STORIA CONTEMPORANEA - GLI AVVENIMENTI DEL NUOVO MILLENNIO

L'UNIFICAZIONE MONETARIA IN EUROPA

La storia della moneta unica in Europa risale al cosiddetto Piano Werner (1968), che prevedeva di realizzare in più fasi un'unione economica e monetaria. Nel 1979, con la nascita dello SME, i tassi di cambio delle monete dei Paesi partecipanti furono regolati da un margine di fluttuazione prestabilito. Elemento cardine dello SME fu l’Ecu, una sorta di moneta virtuale costituita da un paniere delle diverse monete. Il Trattato di Maastricht (1992) fissò i criteri di convergenza economica che i singoli Paesi avrebbero dovuto rispettare per entrare nella Moneta Unica. In particolare stabilì che: il tasso di inflazione non deve superare di oltre l'1,5% la media dei tre Paesi membri con il tasso di inflazione più basso; il disavanzo pubblico non deve superare il 3% del PIL; il debito pubblico non deve superare il 60% del PIL. Con il Trattato di Maastricht si avviò in tre fasi la realizzazione dell’unione economica e monetaria vera e propria. La prima fase cominciò il 1° luglio 1990 con l’abolizione dei controlli sui capitali, che poterono circolare liberamente tra gli Stati; la seconda iniziò il 1° gennaio 1994 con un periodo di preparazione alla moneta unica durante il quale fu costituito l’Istituto Monetario Europeo, che cessò di esistere con la costituzione della Banca Centrale Europea. Con la terza fase, avviatasi il 1° gennaio 1999, fu introdotta la moneta unica e iniziò il cosiddetto periodo di transizione all’Euro, della durata di tre anni. Undici Paesi entrarono a far parte della Moneta Unica: Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Olanda, Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo e Irlanda. Il Regno Unito e la Danimarca, pur avendo i requisiti stabiliti, rinviarono deliberatamente la loro adesione all’Euro, mentre Grecia e Svezia decisero di aderire non appena si fossero create le condizioni. Fu fissato il tasso di conversione definitivo fra le monete degli undici Paesi aderenti. L'Euro diventò una moneta reale con valore legale: in Italia vale 1936,27 Lire. La Banca Centrale Europea iniziò la sua attività di controllo e regolazione della politica monetaria europea. Entrò in vigore la normativa sull’Euro, che prevedeva la conversione automatica e obbligatoria della Borsa e dei mercati finanziari in Euro. Il periodo di transizione fu introdotto per permettere di passare gradualmente all’adozione dell’Euro come moneta comune. In questi tre anni l’Euro valse come moneta scritturale, cioè in tutte le transazioni non in contanti. Fu offerta la possibilità, non l’obbligo, di usare l’Euro in vista della sua definitiva introduzione. Tutti i cittadini che lo desiderarono poterono avere un conto corrente bancario in Euro, emettere assegni e usare carte di credito in Euro, contrarre mutui e firmare contratti in Euro (assicurazioni e altro). La Commissione sollecitò le imprese operanti nel commercio e nella finanza alla doppia esposizione dei prezzi (Euro e Lire) e all’accettazione dei pagamenti in Euro. Terminato il periodo di transizione, il 1° gennaio 2002 comparvero le monete e le banconote in Euro. Per un periodo variabile della durata massima di sei mesi si ebbe la doppia circolazione della moneta nazionale e dell’Euro, iniziò il ritiro progressivo delle Lire, si convertirono i distributori automatici di moneta delle banche, i contratti, i conti correnti e le retribuzioni. Tutti gli esercizi commerciali accettarono l’Euro ed esposero i prezzi in Euro. Le monete Euro sono otto: 1 Cent, 2 Cent, 5 Cent, 10 Cent, 20 Cent, 50 Cent, 1 Euro e 2 Euro. Le banconote Euro sono sette: 5 Euro, 10 Euro, 20 Euro, 50 Euro, 100 Euro, 200 Euro, 500 Euro. Le monete e banconote Euro hanno una faccia comune, uguale per tutti, e una faccia su cui ogni Paese ha impresso una effigie diversa. I vantaggi per i Paesi entrati a far parte di "Eurolandia" sono numerosi. In ambito puramente economico, l'inflazione e gli squilibri del bilancio degli Stati possono essere contenuti grazie al coordinamento delle politiche economiche e a una politica monetaria comune. Inoltre, l’eliminazione dei rischi di cambio favorisce gli scambi commerciali e rafforza il mercato interno. Tra i vantaggi di ordine geopolitico, l’Europa dispone di un maggiore potere monetario e finanziario, che conferisce alla politica europea una maggiore indipendenza. La zona Euro, avendo una moneta di calibro internazionale, costituisce un polo di stabilità economica e politica. Inoltre i cittadini possono godere di una serie di benefici di carattere pratico: sono spariti i costi di cambio (vantaggio importante per chi viaggia), è più facile effettuare pagamenti tra i Paesi, acquistare beni all’estero, confrontare e capire i prezzi in altri Paesi.

LA SARS E L'INFLUENZA AVIARIA

La velocità degli spostamenti internazionali e la frequenza dei viaggi in ogni parte del globo sono la principale causa della rapida diffusione dei virus. I virus che nel nuovo millennio hanno fatto più parlare di sé, scatenando un vero e proprio panico - immotivato - nella popolazione di molti Paesi, sono stati quello della SARS e dell'influenza aviaria. La sindrome respiratoria acuta grave, denominata SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome), è una malattia respiratoria che colpisce i polmoni. Si è sviluppata nel 2003 in alcune zone dell'Asia, per giungere in Europa e Nord-America. Il primo caso si è verificato il 26 febbraio 2003, quando un uomo è stato ricoverato in un ospedale ad Hanoi, in Vietnam, con febbre alta, tosse, dolori muscolari e mal di gola. Nell'arco di quattro giorni sono subentrati crescenti difficoltà respiratorie, che hanno reso necessaria la respirazione assistita, e un importante calo di piastrine nel sangue. Nonostante le immediate cure, il paziente è deceduto. In soli quattro mesi, in giugno, erano 8.465 i casi di SARS segnalati nel mondo e 801 i morti accertati. Le ricerche sull'effettivo responsabile della malattia sono ancora in corso. I medici cinesi sostengono che sia causata da un batterio, la Chlamydia, in coppia con un virus, il Coronavirus. Essendo recente la comparsa della malattia, è difficile individuare con esattezza come avviene il contagio. Dato che le persone a stretto contatto con i pazienti (medici e familiari) hanno sviluppato la stessa patologia, si ritiene che il contatto con le secrezioni corporee dei malati siano causa di probabile contagio. Finora si può affermare che la SARS si diffonde da persona a persona soltanto attraverso il contatto ravvicinato. Non vi è stata, a tutt'oggi, segnalazione su casi di diffusione casuale della malattia. Contemporaneamente alla SARS, giornali e media hanno dato molto spazio a un'altra patologia: l'influenza aviaria, che è un'infezione dei volatili provocata da virus influenzali del tipo A, in particolare dal ceppo virale H5N1. Può interessare sia uccelli selvatici sia volatili domestici come polli, tacchini, anatre, causando una malattia in forma grave e anche la morte dell'animale colpito. Il virus dell'influenza aviaria può infettare anche l'uomo, nel caso questi venga a contatto diretto con animali infetti e/o con le loro deiezioni. E' stata esclusa la trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo la cottura. Nel 1997 si sono verificati i primi casi di influenza aviaria da virus H5N1 nell'uomo. Dal 2003 a oggi nel mondo si sono rilevati 205 casi, con 113 morti, quasi tutti nel Sud-Est asiatico, che hanno scatenato un'assurda psicosi collettiva. Basti pensare che altre forme influenzali a cui i media non danno rilevanza uccidono più di 40.000 Nord-Americani ogni anno, generalmente anziani immuno-compromessi. Ciò che va ricordato e su cui si dovrebbe insistere è che le persone che si recano nelle zone colpite da contagi dovrebbero essere informate dei sintomi principali delle malattie presenti nelle varie zone del mondo e dovrebbero avvisare immediatamente l'autorità sanitaria di eventuali comparse di sintomi noti, durante il loro viaggio o al ritorno a casa.

