PRESENTAZIONE
Attraversato
dal Tropico del Capricorno, il Botswana è privo di sbocchi sul mare e
confina a Nord e a Ovest con la Namibia; a Nord-Est con lo Zimbabwe, a Nord con
lo Zambia, a Sud e Sud-Est con il Sudafrica. La sua superficie misura 581.730
kmq e ha una popolazione di 1.570.000 abitanti con una densità media di
2,6 abitanti per kmq. Il gruppo etnico prevalente è quello degli Tswana
di ceppo bantu (75,5%); tra le minoranze vanno segnalati i Boscimani (3,4%) che
vivono in modo assolutamente primitivo nel deserto del Kalahari. La lingua
ufficiale è l'inglese, la nazionale è il seTswana. La religione
più diffusa è quella animista. Protettorato britannico dal 1855
col nome di Bechuanaland, il Botswana divenne indipendente nel 1966. In base
alla Costituzione promulgata in quell'anno, si costituì come Repubblica
presidenziale indipendente nell'ambito del Commonwealth. Il presidente della
Repubblica, eletto con mandato quinquennale a suffragio diretto, nomina il
vicepresidente, che è capo del Governo e responsabile dinanzi
all'Assemblea Nazionale (44 deputati: 40 eletti a suffragio universale per
cinque anni e 4 cooptati), alla quale si affianca una Camera dei Capi,
consultiva, composta da 15 membri in rappresentanza delle 8 principali
tribù. L'unità monetaria è il pula. La capitale è
Gaborone (183.487 ab.).
IL TERRITORIO
Il territorio,
semidesertico, è costituito da un altopiano dell'altezza media di 1.000
m. Nella zona sud-occidentale del Paese si estende parte del deserto del
Kalahari. I fiumi principali sono il Limpopo, il Molopo e l'Okavango;
quest'ultimo forma i laghi di Ngami e Makarikari. Il clima è subdesertico
con precipitazioni molto scarse che ostacolano, tra l'altro, lo sviluppo
dell'agricoltura, già di per sé molto
arretrata.
Cartina del Botswana
L'ECONOMIA
La scoperta di ricchi
giacimenti minerari (diamanti, oro, manganese, nichel, rame, carbone) negli anni
Settanta ha permesso all'economia, fino allora poverissima, di evolversi. Voci
importanti dell'economia del Botswana sono anche l'agricoltura (cereali,
cotone), pur se minacciata da frequenti siccità, e l'allevamento (bovino
e caprino). Le industrie sono pressoché assenti. L’agibilità
della rete viaria è limitata alla fascia Est del Paese che è
interessata anche da un tratto della ferrovia che collega Città del Capo
in Sudafrica con Harare in Zimbabwe.
CENNI STORICI
Nel corso della sua storia,
la terra del «popolo tswana» era considerata un crocevia di grande
importanza. Questo territorio infatti, incastrato al centro dell’Africa
australe, era un luogo di transito sia per i coloni inglesi e olandesi che per
quelli portoghesi. I primi, volendo unire il continente da Nord a Sud,
prendevano la cosiddetta «strada dei missionari». I Portoghesi, da
parte loro, volendo unire le colonie di Angola e Mozambico, percorrevano le
stesse vie. Dal XVIII sec. la regione fu dunque il crocevia tra i diversi
interessi strategici coloniali, e tra questi e le tribù tswana abitanti
nella zona dal XVII sec. Intorno al 1830, il Botswana cominciò a
risentire della penetrazione dei coloni boeri, che si dirigevano verso il Nord
per sfuggire alla pressione degli Inglesi stabilitisi a Città del Capo.
Gli Tswana entrarono anche in conflitto con gli Zulu, che i Boeri avevano
scacciato dal Sud dell’Africa. Nel 1894 i tre principali capi tribù
del Botswana andarono a Londra per chiedere appoggio nella loro lotta contro i
coloni boeri e il Paese divenne un protettorato britannico. La tutela inglese
impedì l’annessione politica da parte del Sudafrica, ma rese
più facile il dominio economico da parte degli
afrikaner. Malgrado la presenza di una vasta
regione semidesertica, il Botswana diventò all’inizio del XX sec.
