GEOGRAFIA - ASIA - MALAYSIA

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GEOGRAFIA - ASIA

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PRESENTAZIONE

La Malaysia è composta da due parti: una settentrionale continentale (Malaysia occidentale), che comprende la penisola di Malacca, e una meridionale (Malaysia orientale), costituita dalla parte settentrionale dell'Isola del Borneo. La Malaysia occidentale confina a Nord con la Thailandia e a Sud un ponte sullo stretto di Johor la collega con Singapore. La Malaysia orientale confina con l'Indonesia la cui regione del Kalimantan occupa la parte meridionale dell'Isola del Borneo; al suo interno si trova inoltre il piccolo Stato di Brunei. Il Mar Cinese Meridionale divide la Malaysia occidentale da quella orientale. La Malaysia si estende su una superficie di 329.847 kmq e registra una popolazione di 25.580.000 abitanti con una densità di 78 abitanti per kmq. I gruppi etnici che vivono in quest'area sono di origine malese (65%) e cinese (26%). C'è una minoranza di indiani (9%), la cui immigrazione in Malaysia risale all'epoca del dominio coloniale inglese. Nelle zone interne della Malaysia orientale vivono tribù indigene primitive, la più famosa è quella dei daiacchi. La lingua ufficiale è il malese, anche se l'inglese è molto diffuso; sono parlati anche il cinese e il tamil. La maggioranza dei Malesi professa la religione musulmana (60,4%), tuttavia vi sono anche minoranze di buddhisti (19%), cristiani (9%) e induisti (6%). La Malaysia è una federazione di Monarchie costituzionali nell'ambito del Commonwealth composta da 13 Stati, ognuno dei quali dotato di proprio Governo e autonomo legislativamente, e da 2 Territori federali. I sovrani e i capi di Stato degli Stati membri scelgono al loro interno il capo supremo, in carica per cinque anni. Il Governo risponde del proprio operato davanti al Parlamento federale, costituito dalla Camera dei rappresentanti, 219 membri eletti a suffragio universale, e dal Senato, composto da 69 membri, 43 nominati dal capo della Federazione e 26 dalle Assemblee degli Stati. L'unità monetaria è il dollaro malaysiano o ringgit. La capitale è Kuala Lumpur (1.352.000 ab.).

IL TERRITORIO

La Malaysia occidentale è occupata da un rilievo, la Catena Centrale, con direzione Nord-Sud e continuazione della dorsale che attraversa tutta la penisola indocinese. Questa catena è interrotta da diverse valli percorse da fiumi. Le fasce costiere che si affacciano sullo stretto della Malacca e sul Mar Cinese meridionale sono costituite da strette pianure solcate da corsi d'acqua e terminano con un litorale basso e sabbioso, a volte orlato da lagune o da zone paludose. La parte insulare comprende il versante settentrionale del sistema montuoso dell'Isola di Borneo, composto dai Monti Penambo, Hose e Kapuas. I rilievi diventano più tormentati e si allungano in diverse dorsali. I fiumi sono ricchi d'acqua, ma hanno corso breve; l'unico fiume di una certa importanza è il Rajang. Una fascia pianeggiante, attraversata da fiumi e colline, si apre verso la costa che è bassa e sabbiosa. Il clima è equatoriale con ridotte escursioni termiche e piovosità elevata a causa dei monsoni.
Trapani Cartina della Malaysia

