GEOGRAFIA - AFRICA - ZAMBIA

PRESENTAZIONE


Stato dell'Africa centro-meridionale, lo Zambia confina a Nord con la Repubblica Democratica del Congo, a Nord-Est con la Tanzania e il Malawi, a Est con il Mozambico, a Sud con il Botswana e lo Zimbabwe, a Sud-Ovest con la Namibia, a Ovest con l'Angola. Ha una superficie di 752.614 kmq e 8.976.000 abitanti, con una densità media di 12 abitanti per kmq. I gruppi etnici più importanti sono i Bemba (39,7%), i Nyanje (20,1%) e i Tonga (14,8%), oltre ai Barotse (7,5%), ai Tumbuke (3,7%) e ai Mambwe (3,4%). La lingua ufficiale è l'inglese, ma sono diffusi anche idiomi locali. La religione più diffusa è quella cattolica (28%), seguita da quelle protestante (23%) e musulmana (1%): particolarmente praticati anche i culti animistici (27%). Già protettorato britannico con il nome di Rhodesia del Nord, lo Zambia, in base alla Costituzione del 1991, emendata nel 1996, è una Repubblica presidenziale, in cui il potere legislativo spetta all'Assemblea Nazionale, costituita da 158 membri, mentre quello esecutivo viene attribuito al presidente della Repubblica, che è anche capo del Governo, eletto a suffragio universale ogni cinque anni per un massimo di due mandati. Il territorio è diviso in nove province, ciascuna delle quali governata da un ministro indicato dal presidente. L'unità monetaria è il kwacha zambiano. La capitale è Lusaka (982.362 ab.).

IL TERRITORIO


Il territorio del Paese è costituito in prevalenza da un grande altopiano che si eleva a Nord-Est nella catena dei Monti Muchinga. Il fiume principale, che ha dato anche il nome al Paese, è lo Zambesi, il maggiore dell'Africa meridionale (2.660 km). Lo Zambesi scorre in un profondo solco e forma le imponenti cascate Vittoria. La costruzione di una grande diga ha permesso la formazione del Lago di Kariba, al confine con lo Zimbabwe. Nella parte settentrionale del Paese si estendono i Laghi di Bangweulu, di Mweru e parte del Lago Tanganica. Il clima è tropicale con temperature non troppo alte nelle zone più elevate. Le precipitazioni sono concentrate nei mesi da dicembre ad aprile, portate dai monsoni umidi oceanici.
Cartina dello Zambia


L'ECONOMIA


Lo Zambia ha aperto il nuovo millennio con una grave crisi economica causata del calo del prezzo del rame, dalla cui produzione ed esportazione dipende quasi totalmente. Poco hanno potuto anche le manovre di cancellazione del debito messe in atto da alcuni Paesi (ricordiamo che nell’aprile del 2000 lo Stato del Vaticano ha cancellato il debito pubblico contratto dallo Zambia verso l’Italia). L'agricoltura, lasciata in secondo piano per favorire il settore minerario, è praticata con tecniche arretrate e non soddisfa il fabbisogno alimentare. Le colture principali sono il tabacco, mais, miglio, sorgo, arachidi, manioca e girasole. I raccolti sono tuttavia spesso danneggiati da lunghi periodi di siccità. Notevoli sono le risorse forestali (teak e mogano), benché poco sfruttate. La pesca, praticata nei Laghi Kariba, Tanganica, Mweru e nei principali fiumi, offre una discreta quantità di pescato, destinato all'alimentazione locale. Le industrie principali sono quelle per la concentrazione e la raffinazione elettrolitica del rame, la cui produzione sta però progressivamente calando. Altri prodotti del sottosuolo sono piombo, zinco, cobalto. Esistono stabilimenti per la produzione di cemento, fertilizzanti e zucchero. La diga di Kariba, in comune con lo Zimbabwe, è una notevole fonte di energia idroelettrica. Le esportazioni comprendono rame, zinco, cobalto, piombo e tabacco. Importanti per l'economia del Paese sono i collegamenti stradali (38.900 km, di cui 7.000 asfaltati) e ferroviari (2.164 km). Aeroporti principali: Livingstone, Ndola e Lusaka.

