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PRESENTAZIONE

Sri Lanka è un'isola posta nell'Oceano Indiano a Sud-Est della penisola del Deccan. Occupa una superficie di 65.610 kmq e ha una popolazione di 19.500.000 abitanti, con una densità di 297 abitanti per kmq. Il gruppo etnico più numeroso è quello Singalese (81,9%), seguito dai cosiddetti Mori di Ceylon (8%), dai Tamil (9,5%) e da altri. Le lingue ufficiali sono il singalese e il tamil; è usato anche l'inglese. Il Buddhismo (76,7%) è la religione maggiormente professata; consistenti sono le minoranze di musulmani (8,5%), induisti (7,9%), cristiani (6,1%) e altri. Già colonia britannica, lo Sri Lanka è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1978, il presidente, che è anche capo del Governo, è eletto a suffragio universale ogni sei anni, al pari della Camera dei rappresentanti. Dal punto di vista amministrativo il Paese è diviso in 25 distretti. L'unità monetaria è la rupia di Sri Lanka. La capitale è Colombo (648.000 ab.).

Web Trapanese di Trapanesi Elefanti al lavoro nello Sri Lanka

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IL TERRITORIO

Il territorio dello Sri Lanka comprende l'isola omonima e alcune minuscole isolette. Chiamata «la perla dell'Oceano Indiano», lo Sri Lanka presenta un unico massiccio che occupa la parte centro-meridionale dell'isola e costituisce la naturale continuazione del rilievo del Deccan. Il monte più alto è il Pidurutalagala (2.524 m). La zona settentrionale è occupata da tavolati in parte ricoperti da savane, mentre la fascia meridionale e orientale digrada verso il mare con una serie di terrazze che terminano nelle pianure alluvionali costiere. Il litorale è basso e uniforme, moderatamente frastagliato solo a Est. I fiumi scendono dal massiccio principale in tutte le direzioni, ma hanno scarsa importanza, a causa del regime stagionale, e corso breve tranne il Mahaweli (350 km). Situato vicino all'equatore, lo Sri Lanka ha temperature elevate in tutti i mesi dell'anno; il clima è caldo umido con modeste escursioni termiche, le precipitazioni sono distribuite in modo vario sul territorio: le regioni settentrionali, protette dal massiccio centrale, sono piuttosto asciutte; le zone meridionali, investite dal monsone, sono più umide.
Web Trapanese di Trapanesi Cartina dello Sri Lanka

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L'ECONOMIA

Benché solo un quinto della superficie complessiva dell'isola sia destinato alle colture, l'agricoltura costituisce la risorsa principale della popolazione. Estese sono le risaie, che coprono buona parte delle terre coltivabili, le piantagioni di cocco, mais, patate dolci e manioca. Lo Sri Lanka è il terzo produttore mondiale di tè coltivato nelle zone dell'altopiano. Prodotti d'esportazione sono pure il caucciù, la copra, il tabacco, il cacao e la cannella. Modesto è l'allevamento (bovini e caprini). Sono presenti giacimenti di pietre preziose. Assai lucroso il commercio di legname pregiato, come sandalo, mogano ed ebano; tra le industrie più significative quelle tessili, dell'abbigliamento, conciarie, cartarie, della gomma. In via di sviluppo è anche il settore terziario che ha nel turismo una fonte di ricchezza, anche se penalizzato dalla situazione politica interna. Le comunicazioni sono garantite da una rete stradale di 11.547 km (dei quali 10.969 asfaltati) e da una ferrovia di 1.449 km. Gli aeroporti principali sono a Colombo, a Jaffna, a Puttalam, a Batticaloa e a Trincomalee. I principali porti sono a Colombo, Trincomalee, Galle e Jaffna.

