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La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

Senegal violenze rischiano di minacciare la stabilita del paese

The Conversation sul Senegal

La bandiera e l'inno

Presentazione

Il territorio

Cartina del Senegal

L'isola di Gorée, in Senegal

L'economia

I Bassari

Cenni storici

Costituzione

La capitale Dakar

Veduta di Dakar

Personaggi celebri

Léopold Sédar Senghor

Gmap Senegal

Mappa delle principali città del Senegal

Mappa Senegal in Africa

Il Libro dei Fatti del Senegal Foto

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Senegal

L'isola di Gorée, in Senegal

Veduta di Dakar

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La Bandiera.

Tre bande verticali uguali di verde (lato asta portabandiera), giallo e rosso con una piccola stella verde a cinque punte centrata nella banda gialla; il verde rappresenta l'Islam, il progresso e la speranza; il giallo significa ricchezza e progresso naturali; il rosso simboleggia sacrificio e determinazione; la stella denota unità e speranza.

Nota: La bandiera utilizza i colori popolari panafricani dell'Etiopia; i colori da sinistra a destra sono gli stessi del vicino Mali e il rovescio di quelli sulla bandiera della vicina Guinea.

Inno del Senegal.

Senegal flag

GEOGRAFIA - AFRICA - SENEGAL

PRESENTAZIONE

Bagnato ad Ovest dall'Oceano Atlantico, il Senegal confina a Nord con la Mauritania, a Est col Mali, a Sud con la Guinea e la Guinea-Bissau. Racchiude inoltre la profonda enclave del Gambia. Copre una superficie di 196.722 kmq e ha una popolazione di 18.384.660 (2023) abitanti con una densità media di 52 abitanti per kmq. I gruppi etnici dominanti sono: gli Wolof (42,7%), i Serer (14,9%), i Fulani (14,4%), i Toucouleur (9,3%), i Diola (5,3%) e i Mandingo, o Mandinka (3,6%). La lingua ufficiale è il francese, ma sono diffusi anche dialetti locali. Religione prevalente è quella musulmana (92%), affiancata da minoranze animiste (6%) e cristiane (2%). Ex colonia francese, il Senegal è indipendente dal 1960 e in base alla Costituzione del 1963 è una Repubblica di tipo presidenziale. La Costituzione del 2001 ha stabilito l'elezione del presidente della Repubblica a suffragio diretto per 5 anni. Egli è anche comandante in capo delle Forze Armate. L'Assemblea Nazionale è formata da 1200 membri eletti a suffragio universale per 5 anni. L'unità monetaria è il franco CFA. La capitale è Dakar (919.683 ab.).

IL TERRITORIO

Il Paese è costituito in prevalenza da un vasto bassopiano ricoperto da savane, steppe e foreste. A Est si ergono alcuni modesti rilievi, ultime propaggini del Fouta-Djalon. I fiumi sfociano nell'Atlantico: tra di essi, il maggiore è il Senegal, lungo il quale si situa uno Stato «enclave», il Gambia, che spezza la continuità del territorio nazionale. Il grande corso d'acqua segna il confine con la Mauritania e, in conseguenza della sua completa navigabilità, riveste un'importanza notevole per le comunicazioni, l'irrigazione e la canalizzazione. Altri fiumi sono il Gambia, condiviso con lo Stato omonimo, il Saloum nel centro e la Casamance a Sud. La rete idrografica è tuttavia a carattere stagionale e segue l'andamento pluviometrico. Le coste sono basse a Nord, più frastagliate in corrispondenza della penisola di Capo Verde; paludose e sabbiose a Sud. Il clima subisce variazioni procedendo da Nord a Sud: a settentrione predomina l'aridità desertica, le piogge sono scarse e da novembre a maggio la zona è interessata dall'harmattan, vento asciutto. All'estremo Sud, invece, la piovosità è alquanto accentuata. Le temperature sono elevate: all'interno torride, sulla costa più miti.

