PRESENTAZIONE
Il Laos si trova all'interno della penisola indocinese e confina a Nord con la Cina, a Est
col Vietnam, a Sud con la Cambogia ed a Ovest con la Thailandia e il Myanmar. Si estende
su una superficie di 236.800 kmq e registra una popolazione di 5.163.000 abitanti che
hanno una densità tra le più basse di tutta l'Indocina: 21,8 abitanti per kmq. I gruppi
etnici che vivono nel Laos sono di origine diversa: il 60% della popolazione è formato da
lao di origine cinese; il 20% da tribù protoindocinesi dei kha, e il rimanente 20% è
costituito da tribù birmano-tibetane (meo, yao e altre). Le lingue ufficiali sono il lao
e il francese, la religione più diffusa è la buddhista (58%), gli animisti sono il 34%,
il resto cattolici e musulmani. Già protettorato francese, il Laos è una Repubblica
democratica popolare. In base alla Costituzione del 1991, il massimo organo legislativo è
l'Assemblea nazionale (85 membri eletti a suffragio universale per 5 anni) che elegge il
Presidente della Repubblica (con un mandato di 5 anni). L'unità monetaria è il nuovo
kip. La capitale è Vientiane (531.800 ab.).
Monaco buddhista
IL TERRITORIO
Il territorio laotiano è suddiviso in due regioni morfologicamente diverse: una zona
settentrionale, montuosa e solcata da strette valli percorse da fiumi che sfociano nel
Golfo del Tonchino, e una zona meridionale di altopiani che gradualmente cedono il posto
alla pianura alluvionale della riva destra del Mekong. Le due regioni sono unite dalla
piana delle Giare, una serie di altipiani che si trova al centro del Paese. I corsi
d'acqua sono numerosi, ma il fiume più importante è il Mekong che attraversa il Paese
per 1.865 km e segna per un lungo tratto il confine occidentale con la Thailandia. Il
maggiore dei suoi affluenti è il Nam Ou. Il clima tropicale monsonico determina
temperature elevate e abbondante piovosità.
Cartina del Laos
L'ECONOMIA
Il Laos è estremamente povero e arretrato. Possiede poche risorse, tranne che nella
pianura del Mekong. L'agricoltura è l'unica risorsa del Paese ed occupa il 75% della
popolazione attiva. Le terre arabili sono però limitate perché la maggior parte del
suolo del Laos è occupata da foreste. La coltura principale del riso è praticata lungo
le rive del Mekong con la tecnica dell'inondazione. Tuttavia le rese del terreno sono
molto scarse perché mancano adeguate strutture per l'irrigazione e la coltivazione è
condotta spesso con tecniche molto arretrate. Ciò impedisce la realizzazione di due
raccolti all'anno e, soprattutto, il soddisfacimento dei bisogni alimentari della
popolazione. Le importazioni, che superano di parecchio le esportazioni, sono così
costituite in massima parte da prodotti alimentari. Poco sfruttato è il patrimonio
forestale che è composto da essenze pregiate come il teak e il palissandro. Nel Laos
manca un vero e proprio tessuto industriale e la produzione mineraria è inesistente.
Notevole è tuttavia l'elettricità prodotta dalla diga sul fiume Nam Ngum ed esportata in
massima parte in Thailandia. Il commercio è poco sviluppato sia perché la popolazione
non riesce a superare il livello del consumo familiare, sia per la cattiva condizione
delle strade (16.760 km) dell'interno. Per superare questo limite il Governo ha costruito
una strada che, passando attraverso una montagna, collega il Laos al Vietnam e garantisce
al Paese uno sbocco sul mare. L'aeroporto principale del Laos si trova nella capitale
Vientiane.
CENNI STORICI
Nel XIV secolo d.C. Sam Sen Tal , un nobile feudatario birmano, unificò quello che oggi
è il Nord-Est della Thailandia con l'attuale territorio del Laos, dando vita al
fiorente regno di Lang Xang, che si divise in tre parti sul finire dell'XVIII secolo.
