GEOGRAFIA - ASIA - CAMBOGIA

PRESENTAZIONE

Stato dell'Asia sud-orientale, nella penisola indocinese; confina a Nord con il Laos e la Thailandia, a Est con il Vietnam e a Ovest nuovamente con la Thailandia. A Sud-Ovest è bagnata dal golfo del Siam. Si estende su una superficie di 181.035 kmq e ha una popolazione di 10.716.000 abitanti, con una densità di 59,2 abitanti per kmq. Il popolo cambogiano è costituito nella quasi totalità dai Khmer (93%); a seguito delle migrazioni e del dominio coloniale sono presenti minoranze di Vietnamiti (4%) e di Cinesi (3%). La lingua ufficiale è il khmer, diffuso è anche il francese. La quasi totalità dei cambogiani è di religione buddhista (95%), mentre un'esigua minoranza è musulmana (2%). La Cambogia è una Monarchia costituzionale; il Governo è retto da due co-primi ministri, ma le forze governative sono in continua tensione tra loro. Il sistema giudiziario non è ancora stato definito organicamente. La pena di morte è stata abolita nel 1989. L'unità monetaria è il riel. La capitale è Phnom Penh (920.000 ab.).


IL TERRITORIO

La Cambogia coincide con un bacino alluvionale limitato da rilievi poco elevati: a Est da propaggini della catena dell'Annam e a Sud dai gruppi dei Cardamoni e dell'Elefante. Lungo la pianura scorrono il fiume Mekong e i suoi affluenti che durante la stagione delle piogge allagano ampie zone circostanti. Al centro del Paese si trova il Lago Tonlé Sap che copre una superficie massima di 10.000 kmq, ma durante le piene del Mekong s'ingrandisce di ben 10 volte. Il clima di tipo equatoriale è caratterizzato da piogge abbondanti che si concentrano soprattutto nei mesi estivi ossia nella stagione dei monsoni. Nelle pianure predominano le zone acquitrinose e la savana; la foresta pluviale ricopre modesti rilievi.
Cartina della Cambogia



L'ECONOMIA

L'economia della Cambogia è stata duramente provata dai conflitti che hanno coinvolto il Paese. La risorsa principale è l'agricoltura e la maggioranza della popolazione si dedica alla coltivazione del riso, con un reddito tra i più bassi del mondo. Le terre coltivabili si estendono per il 16,8% della superficie complessiva; il 74% è ricoperto da foreste, mentre il 6% è incolto. Oltre al riso, coltivato lungo il corso del Mekong, l'agricoltura produce mais, manioca, cotone, noci di cocco e banane. Una voce importante dell'economia è costituita dalla pesca, praticata nei fiumi e nel Tonlé Sap. Oltre a soddisfare il fabbisogno alimentare, tale attività alimenta anche l'industria conserviera. Le industrie si sono sviluppate a partire dagli anni Sessanta, grazie all'aiuto di Paesi stranieri. Sono state così create le fabbriche per la lavorazione del legno, i cementifici e le industrie chimiche che, negli ultimi anni, sono state affiancate da quelle per la produzione di pneumatici a Takhaman e dalle manifatture di tabacco. La Cambogia dispone di 12.300 km di strade (di cui 2.670 asfaltati); importanti per le comunicazioni sono i porti di Sihanoukville e di Phnom Penh, accessibile attraverso il Mekong. Gli aeroporti principali si trovano a Phnom Penh, Siem Reap, Battambang, Kompong Cham, Kratié, Kampot.


