recente passato disastri naturali (tsunami, uragani, ecc.) non più sporadici,
ma sistematici. I grandi protocolli ambientali, concordati dalle Nazioni della
Terra, stanno cercando di correre ai ripari, ma con interventi non incisivi e
poco celeri. Fin quando le grandi potenze non decideranno di intervenire per ridurre
le emissioni di CO
2, causa del preoccupante cambiamento climatico, dovremo
prepararci ad altri disastri ambientali. Le calamità naturali più devastanti degli ultimi
anni sono state lo tsunami (parola giapponese che significa "onda del porto": l'onda infatti
attraversa interi oceani percorrendo anche migliaia di chilometri silenziosamente,
per poi abbattersi come un gigantesco muro d'acqua sulle coste, distruggendo tutto
ciò che incontra) del dicembre 2004 e l'uragano Katrina dell'agosto 2005. Lo
tsunami scatenatosi alle ore 1.58 italiane del 26 dicembre 2004 è stato generato
da un forte terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter, tra i più violenti degli
ultimi 100 anni, con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra,
alla profondità di circa 10 km. Lo tsunami in poche ore ha investito le coste che
si affacciano sul Golfo del Bengala, in particolare Sri Lanka, Thailandia, Maldive,
Cocos Island, Sumatra, Bangladesh, India, Malaysia, Myanmar, Singapore, provocando
danni vastissimi e centinaia di migliaia di vittime e di dispersi. Ha raggiunto
addirittura le coste africane di Somalia, Kenya e Tanzania. Le aree più devastate
sono state la provincia indonesiana di Banda Aceh e l'isola thailandese di Phuket.
A neanche un anno di distanza dallo tsunami che ha colpito il Sud-Est asiatico,
nell'agosto 2005 gli Stati di Louisiana, Mississippi e Alabama sono stati investiti
da un uragano di intensità 5 (tra i più forti che siano mai approdati sulla costa
degli Stati Uniti), che ha sviluppato venti di 280 km/h. Il 29 agosto, alle ore
13.15 italiane, la corrente elettrica è saltata a New Orleans, quando l'occhio del
ciclone Katrina ha raggiunto la foce del Mississippi, abbattendosi sulla Grand Isle,
circa 110 km a Sud di New Orleans. In breve New Orleans - posta sotto al livello
del mare - è stata completamente devastata. Il giorno successivo, l'argine naturale che
protegge la città dal mare ha ceduto in due punti e si è aperta una breccia nella diga sul
Lago Pontchartrain: l'acqua ha così inondato l'80% della metropoli. Nonostante il sindaco
abbia lanciato numerosi appelli alla popolazione perché lasciasse la città,
migliaia di cittadini non si sono allontanati, trovando rifugio nello stadio
Superdome, che la forza dei venti ha in parte scoperchiato. Effetto serra da
una parte, erosione costiera dall'altra - e dietro entrambi i fenomeni la mano
dell'uomo che sacrifica la natura allo sviluppo e al profitto - sono stati messi
sul banco degli imputati di una catastrofe naturale che ha distrutto quella che
per decenni era stata la culla della musica jazz, mietendo migliaia di vittime e
creando un milione di senza tetto.
LA GRAVE CRISI ECONOMICA DEL 2008
Nell'autunno del 2008 una crisi economica e finanziaria partita dagli Stati Uniti d'America coinvolse in breve
tempo la gran parte dei paesi industrializzati innescando una recessione di portata mondiale che non aveva avuto
eguali per dimensioni e diffusione prima di allora. Definita la peggior crisi dopo quella del 1929,
la crisi del 2008 proveniva dal centro del sistema, cioè da Wall Street, e mise in ginocchio l'intero segmento e
investì il cuore della globalizzazione, che trovava nella finanza l'elemento chiave.
La crisi ebbe inizio nell'agosto 2007, in seguito alla politica del credito facile e più precisamente per il crack
dei cosiddetti
mutui subprime (mutui cioé effettivamente a rischio).