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CENNI STORICI

Nominata per la prima volta come Lanka in una cronaca pali del VI sec. a.C., l'isola di Ceylon divenne centro buddhista per volere del re indiano Ashoka (III sec. a.C.); fu invasa successivamente da singalesi, indoeuropei e tamil, che diedero vita a una civiltà avanzata. Dopo secoli di guerre con l'India meridionale, nel XVI sec. d.C. venne conquistata dai Portoghesi, ad eccezione del Regno di Kandy. Nel 1656 subentrarono gli Olandesi, cui seguirono nel 1796 gli Inglesi, i quali, già impossessatisi della vicina India, dichiararono l'isola colonia britannica, ma solo nel 1815 riuscirono a vincere la resistenza dell'ultimo Regno locale. La nuova amministrazione introdusse colture destinate al consumo della madrepatria, come caffè e tè di eccellente qualità, pianificò l'economia e realizzò sull'isola strade e ferrovie. Nel XX secolo a Ceylon si sviluppò un forte movimento nazionalista che portò il Paese alla conquista dell'indipendenza (1948) nell'ambito del Commonwealth britannico. Dal 1947 al 1956 il potere fu detenuto dal Partito nazionale unito (UNP) di Senanayake, che attuò una politica estera di avvicinamento ai Paesi sottosviluppati dell'Asia di Sud-Est (Piano di Colombo) e al blocco occidentale durante la «guerra fredda». Nel 1955 Ceylon entrò a far parte dell'ONU. Dal 1956 al 1965 rimase al potere il Partito della libertà (SLFP), di orientamento nazionalista e progressista. Il Governo, guidato da Salomon Bandaranaike, adottò una politica moderatamente riformista, ma alcuni provvedimenti, quali la proclamazione del singalese come lingua ufficiale e il rafforzamento dell'identità buddhista, provocarono forti tensioni con la minoranza tamil, che alla fine degli anni ‘50 fu protagonista di una serie di rivolte secessioniste. Nel settembre del 1959 il primo ministro fu assassinato e la sua politica fu proseguita dalla vedova, Sirimavo Bandaranaike, che riuscì a condurre al successo elettorale il Partito della libertà alle elezioni del 1960; fu la prima donna al mondo ad occupare la carica di primo ministro. Il nuovo Governo, formato da una coalizione con il Partito comunista e quello trotzkista, nel 1962 procedette alla nazionalizzazione del petrolio e di varie compagnie americane. Tre anni dopo Sirimavo Bandaranaike fu battuta da una coalizione di Destra; rieletta nel 1970 alla guida del Governo con una schiacciante maggioranza, si trovò a dover fronteggiare una forte opposizione da parte del Fronte popolare di liberazione, di estrema sinistra, formato da giovani studenti, intellettuali e contadini, che pure aveva contribuito all'ascesa della signora Bandaranaike. L'insurrezione dei guerriglieri venne domata con misure repressive. Il primo ministro non abbandonò la sua politica antimperialista e nel 1972 proclamò la Repubblica, mutando la denominazione di Ceylon in quella tradizionale ed evocativa di Sri Lanka. Fu avviato un programma di riforme e nazionalizzazioni, inteso alla creazione di una vera Repubblica socialista. La riforma agraria che nazionalizzò le piantagioni di tè, controllate dalle compagnie britanniche, sostanzialmente non modificò le condizioni di vita dei contadini. Il conflitto tra l'etnia singalese (buddhista) predominante nello Sri Lanka e la minoranza tamil (induista), discendente dai dravidi dell'India meridionale, continuò ad affliggere il Paese. I singalesi costituivano più dei tre quarti della popolazione dell'isola, mentre i tamil erano circa il 20%, divisi in due sottogruppi: i «tamil dello Sri Lanka» e i tamil indiani. I primi, giunti sull'isola circa 2.000 anni fa, si stabilirono principalmente nelle province settentrionali e orientali, mentre i secondi arrivarono con un'ondata migratoria più recente. I due gruppi, con caratteristiche etniche comuni, chiedevano l'autonomia regionale o addirittura la formazione di uno Stato tamil indipendente. Il Fronte unito di liberazione tamil (TULF), fondato il 4 maggio 1972, unificò tre partiti: il Partito federale, il Congresso tamil e il Congresso dei lavoratori di Ceylon, filo-indiano. La coalizione di Governo resse fino al 1975, quando cominciò a infrangersi logorata dalla ricerca di soluzioni alle croniche rivendicazioni delle diverse comunità etniche e religiose dell'isola, dalla difficile situazione economica, dalle accuse di nepotismo e dalle critiche seguite alla censura della stampa. Le elezioni del luglio 1977 videro la vittoria del Partito nazionale unito (UNP) di Junius Jayewardene, che ottenne una vasta maggioranza parlamentare, seguito dal Fronte di liberazione tamil. Il nuovo primo ministro, nonostante si autodefinisse «socialista», instaurò una politica economica di apertura al capitale straniero. Grazie a una riforma costituzionale, nel 1978 Jayewardene trasformò il Paese in una Repubblica presidenziale, assumendo la carica di presidente. Nell'ottobre del 1980 Bandaranaike fu espulsa dal Parlamento e privata dei diritti politici per sette anni, dopo che una commissione d'inchiesta presidenziale la dichiarò colpevole di «abuso di potere» durante il suo periodo di amministrazione a capo della coalizione socialista dal 1970 al 1977. Nello stesso anno furono avviate una serie di misure economiche concordate con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), con conseguenze nefaste per la popolazione. Nonostante lo sciopero generale contro la nuova politica economica, nell'estate del 1980 furono licenziati 44 mila dipendenti statali. Come contropartita, nel 1981 il Governo ricevette forti incentivi economici dagli Stati Uniti, giustificati dalla necessità di «dare stabilità alla regione». Nell'ottobre del 1982 le prime elezioni presidenziali in Sri Lanka attribuirono la vittoria a Jayewardene con il 52,5% dei voti, grazie all'appoggio dell'apparato governativo e alle divisioni in seno al Partito della libertà. In vari distretti le elezioni si tennero in stato di emergenza. Il progetto di trasformare lo Sri Lanka in un «centro di esportazione» sul modello di Hong Kong o Taiwan, portò alla creazione di una zona franca a Latunayabe, dove dal 1978 si cominciò a registrare un notevole aumento degli investimenti stranieri. Nonostante i rifiuti ufficiali e il dichiarato impegno a non allinearsi, agli inizi del 1982 il Governo annunciò che la Marina degli Stati Uniti poteva usufruire delle sue stazioni di rifornimento a Trincomalee, nodo vitale delle rotte marittime tra Oriente ed Occidente attraverso il Canale di Suez. Nel 1983 si registrò un inasprimento del conflitto etnico che provocò centinaia di morti e oltre 100.000 persone senza casa; più di 40.000 tamil dello Sri Lanka emigrarono nella regione tamil Nadu, situata a Sud. Nel 1984 Jayewardene cominciò ad avvicinarsi a Israele, il cui Governo gli offrì collaborazione per la repressione delle minoranze e, con l'appoggio dell'ambasciata americana, stabilì a Colombo un ufficio di rappresentanza diplomatica. La guerra etnica si inasprì nel 1985, causando un calo degli investimenti stranieri. Il turismo, una delle principali fonti di reddito di questo «paradiso fiscale», fu uno dei settori più colpiti.