LA GUERRA IN IRAQ

Dalla fine degli anni Novanta del XX secolo, una vasta fetta della classe politica americana aveva iniziato a sostenere la necessità di un'invasione dell'Iraq. A tale riguardo si ricordi che gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Bush padre, erano già stati in guerra contro l'Iraq nel 1991 (prima guerra del Golfo) a causa dell'invasione del Kuwait da parte delle truppe di Saddam Hussein. In seguito agli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono dell'11 settembre 2001, George Bush proclamò la necessità di una guerra al terrorismo ed espose la più radicale dottrina della guerra preventiva, secondo la quale la sua Nazione non avrebbe più atteso gli attacchi nemici, ma avrebbe optato per l'uso della propria potenza militare nell'intento di prevenirli. Dopo aver combattuto contro l'Afghanistan dei Talebani (ottobre - dicembre 2001), che avevano coperto e appoggiato Bin Laden, anima dell'organizzazione terroristica al-Qaeda, nel novembre 2002 il Governo Bush, proseguendo la sua politica di lotta contro il terrorismo internazionale, dichiarò che avrebbe attaccato l'Iraq, colpevole di non aver permesso agli ispettori dell'ONU di ispezionare gli armamenti per verificare la presunta esistenza di armi di distruzione di massa. Dopo le incessanti spinte americane alle Camere dello stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l'8 novembre 2002 l'ONU approvò all'unanimità la risoluzione 1.441, che autorizzava l'uso della forza in caso di non collaborazione da parte irachena. Dopo molti tentennamenti, Baghdad accettò di ospitare gli osservatori internazionali: furono incaricati per le ispezioni Hans Blix e Mohammed el-Baradei. I loro rapporti lasciarono intendere la necessità di molti mesi di indagini prima di venire a capo della situazione e la probabilità che l'Iraq non avesse un programma atomico definito e degno di nota. Gli USA spinsero allora per una nuova risoluzione che li legittimasse all'attacco armato immediato. Poiché su 15 Paesi soltanto tre (Regno Unito, Spagna e Bulgaria) si mostrarono favorevoli alla risoluzione, il Governo statunitense creò la cosiddetta "Coalizione dei Volenterosi", formata da 30 Stati che appoggiarono anche solo politicamente (quindi senza supporto militare o logistico) l'alleanza tra Bush e Blair. Il 20 marzo 2003, alle 5,35 (3,35 in Italia), mezz'ora dopo la scadenza dell'ultimatum del presidente Bush a Saddam Hussein, Stati Uniti e Gran Bretagna decisero, senza l'avallo dell'ONU, di procedere militarmente contro l'Iraq. Ebbe ufficialmente inizio l'operazione Shock and awe ("colpisci e terrorizza") con il bombardamento di Baghdad per mezzo di missili Cruise e cacciabombardieri. A motivare l'operazione il mai dimostrato possesso da parte dell'Iraq di armi di distruzione di massa e il presunto appoggio ad al-Qaeda. Il 9 aprile la capitale Baghdad fu conquistata dalle forze statunitensi, agli ordini del generale Tommy Franks. Il giorno dopo, contemporaneamente al famoso abbattimento della grande statua di Saddam Hussein nella centrale piazza Al Ferdous con l'aiuto di un carro armato USA, i Curdi (alleati della Coalizione) entrarono a Kirk e il 15 aprile cadde anche Tikrit, la città natale di Saddam. Se inizialmente la folla esultò, subito dopo si scatenarono ovunque saccheggi e il 24 aprile a Kerbala migliaia di Sciiti attuarono la prima manifestazione anti-americana. Il 1° maggio il presidente Bush annunciò ufficialmente la fine delle ostilità in Iraq dal ponte della portaerei Lincoln e la vittoria della Coalizione. Ai primi di luglio il proconsole americano a Baghdad Paul Bremer annunciò la creazione di un Consiglio del Governo transitorio dotato di poteri esecutivi. Il 22 maggio i figli di Saddam, Uday e Qusay, furono uccisi a Mossul. Ma poco più di un mese dopo, il 19 agosto, venne inflitto il primo duro colpo alle speranze di pace: un attacco contro la sede dell'ONU a Baghdad provocò la morte di 22 persone, tra cui il rappresentante speciale Sergio Vieira de Mello. Questo fu il primo di un'interminabile serie di attentati contro le forze di occupazione, che fecero aumentare il numero delle vittime della guerra in Iraq: dall'inizio del conflitto al 2006 si calcolarono più di 35.000 caduti iracheni e oltre 2.300 morti americani. Ai primi di settembre 2003 si insediò il primo Governo transitorio del dopo-Saddam e il 13 dicembre le forze speciali statunitensi catturarono Saddam Hussein, il cui processo per genocidio iniziò il 19 aprile 2005.
I marines abbattono la statua di Saddam Hussein a Baghdad

