Geografia Africa Territrorio Cenni Storici Economia del Burkina Faso.

Geografia Africa Territrorio Cenni Storici Economia del Burkina Faso

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GEOGRAFIA - AFRICA - BURKINA FASO

PRESENTAZIONE

Stato dell'Africa occidentale, è compreso tra il Mali, a Nord e Ovest; il Niger a Est; il Benin a Sud-Est e il Togo, il Ghana e la Costa d'Avorio a Sud. Ha una superficie di 274.200 kmq. La popolazione ammonta a 11.305.000 abitanti con una densità media di 41,2 abitanti per kmq. Il gruppo etnico più diffuso è quello dei Mossi che comprende quasi la metà della popolazione totale. La lingua ufficiale è il francese; d'uso sono i dialetti mainké, môre e fulbe. Largamente diffusi sono i culti animistici (45%) e una minoranza pratica la religione musulmana. Il Burkina Faso è una Repubblica indipendente dal 1960. In base alla Costituzione del 1991 il presidente della Repubblica viene eletto a suffragio universale ogni cinque anni (fino all'aprile del 2000 il presidente rimaneva in carica per sette anni) ed esercita, insieme al Governo, il potere esecutivo. Il potere legislativo spetta all'Assemblea dei Deputati del Popolo, composta da 111 membri eletti a suffragio universale per cinque anni. L'unità monetaria è il franco CFA. La capitale è Ouagadougou (690.000 ab.).

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IL TERRITORIO

In prevalenza arido e semiarido, il Burkina Faso si estende su un altopiano piuttosto uniforme, interrotto da alcuni rilievi isolati e di modesta altitudine. Il paesaggio è in parte desertico e in parte dominato dalla savana. Il monte più elevato non supera gli 800 m. Il territorio è bagnato dai tre rami sorgentiferi del Volta (Nero, Bianco e Rosso) dei quali soltanto il primo presenta andamento regolare, mentre gli altri hanno carattere torrentizio. Il clima è continentale con temperature assai elevate. Durante l'inverno il Paese è interessato dal secco vento sahariano detto harmattan, mentre tra giugno e ottobre il monsone oceanico di Sud-Ovest è causa di precipitazioni. Tuttavia la sua influenza diminuisce man mano che si avanza verso Nord: in questa zona (Sahel) la mancanza di precipitazioni e l'intensivo sfruttamento dei terreni da parte dei pastori nomadi hanno determinato la quasi totale desertificazione della regione, soggetta a disastrose siccità.

Cartina del Burkina Faso

Immagini di vita in un villaggio del Burkina Faso

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L'ECONOMIA

Il Burkina, spesso colpito da siccità, privo di risorse naturali e di sbocchi sul mare, è uno dei Paesi più poveri del mondo. L'agricoltura, scarsamente sviluppata a causa dell'insufficiente irrigazione, non riesce a soddisfare il fabbisogno alimentare interno. Le coltivazioni principali sono costituite da miglio, sorgo, manioca, mais, patata e riso; la produzione commerciale più importante è comunque il cotone. L'allevamento bovino rappresenta un'altra tradizionale attività di un certo rilievo. Anche l'industria è debole, arretrata e artigianale. Prevalgono le industrie alimentari, tessili e della lavorazione del cuoio, ma recentemente sono sorti anche alcuni complessi meccanici e chimici. Le risorse minerarie sono piuttosto scarse: si estraggono piccole quantità di oro e manganese. A causa della mancanza di fonti energetiche il Paese si vede costretto a importare forti quantità di carburante, soprattutto dalla Francia, oltre che prodotti alimentari e industriali; esporta invece prodotti agricoli in Costa d'Avorio. La rete di comunicazioni si basa su un tronco ferroviario di 622 km e su strade che si sviluppano complessivamente per 12.506 km e si collegano con quelle del Ghana e del Mali. Gli aeroporti principali sono situati a Ouagadougou, Bobo-Dioulasso.

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CENNI STORICI

Durante l'XI sec. l’aristocrazia guerriera del popolo mossi si impose sugli altri popoli della regione da cui nascono i fiumi Volta (Volta Nero, Volta Bianco, Volta Rosso). Nei due secoli successivi si formarono alcuni Regni, tra cui i principali furono quelli di Yatenga e Ouagadougou. I re provenivano dalla famiglia reale, scelti da quattro funzionari che dovevano cercare un equilibrio tra l’aristocrazia mossi e il popolo mande. Questo sistema elettivo durò fino al XX sec. Le popolazioni mossi e mande resistettero ai tentativi di assorbimento attuati dagli imperi del Mali e di Songhai (Guinea) e alle invasioni dei Fulani nei secc. XVIII e XIX. Tra il 1895 e il 1904 i Francesi devastarono le pianure centrali, incendiando case, uccidendo uomini e animali e stabilendo un vero regno del terrore dovunque passassero, fino a provocare un’insurrezione nel 1916. La repressione che seguì costrinse milioni di Burkinesi a emigrare, soprattutto in Ghana. Fino al 1919 il Burkina Faso (allora chiamato Alto Volta) ebbe un Governo militare. Divenne nello stesso anno parte della colonia Alto Senegal-Niger per venire scorporato in seguito, finché nel 1960 divenne un territorio indipendente. Le prime elezioni della Nazione indipendente si svolsero nel 1960 e segnarono la vittoria della Unione democratica voltense (UDV), un partito finanziato dai commercianti e dai proprietari terrieri, che portò alla presidenza Maurice Yameogo. La UDV e i suoi candidati furono rieletti nel 1965, ma un anno dopo il capo dell’esercito, il generale Sangoulo Lamizana, prese il potere con un colpo di Stato.