Cartina del Senegal

Cartina del Senegal

L'isola di Gorée, in Senegal

L'isola di Gorée, in Senegal

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L'ECONOMIA

Il Paese soffre di gravi difficoltà economiche a causa della scarsità di risorse base ed è sostenuto da massicci aiuti internazionali. Fino agli anni Ottanta l'agricoltura è stata orientata principalmente verso la produzione di arachidi, delle quali il Senegal era il secondo produttore mondiale per abitante. In seguito altre colture sono state introdotte (cotone, miglio, mais, canna da zucchero e riso nelle aree paludose), la cui produzione è stata incentivata mediante opere di irrigazione e regolarizzazione del fiume Senegal, risultanti nel recupero di vasti territori. Le risorse forestali, ampiamente sfruttate, offrono legname e gomma arabica; la pesca è assai praticata e interessa soprattutto i tonni. Significativo l'allevamento bovino, ovino e caprino. L'attività mineraria è dedicata principalmente all'estrazione di fosfati, minerali di titanio e sale marino, oltre a giacimenti di minerali ferrosi di scoperta più recente. L'attività industriale è abbastanza sviluppata e riguarda la lavorazione di arachidi e del pesce, la produzione di fertilizzanti azotati, il montaggio di autoveicoli, oltre a lavorazioni chimiche e petrolchimiche. Il turismo, seppure in crescita, continua a rappresentare una piccola parte delle risorse nazionali. Le esportazioni interessano principalmente arachidi, olio di arachidi, pesce e cotone. La rete stradale si estende per 14.576 km (4.270 km asfaltati), quella ferroviaria su 904 km. Porti principali: Dakar, Saint-Louis, Kaolack, Ziguinchor. Aeroporti principali: Dakar/Yoff, Saint-Louis, Kaolack, Ziguinchor, Tambacounda. Nel luglio 2000 è entrato in funzione il progetto «Atlantis 2», primo sistema a fibre ottiche che unisce via cavo l'Europa occidentale con l'America latina attraverso il Senegal e l'Africa occidentale.

I BASSARI

In un'area sud-orientale del Senegal, ai confini con la Guinea, vive una delle ultime popolazioni primitive dell'Africa: i Bassari. Essi sono stanziati in un'area delimitata a Nord dal fiume Gambia e a Sud dalle pendici dei Monti Fouta Djalon, un territorio impervio e difficile da raggiungere che ha permesso a questo gruppo etnico di mantenere pressoché integre le proprie tradizioni. La tribù, che conta circa 3.000 persone, è suddivisa in vari villaggi formati da capanne che i Bassari trasportano intatte quando si trasferiscono in aree più fertili. L'attività principale era un tempo concentrata nella caccia, praticata con l'arco; ma ormai, dato che il loro territorio va sempre più riducendosi, si dedicano essenzialmente all'agricoltura, un cambiamento che non ha modificato le usanze dei Bassari che attribuiscono grande importanza ai riti magici. Numerosissime sono le cerimonie per propiziare gli spiriti che garantiscono un buon raccolto, che provocano le piogge dopo i lunghi periodi di siccità e che proteggono gli individui. La divinità più importante è indubbiamente Maske, lo spirito della foresta che entra in contatto con lo stregone del villaggio attraverso riti e danze particolari. Un comitato di anziani provvede a mantenere vive le tradizioni e a fare rispettare le regole del villaggio, mentre i guerrieri chiamati Numakas realizzano le decisioni degli anziani e solo ai più valorosi tra loro è consentito l'ingresso nel consiglio. I giovani non hanno alcuna funzione fino a quando non superano coraggiosamente le durissime prove di iniziazione e vengono ammessi nella classe dei guerrieri.