LA GLOBALIZZAZIONE E IL POPOLO DI SEATTLE

Il movimento internazionale detto Popolo di Seattle prende il nome dalla città in cui venne alla ribalta quando, nel novembre 1999, ebbe luogo la sua prima grande uscita pubblica per dimostrare contro la conferenza della World Trade Organization (WTO), per dire no ai cibi transgenici e sì alla remissione del debito dei Paesi poveri. Allora il variegato mondo dei contestatori - costituito da ambientalisti, verdi contrari agli organismi geneticamente modificati a favore della biodiversità, studenti, anarchici, organizzazioni non governative impegnate per il Terzo Mondo, tute bianche - diede prova della sua forza eversiva e d'opinione tra lacrimogeni e sassaiole. Le autorità cittadine, preoccupate, decisero di mettere in atto un coprifuoco che, di fatto, accelerò il fallimento del vertice. Quelli che prima erano gruppi sparuti impegnati in proteste isolate si unirono in un'unica e grande battaglia, con il fine di dimostrare che l'origine di tutti i mali della società andasse ricercata nell'economia globale, nella quale i capitali finanziari circolano facilmente tra i Paesi e le imprese multinazionali controllano un incredibile potere economico. Da allora il Popolo di Seattle, denominato anche no-global (nome ispirato a No logo, opera di Naomi Klein eletta a manifesto del movimento), mobilitò l'opinione pubblica grazie all'utilizzo di Internet, strumento della globalizzazione che si dimostrò, però, arma vincente, essendo un mezzo a basso costo per farsi conoscere, pubblicizzare le proprie campagne, promuovere la raccolta di fondi, coordinare attivisti e volontari. In nome di un mondo di pace, di cooperazione e di uguaglianza, i no-global si fecero portavoce della difesa dei diritti degli animali, della riduzione del debito del Terzo Mondo, dell'abolizione del lavoro minorile, della difesa del diritto a una sana alimentazione e alla salute contro i monopoli delle multinazionali farmaceutiche e agricole, di una campagna di sensibilizzazione nei confronti della natura. Ogni impegno internazionale come i G8 (forum di confronto e discussione fra i capi di Stato degli 8 Paesi maggiormente industrializzati), convocati per discutere di ambiente, economia, commercio internazionale, diventò occasione di richiamo per il Popolo di Seattle. Le reazioni del potere ufficiale furono dure e, in alcuni casi, violente (durante il G7 di Washington dell'aprile 2000, il G20 di Montreal dell'ottobre 2000, la riunione del Consiglio europeo a Göteborg del giugno 2001, il G8 di Evian del maggio 2003, il G8 di Gleneagles del luglio 2005). Gli scontri più duri si ebbero durante il G8 di Genova del luglio 2001: il bilancio pesantissimo fu di un morto, più di 500 feriti e oltre 200 arresti. Tra i protagonisti di punta del movimento ricordiamo José Bové, Naomi Klein, il linguista Noam Chomski e, per l'Italia, Vittorio Agnoletto, già presidente della LILA (Lega Italiana per la Lotta all'AIDS), e padre Alex Zanotelli. Da ricordare inoltre l'intervento, a favore delle istanze sostenute dal Popolo di Seattle, di numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra i quali Manu Chao, gli U2, Bob Geldolf, Jovanotti, 99 Posse.

IL TERRORISMO INTERNAZIONALE E GLI STATI UNITI D'AMERICA

Il terrorismo internazionale è una forma di lotta politica emersa con particolare intensità a partire dal 1970. Scaturito dalle tensioni in Medio Oriente e dalla proliferazione di movimenti estremistici arabi e musulmani, colpì inizialmente obiettivi militari e civili statunitensi e israeliani. Dopo l'11 settembre 2001 e conseguentemente all'appoggio di molti Stati europei alla politica anti-terroristica statunitense, esso si rivolse anche verso altre Nazioni. Il primo episodio legato al terrorismo internazionale fu, il 5 settembre 1972, il sequestro di 11 atleti israeliani al villaggio olimpico di Monaco da parte del gruppo palestinese Settembre nero. Durante l'irruzione delle teste di cuoio all’aeroporto di Monaco (le autorità tedesche fecero credere ai terroristi che sarebbero state accettate le loro richieste di liberazione di 250 palestinesi e libanesi e che sarebbe stata protetta la loro fuga) morirono tutti gli ostaggi, 5 terroristi e 1 poliziotto. Il 4 novembre 1979 gli studenti islamici di Teheran irruppero nell'ambasciata USA e tennero in ostaggio 52 cittadini statunitensi per 44 giorni. Il 18 aprile 1983 un'autobomba uccise 63 persone (tra cui 17 americani) nell'ambasciata USA di Beirut. Il 23 ottobre 1983 un attacco suicida di estremisti sciiti fece saltare le installazioni militari statunitensi e francesi a Beirut, causando la morte di 241 marines e 58 parà francesi. Fu considerato responsabile di questa strage il miliardario saudita Osama Bin Laden, ritenuto il maggiore finanziatore del terrorismo di matrice islamica. Il 12 dicembre 1983 estremisti sciiti piazzarono alcune autobombe nelle vicinanze delle ambasciate degli Stati Uniti e della Francia a Kuwait City, provocando la morte di 5 persone e il ferimento di 86. Il 20 settembre 1984 un'autobomba all'ambasciata USA di Beirut uccise 16 persone e ferì l'ambasciatore. Il 14 giugno 1985 estremisti sciiti dirottarono su Beirut un Boeing 727 della TWA, chiedendo la liberazione di 700 militanti. Morì un marinaio statunitense e 39 americani rimasero per due settimane nelle mani dei dirottatori. L'8 ottobre 1985 la nave Achille Lauro fu dirottata durante una crociera e lo statunitense paraplegico Leon Klingoffer fu ucciso. Il 5 settembre 1986 un jumbo della Pan Am fu dirottato a Karachi, in Pakistan; 20 persone perirono durante l'irruzione delle forze speciali nell'aereo. Il 21 dicembre 1988 esplose nei cieli di Lockerbie, in Scozia, un Jumbo della Pan Am in volo verso New York. Morirono 270 persone. Il 26 febbraio 1993 una bomba esplose nel parcheggio del World Trade Center di New York, causando 6 morti e più di 1.000 feriti. Se inizialmente i colpevoli vennero ricercati nel terrorismo egiziano di marca fondamentalista islamica, ulteriori indagini portarono ad associare l'attentato ancora a Bin Laden e alla sua organizzazione al-Qaeda, che furono gli artefici di quasi tutti gli atti terroristici successivi. Il 13 novembre 1995 un'autobomba esplose presso il comando militare USA a Riyadh, in Arabia Saudita, provocando la morte di 5 militari. Il 25 giugno 1996 un camion imbottito di esplosivo esplose nei pressi delle Khobar Towers di Dharan, in Arabia Saudita, causando la morte di 19 uomini dei servizi americani e centinaia di feriti. Il 7 agosto 1998 due autobombe devastarono le ambasciate USA a Nairobi (Kenya) e a Dar-es-Salaam (Tanzania). A Nairobi ci furono 212 morti e 4.650 feriti, in Tanzania 11 morti e 72 feriti. Il 12 ottobre 2000 un attacco terrorista all'unità "Cole", durante il rifornimento nel porto di Aden, nello Yemen, causò la morte di 17 marinai americani. L'11 settembre 2001, alle 8,45, un Boeing 767 della United Airlines si schiantò su una delle Torri Gemelle di New York. Poco dopo un secondo aereo colpì la Torre Sud, mentre un terzo aereo si schiantò sul Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa, a Washington. Contemporaneamente un quarto aereo con 45 passeggeri a bordo precipitò in Pennsylvania, vicino a Pittsburgh. Complessivamente morirono circa 2.800 persone. Spagna e Gran Bretagna, considerate responsabili, a fianco degli Stati Uniti, del conflitto in Iraq, furono gli obiettivi dei successivi due attentati di al-Qaeda. L'11 marzo 2004 dieci bombe furono fatte esplodere a Madrid su quattro treni alle stazioni di Atocha, El Pozo e Sant'Eugenia, nell'arco di venti minuti, tra le 7,40 e le 8,00 del mattino. Il bilancio fu di oltre 190 morti e 1.250 feriti. Il 7 luglio 2005 una serie di esplosioni in rapida successione colpì tre stazioni della metropolitana di Londra e un autobus. L'attentato, rivendicato dalle brigate Abu Hafs al Masri, il gruppo legato ad al-Qaeda, provocò 52 vittime e decine di feriti.
Lo sceicco saudita Osama Bin Laden