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Negli anni Settanta, in un clima di totale incertezza politica, nel Paese aumentò la fame e l’emigrazione verso i Paesi vicini era calcolata in un quarto della popolazione. Un nuovo colpo di Stato portò al potere il colonnello Sage Zerbo e un successivo nel 1982 il maggiore medico Jean-Baptiste Ouédraogo, a sua volta scalzato da un giovane ufficiale, Thomas Sankara. Quest’ultimo era popolare tra i suoi uomini e tra i contadini per l’impegno contro la corruzione e per la grande esperienza nell’assistere le vittime della siccità. A partire dal primo anno di governo di Sankara, il Paese cambiò nome in Burkina Faso, «Terra degli uomini onesti»; l’inno nazionale cominciò ad essere cantato in lingua africana e si avviò una riforma agraria. Raggiungere obiettivi minimi come sfamare la popolazione e dare una minima istruzione era una grande sfida in un Paese con l’82% di adulti analfabeti. Nel 1987 Sankara venne spodestato, processato e quindi decapitato insieme a dodici dei suoi collaboratori. Lo sostituì il suo vice Blaise Compaoré, alla guida del Fronte popolare, annunciando una «correzione di rotta» nel regime. In contrasto con quella che era stata l’austerità di Sankara, Compaoré iniziò a costruire un palazzo del Governo e acquistò un aereo presidenziale. Inoltre annunciò una politica economica aperta all’iniziativa privata e ai capitali stranieri. Dal novembre 1987 l’opposizione politica al processo di «correzione di rotta» si organizzò in diversi gruppi tra cui spiccava l'Unione democratica e popolare-Thomas Sankara, che chiedeva libertà sindacale, amnistia per i prigionieri politici e libere elezioni. La nuova Costituzione, promulgata dal presidente «de facto» Compaoré, instaurò il multipartitismo, fissò la divisione dei poteri e ridusse le prerogative presidenziali.

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Nel dicembre 1992 e nel marzo 1993 si verificarono scioperi generali contro i programmi di aggiustamento strutturale fissati dal FMI. Sul piano sociale, la situazione rimase difficile a causa di un aumento del 30% del costo della vita nel primo semestre del 1995, in conseguenza della svalutazione del franco CFA nel 1994. Il Governo proseguì nella politica di liberalizzazione economica e il Paese entrò nell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1995. Nel 1996 l’economia crebbe del 5%. Nello stesso anno il FMI approvò un nuovo prestito per 57 milioni di dollari per appoggiare il programma di aggiustamento strutturale del triennio seguente. Nel 1997 la siccità dimezzò la produzione alimentare e il deficit della produzione agricola nel biennio 1997-99 fu stimato in 156 mila tonnellate. Nel dicembre 1997, Ouédraogo sollecitò alla comunità internazionale l’invio di 67 mila tonnellate di grano per alleviare la crisi. La svalutazione del franco CFA provocò una riduzione nelle importazioni di medicine, compromettendo la lotta contro due grandi malattie: la malaria e l’AIDS. Nelle elezioni presidenziali dello stesso anno venne riconfermato come capo dello Stato Blaise Compaoré.

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Nel marzo 2000 Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU richiese un embargo di tre anni sulle esportazioni di armi e altre sanzioni nei confronti del Burkina Faso per il sostegno prestato all’UNITA, l’organizzazione di guerriglia antigovernativa angolana. All’interno del Paese intanto si svolsero scioperi e manifestazioni per protestare contro la politica autoritaria del Governo. A capo dell’organizzazione delle proteste il Collettivo delle organizzazioni democratiche e dei partiti politici burkinabé, sorto alla fine del 1998 in seguito all’uccisione di un giornalista, Norbert Zongo, impegnato in un’inchiesta che coinvolgeva il presidente Compaoré. Nei primi mesi del 2001 nel Nord del Paese scoppiò una grave carestia. In marzo un’epidemia di meningite aggravò ulteriormente la situazione (a giugno furono 1.600 i morti), inducendo il Governo a chiedere aiuti internazionali.

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LA CAPITALE

Ouagadougou

(690.000 ab.). Capitale del Burkina Faso, capoluogo della provincia di Kadiogo (1.169 kmq; 652.377 ab.), si estende sulla destra del Volta Bianco ed è una moderna città amministrativa e commerciale, importante mercato di prodotti agricoli. Vi si trovano inoltre industrie alimentari, tessili, meccaniche, del legno e dei laterizi.

 

BURKINA FASO Today POPULATION: 19,742,715

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