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CENNI STORICI

Fin dall'XI sec. la regione senegalese fu investita dall'espansione della fede e della cultura musulmana (Almoravidi). Divenuto vassallo dell'Impero del Mali (XIV sec.), nel XV sec. il Senegal assisté alle prime consistenti penetrazioni coloniali, ad opera prima dei Portoghesi e poi, nell'ordine, degli Inglesi, degli Olandesi e dei Francesi. Nel XVIII sec. il Paese venne disputato tra Gran Bretagna e Francia, passando a quest'ultima nel 1817. Il movimento per la decolonizzazione del Senegal, attivo dal 1944, ottenne l'indipendenza della Nazione l'11 settembre 1960 che fu quindi ammessa all'ONU. Nel 1963, fallito un tentativo di colpo di Stato ordito dal primo ministro Mamadou Dia, il presidente Leopold S. Senghor, leader dell'Unione progressista, instaurò un regime di tipo presidenziale. Nel 1964 venne sciolta l'opposizione e tutte le forze politiche legali vennero fatte confluire nell'unico partito ammesso, l'Unione progressista senegalese (UPS). Questa formula governativa a partito unico non riuscì però a dare unità al Paese e, nonostante l'immagine nazionalistica e anticolonialista, di fatto mantenne il Senegal strettamente vincolato agli interessi occidentali, soprattutto francesi. Nel 1976 fu ammessa la costituzione di altri due partiti politici, uno di ispirazione liberale e l'altro marxista. Il 31 dicembre 1980 Senghor si dimise dalla presidenza della Repubblica e gli succedette il primo ministro Abdou Diouf che nel gennaio 1982, e fino al 1989, unì il Paese al Gambia, dando origine alla confederazione del Senegambia. Nel 1983 iniziò di conseguenza un conflitto con i secessionisti del Movimento delle forze democratiche di Casamance (MFDC), la regione compresa fra Gambia e Guinea-Bissau; il coinvolgimento del Senegal nella guerra civile in Guinea-Bissau (1998) servì così anche per schiacciare la rivolta in queste regioni. Un accordo di tregua nella Casamance venne siglato il 26 dicembre 1999, sebbene la situazione rimanesse complessa, tanto che ancora nell'aprile 2000 si verificarono scontri e violenze nella regione di confine, causa di decine di vittime tra le forze governative e i civili. Nel corso delle elezioni presidenziali del febbraio-marzo 2000 si impose il candidato del Partito liberaldemocratico Abdoulaye Wade, sul candidato socialista A. Diouf, mentre Moustapha Nasse venne dichiarato primo ministro, ponendo termine alla decennale egemonia del Partito socialista (dal 1960). Il 3 marzo, in seguito alla destituzione di Nasse, la guida dell'Esecutivo fu affidata alla signora Madior Boye. Il 7 gennaio 2001 il presidente Wade sottopose a referendum il progetto di una nuova Costituzione che fu approvato con il 90% di voti favorevoli. La nuova Costituzione conferisce al capo dello Stato il potere di sciogliere il Parlamento e di convocare le elezioni legislative anticipate. Avvalendosi di questo potere, Wade indisse le elezioni per il 29 aprile. Queste terminarono con la vittoria della coalizione Sopi («cambiamento» nella lingua wolof), guidata dal Partito democratico di Wade, che ottenne la maggioranza dei 120 seggi dell'Assemblea nazionale, seguita dall'Alleanza delle forze del progresso dell'ex primo ministro Moustapha Nasse, e dal Partito socialista. Dopo il voto Wade confermò Madior Boye alla guida dell'Esecutivo composto da 24 ministri, fra i quali cinque donne. Sul piano delle relazioni internazionali, in marzo la Corte di Cassazione di Dakar dichiarò che il processo contro l'ex dittatore del Ciad Hissene Habré, arrestato nel 2000 in Senegal con l'accusa di gravissimi delitti, non avrebbe potuto essere tenuto in Senegal. La Corte, infatti, si dichiarò non competente a giudicare reati commessi in un altro Paese, e quindi Habré sarebbe tornato in libertà. Per quanto riguarda la questione della Casamance, il 16 marzo 2001 a Ziguinchor il Governo e i ribelli del MFDC sottoscrissero un accordo di cessate il fuoco che avrebbe dovuto mettere fine a 18 anni di guerriglia nella regione. Nonostante tale accordo, alla fine di maggio l'agenzia di stampa ufficiale del Senegal riferì dell'uccisione di circa 200 separatisti da parte dell'esercito nel distretto di Bignona. Dopo un lungo periodo di calma, ai primi di novembre si registrarono nuovi scontri fra truppe governative e guerriglieri del MFDC, a una decina di chilometri dalla città di Ziguinchor. Finalmente nel dicembre del 2004 i membri dell'MFDC e il Governo arrivarono a un accordo che li portò a sottoscrivere un accordo di pace nel quale si abbandonava ufficialmente ogni tentativo separatista all'interno della Casamance.