LO TSUNAMI E KATRINA

Gli sconvolgimenti ambientali di tipo planetario provocati dall'uomo hanno causato nel recente passato disastri naturali (tsunami, uragani, ecc.) non più sporadici, ma sistematici. I grandi protocolli ambientali, concordati dalle Nazioni della Terra, stanno cercando di correre ai ripari, ma con interventi non incisivi e poco celeri. Fin quando le grandi potenze non decideranno di intervenire per ridurre le emissioni di CO2, causa del preoccupante cambiamento climatico, dovremo prepararci ad altri disastri ambientali. Le calamità naturali più devastanti degli ultimi anni sono state lo tsunami (parola giapponese che significa "onda del porto": l'onda infatti attraversa interi oceani percorrendo anche migliaia di chilometri silenziosamente, per poi abbattersi come un gigantesco muro d'acqua sulle coste, distruggendo tutto ciò che incontra) del dicembre 2004 e l'uragano Katrina dell'agosto 2005. Lo tsunami scatenatosi alle ore 1.58 italiane del 26 dicembre 2004 è stato generato da un forte terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter, tra i più violenti degli ultimi 100 anni, con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, alla profondità di circa 10 km. Lo tsunami in poche ore ha investito le coste che si affacciano sul Golfo del Bengala, in particolare Sri Lanka, Thailandia, Maldive, Cocos Island, Sumatra, Bangladesh, India, Malaysia, Myanmar, Singapore, provocando danni vastissimi e centinaia di migliaia di vittime e di dispersi. Ha raggiunto addirittura le coste africane di Somalia, Kenya e Tanzania. Le aree più devastate sono state la provincia indonesiana di Banda Aceh e l'isola thailandese di Phuket. A neanche un anno di distanza dallo tsunami che ha colpito il Sud-Est asiatico, nell'agosto 2005 gli Stati di Louisiana, Mississippi e Alabama sono stati investiti da un uragano di intensità 5 (tra i più forti che siano mai approdati sulla costa degli Stati Uniti), che ha sviluppato venti di 280 km/h. Il 29 agosto, alle ore 13.15 italiane, la corrente elettrica è saltata a New Orleans, quando l'occhio del ciclone Katrina ha raggiunto la foce del Mississippi, abbattendosi sulla Grand Isle, circa 110 km a Sud di New Orleans. In breve New Orleans - posta sotto al livello del mare - è stata completamente devastata. Il giorno successivo, l'argine naturale che protegge la città dal mare ha ceduto in due punti e si è aperta una breccia nella diga sul Lago Pontchartrain: l'acqua ha così inondato l'80% della metropoli. Nonostante il sindaco abbia lanciato numerosi appelli alla popolazione perché lasciasse la città, migliaia di cittadini non si sono allontanati, trovando rifugio nello stadio Superdome, che la forza dei venti ha in parte scoperchiato. Effetto serra da una parte, erosione costiera dall'altra - e dietro entrambi i fenomeni la mano dell'uomo che sacrifica la natura allo sviluppo e al profitto - sono stati messi sul banco degli imputati di una catastrofe naturale che ha distrutto quella che per decenni era stata la culla della musica jazz, mietendo migliaia di vittime e creando un milione di senza tetto.