L'onda lunga della crisi innescata dall'implosione dei mutui immobiliari americani irruppe nell'autunno
2008 con una successione di eventi allarmante: i mercati azionari internazionali vennero letteralmente messi
sotto pressione e il sistema finanziario globale venne scosso dagli effetti che le insolvenze sul mercato
dei mutui statunitensi ad alto rischio catapultarono sulle borse di tutto il mondo.
La crisi generò una pluralità di dissesti bancari. La lista delle vittime sembrava crescere di settimana in settimana,
cambiando il volto di Wall Street e dando alle autorità ruoli nuovi. All'inizio di settembre,
per evitare una catastrofe sui mercati finanziari americani e mondiali, il governo del presidente George W. Bush
dovette scendere in campo per salvare, tramite il commissariamentola Federal National Mortgage Association e la
Federal Home Loan Mortgage Corporation, due giganti del mercato finanziario immobiliare.
A distanza di una settimana scoppiò il caso Lehman Brothers, una delle principali banche d'affari al mondo.
Questa volta il salvagente pubblico non arrivò e la banca fu costretta al fallimento più grande nella storia delle
bancarotte mondiali. A fine settembre la Sec, l'Authority di controllo dei mercati, approvò la trasformazione
in banche commerciali delle due banche d'investimento superstiti, Morgan Stanley e Goldman Sachs.
Ciò sancì di fatto la fine del modello di banca di investimenti che dominava Wall Street da oltre un ventennio.
Il 3 ottobre, dopo un difficile iter parlamentare preceduto da una fitta serie di consultazioni e
da appelli al senso di responsabilità comune, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti approvò
in via definitiva il pacchetto di misure di emergenza volto ad arginare la crisi finanziaria.
Il maxi piano di salvataggio Usa ammontava a 850 miliardi di dollari: ai 700 miliardi per soccorrere il
sistema finanziario infatti se ne aggiunsero altri 150 per un pacchetto decennale di sgravi e deduzioni
fiscali per cittadini in difficoltà con i mutui.
Il fallimento di Lehman Brothers fece capitolare le banche europee ed asiatiche.
Gli effetti arrivarono anche in Europa, dove molte banche avevano acquistato e rivenduto
ad altri gruppi bancari e assicurativi le obbligazioni strutturate sui mutui subprime.
Di fronte a questa drammatica situazione divenne indispensabile l'intervento delle Banche centrali,
che già in stato di massima allerta, iniettarono liquidità supplementari per garantire il
funzionamento dei sistemi interbancari. La discesa delle quotazioni aumentava infatti il rischio di scalate
ostili che avrebbero potuto favorire una speculazione selvaggia, forte del difficile momento vissuto in questa fase
dal mercato.
Le banche italiane non corsero particolari rischi essendo ai margini della tempesta: se la cavarono
con un calo del loro valore di borsa, a volte anche consistente, ma inferiore a molte altre banche europee.
Le banche e le assicurazioni italiane beneficiarono del loro minor
grado di globalizzazione e "finanziarizzazione" che, considerato come un fattore di arretratezza negli anni precedenti,
si convertiva ora in un elemento positivo. Proprio al fine di fronteggiare la situazione di crisi dei mercati
finanziari internazionali, l'8 ottobre 2008 il Governo italiano varò alcune misure urgenti con un decreto legge
che istituì un ulteriore grado di garanzia per i risparmiatori italiani oltre a quelli già previsti nel
Fondo interbancario.
In tutta Europa i crescenti timori di una recessione spinsero i capi di Stato e di governo
a lanciare un piano di azione comune che desse una risposta coordinata alla crisi di credibilità e di
liquidità dei mercati finanziari europei. Il presidente di turno dell'Unione europea, il francese Nicolas Sarkozy,
raccogliendo un sostanziale consenso sulla necessità di risposte comuni, il 12 ottobre 2008 convocò un
vertice straordinario dell'Eurogruppo per dare un inquadramento coordinato alle iniziative nazionali sulla crisi.
L'accordo raggiunto dai quindici Paesi dell'Eurozona prevedeva garanzie sui prestiti interbancari e garanzie
pubbliche in caso di eventuali ricapitalizzazioni delle banche in difficoltà.