Il Senegal è uno dei pochi paesi al mondo con testimonianze di vita umana continua dal Paleolitico ad oggi. Tra il XIV e il XVI secolo, l'Impero Jolof governò la maggior parte del Senegal. A partire dal XV secolo, il Portogallo, i Paesi Bassi, la Francia e la Gran Bretagna commerciarono lungo la costa senegalese.

La posizione del Senegal sulla punta occidentale dell'Africa ne fece una base favorevole per il commercio degli schiavi europei. Le potenze europee utilizzarono l'isola senegalese di Goree come base per l'acquisto di schiavi dai capi combattenti sulla terraferma, e al culmine del commercio di schiavi in Senegal, oltre un terzo della popolazione senegalese fu schiavizzata.

Nel 1815 la Francia abolì la schiavitù e iniziò ad espandersi nell'entroterra. Durante la seconda metà del XIX secolo, la Francia prese possesso del Senegal come colonia francese. Nel 1959, le colonie francesi del Senegal e del Sudan francese furono fuse e concesse l'indipendenza nel 1960 come Federazione del Mali.

Il sindacato si sciolse dopo pochi mesi. Nel 1982, il Senegal si unì al Gambia per formare la confederazione nominale del Senegambia. La prevista integrazione dei due paesi non fu mai attuata e l'unione si sciolse nel 1989.

Dal 1980, il Movimento delle Forze Democratiche nella Casamance - un movimento separatista con sede nel sud del Senegal - ha guidato una rivolta di basso livello. Diversi tentativi di raggiungere un accordo di pace globale sono falliti. Dal 2012, nonostante sporadici episodi di violenza, un cessate il fuoco non ufficiale è rimasto in gran parte in vigore.

Il Senegal è una delle democrazie più stabili in Africa e ha una lunga storia di partecipazione al mantenimento della pace internazionale e alla mediazione regionale.

Il Partito Socialista del Senegal governò per 40 anni fino a quando Abdoulaye WADE fu eletto presidente nel 2000 e rieletto nel 2007. WADE ha modificato la costituzione del Senegal più di una dozzina di volte per aumentare il potere esecutivo e indebolire l'opposizione.

Nel 2012, la decisione di WADE di candidarsi per un terzo mandato presidenziale ha scatenato una reazione pubblica che ha portato alla sua sconfitta contro l'attuale presidente Macky SALL. Un referendum costituzionale del 2016 ha limitato i futuri presidenti a due mandati quinquennali consecutivi. Il cambiamento, tuttavia, non si applica al primo mandato della SALL.

Nel febbraio 2019, SALL ha vinto la sua candidatura per la rielezione; il suo secondo mandato terminerà nel 2024. Un mese dopo le elezioni del 2019, l'Assemblea nazionale ha votato per abolire l'ufficio del primo ministro.

Le organizzazioni dell'opposizione e della società civile hanno criticato la decisione come un'ulteriore concentrazione del potere nel ramo esecutivo a spese dei rami legislativo e giudiziario.

Costituzione.

Storia: 1959 precedente (prima dell'indipendenza), 1963; ultima adozione con referendum del 7 gennaio 2001, promulgata il 22 gennaio 2001.

Emendamenti: proposti dal Presidente della Repubblica o dall'Assemblea nazionale; il passaggio richiede l'approvazione e l'approvazione dell'Assemblea in un referendum; il Presidente può bypassare un referendum e presentare un emendamento direttamente all'Assemblea, che richiede almeno treVoto a maggioranza di quinta; la forma repubblicana di governo non è modificabile; modificata più volte, ultima nel 2019.