L'ECONOMIA

Dal nuovo millennio l'economia della Malaysia ha registrato una notevole crescita: grazie all'espansione delle esportazioni (soprattutto di petrolio, idrocarburi, prodotti elettrici ed elettronici, olio di palma) e all'aumento della domanda interna, nel 2005 il PIL è aumentato del 6%, risultando il più elevato del Sud-Est asiatico, e ha superato addirittura l'obiettivo fissato dal Governo. Il tasso di inflazione è a un livello relativamente basso e il mercato del lavoro è migliorato, con un tasso di disoccupazione sceso al 3,4%. La strategia economica malesiana si è rivolta a settori di qualità e altamente tecnologici, affidando un ruolo preponderante alle piccole e medie imprese, oggetto di particolari politiche di incentivazione da parte del Governo. L'economia malesiana ha tratto profitto anche dal fatto che la Malaysia è membro dell'AFTA. La principale coltura è il riso, diffuso soprattutto nelle zone di Kota Baharu e di Kuala Terengganu, seguito da caucciù, olio di palma, tabacco, caffè, cacao, canna da zucchero e frutta tropicale. La Malaysia è ricca di risorse minerarie. Un tempo la principale ricchezza era costituita dallo stagno, di cui il Paese è tuttora uno dei massimi produttori, ma oggi vengono sfruttati anche giacimenti di petrolio, gas naturale, minerali di ferro, bauxite, oro e carbone. Il settore industriale è legato alla raffinazione del petrolio, agli stabilimenti metallurgici, siderurgici, elettronici (semiconduttori), per la raffinazione del gas e agli impianti automobilistici installati da Paesi stranieri (il Giappone primo fra tutti). In crescita risulta anche il turismo. I maggiori partner commerciali sono Stati Uniti, Singapore, Giappone, Cina e Hong Kong. La rete di comunicazioni è costituita da 65.877 km di strade e 1.636 km di ferrovie. I porti sono molto importanti per i collegamenti interni, tra i principali sono: Pinang, Kelang, Melaka. Aeroporti a Kuala Lumpur, Pinang e Johor Baharu.