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Le azioni militari condotte nella provincia settentrionale e in quella orientale, dove si coltivano oltre 200.000 ettari di riso, influirono sull'offerta e sul prezzo del prodotto, al punto che il Governo si vide obbligato ad importare 150.000 tonnellate di riso dalla Cina per garantire la stabilità dei prezzi. I leader di sette Nazioni del Sud-Est asiatico, preoccupati per la guerra che sconvolgeva lo Sri Lanka, si incontrarono a Bangalore, in India. La richiesta di elezioni anticipate da parte del Partito della libertà, principale oppositore del regime, venne respinta dal presidente, il quale, nel tentativo di placare l'opposizione interna, restituì al primo ministro Sirimavo Bandaranaike i diritti politici sospesi nel 1980. Nel luglio del 1987 i presidenti Rajiv Gandhi e Junius Jayewardene giunsero infine a un accordo, siglato a Colombo, che concedeva ampia autonomia alla minoranza tamil nella provincia settentrionale e in quella orientale. L'accordo prevedeva la fusione delle due province con un Governo comune e il riconoscimento del tamil come lingua nazionale. L'India partecipò al trattato come garante e si impegnò ad inviare dei contingenti allo scopo di verificare l'applicazione dei termini dell'accordo, che però non fu approvato dalle Tigri di liberazione dell'Eleam Tamil (LTTE), gruppo guerrigliero separatista, considerato il più efficiente e il meglio armato del mondo, il cui leader Vilipullai Prabhakaran aveva il suo quartier generale nel Nord del Paese, nel cuore della foresta. L'accordo non riuscì quindi a riportare la pace sull'isola e la presenza militare indiana, lungi dal garantire la cessazione delle ostilità, divenne causa di tensioni e di nuovi scontri. Nel novembre del 1988 il Governo fu riconfermato con il 50,4% dei voti; all'età di 82 anni, Jayewardene lasciò il posto all'allora primo ministro Ranasinghe Premadasa. Il processo elettorale fu dominato dalla violenza politica, al punto che solo il 53% dell'elettorato si recò a votare. Agli inizi del 1990 il Governo indiano ritirò l'ultimo dei 60.000 soldati stanziati nel Paese sin dal 1987 e nel maggio del 1991 le Tigri tamil furono accusate dell'assassinio del presidente indiano Rajiv Gandhi, divenuto un loro nemico dopo l'attacco ai ribelli da parte dei contingenti di pace indiani in Sri Lanka. Il Partito nazionale unito vinse le elezioni del 17 maggio, svoltesi in un clima di relativa calma, e ottenne la maggioranza in sei province su sette. Alle elezioni del 1994 Chandrika Kumaratunga, la candidata della coalizione Alleanza del popolo ottenne il 63% dei voti e fu la prima donna a ricoprire la carica di presidente dello Sri Lanka, riconfermata nel 1999. I negoziati intrapresi con il movimento tamil da parte del nuovo Governo non riuscirono a porre fine alla guerra civile, che conobbe periodi di rinnovata violenza; nonostante gli sforzi di mediazione, nel marzo del 1998 si registrò una recrudescenza della guerra con decine di morti da entrambe le parti. Nel corso del 1999-2000 i guerriglieri inflissero forti perdite alle truppe governative, conquistando alcune zone strategiche e tagliando le comunicazioni e i rifornimenti; il Governo decise di proclamare lo stato di emergenza nel Paese. Nell'ottobre 2000, dopo una campagna elettorale incentrata sulla questione tamil e contrassegnata da una serie di attentati, le elezioni legislative terminarono con la vittoria dell'Alleanza del popolo, il partito della presidente Chandrika Kumaratunga. Dopo la vittoria elettorale la presidente