LA CAPITALE

Dakar

(919.683 ab.). Capitale della Repubblica del Senegal e dell'omonima regione (550 kmq; 2.267.356 ab.), è uno dei porti meglio protetti della costa occidentale africana; importa combustibili liquidi, carbone, tessuti, macchinari, cereali e zucchero; esporta arachidi, cotone e primizie. Fu fondata nel 1862 dai Francesi che la scelsero nel 1904 come capitale dell'Africa Occidentale Francese. Dakar, come quasi tutte le città africane, è divisa in una zona residenziale europea, un quartiere africano (La Medina) e una zona commerciale e industriale. Tra i principali centri culturali del Paese e dell'intera Africa occidentale, Dakar ospita l'unica università del Senegal e numerosi musei.

Veduta di Dakar

Veduta di Dakar

PERSONAGGI CELEBRI

Léopold Sédar Senghor

Poeta e uomo di stato senegalese (Joal, Dakar 1906 - Verson, Normandia 2001). Proveniente da una famiglia di proprietari terrieri Serere di religione cattolica, nel 1914 cominciò i suoi studi entrando nell'internato di N'Gazobil dai padri dello Spirito Santo, passando poi, nel 1923, al Collegio Libermann di Dakar che lasciò nel 1928 con una borsa di studio del Governo francese che gli permise di trasferirsi in Francia per entrare nel liceo Louis le Grand. Nel 1933 divenne il primo «agrégé» africano all'università di Parigi, ottenendo, nello stesso tempo, la nazionalità francese. Nel 1934 fondò, con l'intellettuale martinichese Aimé Cesaire e con Léon Damas, la rivista «L'étudiant noir», dove pubblicò le sue prime riflessioni sulla negritudine, il movimento culturale e artistico che lo avrebbe visto rappresentante più importante. Nel 1937 venne nominato professore di lettere e grammatica al liceo Descartes a Tours, poi professore al liceo Marcelin Berthelot a Saint-Maure-des-Fosses. Nel 1939, a causa della guerra imminente, venne richiamato nel 23esimo, e quindi nel terzo reggimento di fanteria coloniale. Il 20 giugno del 1940 venne fatto prigioniero a Charité-sur-Loire ma nel 1941 riuscì ad entrare nella resistenza presso il gruppo del Fronte Nazionale Universitario. Liberato nel 1942, riprese il suo posto al liceo Marcelin Berthelot e nel 1944 assunse l'incarico d'insegnamento alla Ecole Nationale de la France d'Outre-mer. Dopo la seconda guerra mondiale, divenne deputato del Senegal. Nel 1955 fu nominato segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel Gabinetto Edgar Faure. Nel giugno del 1960 il Senegal ottenne l'indipendenza e il successivo mese d'agosto Senghor venne eletto presidente della Repubblica, funzione che occupò fino al 31 dicembre del 1980, quando lasciò il potere spontaneamente, affidando il suo posto a Abdou Diouf, successore da lui scelto e preparato alla funzione. Già fondatore della rivista «Présence africaine», nel 1983 venne eletto Accademico di Francia. Assai noto in Occidente per la sua opera poetica e per i saggi storico politici, annovera, tra le sue produzioni liriche, le raccolte Canti d'ombra (1945), Ostie nere (1948), Canti per Naëtt (1949), Etiopiche (1956), Notturni (1961), Lettere della stagione delle piogge (1972), Poemi (1984), e tra i suoi saggi Libertà I: negritudine e umanesimo (1964), Libertà II: nazione e via africana al socialismo (1971), Libertà III: la poesia dell'azione, dialogo (1980), Libertà IV: socialismo e pianificazione (1983).

Google map

Mappa del Senegal che mostra le principali città, parti dei paesi circostanti e l'Oceano Atlantico settentrionale.

Mappa del Senegal

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Senegal in Africa

Posizione in Africa del Senegal

Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino

africanismo.

(s.m.), azione politica che favorisce l'espansione coloniale in Africa.

Francese

(m.) africanisme

africano.

1 (agg.), dell'Africa. 2 (s.m.), abitante dell'Africa.

Inglese

African

Francese

africain

Tedesco

afrikanisch

àfrico.

1 (agg.; pl. m. -ci), dell'Africa. 2 (s.m.), vento caldo.