CENNI STORICI

Gli antichi abitanti della penisola di Malacca erano comunità di nativi delle selve. Nel II Millenio a.C. l'invenzione delle canoe e l'uso della vela rese possibile la migrazione di popoli originari a Sud della Cina verso le attuali Malaysia, Indonesia e Filippine. Questi popoli introdussero tecniche per la coltivazione del riso e per la lavorazione dei metalli. Iniziarono già nel I millenio a.C. culture urbane, porti e il commercio verso l'India, dalla quale furono importate pratiche religiose, la lingua sanscrita e gran parte degli usi politici. Il regno di Funan, fondato sul Mekong nel I secolo d.C. si estese nel V secolo alla parte orientale della Malaysia dove sorsero stati buddhisti, che commerciavano prevalentemente con la Cina. Nel XV secolo fu fondato il porto di Melaka (Malacca), i cui governanti furono i primi a convertirsi all'Islam e ad interrompere il pagamento dei tributi al re del Siam (l'attuale Thailandia). Il commercio con il mondo islamico conferì prosperità a Melaka, e l'islam soppiantò in breve il buddhismo. All'inizio del XVI secolo Melaka era all'apice del suo potere, attirando l'interesse dei portoghesi, in competizione con i mercanti arabi sulle vie dell'Oceano Indiano. Nel 1511 il viceré portoghese dell'India, Alfonso di Albuquerque conquistò militarmente questo porto chiave per il commercio delle spezie. All'inizio del XVII secolo gli olandesi si allearono però con il sultano di Johor per scacciare i portoghesi da Melaka e la nuova alleanza governò indisturbata sul porto per oltre un secolo. I britannici cominciarono a loro volta a stabilire punti di appoggio per il proprio commercio con la Cina e nel Nord del Borneo e nel 1786 fondarono il porto di Georgetown, sull'isola di Pinang, di fronte alla costa occidentale della penisola malese. Il modello di commercio libero degli inglesi risultò più conveniente del monopolio mercantile olandese e Pinang attrasse una popolazione cosmopolita: malesi, sumatresi, indiani e cinesi. La convivenza tra olandesi e inglesi risultò difficile e nel 1824 un trattato riservò l'Indonesia ai primi e lasciò la Malaysia in mano ai secondi. Pinang e Melaka, insieme a Singapore fondata dagli inglesi nel 1870, divennero punti chiave della colonia britannica: furono firmati degli accordi di «protettorato» con i sultani e nel 1895 venne promossa una federazione di sultanati che aveva la sua capitale a Kuala Lampur. Verso la fine dell'Ottocento i britannici introdussero la coltivazione del caucciù, per far fronte alla domanda crescente della nascente industria automobilistica, mettendo fine al monopolio del Brasile. Introdussero per lavorare nelle piantagioni di gomma una nuova ondata di immigrati tamil provenienti dal Sud dell'India. La società multietnica era divisa da differenze culturali, religiose, linguistiche e da un sistema educativo coloniale diverso per malesi, cinesi e indiani. Mentre i malesi seguirono, nei primi decenni del XX secolo, i movimenti di riforma islamica, gli indiani solidarizzarono con le lotte di Gandhi e i cinesi furono influenzati dal nazionalismo di Sun Yat sen prima e dal Partito comunista poi. Durante il secondo conflitto mondiale, nel 1942, il Paese fu occupato dai giapponesi. Come nel resto del Sud-Est asiatico i giapponesi cercarono alleanze contro le colonie europee tra i movimenti nazionalistici locali. La maggior resistenza venne dai cinesi, che organizzarono contro i nipponici varie guerriglie. Al termine della guerra apparve chiaro che la dominazione britannica non poteva tornare ad essere quella di prima, ma non era semplice trovare la giusta formula politica, viste le comunità diverse e i sultanati. Il progetto inglese era quello di un'«Unione Malese» con cittadinanza uguale tra tutte le etnie presenti. Il nazionalismo malese però insorse contro questa idea e si riunì attorno alla figura simbolica dei sultani nell'Organizzazione nazionale dei malesi Uniti (UMNO), controllata dalla vecchia classe dominante, ma sostenuta dall'appoggio popolare. Nel 1948 scoppiò un'insurrezione voluta dai comunisti, che fallì e da allora i partiti marxisti furono vietati. Da allora fino agli anni Sessanta il Partito comunista diede inizio ad una guerriglia nel Nord della Malaysia peninsulare e nel Borneo. Di fonte alla minaccia di una insurrezione comunista armata contro il colonialismo i britannici decisero di aprire i negoziati che portarono nel 1957 all'indipendenza del Paese. Tuanku Abdul Rahman, un principe che aveva condotto il movimento indipendentista, fu nominato primo ministro. Fu instaurata una federazione di Stati, con un Parlamento e un monarca eletto ogni cinque anni tra i sultani dei nove Stati. Venne conferita la cittadinanza ai non malesi, mentre i malesi vennero definiti dall'accordo il popolo autoctono con alcuni privilegi. Il malese divenne la lingua ufficiale. In campo economico il Paese adottò un sistema di libero mercato e il capitale straniero continuò a dominare. Il Partito dell'alleanza, di stampo conservatore, governò dal 1957 al 1969 quando perse le elezioni contro il Partito islamico e il Partito di azione