CENNI STORICI

Il primo regno di Cambogia conosciuto allora con il nome di Funan risale ai testi cinesi e si sa che fu fondato dai popoli mon e khmer, emigrati dal nord nel I sec. d.C. Importante all'epoca fu l'influenza indiana, per via delle carovane provenienti dall'india (oltre che dalla Cina) che si dirigevano verso la costa per scambi commerciali di seta, spezie, legno aromatico e oro. Una delle innovazioni, frutto di questa influenza, fu l'introduzione dell'irrigazione su larga scala, che permetteva fino a tre raccolti di riso l'anno. All'opera del sapiente Kaudimnya, che modificò le istituzioni khmer secondo i modelli indiani, si deve la coesistenza di induismo e buddhismo che caratterizzò la Cambogia per oltre mille anni. Funan, come si apprende dagli scritti cinesi, si sviluppò con un apparato statale centralizzato, guidato da un governatore con potere assoluto. Al VI sec. risalgono le prime iscrizioni in sanscrito e al VII le prime in lingua khmer, che parlano non di un regno unico, ma di numerosi, vassalli di Giava. Nel 790 un principe cambogiano si autoproclamò discendente dei governanti del Funan, dichiarò l'indipendenza da Giava del territorio abitato dai khmer e divenne re col nome di Jayavarman II. Nel 802, dopo una serie di annessioni di territori del Nord, fu consacrato come Chakravartin, diventando il primo re «nazionale» della Cambogia. Nell'anno 889 divenne re Yasovernam I: egli iniziò la costruzione della città di Angkor che divenne capitale dell'impero. Più tardi, nel 1177, il regno khmer raggiunse la massima espansione coprendo praticamente tutto il territorio non solo dell'attuale Thailandia e Laos, ma anche della Birmania, Malaysia e Vietnam. Il re allora governante, Jayavarman VII, dall'Induismo si convertì al Buddhismo, dichiarando quest'ultima religione nazionale. Per i 400 anni successivi il regno fu in mano alternativamente a Thailandesi e Vietnamiti, fin quando nel 1864 il re cambogiano Norodom accettò il protettorato francese, sperando così in una protezione dai Siam (Thailandia) e dal Vietnam. I francesi non riuscirono ad impedire l'annessione da parte dei Siam di alcune zone occidentali della Cambogia. Vent'anni dopo, nel 1884, da protettorato, la Cambogia divenne colonia e il Paese fece parte dell'Unione dell'Indocina. Nei decenni successivi le autorità coloniali installarono un sistema amministrativo di tipo europeo, sviluppando anche le infrastrutture fino allora carenti del Paese. Dopo l'invasione tedesca della Francia nella seconda guerra mondiale, le forze giapponesi occuparono l'Indocina nel settembre 1940, senza incontrare resistenza. Un anno dopo le autorità francesi designarono alla carica di re un giovane principe di diciotto anni, Norodom Sihanuk, sperando di poter facilmente controllare un sovrano così giovane. Quando si ritirarono i Giapponesi nel 1945 Sihanuk dichiarò l'indipendenza. Quando i Francesi rioccuparono l'Indocina la Cambogia cercò di ottenere la maggiore autonomia possibile. Nel 1949 si aprì il negoziato per il regime giuridico del Paese: la Francia mantenne la difesa e gli esteri, mentre le rimanenti funzioni andarono al governo locale «protetto». Nel 1954, in seguito all'Accordo di Ginevra che sanzionava il ritiro delle truppe straniere dal Paese, la Cambogia raggiunse l'indipendenza organizzandosi in Monarchia costituzionale sotto il re Norodom Sihanuk che perseguì una politica di non-allineamento tra i blocchi. L'anno dopo il re abdicò in favore del padre, per poter partecipare alla vita politica che la Costituzione vietava ai sovrani e nel 1960 divenne capo dello Stato. All'inizio dell'aggressione nordamericana contro il Vietnam, la Cambogia mantenne una posizione di neutralità politica e territoriale, ma nel 1965 il Paese venne bombardato dagli aerei di Saigon, in quel momento controllata dagli Stati Uniti. Il Governo di Sihanuk cercò riparo nella sfera d'influenza cino-societica. Gli Stati Uniti iniziarono tre anni dopo a bombardare il Paese per fermare i Vietcong lungo la cosiddetta «via Ho Chi Minh». Nel 1970 un colpo di stato militare guidato dal generale Lon Nol e appoggiato dalla CIA, rovesciò Sihanuk, che cercava di difendere la sovranità del Paese attraverso le vie diplomatiche. Nei cinque anni successivi Lon Nol ricevette 1.600 milioni di dollari da Washington, senza poter comunque evitare l'invasione americana a caccia dei guerriglieri comunisti Khmer rossi: i combattimenti portarono almeno 100.000 morti nelle fila cambogiane. Dopo il ritiro delle truppe americane dal Vietnam e il conseguente crollo del regime sud-vietnamita, la Cambogia, in seguito alla sanguinosa guerra civile, passò sotto il controllo dei Khmer rossi che, guidati da Pol Pot, instaurarono una ferrea dittatura comunista. Negli anni seguenti la Cambogia, sostenuta dalla Cina, si scontrò con il Vietnam, allineato all'URSS. Ne scaturì una nuova cruenta guerra che portò a potere gli oppositori di Pol Pot i quali, appoggiati dai Vietnamiti, costituirono una Repubblica popolare (1979), sotto la direzione del FUNK (Fronte unito per la salvezza della Kampuchea). Il nuovo regime venne però praticamente riconosciuto solo dai Paesi comunisti allineati all'URSS, e incontrò una serie di difficoltà a causa del persistere della guerriglia, alimentata dai sostenitori di Pol Pot, Sihanuk e Lon Nol, riuniti in una precaria alleanza sostenuta da Cina e Thailandia. Nel 1982 il principe Sihanuk e il gruppo Khmer Serei, guidato da Son Sann, si unirono al Governo in esilio della cosiddetta Kampuchea Democratica, insieme ai Khmer rossi. Nel 1985 l'esercito vietnamita occupò Ampil e Phnom-Malai, le più importanti località in mano alla guerriglia. Nonostante i successi ottenuti con l'appoggio del Vietnam, il nuovo regime non riuscì però a consolidarsi. Il ritiro dei militari vietnamiti alla fine degli anni Ottanta, riflesso delle crescenti difficoltà economiche di Hanoi, spinse il Governo a ricercare un accordo con i guerriglieri. Nell'ottobre 1991 la pace venne firmata a Parigi e il principe Sihanuk, nuovamente capo di Stato, indisse libere elezioni. Nel 1993 venne ripristinata formalmente la Monarchia e si svolsero le elezioni con il controllo dell'Onu in cui si affermò il Fronte unito, guidato da Ranariddh Sihanuk, figlio di Norodom. Il successivo Governo di unità nazionale tra il Fronte unito e il Partito del popolo cambogiano (PPC) di Hun Sen durò fino al 1997, quando Hun Sen emarginò Ranariddh. Anche le elezioni del 1998 confermarono la maggioranza al PPC, innescando una situazione di forte tensione e guerriglia tra le milizie governative e quelle fedeli a Ranariddh, appoggiate dalla Thailandia. La tregua raggiunta nel febbraio del 1998 fu contestata dalle ultime frange di Khmer rossi, ma Anlong Ven, la loro roccaforte, cadde in mano alle truppe regolari, pochi giorni prima della morte di Pol Pot. La morte raggiunse il dittatore il 15 aprile in Thailandia prima di un qualunque processo a suo carico. L'8 luglio del 2000 l'Onu e il Governo cambogiano raggiunsero un accordo di massima per l'istituzione di un tribunale incaricato di giudicare i crimini compiuti dai Khmer rossi durante la dittatura comunista. Nelle prime elezioni multipartitiche locali la vittoria fu appannaggio del Partito del popolo cambogiano, al governo, che ottenne 1.597 dei 1.620 comuni.