Dall'inizio del 2008 a fine ottobre si segnalò una
perdita totale di valore delle borse mondiali di 25.000 miliardi di dollari.
Per rispondere in modo sistemico alla crisi finanziaria mondiale venne raggiunto un accordo tra il
presidente americano uscente George W. Bush, Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione europea Manuel
Barroso sull'organizzazione di un vertice internazionale che si sarebbe tenuto il 15 novembre 2008 a Washington.
Al centro del vertice G20, a cui avrebbero partecipato i 19 Paesi più industrializzati del mondo
più l'Unione Europea, l'analisi di una risposta alla crisi globale, ma anche un ripensamento
dell'architettura finanziaria mondiale e l'elaborazione di strategie per la protezione del libero mercato:
per questo, insieme ai leader mondiali, sarebbero stati presenti al tavolo anche le maggiori istituzioni
sovranazionali, come Onu, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale.
LA SVOLTA DEGLI USA: L'ELEZIONE DI OBAMA
Il 2008 è stato caratterizzato
dalla lunga corsa alla Casa Bianca: tra gennaio e giugno si sono svolti in tutti
gli Stati dell'Unione le elezioni primarie o i caucus per la
selezione dei candidati alla presidenza all'interno dei partiti maggiori.
Era dal 1928 che non si assisteva ad una elezione in cui nessun candidato godesse del
vantaggio dell'incumbency, cioè del fatto di essere presidente o vicepresidente uscente
(infatti George W. Bush dopo due mandati di 4 anni non era più rieleggibile e il
vicepresidente Dick Cheney aveva comunicato sin dall'inizio del suo mandato di non
volersi candidare), per cui l'esito di questa tornata elettorale era particolarmente
incerto.
Tra i Repubblicani la corsa si è trasformata in un testa a testa tra il veterano
di guerra John McCain e
Mitt Romney, con l'affermazione del primo dei due, mentre il duello democratico
ha visto fronteggiarsi Hillary Rodham Clinton e Barack Obama: quest'ultimo
all'inizio di giugno è stato dichiarato vincitore, ma la Clinton ha scelto
comunque di rimanere in corsa. Il 4 novembre si sono svolte le elezioni
presidenziali ed è stato eletto Obama, 44° presidente della
storia della Federazione e primo afroamericano a ricoprire questo ruolo.
Figlio di un immigrato del Kenya e di una madre bianca del Kansas, Obama si
è laureato in Scienze politiche e poi in Giurisprudenza. Nel 1992 ha sposato
Michelle Robinson, conosciuta in uno studio legale di Chicago, e nel 1996 è
stato eletto senatore dell'Illinois, divenendo nel 2004 il rappresentante
dell'Illinois al Congresso degli Stati Uniti.
La vittoria di Barack Obama alle presidenzali del 2008
PERSONAGGI CELEBRI
Osama Bin Laden
Leader del movimento integralista al-Qaeda, nato da una ricca famiglia di origine
yemenita imparentata con i reali (n. Riyadh 1957). Laureatosi in Ingegneria
all'università di Gedda, nel 1980, allorché l'Afghanistan fu invaso dalle truppe
sovietiche, partecipò alla guerriglia contro gli occupanti. Nel 1989 fondò il
gruppo terroristico di ispirazione fondamentalista al-Qaeda. Divenuto indesiderabile
in molti Paesi arabi, riparò in Sudan e di lì in Afghanistan, dove presumibilmente
vive tuttora in luoghi segreti. È ritenuto il mandante degli attacchi alle
ambasciate americane di Nairobi in Kenya e Dar-es-Salaam in Tanzania (agosto 1998),
degli attentati a Riyadh (1995), Dahran (1996) e Aden (2000), nonché dei sanguinosi
attacchi dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono. In
seguito al conflitto promosso dall'Alleanza del Nord e dalle truppe occidentali
contro il regime di Kabul, accusato di appoggiare i terroristi islamici, Osama
riuscì a far perdere le sue tracce, dando adito a una ridda di ipotesi sulla sua
fine.
Osama Bin Laden
George Walker Bush junior
Quarantatreesimo presidente degli Stati Uniti (n. New Haven, Connecticut 1946).