IL FIUME ZAMBESI


Lo Zambesi è il più importante corso d'acqua dell'Africa meridionale e il maggior tributario africano dell'Oceano Indiano. È lungo 2.660 km e ha un bacino di 1.330.000 kmq. Nasce, con il nome di Liombey, nello Zambia nord-occidentale, nei pressi del confine con l'Angola e la Repubblica Democratica del Congo: attraversa la zona delle alte terre centrali e si getta infine nell'Oceano Indiano, seguendo un percorso accidentato per le varie cascate e cateratte. Attraversa l'Angola, lo Zambia, dove compie un salto di 122 m presso le Cascate Vittoria, e procede poi in uno stretto canyon, passando per la piatta valle di Kariba, ora trasformata in lago in seguito alla costruzione dell'omonima diga. Entrato in Mozambico, prosegue il suo corso rettilineo fino alle cascate Cahora (o Cabora) Bassa. Raggiunta la pianura costiera, riceve il tributo del proprio maggiore affluente, lo Scirè. Percorsa la pianura, dove rende possibili la coltivazione di cotone, canna da zucchero e palma da cocco, si allarga per sfociare con un esteso delta malarico (8.000 kmq) costituito da cinque rami principali. Benché il fiume possieda un enorme bacino e copra un lungo tragitto, la sua rilevanza economica è piuttosto relativa in quanto le regioni attraversate sono generalmente affette da siccità, poco popolate e scarsamente coltivate (le precipitazioni decrescono man mano che lo Zambesi scende a valle). Inoltre, la ridotta navigabilità non consente traffici commerciali né apre vie di comunicazione per la penetrazione verso l'interno. Il fattore di rilievo del fiume è piuttosto costituito dalla produzione di energia elettrica fornita dalla diga di Kariba (condivisa con lo Zimbabwe) e dagli impianti idroelettrici connessi.

CENNI STORICI


A partire dal IV sec.d.C., nel territorio attualmente conosciuto come Zambia, giunsero popolazioni bantu, precursori dei gruppi etnici Nguni e Sotho, che praticarono le prime tecniche estrattive e di lavorazione dei metalli. Nel XII sec. si stanziarono i ma-Shona Bantu un clan dei quali, quello dei Karanga, fondò più tardi l’Impero Mwenw Mutapa che comprendeva l’intera area dello Zambia meridionale. Nel XVII e nel XVIII sec. Luanda e Lozi, provenienti dall’odierna Repubblica Democratica del Congo, occuparono le pianure settentrionali e i terreni lungo il corso superiore dello Zambesi, mentre nello Zambia orientale si stanziarono genti bantu provenienti dal Malawi. Impiegati soprattutto nell’agricoltura e in misura minore nell’allevamento, gli indigeni si andarono organizzando in tribù di dimensioni ridotte che vennero facilmente assoggettate nel XIX sec. dalla massiccia penetrazione europea nel continente africano iniziata nel XVIII sec. dai Portoghesi e continuata dagli Inglesi (scoperta delle cascate dello Zambesi da parte di D. Livingstone nel 1852-55). Le ricchezze minerarie della regione attirarono le attenzioni della British South Africa Company, fondata da C.J. Rhodes nel 1889, alla quale, nello stesso anno, il Governo britannico concesse l’autorizzazione a stipulare contratti e a svolgere mansioni amministrative a Nord del fiume Limpopo. La stessa compagnia ottenne i privilegi di sfruttamento minerario dai capi locali, ma quando fu chiaro che le risorse sarebbero state meno fruttifere del previsto, il gruppo lasciò il propri diritti d’uso al Governo britannico (1924) che istituì il protettorato della Rhodesia Settentrionale. Negli anni Venti si assistette a un aumento a carattere europeo della richiesta di rame e la domanda valorizzò la Rhodesia del Nord, che ne era ricca (in particolare nella provincia Copperbelt) e che divenne, grazie alla costruzione delle ferrovie e dei primi impianti di raffinazione, il massimo produttore del metallo (1939). Proprio il rame favorì l’afflusso di Europei, che divennero il gruppo etnico politicamente ed economicamente dominante nella Rhodesia Settentrionale e in quella Meridionale (l’odierno Zimbabwe). Nel 1953, dietro pressione della comunità europea della Rhodesia Meridionale, il Governo britannico decise la creazione di una Federazione dell’Africa Centrale, composta dal Nyasaland (attuale Malawi) e dalle due Rhodesie; proprio per ostacolare questo progetto, negli anni precedenti (1948) si erano costituite delle formazioni politiche, come il Northern Rhodesia Congress poi divenuto Northern Rhodesia African National Congress (NRANC), presieduto da H. Nkumbula. La Federazione rimase in vita sino al dicembre 1963, tra le proteste e le contestazioni degli Africani che paventavano un’estensione del controllo dei bianchi della Rhodesia Meridionale. Nel 1958 il NRANC aveva intanto subito una scissione interna a opera di K.D. Kaunda e di altri esponenti radicali che avevano costituito l’United National Indipendence Party (UNIP). Nelle elezioni del 1964 l’UNIP ottenne la maggioranza e Kaunda divenne capo del Governo; successivamente, il 24 ottobre 1964, fu proclamata l’indipendenza della Rhodesia settentrionale nell’ambito del Commonwealth e Kaunda venne designato alla presidenza. Il Paese mutò nome in Zambia e dovette affrontare i problemi comuni a tutta l’Africa australe, mantenendo tuttavia buoni rapporti con la comunità europea. La dipendenza dagli altri Stati venne ridotta dalla costruzione della ferrovia che univa il Copperbelt all’Oceano Indiano (1975), mentre la guerra in Angola portò alla chiusura della ferrovia per Benguela, verso l’Atlantico. La presidenza di Kaunda non si dimostrò tuttavia rispettosa delle opposizioni, tanto che dal 1972 al 1990 nello Zambia fu presente un solo partito, come del resto sanciva la Costituzione del 1972. Kaunda venne rieletto, in qualità di candidato unico, sino al 1988, ma il malcontento crescente per l’economia stagnante dello Zambia indusse la popolazione a frequenti e ripetute manifestazioni di protesta (1987, 1989 e 1990), costringendo il presidente a concedere il multipartitismo governativo e a porre limitazioni ai poteri presidenziali. Nelle elezioni del 1991 il gruppo di opposizione, il Movement for Multiparty Democracy (MMD), guidato da F. Chiluba, sconfisse il partito di Kaunda con un’ampia maggioranza di voti e Chiluba divenne il nuovo presidente. Nel 1996 un controverso emendamento alla Costituzione, secondo il quale i candidati alla presidenza devono risiedere nello Stato da almeno due generazioni, impedì a Kaunda, di origine malawiana, di candidarsi alle presidenziali. Come ritorsione il partito dell’ex premier boicottò le votazioni, permettendo la vittoria di Chiluba e della sua formazione politica, maggioritaria nell’Assemblea Nazionale. Nel dicembre 1997 vi fu un tentativo di colpo di Stato del quale vennero accusati tutti i capi di partito all’opposizione. Nonostante l’impegno a rispettare i diritti civili preso nei confronti della comunità internazionale, nel 1998 il Governo fece arrestare Kaunda per altro tradimento. Liberato sei mesi dopo, egli abbandonò temporaneamente la scena politica per tornarvi nel 1999, dopo essere scampato ad un attentato che costò la vita al figlio, suo successore alla testa dell’UNIP. Kaunda accettò allora di candidarsi a nome del proprio partito per le elezioni presidenziali del 2001. Il 27 dicembre 2001 si tennero quindi le elezioni presidenziali. Il presidente uscente Frederick J.T. Chiluba, vista l'impossibilità costituzionale di ricandidarsi per un terzo mandato, aveva indicato l’ex-vice-presidente Levy Mwanawasa come suo erede politico. In tutto si erano presentati undici candidati. Tutti avevano impostato la campagna elettorale sul miglioramento dell’economia del Paese e sulla lotta alla corruzione. Gli elettori erano chiamati a votare, oltre che per la presidenza, anche per il rinnovo del Parlamento e dei Governi locali. Alla fine di dicembre i risultati non erano stati ancora resi noti, anche se i numerosi brogli avevano già sollevato le proteste dell’opposizione. Finalmente nel gennaio 2002 Mwanawasa venne nominato presidente. Tra i suoi propositi c'era la lotta contro l'Aids, piaga endemica del Paese. Intanto, nel luglio 2001, si era tenuto a Lusaka il vertice dell’Organizzazione per l’Unità Africana (Oua), che, dal successivo incontro, avrebbe adottato la denominazione di Unione africana (Ua), sul modello dell’Unione europea, cambiamento fortemente voluto dal leader libico Muhammar al-Gheddafi.

