PRESENTAZIONE
Nell'Africa occidentale, la Guinea-Bissau è incuneata tra il Senegal a Nord e la
Guinea a Sud e a Sud-Est, mentre a Ovest è bagnata dall'Oceano Atlantico.
Ha una superficie di 36.125 kmq e una popolazione di 1.187.000 abitanti con una
densità di 33 abitanti per kmq. La composizione etnica del Paese è
caratterizzata dalla presenza di tribù dei Balante (24,8%), dei Fulbe
(20,2%), dei Malinke (12,2%), dei Manjacos (10,6%) e dei Pepeis (10%). La lingua
ufficiale è il portoghese, ma gli indigeni parlano il creolo-portoghese e
dialetti sudanesi. I culti più diffusi sono gli animisti tradizionali e
l'Islamismo. Ex colonia portoghese, la Guinea-Bissau ha proclamato
l'indipendenza nel 1973. Secondo la Costituzione del 1984, modificata nel 1991,
il presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto per cinque
anni ed è anche capo del Governo; il potere legislativo è affidato
all'Assemblea Nazionale, composta da 100 membri eletti per cinque anni.
L'unità monetaria è il franco CFA. La capitale è Bissau
(200.000 ab.).
IL TERRITORIO
Il territorio è
occupato dalla pianura alluvionale, in buona parte paludosa. Nella zona
orientale si ergono alcuni rilievi collinari, ultime propaggini del
Fouta-Djalon. I corsi d'acqua, numerosi ma brevi, sfociano ad estuario
nell'Oceano Atlantico, provenendo dalle colline. Le coste presentano una
conformazione alquanto frastagliata. Il clima, caldo-umido, è interessato
da abbondanti precipitazioni che, nella stagione estiva, causano piene
disastrose. L'umidità e la ricchezza d'acqua favoriscono una vegetazione
rigogliosa; lungo i fiumi si estende la foresta pluviale, mentre nelle zone
più asciutte domina la savana.
Cartina della Guinea-Bissau
L'ECONOMIA
L'unica risorsa della
Guinea-Bissau è l'agricoltura, che produce riso, arachidi, palma da olio,
manioca, miglio. Le risorse minerarie sono inesistenti, ma il petrolio off-shore
trovato nella regione di Boe potrebbe significare molto per l'economia del
Paese. Le poche industrie sono destinate alla lavorazione del riso e delle
arachidi, unici prodotti esportati. Gran parte della popolazione emigra verso il
Senegal a causa delle continue carestie. I porti principali si trovano a Bissau,
Bolama, Catió, Cacheu; l'aeroporto è a
Bissau.
CENNI STORICI
Le popolazioni della valle
del fiume Geba, dopo aver fatto parte degli Imperi di Mali e Shongai (Guinea)
furono a lungo indipendenti nonostante le minacce dei Portoghesi nel XV sec. e
dei Fulani di Coli Tenguela nel XVI sec. Il Regno di Gabù
all’interno riuscì a mantenersi indipendente fino al XIX sec.,
mentre i popoli costieri furono condizionati dal traffico di schiavi. Nel XVI
sec. i Portoghesi si installarono in Guinea abitata fino ad allora da oriundi
del Regno del Mali e da popolazioni fulani (o fulbe) e mandingo, organizzate in
Regni nella regione delle savane. Nel XVII sec. iniziarono i primi contatti dei
Guineani con gli abitanti di Capo Verde, scalo delle navi cariche di schiavi
destinati al Brasile. Diventato dominio portoghese dal 1610, il Paese fu
formalmente colonia dal 1879. I nativi furono sottoposti ai lavori forzati nella
produzione di beni d’esportazione, mentre le aree destinate
all’agricoltura di sussistenza furono ridotte. Questo sfruttamento
andò avanti per tutta la prima metà del XX sec. In questa
situazione, Amilcar Cabral fondò nel 1956 il Partito africano per
l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC). Dopo tre anni
d’inutili tentativi di i negoziazione con i Portoghesi nel settembre 1959
il PAIGC diede il via alla guerriglia. La lotta negli anni si ampliò: nel
1968 i Portoghesi controllavano solo la capitale, Bissau, e le zone costiere. Le
zone liberate dal PAIGC elessero un’Assemblea Nazionale Popolare che, il
24 settembre 1973, proclamò la Repubblica democratica, antimperialista e
anticolonialista di Guinea, riconosciuta dall’Assemblea Generale
dell’ONU. La Guinea-Bissau fu la prima colonia portoghese in Africa ad
