Geografia Africa Mozambico

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GEOGRAFIA - AFRICA - MOZAMBICO

     






GEOGRAFIA - AFRICA - MOZAMBICO

PRESENTAZIONE


Paese dell'Africa sud-orientale, si affaccia a Est sull'Oceano Indiano e confina a Nord con la Tanzania, a Sud-Ovest con il Sudafrica e lo Swaziland, a Ovest con lo Zimbabwe, a Nord-Ovest con lo Zambia e il Malawi. La sua superficie è di 799.379 kmq. Gli abitanti sono 18.000.000 con una densità media di 23 abitanti per kmq. Il ceppo etnico prevalente è il Bantu (98,1%). Lingua ufficiale: portoghese. La maggior parte della popolazione pratica culti animistici (47%), ma sono presenti anche musulmani (28%), cattolici (12%) e protestanti (9%). Ex colonia portoghese, il Mozambico si è reso indipendente nel 1975. In base alla Costituzione del 1990, emendata nel 1996, il presidente della Repubblica viene eletto a suffragio universale diretto per 5 anni ed è posto anche a capo del Governo; il potere legislativo spetta al Parlamento composto da 250 membri eletti a suffragio diretto. L'unità monetaria è il metical. La capitale è Maputo (966.000 ab.).

IL TERRITORIO

Il Mozambico è formato da un altopiano di media altitudine, assai eroso e compatto, ricoperto dalla foresta equatoriale. Dominato da alcune alture superiori ai 2.000 m, l'altopiano digrada verso Est, fino a saldarsi alla pianura alluvionale costiera. Questa si allarga procedendo verso Sud e presenta alcuni isolati gruppi rocciosi. Dotato di una ricca rete idrografica, il Paese ha fiumi dal regime abbondante che scendono paralleli verso l'oceano. I principali sono lo Zambesi e il Limpopo, che scorrono attraverso fertili valli. Appartiene al territorio nazionale, inoltre, la parte sud-orientale del Lago Niassa. La costa è alta e articolata a settentrione, sabbiosa e uniforme nel centro e nel Sud e più frastagliata nella sezione meridionale. Il clima conosce una stagione secca ed una umida; in quest'ultima la piovosità è ingente ed irregolare. Le temperature sono elevate, mentre quasi irrilevanti risultano le escursioni termiche. Il territorio è interessato periodicamente da cicloni.

Trapani Cartina del Mozambico
Trapani Ponte in legno sul rio Pùngoè nel distretto di Sofala, in Mozambico
Trapani Una delle vie principali di Maputo, in Mozambico

L'ECONOMIA

L'economia del Paese è basata ancora su una povera agricoltura di sussistenza e deve contare quindi sugli aiuti internazionali. Esiste un profondo contrasto tra le colture destinate alla sussistenza locale (mais, miglio, sorgo, manioca) e quelle per l'esportazione che riguardano cotone, canna da zucchero e arachidi. Le foreste offrono ebano, mogano e cedro. La popolazione si dedica anche all'allevamento di bovini, ovini e caprini. Le industrie sono piuttosto limitate a causa della scarsezza di materie prime e riguardano la raffinazione del petrolio, la manifattura del tabacco, la lavorazione dei prodotti alimentari (zuccherifici, birrifici) e industrie tessili. Il sottosuolo è ricco, ma tuttora scarsamente sfruttato; si estraggono carbone e bauxite, mentre è accertata l'esistenza di ingenti giacimenti di ferro, rame, mica, cromo, sale e pietre preziose che potrebbero essere significativi per l'economia del Paese. La costruzione della diga di Cahora-Bassa, sul fiume Zambesi consente un'ingente produzione di energia idroelettrica. Le comunicazioni sono imperniate sulla rete ferroviaria (3.123 km) che collega i paesi dell'interno con i porti marini (Maputo, Beira, Matola, Nacala, Pemba, Quelimane.). La rete stradale è di 30.400 km di cui 5.685 asfaltati. Gli aeroporti principali sono Maputo, Beira, Quelimane e Nampula