Figlio di George Herbert Walker Bush, si laureò presso la Yale University in Storia nel
1968 e si diplomò in Economia presso l'Harvard University nel 1975. Fu in seguito
pilota aereo della Guardia nazionale texana (1968-73). Nel 1975 fondò a Midland,
nel Texas, una società di sfruttamento petrolifero ed energetico, la Bush Exploration.
La sua carriera politica iniziò nel 1978 quando si candidò nel Partito repubblicano
e fu eletto alla Camera dei rappresentanti del Texas. Nel 1988 curò come consigliere
la campagna elettorale per le presidenziali del padre e nel 1994 fu nominato governatore
del Texas. Riconfermato nel 1998, abbandonò la carica nel 2000, quando venne eletto
presidente degli Stati Uniti battendo di strettissima misura il democratico Al Gore.
Il suo programma fu incentrato sulla riduzione delle tasse, la riforma della scuola
con attribuzione di maggiori poteri agli Stati federali, l'irrigidimento della morale
pubblica (lotta all'aborto, alla depenalizzazione, alla droga), il rifiuto di
sottoscrivere l'Accordo di Kyoto per diminuire le emissioni di ossido di carbonio e
l'ampliamento di ricerche petrolifere in Alaska. Sul piano internazionale, Bush fu
favorevole alla ripresa del piano per lo "scudo stellare", a un ripensamento dei
rapporti con la Russia, al disimpegno nei Balcani, all'incentivazione delle spese
militari. Pochi mesi dopo il suo insediamento, si trovò ad affrontare una delle crisi
più gravi a cui sia andato incontro il suo Paese, quella scaturita dagli attacchi
terroristici al World Trade Center e al Pentagono dell'11 settembre 2001.
Promotore di una massiccia azione militare contro il terrorismo internazionale, il 7
ottobre 2001 Bush attaccò l'Afghanistan. Dopo aver soppiantato il regime dei Talebani
nel mese di novembre, ribadì che il conflitto sarebbe proseguito fino a quando non
fosse stato sconfitto il terrorismo. Il 20 marzo 2003, senza l'approvazione dell'ONU,
diede avvio ai bombardamenti in Iraq, considerato un Paese facente parte del cosiddetto
"asse del male". Sostenuto da altri Paesi (tra cui la Gran Bretagna e l'Italia) e
fortemente criticato da altri (Francia e Germania), portò avanti la missione in
Iraq fino alla caduta del regime di Saddam Hussein (9 aprile). Deciso a mantenere
la presenza americana nel Paese anche dopo la fine del conflitto, dovette fronteggiare
la resistenza irachena che organizzò attentati e attacchi contro obiettivi presidiati
dalle forze di occupazione alleate. In calo di popolarità per le numerose vittime
americane in Iraq, recuperò la fiducia e il sostegno degli statunitensi grazie alla
cattura di Saddam Hussein, avvenuta il 13 dicembre 2003. Nelle elezioni presidenziali
del novembre 2004 si impose sul democratico John Kerry e fu riconfermato per altri
quattro anni alla Casa Bianca, ottenendo oltre 59 milioni di voti, più di qualsiasi
altro presidente nella storia degli Stati Uniti d'America.