Fino all'inizio del secolo scorso i Thailandesi dominavano su tutti e tre i settori
del territorio. Quando arrivarono i Francesi, nel 1893, fecero di uno dei tre un
protettorato, mentre il resto del Paese divenne la colonia di Indocina. Durante la seconda
guerra mondiale l'intera regione fu occupata dai Giapponesi: dopo la loro sconfitta
sorse a Vientiane un movimento indipendentista, il Pathet Lao, che proclamò nel settembre
1945 l'indipendenza del Laos, contro l'opinione del re Sisavang Vong, che
occupava il trono dal 1904. Nella primavera del 1946 i Francesi tornarono ad occupare il
Paese e il Governo provvisorio si rifugiò a Bankok, dando vita ad un nuovo movimento che
prese il nome di Lao Issara (Laos Libero). La convenzione franco-laotiana del 1949
riconobbe l'indipendenza del Laos «in seno all'Unione Francese»:
l'accordo non piacque al movimento indipendentista che ritenne l'autonomia solo
apparente. Le differenze tra il Governo più accomodante e il movimento indipendentista
furono superate nel 1957 con un accordo che stabiliva che quest'ultimo avrebbe agito
apertamente nella vita politica del Paese, sotto la direzione del «principe rosso» Tiao
Sufanuvong, con il nome di Neo Lao Haksat (Fronte Patriottico del Laos). Le elezioni del
1958 registrarono il successo della sinistra e il Governo fu costretto a coalizzarsi con
parte della sinistra più moderata per avere una risicata maggioranza. La minaccia
statunitense di sospendere gli aiuti economici destabilizzò il già fragile Governo che
cadde pochi mesi dopo, sostituito dal Comitato per la Difesa degli Interessi Nazionali.
Con il sostegno degli Usa e della Thailandia, il nuovo Governo represse il Pathet Lao,
costringendo Sufanuvong a rifugiarsi nelle boscaglie del Nord e ad iniziare la lotta
armata. L'esercito assunse direttamente il potere nel 1959, mentre il Pathet Lao
controllava alcune province del Nord e la pianura centrale. Alla fine del 1960 il Pathet
Lao riuscì ad occupare per un paio di giorni la capitale, ma la rivolta fu soffocata nel
sangue dalle truppe militari capeggiate dal generale Fumi Novasang: 1.500 persone rimasero
uccise. Il «Comitato Rivoluzionario Anticomunista», presieduto dal principe Bun Um, si
considerò a quel punto l'unico Governo del Laos, con l'appoggio della
Thailandia e degli Stati Uniti. A sua volta però Sufanuvong formò un Governo
d'unione nazionale appoggiato da parte del Paese e così una metà del Laos si trovò
ad essere governata dal Pathet Lao mentre l'altra metà venne controllata dalle forze
«neutrali». Per iniziativa della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica l'anno
successivo si svolsero i negoziati a Ginevra per trovare una soluzione pacifica e, dopo
alcuni mesi di trattativa, si giunse alla firma di un accordo per la formazione di un
Governo di unità nazionale. L'internazionalizzazione del conflitto causata
dall'invasione del Vietnam da parte degli Stati Uniti condusse ai bombardamenti del
Laos: nel 1970 furono effettuate più di 500 missioni aeree quotidiane sul Paese. In nove
anni si lanciarono sul Laos più bombe di quante ne furono sganciate sull'Europa
durante la seconda guerra mondiale. Il Pathet Lao riuscì ad imporre un armistizio nel
1973 mentre la sconfitta degli Stati Uniti in Vietnam privò la destra laotiana del suo
unico appoggio. Nel 1975 il Gabinetto di unità nazionale deciso durante l'armistizio
di due anni prima fu sostituito da un altro nel quale il Neo Lao Haksat era il partito di
maggioranza. Nel dicembre dello stesso anno si decretò la fine della monarchia e fu
proclamata la Repubblica Popolare del Laos, sotto la presidenza di Sufanuvong e la
direzione politica del Partito Rivoluzionario del Laos (PRPL). L'emigrazione
massiccia dell'élite imprenditoriale lasciò l'economia nel caos: il Governo
nazionalizzò le banche e riorganizzò il settore pubblico. La produzione di riso aumentò
fino a quando nel 1981 il Paese per la prima volta fu in grado di provvedere al suo
fabbisogno di cereali. Dopo una breve ma cruenta guerra di confine con la Thailandia, alla
fine del 1987 i due Paesi firmarono il cessate il fuoco e nel 1988 furono ristabilite le
relazioni diplomatiche con la Cina. All'inizio del 1989 si giunse alla firma dei
primi accordi di cooperazione con gli Usa: 10 milioni di dollari furono destinati a
combattere la coltivazione e il traffico d'oppio. Nel 1989 furono indette le elezioni
per l'Assemblea Nazionale: la disintegrazione dell'Unione Sovietica comportò la