ottenere l’indipendenza, ancora prima della sconfitta della dittatura di
Antonio Salazar. Nel febbraio del 1973, a Conakry, capitale della Repubblica di
Guinea, Cabral fu assassinato da agenti segreti portoghesi. Gli succedette Luiz
Cabral, che portò il Consiglio di Governo nel piccolo villaggio di Madina
do Boé, nel cuore della zona liberata. Quattro mesi dopo la sconfitta del
regime dittatoriale portoghese il 25 aprile 1974 il Portogallo riconobbe
l’indipendenza della Guinea-Bissau. Il governo del PAIGC
nazionalizzò il commercio estero, inaugurò una riforma agraria,
diede il via a una campagna di alfabetizzazione e in ambito estero decise per il
non-allineamento, per l’appoggio alla lotta contro
l’
apartheid e fu infine data importanza
anche all’integrazione economica con l’arcipelago di Capo Verde in
vista di una futura fusione tra i due Stati. Uno dei principali comandanti della
guerriglia per l’indipendenza, João Bernardo Vieira, fu nel 1980 a
capo di un colpo di Stato. Tutti gli organismi costituzionali furono sostituiti
da un Consiglio della Rivoluzione, capeggiato dallo stesso Vieira, il quale
interruppe il processo di fusione con Capo Verde mentre la Guinea, con la quale
Luiz Cabral aveva avuto tensioni, riconobbe subito il nuovo Governo. I contrasti
tra le due Guinee si intensificarono però a partire dal 1982. Il Governo
nel frattempo decise un primo piano di sviluppo (1983-96), che vide la
costruzione di cinque porti e dell’aeroporto di Bissalanca. Nel novembre
del 1984, il vicepresidente del Consiglio, il colonnello Paulo Correia,
cercò di rovesciare Vieira. Correia, arrestato, fu giustiziato nel 1986.
L’aggravamento della situazione economica e finanziaria, che fece fallire
il piano di sviluppo dipese dall’aumento dei prezzi del petrolio e dal
deterioramento dei termini di scambio per i prodotti agricoli
d’esportazione. Il 60% delle entrate del Paese provenivano dai datteri e
dalle arachidi, i cui prezzi sul mercato internazionale caddero
vertiginosamente. L’economia fu aperta al capitale straniero, per
intercettare le risorse provenienti da Portogallo e Francia, destinate
principalmente alle telecomunicazioni e alla telefonia. Nel 1991 il PAIGC
approvò una riforma che prevedeva lo svolgimento di libere elezioni entro
il 1992. Tra il 1992 e il 1993 la dipendenza dalle esportazioni agricole
provocò pesanti squilibri sociali ed economici. Questi squilibri furono
accompagnati da crescenti tensioni politiche. Le elezioni previste per il 1992
non ebbero luogo e nel 1993 furono nuovamente rinviate. Quando avvennero, nel
1994, João Bernardo Vieira sconfisse Kumba Iala, del Partito del
rinnovamento sociale. Iala si rifiutò di partecipare a un Governo di
unità nazionale, accusando il partito al potere di aver comprato i voti.
Nel 1995 il FMI concesse un credito di 14 milioni di dollari, al fine di
sostenere le riforme economiche. Nell’agosto dello stesso anno, Iala
denunciò l’avvicinamento di Vieira alla Francia, gli aumenti dei
prezzi dei generi di prima necessità, come il riso, e le violazioni dei
diritti umani perpetrate dal Governo. Alla fine del 1995 la Guinea-Bissau
ratificò l’accordo sui confini con il Senegal ridefinendo le
proprie frontiere marittime e stipulando un accordo per lo sfruttamento comune
di un’area ricca di petrolio. Nel 1998 la Guinea-Bissau continuava a
ospitare nel suo territorio i ribelli indipendentisti senegalesi del Movimento
delle forze democratiche di Casamance (MFDC). Un intervento dell’esercito
della Guinea-Bissau contro un campo profughi sulla frontiera con il Senegal, nel
gennaio dello stesso anno, fece crescere i sospetti di un avvicinamento tra
Bissau e Dakar, che avrebbe comportato un atteggiamento più severo con i
rifugiati di Casamance da parte della stessa Guinea. Un tentativo di colpo di
Stato si verificò nello stesso 1998 ad opera del generale Ansumane
Mané, ex capo di Stato Maggiore, provocando scontri e vittime anche tra i
civili.