uno dei principali esportatori di bestiame e di carne dell’Africa australe
e il 97% della popolazione viveva di agricoltura. La concentrazione economica
permise agli
afrikaner di dominare il settore agricolo e controllare il
60% delle esportazioni di carne. Seretse Khama, uno dei leader più
influenti dell’etnia bamangwalo, dopo aver studiato Diritto in
Inghilterra, si sposò con Ruth Williams, un’impiegata europea. La
vicenda scandalizzò gli Inglesi e anche gli
afrikaner, che
impedirono a Khama di fare ritorno in patria. Tornò solo nel 1956 e nove
anni dopo, alle elezioni generali, il suo gruppo politico, il Partito
democratico del Botswana (BDP), ottenne l’80% dei voti. Nel 1966 il Paese
ottenne l’indipendenza e Khama fu il primo presidente. Il BDP attuò
una politica conciliante verso gli abitanti di origine europea che controllavano
l’80% dell’economia. Khama cercò inoltre di mantenersi
equidistante dal punto di vista delle scelte politiche dal vicino Sudafrica e
appoggiò i movimenti antirazzisti della regione. Questa politica non
riuscì però a evitare che una parte dell'elettorato negasse il
proprio consenso al partito di Governo, il Partito democratico. Nelle elezioni
dell'ottobre 1969 i partiti d'opposizione rivendicarono una politica più
intransigente nei confronti dei vicini regimi «bianchi», riuscendo a
inviare in Parlamento 4 rappresentanti ciascuno, contro i 24 del partito di
Khama. Gli intensificati scambi commerciali col Sudafrica guadagnarono a Seretse
Khama nuove accuse da parte dell'opposizione, senza però impedire al
partito di Governo di ottenere una schiacciante vittoria nelle elezioni del
1974. Nel luglio 1980 Khama morì di cancro e venne sostituito dal
vicepresidente Quett Masire che venne riconfermato nell'incarico nel 1984 (e
successivamente nel 1989). Masire mantenne una ferma posizione di condanna
contro l'apartheid tanto che nel 1987, a seguito delle continue incursioni alla
frontiera da parte sudafricana (1985), causate dall’appoggio che il
Governo del Botswana forniva all’African National Congress (ANC), il
Sudafrica bloccò i collegamenti stradali con Gaborone, capitale del
Botswana. Da un punto di vista politico-economico, Masire subì forti
pressioni da parte dei gruppi socialisti rivoluzionari, la cui politica
intendeva limitare la concentrazione di terre fertili nelle mani degli europei.
Nacque anche un movimento favorevole alla nazionalizzazione dei giacimenti di
diamanti, rame e nichel, sfruttati da imprese sudafricane. Nel 1982 si dovette
affrontare i problemi economici causati dalla siccità che aveva
compromesso la produzione e l’esportazione di bestiame. Le
difficoltà si attenuarono nel 1983, grazie alla politica di
austerità attuata dal Governo. 3/5 della popolazione viveva di
un’agricoltura di sussistenza o di attività «non
istituzionalizzate», cioè fuori da statistiche, controllo fiscale e
mercato commerciale. In questa parte della popolazione rientravano anche
quindicimila nomadi. Tra il 1978 e il 1988, il Botswana migliorò la
propria situazione economica trasformandosi nel terzo produttore di diamanti del
mondo dopo Australia e Zaire. L’economia crebbe al ritmo record del 12%
annuo. Tuttavia, a causa della diminuzione della domanda internazionale di
diamanti, nel 1988 e 1989 la crescita economica ebbe un calo dell’8,9% e
in seguito si ridusse ancora del 4,8%. Allo stesso tempo, la disoccupazione
salì al 35%. Di fronte alla crisi dell’economia, il Paese non ebbe
accesso ai prestiti della Banca Africana per lo Sviluppo, perché la
moneta, il pula, veniva considerata una delle più forti della regione.
Durante il 1991, nonostante la crescita economica, il Botswana registrò
gli scioperi più importanti dalla sua indipendenza. Sforzandosi di
aumentare l’occupazione e di restituire prestigio al BDP, il Governo
iniziò ad incentivare attività diverse da quelle minerarie. A
causa della siccità, in aprile venne decretato lo stato di emergenza.
Nelle elezioni del1994, il BDP conservò, con un margine sempre più
scarso, la maggioranza. Grazie al turismo e all’esportazione dei diamanti
alla fine degli anni Novanta il Botswana si trovò con un’eccedenza
di bilancio che comunque non avviò a soluzione i problemi più
acuti della popolazione. Le grandi alluvioni che all’inizio del 2000
colpirono l’Africa australe provocarono una drastica riduzione dei
raccolti; le coltivazioni di miglio e di sorgo furono decimate. La situazione
del Paese fu resa ancora più grave dalla diffusione dell’AIDS. A
tal proposito nel 2001 il presidente Mogate annunciò l’intenzione
di distribuire gratuitamente a 300.000 pazienti i medicinali per combattere il
virus. Il Governo accelerò inoltre gli investimenti per diffondere sul
territorio medicine, personale medico e infrastrutture.
LA CAPITALE
Gaborone
(183.487 ab.). Capitale del Botswana. È situata al confine con il
Sudafrica, sull'altopiano del Beciuania, sul fiume Notwani. Centro
amministrativo e commerciale, è sede di una stazione ferroviaria e di un
aeroporto. Vi si trovano inoltre l'università e il vescovado
cattolico.