sospensione di tutti gli aiuti economici e la diminuzione del 50% del commercio
bilaterale. La crisi si fece ancora più acuta nel 1991 a causa delle inondazioni e delle
infestazioni agricole che colpirono un quarto delle terre coltivate. Il Governo fu
costretto ad importare più di 200.000 tonnellate di riso per l'alimentazione della
popolazione. Iniziò durante questa crisi un rapporto più cooperativo con la vicina
Thailandia: gli investimenti thailandesi nel Laos si svilupparono soprattutto nel settore
bancario e commerciale. Nel 1992 le autorità indissero le elezioni alle quali
parteciparono solamente il PRPL e alcuni candidati indipendenti autorizzati dal Governo:
nei fatti quindi si proseguiva nel regime a partito unico nonostante le manifestazioni
antigovernative che vennero come sempre proibite e soffocate. L'Assemblea Nazionale,
riunitasi all'inizio del 1993, nominò Nouak Phoumsavan presidente della repubblica e
Khamtai Siphandon, leader del PRPL, primo ministro. Mentre approfondiva riforme economiche
di tipo capitalista, il Paese continuava a sostenere un regime politico chiuso. Con la
supervisione del FMI il Paese riuscì a ridurre il tasso di inflazione dallo spaventoso
46% degli anni Ottanta fino ad un più affrontabile 10%. La distruzione delle foreste
divenne intanto un serio problema ambientale: il disboscamento crebbe dai 6.000 metri cubi
nel 1964 ad oltre 600.000 nel 1993, quando il Governo decise di limitare
l'esportazione del legname. Nel marzo 1994 la Banca Mondiale assegnò al Laos un
prestito per il rimboschimento per un valore iniziale di 8,7 milioni di dollari. Un anno
dopo fu inaugurato il «Ponte dell'Amicizia» sul fiume Mekong, che univa il Laos
alla Thailandia: questa ulteriore riconciliazione allontanò il Laos dal Vietnam e segnò
un ulteriore passo verso l'integrazione economica e culturale con la Thailandia. Nel
giro di pochissimo tempo banche, mezzi di comunicazione e fabbriche di origine thai
dominarono gli investimenti in un Laos sempre più lontano dai suoi principi socialisti.
Ciò nonostante il Governo era deciso a conservare la sua identità comunista. A metà del
1995 il Laos espresse il desiderio di diventare membro dell'Associazione delle
Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), mentre gli Usa tolsero il veto in vigore contro il
Paese che poneva limiti all'assistenza americana. Nel 1997, durante il sesto
Congresso del PRPL, il primo ministro riaffermò il monopartitismo e nello stesso tempo,
insistette sulla liberalizzazione, l'efficienza e la crescita economica. La crisi
delle Borse che colpì vari Paesi del Sud-Est Asiatico colpì, sebbene in maniera non
grave, anche il Laos. Nel 1998 l'Assemblea Nazionale elesse Khamtai Siphandon capo
dello Stato e Sisvat Keobounphan capo del Governo. Nell'ottobre del 1999, secondo
notizie della stampa estera, ci sarebbero state manifestazioni di studenti e insegnanti
contro il regime, con decine di arresti. Nella primavera del 2000 riprese vigore la
guerriglia anticomunista hmong nella provincia di Xieng Khouang, finanziata dalla diaspora
hmong negli Stati Uniti. Milizie vietnamite aiutarono le forze governative a combattere la
guerriglia, mentre alcuni attentati dinamitardi provocarono a giugno dello stesso anno
vittime e danni a Vientiane e in altre città del Paese. Nel marzo 2001 Khamtai fu
rieletto alla presidenza del Laos. Nel febbraio 2002 si tennero le elezioni per il rinnovo
del Parlamento: tutti i 166 candidati, tranne uno, appartenevano al Partito rivoluzionario
del popolo.
LA CAPITALE
Vientiane
(531.800 ab.). Capitale del Laos, sul Mekong, presso il confine thailandese; capoluogo
della provincia omonima (3.920 kmq; 531.800 ab.). Centro politico ed economico del Paese,
Vientiane è sede di sviluppati traffici commerciali (mercato del legname, del riso, del
caffè, della seta e del cotone) e di alcune industrie specializzate nella lavorazione dei
prodotti agricoli (manifatture tessili, del tabacco e della gomma, segherie). Aeroporto.
Fra i monumenti di particolare interesse artistico ricordiamo il Palazzo Reale, la Pagoda
di Vat Sisaket (attuale Museo Archeologico) e il tempio buddhista di That Luang (XVI
sec.). Capitale ufficiale nel 1563 dell'antico regno Lao di Lan Ch'ang, Vientiane era
successivamente scelta quale capitale del nuovo regno nato dalla spartizione del Laos
(1700). Annessa al Siam nel 1778, durante il protettorato francese divenne sede
dell'amministrazione coloniale dell'intero Laos (1899).
Stupa That Luang e pagoda Wat That Luang a Vientiane