Nel febbraio 1999 la rivolta rientrò e si costituì
un Governo di unità nazionale fino al maggio dello stesso anno, quando
Mané costrinse all’esilio il presidente Vieira e assunse il potere:
la giunta militare indisse le elezioni che si svolsero tra la fine del 1999 e
l’inizio del 2000 e registrarono l'affermazione del Partito per il
rinnovamento sociale di Kumba Yala, che divenne il nuovo presidente della
Repubblica. Il Governo di coalizione, con a capo Caetano N’Tchama, vide il
passaggio all’opposizione del partito storico del Paese, il PAIGC. Dopo la
vittoria di Yala, l’ex capo di Stato Maggiore Ansumane Mané
rifiutò l’incarico che gli veniva proposto all’interno del
nuovo Esecutivo e si autoproclamò capo delle Forze armate. Scoppiarono
quindi nuovi scontri a Bissau tra i reparti fedeli a Mané e le truppe di
Iala. Fallito il nuovo tentativo di golpe, il 1° dicembre Mané venne
trovato morto, probabilmente ucciso in uno scontro con un gruppo di militari
governativi. Da allora la Guinea-Bissau passò attraverso una serie
continua di crisi. Nello stesso 2000 venne firmato un accordo di cooperazione
militare fra Guinea-Bissau e Senegal per il controllo e la sicurezza delle
frontiere comuni. Ragione principale fu la repressione del traffico d’armi
e delle infiltrazioni dei ribelli del Casamance, la regione più a Sud del
Senegal. Nel 2001 proseguì l'instabilità politica del Paese, con
ripetuti scontri tra Yala e i suoi alleati di Governo, alcuni dei quali vennero
rimossi dai loro incarichi. Il 14 settembre 2003 Yala fu deposto da un golpe incruento,
organizzato dalla società civile e dai vertici militari capeggiati dal generale Verissimo
Correia Seabra. Il Paese venne posto nelle mani del presidente Henrique Rosa (ad interim)
e del primo ministro Carlos Gomes Junior, il cui compito principale fu quello di preparare
le elezioni legislative del marzo 2004. Le consultazioni vennero vinte dal PAIGC (Partito
africano per l'indipendenza della Guinea), che aveva assicurato l'indipendenza del Paese
dal Portogallo. Nel maggio 2005 si tennero le elezioni presidenziali che registrarono la
vittoria di João Bernardo Vieira, l'ex dittatore che aveva detenuto il potere dal 1980
al 1998. Vieira prevalse al secondo turno su Malam Bacai Sanha grazie anche all'appoggio
dell'ex presidente Yala (fermo al terzo posto nella contesa elettorale), riuscendo tuttavia a
entrare in carica solo nell'ottobre a causa dell'ostruzionismo messo in atto da Sanha e dai
suoi seguaci che contestavano la validità del voto. Subito dopo l'insediamento, Vieira
licenziò Carlos Gomes Junior, reo di non aver riconosciuto il responso delle urne, e nominò
primo ministro il suo stretto collaboratore Aristide Gomes. Nel marzo-aprile 2006 salì la
tensione nella zona settentrionale del Paese a causa dello sconfinamento di gruppi di ribelli
della Casamance che rischiò di aprire un nuovo fronte di guerra in uno degli Stati più
instabili dell'Africa.
LA CAPITALE
Bissau
(200.000 ab.). Capitale della Guinea-Bissau,
formante col suo territorio (78 kmq) la regione omonima, e suo massimo porto.
Sorge sull'estuario del fiume Geba, sull'Atlantico. Legname, copra, palma da
cocco, arachidi.