democratica. Il Parlamento fu sciolto e per due anni il Paese fu retto da un Consiglio nazionale delle operazioni. Nel 1970 la comunità malese partecipò all'economia del Paese solo per l'1% nonostante costituisse la metà della popolazione: per ovviare al malcontento fu formulata una nuova politica economica che stabilì che nel giro di vent'anni la partecipazione dei malesi e delle altre etnie locali doveva arrivare al 30% e che il capitale straniero doveva invece calare del 30%. Le imprese statali locali acquistarono azioni in proprietà britanniche e compagnie minerarie e costituirono imprese congiunte a quelle transnazionali. Furono i cinesi ad essere a loro volta discriminati e il nuovo Progetto di sviluppo nazionale del giugno 1991 cercò di favorire gli investimenti stranieri con l'obiettivo di elevare il tenore di vita di tutte le etnie. Il Paese passò dalla posizione filo-occidentale che aveva caratterizzato gli anni Sessanta ad un atteggiamento in favore del Sud del mondo: nel 1990 Kuala Lampur fu sede inaugurale del Gruppo dei 15 Paesi del Terzo Mondo per la promozione di programmi concreti di cooperazione Sud-Sud. Appoggiò inoltre attivamente l'OLP e l'ANC sudafricano, nelle rispettive lotte nazionali contro il razzismo e fu proprio Mahatir ad emergere come capo di Governo impegnato nella causa del Sud del mondo. Nel 1991 furono approvati i piani per la costruzione di una diga idroelettrica nel corso del fiume Perga, nel Kelantan, la parte più povera del Paese: il progetto finanziato dalla Gran Bretagna, con un costo di 350.000 milioni di dollari, ha costretto la Malaysia a comprare armi britanniche per 1.500 milioni di dollari. I potenziali danni ambientali provocati dalla diga furono motivo di proteste che bloccarono un altro progetto simile nel 1995. Sul versante industriale intanto la crescita di industrie ad alta tecnologia portò alla scarsità di manodopera qualificata con un sempre maggiore scarto tra i salari dei pochi preparati rispetto alla massa di lavoratori. Nell'aprile 1994 Tuanku Jaafar Abdul Rahaman venne eletto re della Malaysia. L'appoggio fornito dal primo ministro Mohamad fu chiaro già nel 1995, quando la sua coalizione ottenne 162 dei 192 seggi alla Camera dei rappresentanti. Nel 1997 iniziò una crisi della Borsa senza precedenti nella regione. La svalutazione della moneta malese coincise con un degrado della situazione sociale. All'inizio del 1998 la disoccupazione colpì un milione di persone. Una delle risposte governative alla crisi fu l'espulsione di 200.000 lavoratori stranieri, circa il 10% degli stranieri residenti nel Paese. Venne decretato inoltre un cambio ufficiale del ringgit con il dollaro, riducendo l'offerta della sua moneta nei mercati stranieri e stabilendo controlli bancari sul commercio off-shore, sulle esportazioni e sull'entrata e uscita di capitali dal Paese. Tali misure, nonostante vennero aspramente criticate dal momento che erano state adottate dal Governo locale in contrasto coi suggerimenti del Fondo Monetario Internazionale, riuscirono tuttavia a condurre la Malaysia fuori dalla crisi finanziaria. Nel corso del 1998 il primo ministro Mohamad Mahathir licenziò il suo deputato e presunto successore Ibrahim Anwar con l'accusa di sodomia, accentuando il carattere autoritario del suo Governo. Nel 2000 Anwar venne condannato a nove anni di carcere, che si andarono ad aggiungere ai sei anni di detenzione a cui era stato condannato nel 1999 in quanto ritenuto colpevole di corruzione. Nell'aprile 2001 Mahathir fece incarcerare altri dieci oppositori, non concedendo loro nemmeno un processo. L'autoritarismo del primo ministro, particolarmente evidente nei confronti dell'opposizione e anche della stampa, fu apertamente contestato con dimostrazioni di piazza. A giugno il ministro delle Finanze Daim Zainuddin rassegnò le dimissioni dal suo incarico, rilevato ad interim da Mahathir. Come nel caso di Anwar, si trattò di dimissioni forzate, imposte a un uomo che avrebbe potuto intaccare la leadership del primo ministro. Dopo gli attentati dell'11 settembre anche la Malaysia entrò nelle indagini sull'attacco agli USA: uno dei dirottatori, Khalid Al-Midhar, nel gennaio 2000 si era incontrato a Kuala Lumpur con un terrorista coinvolto nell'attentato alla nave da guerra Cole nello Yemen, nell'ottobre 2000. Nel febbraio 2002 la polizia arrestò migliaia di Indonesiani e Filippini nel corso di una campagna per sradicare l'immigrazione illegale. Nel mese di giugno il primo ministro Mahathir annunciò a sorpresa l'intenzione di volersi ritirare dall'attività politica e designò come suo successore il vice-premier Abdullah Ahmad Badawi, che entrò in carica nell'ottobre 2003. Postosi come obiettivo prioritario la lotta alla corruzione, Badawi mise sotto inchiesta diversi ministri del precedente Esecutivo, ottenendo così una popolarità tale da permettergli di vincere le elezioni del marzo 2004. Il 26 dicembre 2004 anche la Malaysia fu marginalmente colpita dal violento tsunami che aveva provocato centinaia di migliaia di vittime e di dispersi nel Sud-Est asiatico: riportò 68 vittime e decine di dispersi.