LE CITTÀ


Lusaka

(982.362 ab.). Capitale dello Zambia dal 1964 e capoluogo della provincia omonima (21.896 kmq; 1.207.980 ab.), è situata nella parte centro-meridionale del Paese, a 1.280 m di altezza. La città si sviluppò notevolmente in seguito all'arrivo della ferrovia e grazie allo sfruttamento delle miniere d'oro, bismuto e rame. Quando il Paese ottenne l'indipendenza, Lusaka acquistò un'importante funzione politico-amministrativa.

Ndola

(376.311 ab.). Città dello Zambia e capoluogo della provincia di Copperbelt (31.328 kmq; 1.579.542 ab.), presso il confine congolese. Centro agricolo e industriale. Miniere di rame.

Mufulira

(152.944 ab.). Città dello Zambia, situata nella provincia Occidentale, presso il confine con il Katanga (Repubblica Democratica del Congo). Una linea ferroviaria collega la città con Ndola, distante circa 60 km. Mufulira ha una popolazione occupata prevalentemente nelle raffinerie elettrolitiche del rame, recentemente create per sfruttare i giacimenti esistenti nei dintorni. Altri giacimenti di rame si trovano nei pressi di Chingola, di Cambishi e di Kitwe, località vicine a Mufulira e a questa unite da una ferrovia. Sono presenti anche giacimenti di cobalto. Nei territori circostanti si praticano anche l'agricoltura e l'allevamento di ovini e caprini. La città è bagnata dal fiume Kafus che rende, con le sue acque, abbastanza produttivi i terreni circostanti. Un breve tronco ferroviario collega Mufulira alle ferrovie Città del Capo-Katanga (Repubblica Democratica del Congo-Kasai) e Città del Capo-Benguela (Angola).

Maramba

(84.116 ab.). Città dello Zambia, capoluogo della provincia Meridionale (85.283 kmq; 946.353 ab.). Già Livingstone fino al 1968, sorge sul fiume Zambesi, a 10 km dalle cascate Vittoria.


 

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