George W. Bush, 43° presidente degli Stati Uniti
Il repubblicano George W. Bush viene riconfermato presidente degli Stati Uniti d’America
Saddam Hussein
Uomo politico iracheno (Tikrit 1937 - Baghdad 2006). Nato in una famiglia di origini
modeste, all'età di dieci anni si trasferì a Baghdad e aderì al Partito
socialista di unità araba Baath. A 22 anni, nel 1959, prese parte al fallito
tentativo di assassinio del dittatore militare Abdul Karim Kassem; condannato a
morte, riparò prima in Siria, poi in Egitto, al Cairo, dove frequentò la
facoltà di Legge. Ritornato in Iraq nel 1963, l'anno successivo fu nominato
vicesegretario del Baath. Incarcerato nel 1964 perché considerato responsabile
della morte del generale Abd al-Salam Aref, evase nel 1967 e nel 1968 contribuì
al colpo di Stato non violento realizzato dal Partito Baath ai danni del regime
militare filo-nasseriano di Abd al-Rahman Aref, fratello del precedente presidente
iracheno. Nello stesso anno conseguì la laurea in Giurisprudenza all'università
di Baghdad. Generale dell'esercito iracheno nel 1973, nel 1979 fu eletto presidente
dell'Iraq. Fin dall'inizio Hussein promosse una sanguinosa repressione contro
gli oppositori del regime, intraprese una politica imperniata sulla
nazionalizzazione del petrolio, sulla promozione di riforme socialiste e
sull'avvicinamento all'Unione Sovietica, pur mantenendo buoni rapporti con i
Paesi occidentali importatori di greggio. Impiegò i proventi derivanti dal
petrolio per svolgere un ruolo egemonico nella regione medio-orientale, scatenando
la reazione dell'Iran. Ne conseguì un lungo e sanguinoso conflitto (1980-88) tra
Iraq e Iran che provocò più di un milione di vittime. Contemporaneamente Saddam
autorizzò l'uso delle armi chimiche, vietate dalle convenzioni internazionali,
per annientare la minoranza curda in Iraq. Dopo aver portato il suo Paese in
una posizione di grande isolamento, il 2 agosto 1990 il raìs invase il
piccolo ma ricchissimo Emirato del Kuwait. Immediate furono le reazioni
dell'ONU, che condannò l'aggressione e decretò l'embargo commerciale, e di gran
parte della comunità internazionale che il 17 gennaio 1991, sotto la guida degli
Stati Uniti, bombardò Baghdad, dando inizio alla guerra del Golfo (conclusasi
dopo 42 giorni di scontri con la resa di Saddam). Nell’ottobre 1995 il raìs, con
lo scopo di rinnovare la sua carica, indisse un referendum che, con il 99,96% dei
voti, gli conferì un altro mandato di sette anni, confermandolo padrone assoluto
dell’Iraq. Nell'ottobre 2002 fu rieletto alla presidenza del Paese con l'unanimità
dei voti. Sospettato di produrre armi chimiche e atomiche, Saddam si oppose
alle ispezioni dell'ONU, creando tensioni sempre più forti con USA e Gran Bretagna.
Nel novembre 2002, all'ennesima richiesta statunitense e delle Nazioni Unite
di poter esaminare siti contenenti eventuali arsenali proibiti, Hussein accettò
l'invio degli ispettori ONU, ma gli Stati Uniti gli chiesero formalmente di
abbandonare il potere lasciando il Paese. A un suo rifiuto la coalizione
anglo-statunitense, senza l'approvazione dell'ONU, il 20 marzo 2003 diede inizio
al conflitto. Dopo la presa della capitale da parte delle truppe anglo-americane (9
aprile), Hussein fece perdere le tracce di sé. Le ricerche continuarono nei mesi
successivi (in luglio i suoi due figli, Uday e Qusay, morirono durante il tentativo
di cattura) e il 13 dicembre 2003 il raìs fu catturato nel villaggio di Dawar.
Detenuto in un primo tempo in Iraq in una struttura segreta presidiata da militari
statunitensi, fu poi trasferito in un carcere a Baghdad. Nell'ottobre del 2005
iniziò il processo a suo carico da parte di un tribunale iracheno,
con l'accusa di crimini contro l'umanità, in particolare per la strage avvenuta
nel 1982 nella cittadina di Dujail (148 sciiti uccisi), a Nord della capitale.
Il 5 novembre 2006 fu condannato a morte e il 30 dicembre venne impiccato a Baghdad,
nella sede dei servizi segreti militari iracheni.