LA GRAVE CRISI ECONOMICA DEL 2008

Nell'autunno del 2008 una crisi economica e finanziaria partita dagli Stati Uniti d'America coinvolse in breve tempo la gran parte dei paesi industrializzati innescando una recessione di portata mondiale che non aveva avuto eguali per dimensioni e diffusione prima di allora. Definita la peggior crisi dopo quella del 1929, la crisi del 2008 proveniva dal centro del sistema, cioè da Wall Street, e mise in ginocchio l'intero segmento e investì il cuore della globalizzazione, che trovava nella finanza l'elemento chiave. La crisi ebbe inizio nell'agosto 2007, in seguito alla politica del credito facile e più precisamente per il crack dei cosiddetti mutui subprime (mutui cioé effettivamente a rischio). L'onda lunga della crisi innescata dall'implosione dei mutui immobiliari americani irruppe nell'autunno 2008 con una successione di eventi allarmante: i mercati azionari internazionali vennero letteralmente messi sotto pressione e il sistema finanziario globale venne scosso dagli effetti che le insolvenze sul mercato dei mutui statunitensi ad alto rischio catapultarono sulle borse di tutto il mondo. La crisi generò una pluralità di dissesti bancari. La lista delle vittime sembrava crescere di settimana in settimana, cambiando il volto di Wall Street e dando alle autorità ruoli nuovi. All'inizio di settembre, per evitare una catastrofe sui mercati finanziari americani e mondiali, il governo del presidente George W. Bush dovette scendere in campo per salvare, tramite il commissariamentola Federal National Mortgage Association e la Federal Home Loan Mortgage Corporation, due giganti del mercato finanziario immobiliare. A distanza di una settimana scoppiò il caso Lehman Brothers, una delle principali banche d'affari al mondo. Questa volta il salvagente pubblico non arrivò e la banca fu costretta al fallimento più grande nella storia delle bancarotte mondiali. A fine settembre la Sec, l'Authority di controllo dei mercati, approvò la trasformazione in banche commerciali delle due banche d'investimento superstiti, Morgan Stanley e Goldman Sachs. Ciò sancì di fatto la fine del modello di banca di investimenti che dominava Wall Street da oltre un ventennio. Il 3 ottobre, dopo un difficile iter parlamentare preceduto da una fitta serie di consultazioni e da appelli al senso di responsabilità comune, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti approvò in via definitiva il pacchetto di misure di emergenza volto ad arginare la crisi finanziaria. Il maxi piano di salvataggio Usa ammontava a 850 miliardi di dollari: ai 700 miliardi per soccorrere il sistema finanziario infatti se ne aggiunsero altri 150 per un pacchetto decennale di sgravi e deduzioni fiscali per cittadini in difficoltà con i mutui. Il fallimento di Lehman Brothers fece capitolare le banche europee ed asiatiche. Gli effetti arrivarono anche in Europa, dove molte banche avevano acquistato e rivenduto ad altri gruppi bancari e assicurativi le obbligazioni strutturate sui mutui subprime. Di fronte a questa drammatica situazione divenne indispensabile l'intervento delle Banche centrali, che già in stato di massima allerta, iniettarono liquidità supplementari per garantire il funzionamento dei sistemi interbancari. La discesa delle quotazioni aumentava infatti il rischio di scalate ostili che avrebbero potuto favorire una speculazione selvaggia, forte del difficile momento vissuto in questa fase dal mercato.
Le banche italiane non corsero particolari rischi essendo ai margini della tempesta: se la cavarono con un calo del loro valore di borsa, a volte anche consistente, ma inferiore a molte altre banche europee. Le banche e le assicurazioni italiane beneficiarono del loro minor grado di globalizzazione e "finanziarizzazione" che, considerato come un fattore di arretratezza negli anni precedenti, si convertiva ora in un elemento positivo. Proprio al fine di fronteggiare la situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali, l'8 ottobre 2008 il Governo italiano varò alcune misure urgenti con un decreto legge che istituì un ulteriore grado di garanzia per i risparmiatori italiani oltre a quelli già previsti nel Fondo interbancario.
In tutta Europa i crescenti timori di una recessione spinsero i capi di Stato e di governo a lanciare un piano di azione comune che desse una risposta coordinata alla crisi di credibilità e di liquidità dei mercati finanziari europei. Il presidente di turno dell'Unione europea, il francese Nicolas Sarkozy, raccogliendo un sostanziale consenso sulla necessità di risposte comuni, il 12 ottobre 2008 convocò un vertice straordinario dell'Eurogruppo per dare un inquadramento coordinato alle iniziative nazionali sulla crisi. L'accordo raggiunto dai quindici Paesi dell'Eurozona prevedeva garanzie sui prestiti interbancari e garanzie pubbliche in caso di eventuali ricapitalizzazioni delle banche in difficoltà. Dall'inizio del 2008 a fine ottobre si segnalò una perdita totale di valore delle borse mondiali di 25.000 miliardi di dollari.
Per rispondere in modo sistemico alla crisi finanziaria mondiale venne raggiunto un accordo tra il presidente americano uscente George W. Bush, Nicolas Sarkozy e il presidente della Commissione europea Manuel Barroso sull'organizzazione di un vertice internazionale che si sarebbe tenuto il 15 novembre 2008 a Washington. Al centro del vertice G20, a cui avrebbero partecipato i 19 Paesi più industrializzati del mondo più l'Unione Europea, l'analisi di una risposta alla crisi globale, ma anche un ripensamento dell'architettura finanziaria mondiale e l'elaborazione di strategie per la protezione del libero mercato: per questo, insieme ai leader mondiali, sarebbero stati presenti al tavolo anche le maggiori istituzioni sovranazionali, come Onu, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale.

LA SVOLTA DEGLI USA: L'ELEZIONE DI OBAMA

Il 2008 è stato caratterizzato dalla lunga corsa alla Casa Bianca: tra gennaio e giugno si sono svolti in tutti gli Stati dell'Unione le elezioni primarie o i caucus per la selezione dei candidati alla presidenza all'interno dei partiti maggiori. Era dal 1928 che non si assisteva ad una elezione in cui nessun candidato godesse del vantaggio dell'incumbency, cioè del fatto di essere presidente o vicepresidente uscente (infatti George W. Bush dopo due mandati di 4 anni non era più rieleggibile e il vicepresidente Dick Cheney aveva comunicato sin dall'inizio del suo mandato di non volersi candidare), per cui l'esito di questa tornata elettorale era particolarmente incerto. Tra i Repubblicani la corsa si è trasformata in un testa a testa tra il veterano di guerra John McCain e Mitt Romney, con l'affermazione del primo dei due, mentre il duello democratico ha visto fronteggiarsi Hillary Rodham Clinton e Barack Obama: quest'ultimo all'inizio di giugno è stato dichiarato vincitore, ma la Clinton ha scelto comunque di rimanere in corsa. Il 4 novembre si sono svolte le elezioni presidenziali ed è stato eletto Obama, 44° presidente della storia della Federazione e primo afroamericano a ricoprire questo ruolo. Figlio di un immigrato del Kenya e di una madre bianca del Kansas, Obama si è laureato in Scienze politiche e poi in Giurisprudenza. Nel 1992 ha sposato Michelle Robinson, conosciuta in uno studio legale di Chicago, e nel 1996 è stato eletto senatore dell'Illinois, divenendo nel 2004 il rappresentante dell'Illinois al Congresso degli Stati Uniti.
La vittoria di Barack Obama alle presidenzali del 2008

PERSONAGGI CELEBRI

Osama Bin Laden

Leader del movimento integralista al-Qaeda, nato da una ricca famiglia di origine yemenita imparentata con i reali (n. Riyadh 1957). Laureatosi in Ingegneria all'università di Gedda, nel 1980, allorché l'Afghanistan fu invaso dalle truppe sovietiche, partecipò alla guerriglia contro gli occupanti. Nel 1989 fondò il gruppo terroristico di ispirazione fondamentalista al-Qaeda. Divenuto indesiderabile in molti Paesi arabi, riparò in Sudan e di lì in Afghanistan, dove presumibilmente vive tuttora in luoghi segreti. È ritenuto il mandante degli attacchi alle ambasciate americane di Nairobi in Kenya e Dar-es-Salaam in Tanzania (agosto 1998), degli attentati a Riyadh (1995), Dahran (1996) e Aden (2000), nonché dei sanguinosi attacchi dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono. In seguito al conflitto promosso dall'Alleanza del Nord e dalle truppe occidentali contro il regime di Kabul, accusato di appoggiare i terroristi islamici, Osama riuscì a far perdere le sue tracce, dando adito a una ridda di ipotesi sulla sua fine.
Osama Bin Laden