Kumaratunga formò un nuovo Governo (in cui entrò anche il Partito democratico del popolo Eelam, una formazione tamil che aveva ottenuto cinque seggi) guidato dal primo ministro uscente Ratnasiri Wickremanayake. Nel febbraio 2001 la Gran Bretagna decise di inserire le Tigri tamil tra le organizzazioni terroriste. Parallelamente il Governo di Colombo accettò l'offerta di mediazione proveniente dalla Norvegia e tendente ad avviare un dialogo con i separatisti tamil, che non cessarono tuttavia nelle loro azioni terroristiche. In aprile i Tamil attaccarono un cargo carico di armi e materiale militare proveniente dalla Repubblica Ceca (che insieme al Pakistan è tra i maggiori fornitori d'armi allo Sri Lanka), mentre negli scontri che si verificarono nella penisola di Jaffna tra truppe governative e ribelli morirono oltre 300 persone. A luglio, dopo aver perso la maggioranza parlamentare, la presidente Kumaratunga decise di sospendere il Parlamento per evitare un voto di sfiducia a cui l'Alleanza popolare non sarebbe sopravvissuta. Il 24 luglio le Tigri sferrarono nuovi attacchi, dapprima contro la base militare di Bandaranaike, poi contro l'aeroporto internazionale di Colombo, violando gli accordi raggiunti con il mediatore norvegese che prevedevano di non compiere attentati nelle zone Est e Nord dell'isola. La risposta del Governo non si fece attendere, non sortendo tuttavia l'effetto di fermare questa nuova offensiva dei Tamil. A fine ottobre, un giorno dopo il tentato omicidio del primo ministro Ratnasiri Wickremenayake in un attentato kamikaze nella capitale Colombo, le Tigri lanciarono l'ennesimo attacco suicida contro una petroliera sulla costa Nord-Est dello Sri Lanka con cinque piccole imbarcazioni kamikaze. In dicembre le elezioni per il rinnovo del Parlamento, caratterizzate da intimidazioni e violenze, furono vinte di stretta misura dal Partito nazionale unito, all'opposizione, che nominò Ranil Wickramasinghe capo del Governo. Dopo aver avviato un processo di pacificazione con le Tigri Tamil, grazie anche alla mediazione di una delegazione norvegese, il 24 dicembre 2001 ebbe inizio il cessate il fuoco (il primo in sette anni), bilateralmente firmato nel febbraio 2002. Il 2 aprile 2004 si svolsero le elezioni parlamentari, anticipate in seguito ai contrasti tra la presidente Kumaratunga, appartenente al partito di sinistra FA, e il primo ministro Wickramasinghe, del partito di destra UNP. Le consultazioni si conclusero con la vittoria della coalizione costituita dal FA e dal JVP (chiamato anche People's Liberation Front), formazione nazionalista cingalese di ispirazione marxista. Il 26 dicembre 2004 anche lo Sri Lanka fu devastato dal violento tsunami scatenatosi nel Sud-Est asiatico: il bilancio fu di oltre 30.000 morti e migliaia di dispersi. Nonostante le lentezze del processo di ricostruzione e la difficoltà di fornire aiuto alle regioni settentrionali, controllate dalle Tigri Tamil, il Paese si risollevò. Le elezioni presidenziali del 17 novembre 2005 decretarono la vittoria del socialista Mahinda Rajapakse, che designò primo ministro Ratnasiri Wickramanayake, considerato un fautore della linea dura contro i ribelli delle LTTE. Nel 2006 si intensificò l'ondata di violenza in Sri Lanka. I colloqui di pace fra i ribelli Tamil e il Governo si fecero sempre più difficili, in particolare dopo che la Norvegia - constatato il fallimento dei colloqui del maggio 2005 - annunciò di voler riconsiderare il suo ruolo di mediatore nel conflitto che in 30 anni provocò la morte di circa 60.000 persone.