CENNI STORICI

Il territorio del Mozambico fu anticamente abitato da popolazioni che si insediarono in fiorenti villaggi commerciali e che tennero relazioni d’affari con India e Cina. Nel 1505-8 il Paese fu occupato dai Portoghesi che nel 1752 lo trasformarono in colonia. Principale fonte di guadagno per il Portogallo era la tratta degli schiavi, trasformatasi in reclutamento di manodopera dopo la conquista dei territori all’interno, avvenuta soltanto nel 1920, dopo la sconfitta del re Mokombe nella regione di Tete. Il territorio divenne la fonte di manodopera per le miniere d’oro sudafricane, mentre i suoi porti erano al servizio del commercio estero di Rhodesia e Sudafrica. Divisi in vari movimenti, i gruppi nazionalisti chiesero l’indipendenza proclamando scioperi e indicendo numerose manifestazioni. Nel 1960 a Mueda uno di questi pacifici raduni fu represso ferocemente con la morte di cinquecento manifestanti. L’anno seguente Eduardo Mondlane, allora funzionario dell’ONU, visitò il Paese e convinse i diversi gruppi a cooperare, progetto che si concretizzò nel 1963 in Tanzania con la creazione del FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico), i cui militanti provenivano da tutte le regioni e le etnie del Paese. Dopo due anni di attività clandestina, nel 1964 il FRELIMO iniziò una lotta armata per conquistare l’indipendenza. Nel 1969 gli indipendentisti controllavano già un quinto del territorio. Nel febbraio di quell’anno Mondlane fu però assassinato da agenti al servizio del colonialismo. Nel FRELIMO scoppiò una controversia tra coloro che intendevano l’indipendenza come un ritorno al potere agli africani indigeni , e chi voleva instaurare una nuova società democratica e popolare. Quest’ultimo orientamento s’impose e venne eletto presidente dell’organizzazione Samora Moisés Machel. La lotta s’intensificò e si estese a nuova zone proprio mentre crollava il regime coloniale-fascista di Salazar e Caetano. In Mozambico fu creato un Governo di transizione e, il 25 giugno 1975, fu proclamata la Repubblica Popolare del Mozambico. In politica interna, il nuovo Governo decretò la nazionalizzazione dell’istruzione, dell’assistenza medica e di varie imprese transnazionali. Nel 1977, il FRELIMO adottò il marxismo-leninismo come orientamento ideologico. L’appoggio solidale che il Mozambico offrì alla lotta del popolo dello Zimbabwe fu quello di bloccare il commercio estero del regime di Ian Smith, nonostante questo pregiudicasse l’economia del Paese, scatenando però le reazioni della minoranza bianca, che cercò di fermare il Governo con frequenti attacchi aerei. L’indipendenza dello Zimbabwe nel 1980 cambiò il panorama della regione, isolando l’apartheid e creando l’aspettativa da parte del Mozambico di rivitalizzare la propria economia. A tale scopo nel 1980 il presidente Samora Machel avviò una campagna d’orientamento politico diretta all’eliminazione della corruzione e diede il via a un piano di sviluppo economico che prevedeva pesanti investimenti nell’agricoltura, nei trasporti e nell’industria. Tutti questi progetti furono danneggiati dal deterioramento dei rapporti con il Sudafrica che non solo invase il territorio del Mozambico nel 1981, ma appoggiò anche la Resistenza nazionale mozambicana (RENAMO), formata da ex sostenitori di Salazar e da mercenari. Alla fine del 1982, il Governo lanciò un’imponente offensiva militare contro la RENAMO nella catena di Gorongosa . A partire dal Quarto Congresso del FRELIMO, celebrato nell’aprile del 1983, vennero discussi dei cambiamenti nella politica economica del Governo. Tra i principali temi di dibattito figurarono la riduzione dell’importanza data ai grandi progetti agricoli e la concessione di priorità agli investimenti minori. L’idea di promuovere la creazione di piccole unità agricole e industriali nacque da una revisione del progetto delle grandi aziende agricole statali, considerate la causa principale dell’eccessiva centralizzazione, della burocratizzazione e dell’inefficienza economica. A partire dal 1985, le azioni terroristiche della RENAMO e le conseguenze della siccità, che decimò il bestiame e ridusse al 25% la produzione di cereali, inaugurarono una fase critica della vita del Mozambico. Alla difficile situazione sul piano economico e militare si aggiunse la morte del presidente Samora Machel in un incidente aereo, al ritorno da una riunione in Zambia , il 19 ottobre 1986. Ancora oggi non si sa se il disastro aereo fu la conseguenza di un incidente o di un atto di sabotaggio. Un mese dopo il Comitato centrale del FRELIMO elesse Joaquim Chissano alla carica di presidente e comandante delle Forze Armate. Già dal 1987 il Governo mozambicano cominciò a rivedere parte della strategia economica che aveva adottato a partire dall’indipendenza. Erano i primi passi verso in regime di economia mista, decisione adottata, nel luglio del 1989, dal Congresso del FRELIMO che, in quell’occasione abbandonò qualsiasi riferimento al marxismo-leninismo come ideologia. I negoziati di pace tra il Governo e la RENAMO cominciarono nel 1990, facilitati dall’entrata