Saddam Hussein
Ritratto del dittatore iracheno Saddam Hussein
Barack Hussein Obama II
Uomo politico statunitense e 44° presidente degli Stati Uniti (n. Honolulu, Hawaii
1961). Dopo l'infanzia trascorsa tra Honolulu e Giacarta con la nuova famiglia
materna - i genitori si erano separati, il padre kenyota era morto e la madre bianca si
era risposata con un indonesiano -
O. studiò alla Columbia University dove si laureò
in Scienze politiche con una specializzazione in Relazioni internazionali. Nel 1991
conseguì a Harvard una seconda laurea in Giurisprudenza e nel corso di uno stage estivo
conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio, che sposò
nel 1992. L'impegno politico di
O. iniziò quello stesso anno quando,
dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il futuro presidente Clinton portandogli
circa 100.000 voti. Uomo noto a Chicago, dove lavorando in uno studio legale si era
occupato di diritti civili, nel 1996
O. fu eletto senatore dell'Illinois e
nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del Senato,
fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani. Tra le sue
iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito
per favorire le famiglie meno abbienti, lavorò su una legge che aiutava i residenti
che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria e aiutò a promuovere leggi
per aumentare la prevenzione dell'Aids. Nel 2000 si candidò alle primarie del Partito
democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale
dell'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush. Dopo la
sconfitta,
O. si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la
polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena
capitale e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le
mammografie di routine. Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.
Quando nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois
per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo Stato al Congresso,
O. stravinse sull'avversario repubblicano. A quattro mesi dal suo arrivo
al Senato, il "Time" lo dichiarò "uno dei più ammirati politici in America"
e la rivista "New Statesman" uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo".
Nel corso degli anni in Senato
O. fu membro di varie commissioni, tra cui
Relazioni internazionali, Salute, educazione, Lavoro e pensioni, Sicurezza
nazionale e Affari di governo.
O. svolse un ruolo attivo per migliorare
la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione, si occupò della
riduzione delle armi convenzionali e di distruzione di massa e si battè per la
trasparenza dei fondi federali, per l'aumento della responsabilità dei legislatori.
Le iniziative di
O. riguardo all'energia riscossero plausi da
parte degli ambientalisti, in particolare la sua proposta sul riscaldamento
globale presentata con il senatore John McCain, per ridurre le
emissioni di gas serra di due terzi entro il 2050. Obama presentò il "disegno
di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevedeva la graduale
riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal 1°
maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.
Il 10 febbraio 2007
O. annunciò la sua candidatura alle elezioni
presidenziali del 2008. La sfida per la nomination democratica lo vide vincitore
sull'ex first lady Hillary Rodham Clinton, mentre nella fase finale della corsa alla
Casa Bianca
O. si impose sull'avversario repubblicano John McCain.
Il 4 novembre
O. venne eletto 44° presidente della
storia della Federazione: fu il primo afroamericano a ricoprire questo ruolo.
José Luis Rodríguez Zapatero
Uomo politico spagnolo (n. Valladolid 1960). Proveniente da una famiglia animata da
simpatie socialiste (il nonno fu fucilato dai franchisti durante la guerra civile
spagnola), nel 1979 Zapatero aderì al PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo).
Conseguita la laurea in Diritto nel 1982 all'Università Complutense di León, rimase
presso lo stesso ateneo fino al 1986 ricoprendo l'incarico di professore di Diritto
costituzionale. Divenuto segretario comunale del PSOE a León e attivo membro
della gioventù socialista, Zapatero si candidò alle elezioni politiche del 1986:
eletto deputato (fu uno dei più giovani deputati alle Cortes), appoggiò le riforme
progressiste del premier Felipe González. Fu nuovamente eletto deputato nel 1989,
nel 1993, nel 1996 e nel 2000. Segretario generale della Federazione socialista di
León dal 1988 al 2000, e segretario generale del PSOE nonché presidente del gruppo
parlamentare socialista alla Camera dei Deputati nel 2000, durante il Governo Aznar
(1996-2004) si distinse come uno degli oppositori più intransigenti, in particolare
per quanto riguarda la lotta all'ETA. Uomo pragmatico e riflessivo, ricompattò la
struttura del PSOE e ne valorizzò le radici tradizionali, senza dimenticare le spinte
innovatrici della parte riformatrice del partito rappresentata dalla corrente da lui
capeggiata, "Nuova Via". Nominato vicepresidente dell'Internazionale Socialista nel
2003, il 17 aprile 2004 fu eletto primo ministro della Spagna. Zapatero garantì una cospicua
presenza femminile in Parlamento e nel Governo (metà dei ministri sono donne), ritirò
le truppe spagnole dall'Iraq, diminuì i contatti politici con Stati Uniti d'America,
Gran Bretagna e Italia, preferendo un'alleanza più stretta con Germania e Francia, ma
respinse le proposte dell'estrema sinistra di ritirare le truppe impegnate in Afghanistan.