Web Trapanese di Trapanesi Il maremoto che ha colpito gli Stati del sud-est asiatico il 26 dicembre 2004

Web Trapanese di Trapanesi La solidarietà internazionale dopo il maremoto del 26 dicembre 2004

Web Trapanese di Trapanesi Che cos’è uno tsunami

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LE CITTÀ

Colombo

(648.000 ab.). Capitale dello Stato di Sri Lanka, è capoluogo del distretto omonimo (699 kmq; 2.305.000 ab.). Colombo si trova sulla costa sud-occidentale dell'isola, alla foce del fiume Kelani, che sbocca nell'Oceano Indiano. Principale centro amministrativo, culturale e commerciale del Paese, deve la propria prosperità al suo porto artificiale costruito dagli Inglesi, scalo di primaria importanza sulle rotte marittime che collegano l'Europa all'Estremo Oriente. Sono presenti industrie tessili, olearie e del tabacco. Fondata intorno al XIII sec. da mercanti arabi e cinesi, nel 1518 divenne una delle principali basi dell'Impero portoghese. Conquistata dagli Olandesi (1656) e dagli Inglesi (1796), tra il 1950 e il 1951 ospitò le due conferenze preparatorie del Piano di Colombo per lo sviluppo e la cooperazione economica tra Paesi dell'Asia meridionale e sud-orientale, dell'Oceania e dei Paesi industrializzati. La città conserva un nucleo antico, sede del bazar nel popoloso quartiere indigeno di Pettah e di un'antica fortificazione olandese del XVII sec. Quale centro religioso induista e buddhista conserva pregevoli edifici sacri, tra i quali il tempio buddhista di Kelanya.

Web Trapanese di Trapanesi Una strada di Colombo

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Jaffna

(129.000 ab.). Città dello Sri Lanka, capoluogo del distretto omonimo (1.025 kmq; 589.000 ab.). Importante porto commerciale (esportazione di frutta, cotone, tabacco, legname) è situata all'estremità settentrionale del Paese. È il centro principale della comunità tamil.

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Kandy

(110.049 ab.). Città dello Sri Lanka, capoluogo del distretto omonimo (1.940 kmq; 1.307.000 ab.), è situata al centro del Paese. Capitale del Regno di Cylon (1592-1815) è città sacra del Buddhismo. Conserva numerosi templi, tra cui quello del Dente, dove si conserva una reliquia (dente canino) del Buddha.

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Sri Lanka

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