George Walker Bush junior

Quarantatreesimo presidente degli Stati Uniti (n. New Haven, Connecticut 1946). Figlio di George Herbert Walker Bush, si laureò presso la Yale University in Storia nel 1968 e si diplomò in Economia presso l'Harvard University nel 1975. Fu in seguito pilota aereo della Guardia nazionale texana (1968-73). Nel 1975 fondò a Midland, nel Texas, una società di sfruttamento petrolifero ed energetico, la Bush Exploration. La sua carriera politica iniziò nel 1978 quando si candidò nel Partito repubblicano e fu eletto alla Camera dei rappresentanti del Texas. Nel 1988 curò come consigliere la campagna elettorale per le presidenziali del padre e nel 1994 fu nominato governatore del Texas. Riconfermato nel 1998, abbandonò la carica nel 2000, quando venne eletto presidente degli Stati Uniti battendo di strettissima misura il democratico Al Gore. Il suo programma fu incentrato sulla riduzione delle tasse, la riforma della scuola con attribuzione di maggiori poteri agli Stati federali, l'irrigidimento della morale pubblica (lotta all'aborto, alla depenalizzazione, alla droga), il rifiuto di sottoscrivere l'Accordo di Kyoto per diminuire le emissioni di ossido di carbonio e l'ampliamento di ricerche petrolifere in Alaska. Sul piano internazionale, Bush fu favorevole alla ripresa del piano per lo "scudo stellare", a un ripensamento dei rapporti con la Russia, al disimpegno nei Balcani, all'incentivazione delle spese militari. Pochi mesi dopo il suo insediamento, si trovò ad affrontare una delle crisi più gravi a cui sia andato incontro il suo Paese, quella scaturita dagli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono dell'11 settembre 2001. Promotore di una massiccia azione militare contro il terrorismo internazionale, il 7 ottobre 2001 Bush attaccò l'Afghanistan. Dopo aver soppiantato il regime dei Talebani nel mese di novembre, ribadì che il conflitto sarebbe proseguito fino a quando non fosse stato sconfitto il terrorismo. Il 20 marzo 2003, senza l'approvazione dell'ONU, diede avvio ai bombardamenti in Iraq, considerato un Paese facente parte del cosiddetto "asse del male". Sostenuto da altri Paesi (tra cui la Gran Bretagna e l'Italia) e fortemente criticato da altri (Francia e Germania), portò avanti la missione in Iraq fino alla caduta del regime di Saddam Hussein (9 aprile). Deciso a mantenere la presenza americana nel Paese anche dopo la fine del conflitto, dovette fronteggiare la resistenza irachena che organizzò attentati e attacchi contro obiettivi presidiati dalle forze di occupazione alleate. In calo di popolarità per le numerose vittime americane in Iraq, recuperò la fiducia e il sostegno degli statunitensi grazie alla cattura di Saddam Hussein, avvenuta il 13 dicembre 2003. Nelle elezioni presidenziali del novembre 2004 si impose sul democratico John Kerry e fu riconfermato per altri quattro anni alla Casa Bianca, ottenendo oltre 59 milioni di voti, più di qualsiasi altro presidente nella storia degli Stati Uniti d'America.
George W. Bush, 43° presidente degli Stati Uniti

Il repubblicano George W. Bush viene riconfermato presidente degli Stati Uniti d’America

Saddam Hussein

Uomo politico iracheno (Tikrit 1937 - Baghdad 2006). Nato in una famiglia di origini modeste, all'età di dieci anni si trasferì a Baghdad e aderì al Partito socialista di unità araba Baath. A 22 anni, nel 1959, prese parte al fallito tentativo di assassinio del dittatore militare Abdul Karim Kassem; condannato a morte, riparò prima in Siria, poi in Egitto, al Cairo, dove frequentò la facoltà di Legge. Ritornato in Iraq nel 1963, l'anno successivo fu nominato vicesegretario del Baath. Incarcerato nel 1964 perché considerato responsabile della morte del generale Abd al-Salam Aref, evase nel 1967 e nel 1968 contribuì al colpo di Stato non violento realizzato dal Partito Baath ai danni del regime militare filo-nasseriano di Abd al-Rahman Aref, fratello del precedente presidente iracheno. Nello stesso anno conseguì la laurea in Giurisprudenza all'università di Baghdad. Generale dell'esercito iracheno nel 1973, nel 1979 fu eletto presidente dell'Iraq. Fin dall'inizio Hussein promosse una sanguinosa repressione contro gli oppositori del regime, intraprese una politica imperniata sulla nazionalizzazione del petrolio, sulla promozione di riforme socialiste e sull'avvicinamento all'Unione Sovietica, pur mantenendo buoni rapporti con i Paesi occidentali importatori di greggio. Impiegò i proventi derivanti dal petrolio per svolgere un ruolo egemonico nella regione medio-orientale, scatenando la reazione dell'Iran. Ne conseguì un lungo e sanguinoso conflitto (1980-88) tra Iraq e Iran che provocò più di un milione di vittime. Contemporaneamente Saddam autorizzò l'uso delle armi chimiche, vietate dalle convenzioni internazionali, per annientare la minoranza curda in Iraq. Dopo aver portato il suo Paese in una posizione di grande isolamento, il 2 agosto 1990 il raìs invase il piccolo ma ricchissimo Emirato del Kuwait. Immediate furono le reazioni dell'ONU, che condannò l'aggressione e decretò l'embargo commerciale, e di gran parte della comunità internazionale che il 17 gennaio 1991, sotto la guida degli Stati Uniti, bombardò Baghdad, dando inizio alla guerra del Golfo (conclusasi dopo 42 giorni di scontri con la resa di Saddam). Nell’ottobre 1995 il raìs, con lo scopo di rinnovare la sua carica, indisse un referendum che, con il 99,96% dei voti, gli conferì un altro mandato di sette anni, confermandolo padrone assoluto dell’Iraq. Nell'ottobre 2002 fu rieletto alla presidenza del Paese con l'unanimità dei voti. Sospettato di produrre armi chimiche e atomiche, Saddam si oppose alle ispezioni dell'ONU, creando tensioni sempre più forti con USA e Gran Bretagna. Nel novembre 2002, all'ennesima richiesta statunitense e delle Nazioni Unite di poter esaminare siti contenenti eventuali arsenali proibiti, Hussein accettò l'invio degli ispettori ONU, ma gli Stati Uniti gli chiesero formalmente di abbandonare il potere lasciando il Paese. A un suo rifiuto la coalizione anglo-statunitense, senza l'approvazione dell'ONU, il 20 marzo 2003 diede inizio al conflitto. Dopo la presa della capitale da parte delle truppe anglo-americane (9 aprile), Hussein fece perdere le tracce di sé. Le ricerche continuarono nei mesi successivi (in luglio i suoi due figli, Uday e Qusay, morirono durante il tentativo di cattura) e il 13 dicembre 2003 il raìs fu catturato nel villaggio di Dawar. Detenuto in un primo tempo in Iraq in una struttura segreta presidiata da militari statunitensi, fu poi trasferito in un carcere a Baghdad. Nell'ottobre del 2005 iniziò il processo a suo carico da parte di un tribunale iracheno, con l'accusa di crimini contro l'umanità, in particolare per la strage avvenuta nel 1982 nella cittadina di Dujail (148 sciiti uccisi), a Nord della capitale. Il 5 novembre 2006 fu condannato a morte e il 30 dicembre venne impiccato a Baghdad, nella sede dei servizi segreti militari iracheni.
Saddam Hussein