Inglese

African

Francese

africain

Tedesco

afrikanisch

afroasiàtico.

(agg., pl. m. -ci), 1 dell'Africa e dell'Asia. 2 (s.m.), abitante dell'Africa e dell'Asia.

Inglese

Afro-Asian

Francese

afroasiatique

ammotrago.

(s.m., pl. -ghi), ruminante dell'Africa settentrionale, con lunghe corna, criniera e frangia sulla gola.

antidòrcade.

(s.f.), antilope dell'Africa, con lunghe corna.

àscaro.

(s.m.), soldato indigeno delle antiche colonie italiane d'Africa.

Inglese

askari

Francese

(m.) askari

Tedesco

(m.) Askari

babbuino.

(s.m.), 1 grossa scimmia che vive nell'Africa centrale. 2 (fig.), persona stupida.

Inglese

baboon

Francese

(m.) babouin.

Tedesco

(m.) Pavian

bantù.

(agg. e s.m. e f. invar.), appartenente a uno dei ceppi di negri dell'Africa.

Inglese

Bantu

Francese

(m.) bantou.

Tedesco

Bantu

barracano o baracano.

(s.m.), veste dell'Africa settentrionale.

Inglese

barracan.

Francese

(m.) baracan.

Tedesco

(m.) Berkan

boscìmano.

(s.m. e agg.), di una popolazione nomade dell'Africa del sud-ovest.

Inglese

Bushman

Francese

boschiman.

Tedesco

(m.) Buschmann

cabila.

(s.m.), tribù dei beduini arabi e dell'Africa del Nord.

Inglese

Kabyle tribe

Francese

Kabyle

Tedesco

(m.) Kabyle

carcadè.

(s.m.), 1 tipo d'erba caratteristica dell'Africa tropicale. 2 infuso prodotto dell'erba carcadè.

Inglese

roselle

Francese

(f.) variété d'hibiscus de l'Erythr,e

Tedesco

(m.) Rosellaeibisch

casba.

(s.f.), 1 quartiere arabo delle città al nord dell'Africa. 2 quartiere piuttosto malfamato.

Inglese

kasbah

Francese

(f.) casbah.

Tedesco

(f.) Kasba

cobra.

(s.m. invar.), nome di vari serpenti velenosissimi dell'Asia e dell'Africa.

Inglese

cobra

Francese

(m.) cobra

Tedesco

(f.) Kobra

coliiformi.

(s.m. pl.), in zool. ordine di uccelli originari dell'Africa.

Francese

(m./pl.) Coliidés

durra o dura.

(s.f.), pianta simile al miglio, cresce in Africa e in Asia.

Inglese

Indian millet

Francese

(f.) durra

Tedesco

(f.) Durra

elefante.

(s.m.; f. -essa), mammifero di grandi dimensioni munito di proboscide e di due lunghe zanne; vive in Asia e in Africa.

Inglese

elephant

Francese

(m.) éléphant

Tedesco

(m.) Elefant

esplorare.

(v. tr.), 1 cercare di conoscere; investigare: - le mosse del nemico. 2 esaminare un luogo, perlustrarlo: - il cielo. 3 percorrere un paese sconosciuto per conoscerlo e descriverlo: - l'Africa.

Inglese

to explore

Francese

explorer

Tedesco

erforschen

extracomunitario.

(agg. e s.m.), 1 che non appartiene alla comunità europea. 2 cittadino dell'America Latina, dell'Africa e dei Paesi dell'Est che emigra in Europa per sfuggire ai gravi disagi economici e sociali in cui versa nella Nazione d'origine.Tedesco außsergemeinschaftlich

galagone.

(s.m.), proscimmia dell'Africa.

Francese

(m.) galago

ippopòtamo.

(s.m.), tozzo e gigantesco pachiderma con muso largo e ottuso che vive nei fiumi dell'Africa Tropicale.

Inglese

hippopotamus

Francese

(m.) ippopotame

Tedesco

(n.) Flußpferd

kraal.

(s.m.), in Africa tipo di villaggio disposto dentro al recinto del bestiame.

Francese

(m.) kraal

mangiaragni.