Dopo aver vinto le elezioni europee del giugno 2004 (in cui ottenne il 47% dei voti),
Zapatero fu criticato dalla Chiesa cattolica per la sua proposta di nazionalizzare
e vendere i terreni appartenenti a vescovi e cardinali. Da un punto di vista economico,
proseguì la politica di Aznar. Nell'aprile 2005 approvò la legge che garantisce agli
omosessuali la possibilità di sposarsi e di adottare dei figli.
José Luis Rodriguez Zapatero
RIASSUNTO CRONOLOGICO
1972 (5 settembre):
11 atleti israeliani vengono sequestrati alle Olimpiadi di Monaco dal gruppo
palestinese Settembre nero. Durante l'irruzione delle teste di cuoio, muoiono
tutti gli ostaggi, 5 terroristi e 1 poliziotto.
1974:
Timor Est ottiene
l'indipendenza dal Portogallo.
1975 (dicembre):
L'Indonesia interviene militarmente a Timor Est,
decidendo l'annessione del territorio.
1979 (4 novembre):
Gli studenti islamici di Teheran irrompono nell'ambasciata USA e tengono in
ostaggio 52 cittadini statunitensi per 44 giorni.
1983 (18 aprile):
Un'autobomba uccide 63 persone, tra cui 17 americani, nell'ambasciata USA di
Beirut.
1983 (23 ottobre):
Un attacco suicida di estremisti sciiti contro le installazioni militari
statunitensi e francesi a Beirut provoca la morte di 241 marines e 58 parà
francesi.
1986:
In Gran Bretagna viene accertato il primo caso
di BSE.
1986:
Un'esplosione distrugge una discoteca di
Berlino Ovest frequentata da militari statunitensi: due persone perdono la vita
e 200 rimangono ferite.
1988 (21 dicembre):
Un Jumbo della Pan Am viene fatto esplodere in volo nei cieli scozzesi di
Lockerbie. Responsabili dell'attentato, di cui rimangono vittime 270 persone,
vengono indicati i servizi segreti libici.
1993 (26 febbraio):
Un'esplosione al parcheggio del World Trade Center di New York provoca la morte di
sei persone e il ferimento di oltre 1.000. Per la prima volta si parla della possibile
implicazione del miliardario saudita Osama Bin Laden.
1994 (1° gennaio):
Si costituisce l'Istituto Monetario Europeo (IME), con il compito di preparare la
transizione verso l'Euro. Verrà sostituito nel 1999 dalla Banca Centrale Europea
(BCE).
1995:
Un giovane inglese di 19 anni è la prima
vittima accertata della variante umana della malattia di Creutsfeld-Jacobs,
dall'anno seguente ufficialmente connessa al morbo della BSE.
1996:
Duro attacco dell'Iraq contro i Curdi.
1996 (25 giugno):
19 uomini dei servizi americani trovano la morte in seguito all'esplosione nei
pressi delle Khobar Towers di Dharan, nella parte orientale dell'Arabia Saudita.
L'attentato è legato all'associazione terroristica al-Qaeda di Osama Bin
Laden.
1998:
A Timor Est si scontrano manifestanti ed
esercito.
1998 (7 agosto):
223 persone vengono uccise durante gli attentati, pressoché contemporanei, alle
ambasciate statunitensi di Nairobi (Kenya) e Dar-es-Salaam (Tanzania), imputabili ai
terroristi di Osama Bin Laden.
1999 (1° gennaio):
L'Euro diventa una moneta reale con valore legale. 11 Paesi europei entrano a far
parte della Moneta Unica: Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Olanda,
Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo, Irlanda. Nasce la Banca Centrale Europea
(BCE) con il fine di controllare e regolare la politica monetaria europea.
1999 (30 novembre):
A Seattle, in occasione della riunione del WTO,
migliaia di dimostranti si scontrano con la polizia locale: è la data
ufficiale della nascita del movimento del
Popolo di
Seattle.