Ritratto del dittatore iracheno Saddam Hussein

Barack Hussein Obama II

Uomo politico statunitense e 44° presidente degli Stati Uniti (n. Honolulu, Hawaii 1961). Dopo l'infanzia trascorsa tra Honolulu e Giacarta con la nuova famiglia materna - i genitori si erano separati, il padre kenyota era morto e la madre bianca si era risposata con un indonesiano - O. studiò alla Columbia University dove si laureò in Scienze politiche con una specializzazione in Relazioni internazionali. Nel 1991 conseguì a Harvard una seconda laurea in Giurisprudenza e nel corso di uno stage estivo conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio, che sposò nel 1992. L'impegno politico di O. iniziò quello stesso anno quando, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il futuro presidente Clinton portandogli circa 100.000 voti. Uomo noto a Chicago, dove lavorando in uno studio legale si era occupato di diritti civili, nel 1996 O. fu eletto senatore dell'Illinois e nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del Senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani. Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie meno abbienti, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell'Aids. Nel 2000 si candidò alle primarie del Partito democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale dell'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush. Dopo la sconfitta, O. si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena capitale e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine. Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali. Quando nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo Stato al Congresso, O. stravinse sull'avversario repubblicano. A quattro mesi dal suo arrivo al Senato, il "Time" lo dichiarò "uno dei più ammirati politici in America" e la rivista "New Statesman" uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo". Nel corso degli anni in Senato O. fu membro di varie commissioni, tra cui Relazioni internazionali, Salute, educazione, Lavoro e pensioni, Sicurezza nazionale e Affari di governo. O. svolse un ruolo attivo per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione, si occupò della riduzione delle armi convenzionali e di distruzione di massa e si battè per la trasparenza dei fondi federali, per l'aumento della responsabilità dei legislatori. Le iniziative di O. riguardo all'energia riscossero plausi da parte degli ambientalisti, in particolare la sua proposta sul riscaldamento globale presentata con il senatore John McCain, per ridurre le emissioni di gas serra di due terzi entro il 2050. Obama presentò il "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal 1° maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008. Il 10 febbraio 2007 O. annunciò la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2008. La sfida per la nomination democratica lo vide vincitore sull'ex first lady Hillary Rodham Clinton, mentre nella fase finale della corsa alla Casa Bianca O. si impose sull'avversario repubblicano John McCain. Il 4 novembre O. venne eletto 44° presidente della storia della Federazione: fu il primo afroamericano a ricoprire questo ruolo.

José Luis Rodríguez Zapatero

Uomo politico spagnolo (n. Valladolid 1960). Proveniente da una famiglia animata da simpatie socialiste (il nonno fu fucilato dai franchisti durante la guerra civile spagnola), nel 1979 Zapatero aderì al PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo). Conseguita la laurea in Diritto nel 1982 all'Università Complutense di León, rimase presso lo stesso ateneo fino al 1986 ricoprendo l'incarico di professore di Diritto costituzionale. Divenuto segretario comunale del PSOE a León e attivo membro della gioventù socialista, Zapatero si candidò alle elezioni politiche del 1986: eletto deputato (fu uno dei più giovani deputati alle Cortes), appoggiò le riforme progressiste del premier Felipe González. Fu nuovamente eletto deputato nel 1989, nel 1993, nel 1996 e nel 2000. Segretario generale della Federazione socialista di León dal 1988 al 2000, e segretario generale del PSOE nonché presidente del gruppo parlamentare socialista alla Camera dei Deputati nel 2000, durante il Governo Aznar (1996-2004) si distinse come uno degli oppositori più intransigenti, in particolare per quanto riguarda la lotta all'ETA. Uomo pragmatico e riflessivo, ricompattò la struttura del PSOE e ne valorizzò le radici tradizionali, senza dimenticare le spinte innovatrici della parte riformatrice del partito rappresentata dalla corrente da lui capeggiata, "Nuova Via". Nominato vicepresidente dell'Internazionale Socialista nel 2003, il 17 aprile 2004 fu eletto primo ministro della Spagna. Zapatero garantì una cospicua presenza femminile in Parlamento e nel Governo (metà dei ministri sono donne), ritirò le truppe spagnole dall'Iraq, diminuì i contatti politici con Stati Uniti d'America, Gran Bretagna e Italia, preferendo un'alleanza più stretta con Germania e Francia, ma respinse le proposte dell'estrema sinistra di ritirare le truppe impegnate in Afghanistan. Dopo aver vinto le elezioni europee del giugno 2004 (in cui ottenne il 47% dei voti), Zapatero fu criticato dalla Chiesa cattolica per la sua proposta di nazionalizzare e vendere i terreni appartenenti a vescovi e cardinali. Da un punto di vista economico, proseguì la politica di Aznar. Nell'aprile 2005 approvò la legge che garantisce agli omosessuali la possibilità di sposarsi e di adottare dei figli.
José Luis Rodriguez Zapatero

RIASSUNTO CRONOLOGICO

1972 (5 settembre): 11 atleti israeliani vengono sequestrati alle Olimpiadi di Monaco dal gruppo palestinese Settembre nero. Durante l'irruzione delle teste di cuoio, muoiono tutti gli ostaggi, 5 terroristi e 1 poliziotto.

1974: Timor Est ottiene l'indipendenza dal Portogallo.