LA MALESIA DI EMILIO SALGARI

Se la parola «Malesia» risveglia in noi il brivido dell'avventura e del mistero, ciò è dovuto in gran parte alle opere di Emilio Salgari (1862-1911), lo scrittore che ha fatto sognare diverse generazioni di giovani con il ciclo di romanzi ambientati in questa terra lontana e misteriosa. Salgari pubblicò complessivamente un'ottantina di romanzi, oltre a un numero imprecisato di racconti, che se in vita non gli assicurarono l'agognata agiatezza (lo scrittore morì infatti povero e suicida), dopo la morte gli garantirono una fama duratura. Salgari, naturalmente, non vide mai i luoghi che descrisse. Eppure seppe ricreare la magica suggestione dell'Oriente, descrivendo l'ambiente malese con tinte sfavillanti e con una dovizia di particolari davvero sbalorditiva. I suoi personaggi, il famoso Sandokan, il fido Yanez, l'indimenticabile Tremalnaik, incarnano sentimenti elementari (l'amicizia, l'amore, la vendetta) e si muovono su fondali esotici: la giungla lussureggiante, densa di insidie, dove si nascondono le belve feroci, luccicano i pugnali e risuonano le risa degli avventurieri senza scrupoli. Le peripezie del valoroso Sandokan, il leggendario capo dei pirati della Malesia, della leggiadra Marianna, la «perla di Labuan», e di molti altri personaggi hanno acceso la fantasia di schiere di lettori, procurando loro sogni di evasione a buon mercato. All'entusiasmo, si sono purtroppo unite le perplessità della critica letteraria che ha rimproverato a Salgari le ingenuità, le incongruenze e le carenze formali. Va detto, tuttavia, che ciò non ha minimamente scalfito la fede dei lettori che sempre ricorderanno opere come I pirati della Malesia (1896), Le tigri di Mompracem (1901) e Sandokan alla riscossa (1907).


LE CITTÀ

Kuala Lumpur

(1.352.000 ab.). Capitale della Malaysia e capoluogo dell'omonimo Stato (243 kmq; 1.379.310 ab.), è situata presso la costa occidentale della penisola della Malacca, alla confluenza di due piccoli fiumi: il Klang e il Gombak. La popolazione delle città è formata per la maggior parte da cinesi, con minoranze di indiani, pakistani e malesi. Kuala Lumpur fu infatti fondata da un gruppo di minatori cinesi nel 1857. Commercio di prodotti agricoli (caucciù, ananas, banane, olio di palma) e minerari (stagno), industrie siderurgiche, metalmeccaniche, chimiche, elettroniche, alimentari, del tabacco, del cemento. Urbanisticamente la città si presenta come un caratteristico miscuglio di moderni grattacieli nel centro economico e di baracche e casette nei quartieri cinesi, indiani e malesi.
Trapani La moschea di Kuala Lumpur
Trapani Il centro di Kuala Lumpur

Ipoh

(566.211 ab.). Città della Malaysia, capoluogo dello Stato di Perak (21.005 kmq; 2.051.236 ab.), sul fiume Kinta. È il più importante centro malese per l'estrazione dello stagno, attività che ha attirato numerosi cinesi e indiani di cui la città era popolata. Industrie meccaniche, elettrotecniche, alimentari.

Pinang o George Town

(180.573 ab.). Città della Malaysia occidentale, capoluogo dello Stato di Pulau Pinang (1.031 kmq;1.313.449 ab.). È situata sull'isola di Pinang di fronte alla costa orientale della penisola di Malacca. È sede di alcune delle maggiori industrie di raffinazione dello stagno. Possiede il più grande e attrezzato porto della Malaysia. La sua popolazione è composta in gran parte da cinesi e indo-pakistani, affluiti in seguito alla scoperta dello stagno nel secolo scorso. Pinang fu costruita nel 1786 dalla Compagnia inglese delle Indie orientali e fu il principale centro della Malaysia fino all'inizio dell'800.


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