2000 (12 ottobre):
Una piccola imbarcazione imbottita di esplosivo
si lancia contro la nave da guerra americana USS Cole, ferma nel porto yemenita
di Aden. Il bilancio è di 17 le vittime e di decine di feriti.
2001 (16 gennaio):
Primo caso di BSE accertato in un allevamento
italiano.
2001 (19-22 luglio):
Genova: in occasione del G8 vengono organizzate
imponenti manifestazioni di piazza turbate dall'intervento di un gruppo di
autonomi e dalla risposta delle forze dell'ordine. Grave il bilancio: un
morto, oltre 500 feriti e più di 200 persone arrestate.
2001 (11 settembre):
Quattro aerei delle linee civili statunitensi
vengono dirottati nei cieli dell'Est degli Stati Uniti: due si schiantano
sulle Torri Gemelle del World Trade Center di New York, facendole
successivamente crollare, uno precipita sul Pentagono mentre un quarto cade al
suolo nei pressi di Pittsburgh. Circa 2.800 sono le vittime di questi
attentati, rivendicati dal gruppo terroristico al-Qaeda.
2001 (7 ottobre):
Stati Uniti e Gran Bretagna, appoggiati da un
folto gruppo di Paesi alleati, iniziano il bombardamento dell'Afghanistan,
colpevole di non aver voluto consegnare loro Osama Bin Laden.
2002 (1° gennaio):
Entrano in circolazione le banconote e le monete in Euro.
2003 (20 marzo):
Alle ore 3,35 italiane, Stati Uniti e Gran Bretagna danno ufficialmente inizio
alla guerra in Iraq con il bombardamento di Baghdad, senza l'avallo dell'ONU.
2003 (1° maggio):
Il presidente statunitense Bush annuncia ufficialmente la fine delle ostilità in
Iraq e la vittoria della Coalizione.
2003 (13 dicembre):
Saddam Hussein è catturato dalle forze speciali statunitensi.
2004 (11 marzo):
Dieci bombe esplodono a Madrid su quattro treni alle stazioni Atocha, El
Pozo e Sant'Eugenia, provocando oltre 190 morti e 1.250 feriti. Gli attentati
sono rivendicati da al-Qaeda.
2004 (26 dicembre):
Alle ore 1.58 italiane uno tsunami, provocato da un forte terremoto di magnitudo
9.0 della scala Richter con epicentro al largo della costa nord-occidentale di
Sumatra, investe le coste che si affacciano sul Golfo del Bengala causando
danni vastissimi e centinaia di migliaia di vittime e di dispersi.
2005 (4 marzo):
Durante la liberazione della giornalista de Il manifesto Giuliana Sgrena, viene ucciso
a Baghdad il funzionario del SISMI Nicola Calipari.
2005 (31 marzo):
Entra in vigore il protocollo di Kyoto sull'emissione di gas tossici, ne aderiscono 141 Paesi, esclusi gli USA.
2005 (7 luglio):
Una serie di esplosioni colpisce tre stazioni della metropolitana di Londra
e un autobus. L'attentato, rivendicato dalle brigate Abu Hafs al Masri, il gruppo
legato ad al-Qaeda, causa 52 vittime e decine di feriti.
2005 (29 agosto):
La tempesta tropicale Katrina si abbatte sulla città statunitense di New Orleans,
inondandola e provocando migliaia di vittime.
2006 (10 dicembre)
Muore all'età di 91 anni l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, lasciando aperti
i numerosi procedimenti penali a suo carico.
2006 (30 dicembre):
Viene eseguita a Baghdad la condanna a morte di Saddam Hussein per impiccagione.
2007 (6 maggio):
Nicolas Sarkozy vince le elezioni presidenziali in Francia e diventa così il nuovo Presidente della Repubblica.
2008 (4 novembre):
Barack Obama trionfa alle elezioni presidenziali statunitensi, battendo lo sfidante repubblicano John McCain e diventando il
quarantaquattresimo presidente della federazione e il primo afro-americano a ricoprire questo ruolo.