(s.m. pl.), piccoli uccelli viventi in Africa e Oceania.

mediterraneo.

(agg.), 1 si dice di mare quasi completamente circondato da terre: mare - che bagna l'Europa, l'Asia Anteriore e l'Africa. 2 che si riferisce alle terre bagnate dal mare Mediterraneo: clima -. 3 che è lontano dal mare, che appartiene all'entroterra: città mediterranea.

Inglese

mediterranean

Francese

méditerranéen

Tedesco

mittelländisch

merino.

1 (s.m.), razza di pecore originarie dell'Africa, che dà lana finissima e morbida. 2 (agg.), proprio delle pecore merino: lana.

Inglese

merino

Francese

(m.) mérinos

Tedesco

(m.) Merino

mirra.

(s.f.), resina aromatica di color rosso bruno che trasuda dalla corteccia di alcuni alberi dell'Africa e dell'Arabia.

Inglese

mirrh

Francese

(f.) myrrhe

Tedesco

(f.) Myrrhe

moro.

1 (agg.), che ha il colorito scuro: capelli mori. 2 (s.m.), abitante della Mauritania e di altre regioni dell'Africa. 3 gelso. 4 tabacco forte da pipa di color nero. 5 persona di carnagione bruna.

Inglese

dark

Francese

maure

Tedesco

brünett

negrillo.

(s.m.), nome, oggi in disuso dato ai Pigmei dell'Africa centrale.

Inglese

negrillo

Francese

(m.) négrille

Tedesco

(m.) Negrille

panafricano.

(agg.), che si riferisce alla unione di tutti gli stati e i popoli dell'Africa.

Inglese

Pan-African

Francese

panafricaine

Tedesco

panafrikanisch

pigmeo.

1 (s.m.), indigeno selvaggio di bassa statura dell'Africa equatoriale. 2 fig. persona molto piccola o moralmente meschina. 3 (agg.), che appartiene a popolazioni di bassa statura.

Inglese

pygmy

Francese

(f.) pygmée

Tedesco

(m.) Pygmäe

pitone.

(s.m.), grosso serpente non velenoso diffuso in Asia e Africa.

Inglese

python

Francese

(m.) python

Tedesco

(f.) Riesenschlange

safari.

(s.m.), spedizione di caccia grossa in Africa.

Inglese

safari

Francese

(m.) safari

Tedesco

(f.) Safari

sandracca.

(s.f.), resina giallo trasparente ricavata da una conifera dell'Africa.

Inglese

sandarac

Francese

(f.) sandaraque

savana.

(s.f.), vasta prateria con alte erbe, rari alberi, propria dell'America meridionale e dell'Africa tropicale.

Inglese

savannah

Francese

(f.) savane

Tedesco

(f.) Savanne

scimpanzè.

(s.m.), scimmia antropomorfa dell'Africa.

Inglese

chimpanzee

Francese

(m.) chimpanzé

Tedesco

(m.) Schimpanse

selvaggio.

1 (agg.; f. pl. -ge), che vive nella selva: animale -. 2 di luogo incolto, deserto, disabitato: valle selvaggia. 3 ritroso, rozzo, zotico, primitivo: animo -; tribù selvaggia. 4 fig. crudele, disumano: una punizione selvaggia. 5 (s.m.), che vive in modo primitivo, lontano dal la civiltà: i selvaggi dell'Africa Nera. 6 (avv. selvaggiamente), in modo selvaggio.

Inglese

wild

Francese

sauvage

Tedesco

senegalese.

(agg.), del Senegal.

Inglese

Senegalese

Francese

sénégalais

Tedesco

senegalesisch

simun.

(s.m.), vento caldo che spira nelle zone desertiche dell'Africa settentrionale e dell'Arabia.

Inglese

simoon

Francese

(m.) simoun

Tedesco

(m.) Samun

tessitore.

(s.m.; f. - trice), 1 operaio specializzato nella tessitura. 2 (fig.), intrigante: - di frode. 3 (zool.), nome dato ad alcuni uccelli assai abili nel costruirsi il nido, diffusi in colonie in Africa.