1975 (dicembre): L'Indonesia interviene militarmente a Timor Est, decidendo l'annessione del territorio.

1979 (4 novembre): Gli studenti islamici di Teheran irrompono nell'ambasciata USA e tengono in ostaggio 52 cittadini statunitensi per 44 giorni.

1983 (18 aprile): Un'autobomba uccide 63 persone, tra cui 17 americani, nell'ambasciata USA di Beirut.

1983 (23 ottobre): Un attacco suicida di estremisti sciiti contro le installazioni militari statunitensi e francesi a Beirut provoca la morte di 241 marines e 58 parà francesi. 1986: In Gran Bretagna viene accertato il primo caso di BSE.

1986: Un'esplosione distrugge una discoteca di Berlino Ovest frequentata da militari statunitensi: due persone perdono la vita e 200 rimangono ferite.

1988 (21 dicembre): Un Jumbo della Pan Am viene fatto esplodere in volo nei cieli scozzesi di Lockerbie. Responsabili dell'attentato, di cui rimangono vittime 270 persone, vengono indicati i servizi segreti libici.

1993 (26 febbraio): Un'esplosione al parcheggio del World Trade Center di New York provoca la morte di sei persone e il ferimento di oltre 1.000. Per la prima volta si parla della possibile implicazione del miliardario saudita Osama Bin Laden.

1994 (1° gennaio): Si costituisce l'Istituto Monetario Europeo (IME), con il compito di preparare la transizione verso l'Euro. Verrà sostituito nel 1999 dalla Banca Centrale Europea (BCE).

1995: Un giovane inglese di 19 anni è la prima vittima accertata della variante umana della malattia di Creutsfeld-Jacobs, dall'anno seguente ufficialmente connessa al morbo della BSE.

1996: Duro attacco dell'Iraq contro i Curdi.

1996 (25 giugno): 19 uomini dei servizi americani trovano la morte in seguito all'esplosione nei pressi delle Khobar Towers di Dharan, nella parte orientale dell'Arabia Saudita. L'attentato è legato all'associazione terroristica al-Qaeda di Osama Bin Laden.

1998: A Timor Est si scontrano manifestanti ed esercito.

1998 (7 agosto): 223 persone vengono uccise durante gli attentati, pressoché contemporanei, alle ambasciate statunitensi di Nairobi (Kenya) e Dar-es-Salaam (Tanzania), imputabili ai terroristi di Osama Bin Laden.

1999 (1° gennaio): L'Euro diventa una moneta reale con valore legale. 11 Paesi europei entrano a far parte della Moneta Unica: Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Olanda, Finlandia, Austria, Spagna, Portogallo, Irlanda. Nasce la Banca Centrale Europea (BCE) con il fine di controllare e regolare la politica monetaria europea.

1999 (30 novembre): A Seattle, in occasione della riunione del WTO, migliaia di dimostranti si scontrano con la polizia locale: è la data ufficiale della nascita del movimento del Popolo di Seattle.

2000 (12 ottobre): Una piccola imbarcazione imbottita di esplosivo si lancia contro la nave da guerra americana USS Cole, ferma nel porto yemenita di Aden. Il bilancio è di 17 le vittime e di decine di feriti.

2001 (16 gennaio): Primo caso di BSE accertato in un allevamento italiano.

2001 (19-22 luglio): Genova: in occasione del G8 vengono organizzate imponenti manifestazioni di piazza turbate dall'intervento di un gruppo di autonomi e dalla risposta delle forze dell'ordine. Grave il bilancio: un morto, oltre 500 feriti e più di 200 persone arrestate.

2001 (11 settembre): Quattro aerei delle linee civili statunitensi vengono dirottati nei cieli dell'Est degli Stati Uniti: due si schiantano sulle Torri Gemelle del World Trade Center di New York, facendole successivamente crollare, uno precipita sul Pentagono mentre un quarto cade al suolo nei pressi di Pittsburgh. Circa 2.800 sono le vittime di questi attentati, rivendicati dal gruppo terroristico al-Qaeda.

2001 (7 ottobre): Stati Uniti e Gran Bretagna, appoggiati da un folto gruppo di Paesi alleati, iniziano il bombardamento dell'Afghanistan, colpevole di non aver voluto consegnare loro Osama Bin Laden.

2002 (1° gennaio): Entrano in circolazione le banconote e le monete in Euro.

2003 (20 marzo): Alle ore 3,35 italiane, Stati Uniti e Gran Bretagna danno ufficialmente inizio alla guerra in Iraq con il bombardamento di Baghdad, senza l'avallo dell'ONU.

2003 (1° maggio): Il presidente statunitense Bush annuncia ufficialmente la fine delle ostilità in Iraq e la vittoria della Coalizione.

2003 (13 dicembre): Saddam Hussein è catturato dalle forze speciali statunitensi.

2004 (11 marzo): Dieci bombe esplodono a Madrid su quattro treni alle stazioni Atocha, El Pozo e Sant'Eugenia, provocando oltre 190 morti e 1.250 feriti. Gli attentati sono rivendicati da al-Qaeda.

2004 (26 dicembre): Alle ore 1.58 italiane uno tsunami, provocato da un forte terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, investe le coste che si affacciano sul Golfo del Bengala causando danni vastissimi e centinaia di migliaia di vittime e di dispersi.

2005 (4 marzo): Durante la liberazione della giornalista de Il manifesto Giuliana Sgrena, viene ucciso a Baghdad il funzionario del SISMI Nicola Calipari.

2005 (31 marzo): Entra in vigore il protocollo di Kyoto sull'emissione di gas tossici, ne aderiscono 141 Paesi, esclusi gli USA.

2005 (7 luglio): Una serie di esplosioni colpisce tre stazioni della metropolitana di Londra e un autobus. L'attentato, rivendicato dalle brigate Abu Hafs al Masri, il gruppo legato ad al-Qaeda, causa 52 vittime e decine di feriti.

2005 (29 agosto): La tempesta tropicale Katrina si abbatte sulla città statunitense di New Orleans, inondandola e provocando migliaia di vittime.

2006 (10 dicembre) Muore all'età di 91 anni l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, lasciando aperti i numerosi procedimenti penali a suo carico.

2006 (30 dicembre): Viene eseguita a Baghdad la condanna a morte di Saddam Hussein per impiccagione.

2007 (6 maggio): Nicolas Sarkozy vince le elezioni presidenziali in Francia e diventa così il nuovo Presidente della Repubblica.

2008 (4 novembre): Barack Obama trionfa alle elezioni presidenziali statunitensi, battendo lo sfidante repubblicano John McCain e diventando il quarantaquattresimo presidente della federazione e il primo afro-americano a ricoprire questo ruolo.

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