in vigore della nuova Costituzione del Mozambico, nella quale si optò per un sistema multipartitico. Nel 1991 le autorità della provincia di Manica, una delle regioni più fertili del Paese, denunciarono lo stato d’emergenza per la siccità. Essa provocò gravi carenze alimentari nei quasi trecentomila abitanti della zona. A causa di questa situazione, il Governo chiese l’aiuto internazionale per più di un milione di tonnellate di prodotti alimentari, al fine di poter far fronte all’incipiente carestia. Nel 1991 il Governo del Mozambico e la RENAMO firmarono a Roma un protocollo di accordi, che prevedeva il riconoscimento del movimento ribelle come un partito politico legale. L’accordo stabilì anche la necessità di indirre al più presto le elezioni. Dall’accordo di pace dipendeva il rifinanziamento del debito estero che ammontava a 1.600 milioni di dollari, ma a causa del proseguimento delle azioni della RENAMO le elezioni, previste per il 1991, furono posticipate. Nello stesso anno fu creato il Partito liberale e democratico del Mozambico, di opposizione, mentre fallì un tentativo di colpo di Stato guidato da una frangia che si opponeva ai negoziati di pace. Chissano fu intanto rieletto alla direzione del movimento durante il VI Congresso del FRELIMO, mentre Feliciano Salamao fu nominato segretario generale. Con la mediazione dell’Italia nell’ottobre 1992, Chissano e Alfonso Dhlakma, della RENAMO, firmarono a Roma un accordo di pace, che mise fine a sedici anni di scontri con più di un milione di morti e cinque milioni di rifugiati. I punti cruciali dell’accordo erano il confinamento delle truppe della RENAMO e del Governo in aree definite e la consegna delle armi ai soldati dell’ONU incaricati di completare il disarmo di entrambe le parti entro sei mesi. Tra il febbraio e il marzo del 1993, il FRELIMO partecipò a manovre militari congiunte con gli Stati Uniti. Questo cambiamento di atteggiamento fu interpretato come un tentativo di avvicinamento all’Occidente, dal quale il Mozambico sperava di ottenere aiuti esteri. L’ONU decise di rimandare le elezioni fino all’ottobre del 1994, al fine di superare il ristagno del processo di pace. Dopo varie indecisioni, la RENAMO accettò di partecipare alle elezioni. Chissano fu rieletto con più del 53% dei voti e il FRELIMO ottenne il 44,3% nelle elezioni parlamentari, contro il 37,7% della RENAMO. La situazione sociale al termine della guerra civile era disastrosa, con l’agricoltura smantellata e gran parte dei campi infestati dalle mine. Durante il 1996 gli investimenti furono l’obiettivo cruciale per rianimare la disastrata economia locale. Un accordo tra Chissano e il presidente sudafricano Nelson Mandela permise l’installazione nel Nord del Paese di migliaia di agricoltori sudafricani d’origine europea, in un’area di duecentomila ettari, una decisione che fu contrastata dall’opposizione. Le intense piogge cadute nel 1997 provocarono il trasferimento di migliaia di persone, buona parte delle quali cercò rifugio in Malawi. A metà anno, due terzi delle compagnie statali erano state vendute. L’inflazione giunse al 5,8%, il livello più basso da quando il FMI e la Banca Mondiale avevano cominciato a supervisionare l’economia del Paese. Nel 1998, un’epidemia di colera causò la morte di circa ottocento persone, diffondendosi soprattutto nel Sud e nelle province centrali. Nel 1999 il presidente Chissano venne riconfermato nelle elezioni presidenziali. Nella primavera del 2000 il ciclone Eline colpì vaste aree comprese tra i fiumi Limpopo e Save, provocando disastrose inondazioni: i morti furono migliaia, i senzatetto quasi un milione. Al rischio delle epidemie si aggiunse quello delle centinaia di migliaia di mine dissotterrate dalle acque. Nel marzo 2001 il Paese fu nuovamente colpito dalle inondazioni che provocarono un centinaio di morti e la distruzione dei raccolti. Dopo gli attentati dell’11 settembre contro il World Trade Center e il Pentagono e l’inizio dei bombardamenti USA contro l’Afghanistan, a Maputo i gruppi islamici diedero vita a una serie di proteste per chiedere la fine dei bombardamenti, la protezione della popolazione civile afghana e le prove della colpevolezza di Osama Bin Laden.

LA CAPITALE

Maputo

(966.000 ab.). Capitale del Mozambico e capoluogo della provincia omonima (25.756 kmq; 809.000 ab.), sulla baia di Delagoa (Oceano Indiano). Importante porto commerciale (esportazione di cotone, copra, carbone del Transvaal) e attivo centro industriale (stabilimenti metallurgici e tessili, oleifici, raffinerie di petrolio, manifattura di tabacco). La baia di Delagoa venne esplorata, con la regione circostante, dal portoghese Lourenço Marques, che diede il proprio nome alla città da lui fondata. Lo sviluppo del porto ebbe inizio alla fine del secolo scorso, allorché venne ultimata la linea ferroviaria che dal mare penetrava nell'interno fino a Johannesburg. Quando la colonia portoghese del Mozambico divenne Stato indipendente (1975), la città di Lourenço Marques mutò il nome in quello odierno.

 

   

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