Inglese

weaver

Francese

(m.) tisseur

Tedesco

(m.) Weber

togolése.

1 (agg.), del Togo, territorio dell'Africa Occidentale. 2 (s.m. e f.), abitante del Togo.

Inglese

Togolese

Tedesco

togoisch

tribù.

(s.f.), 1 raggruppamento di famiglie in una società patriarcale o similare: le tribù dell'Africa. 2 ciascuna delle parti in cui fu diviso il popolo romano. 3 (scherz.), famiglia molto numerosa. 4 (bot.), gruppo di piante affini.

Inglese

tribe

Francese

(f.) tribù

Tedesco

(m.) Stamm

tucùl.

(s.m.), abitazione cilindrica con tetto conico di paglia, tipica dell'Africa orientale.

Inglese

(straw-roofed) hut

Francese

(m.) toucoul

Tedesco

(n.) Strohhaus

ugandese.

1 (agg.), dell'Uganda, repubblica dell'Africa Orientale. 2 (s.m. e f.), abitante dell'Uganda.

Inglese

Ugandan

Francese

ougandais

Tedesco

ugandisch

veterano.

(s.m.), 1 soldato che presta servizio militare da lungo tempo. 2 ex-soldato che ha partecipato a qualche campagna: sono un - della guerra d'Africa. 3 per estensione, chiunque eserciti da lungo tempo la medesima attività: quel tale è un - delle scienze. 4 nel ciclismo chi continua a gareggiare pur avendo superato i quarant'anni.

Inglese

veteran

Francese

(m.) briscard

Tedesco

(m.) Veteran

vìvere.

(v. intr. irr.; ind. pres.: vivo, vivi ecc.; pass. rem.: vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero; fut.: vivrò ecc. p.p.: vissuto), 1 aver vita: un animale che vive in Africa. 2 condurre la vita in un determinato modo: quel tale vive come un pascià, fra gli agi. 3 nutrirsi, cibarsi: non si vive con uno stipendio così basso. 4 durare: il suo ricordo vivrà per sempre.

Inglese

to live

Francese

vivre

Tedesco

leben

voltàico.

(agg.), 1 che riguarda A. Volta: arco -. 2 che concerne le popolazioni dell'alto Volta in Africa.

Inglese

Voltaic

Francese

voltaïque

Tedesco

Volta

zibetto.

(s.m.), 1 carnivoro diffuso in Africa e Asia. 2 la sostanza odorosa estratta dall'animale omonimo.

Inglese

civet

Francese

(f.) civette

Tedesco

((m.) Zibet

excurro

is, excucurri o excurri, excursum, excurrĕre, intr. e tr. 3ª; INTR.: correr fuori, venir fuori in fretta, correre, trascorrere; fare scorrerie, fare una sortita; stendersi in fuori; dilungarsi (nel discorso); TR.: percorrere, trascorrere. Esempi: excurrat aliquis, corra fuori qualcuno; in agrum Romanum excurrant, fecero scorrerie nel territorio romano; Carthago excurrere ex Africa videbatur, pareva che Cartagine facesse scorrerie dall'Africa; ab intimo sinu paeninsula excurrit, dal fondo del golfo si protende una penisola; omnibus portis excurrunt, fanno sortita da tutte le porte; excurro in Pompeianum, faccio una corsa fino alla villa Pompeiana; excurrit longius oratio, il discorso si dilunga oltre i limiti; insula in alterum latus excurrit, l'isola si estende sull'altro lato; modum excurrere, oltrepassar la misura.

Lĭbya

ae, f.: Libia, regione dell'Africa; Africa.

transvĕho

is, transvexi, transvectum, transvehĕre, TR. 3ª: trasportare, traghettare, attraversare, condurre al di là, portare, recare; portare in trionfo; al pass. transvehi: trasportarsi, trasferirsi, andare, cavalcare innanzi. Esempi: milites transvehere, trasportar soldati; transvehere arma spoliaque carpentis, portare in trionfo su cocchi armi e spoglie; transvehi in Africam, trasportarsi in Africa; transvectum est tempus, quo..., è trascorso il tempo, in cui...

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