ANGKOR, LA CAPITALE RITROVATA

Angkor, l'antica capitale dell'impero khmer, è situata sul fiume Mekong. Il suo primo nome fu Yosodharapura, la «città che conserva la gloria», dal nome del suo fondatore Yosovarman. Si estendeva su un grande quadrilatero, i cui lati misuravano circa 5 km e il cui centro era formato dalla collina naturale del Phnom Bakheng, sede del tempio dedicato a Davaraja, un sovrano divinizzato. Un complesso sistema di canali artificiali e di bacini delimitavano la città, irrigando il territorio circostante. La struttura urbanistica di Angkor era rigorosa: i palazzi, i templi, i giardini erano stati edificati secondo una logica precisa. Gli architetti khmer si erano infatti ispirati alla pianta del tempio centrale. Angkor aveva dunque un significato simbolico, giacché la collina intorno alla quale era stata costruita rappresentava il Monte Meru, sede del dio Siva e centro dell'universo. Angkor fu ingrandita e arricchita di nuovi templi e monumenti nell'XI secolo. I più importanti sono l'Angkor Vat, il mausoleo del re Suryavarman II, circondato da stagni artificiali e da cinque torri collegate da gallerie; il complesso di Banteay Srey (la «cittadella delle donne»), in arenaria rosa; i due templi del Takeo e del Phimeanakas. Nel 1177 Angkor fu saccheggiata dai Cham e fu ricostruita nel XII secolo e dotata di mura. Con la caduta della dinastia khmer nel 1431, la città fu conquistata dai Siamesi e quindi abbandonata dai suoi abitanti. Invasa, nei secoli successivi, dalla giungla, venne «scoperta» da esploratori francesi verso il 1861. Nel 1907 il Siam la restituì alla Cambogia, riannettendola però nel 1941. Dal 1946 venne definitivamente assegnata alla Cambogia.


LE CITTÀ

Phnom Penh o Pnompenh

(920.000 ab.). Capitale della Cambogia, è un importante porto alla confluenza dei fiumi Tonlé Sap e Bassac con il Mekong. Centro commerciale (riso, cotone) e industriale (alimentare, tessile, del legno, ceramiche). Aeroporto. Divisa in tre quartieri, europeo, cinese e cambogiano, possiede notevoli edifici civili e religiosi. Fondata all'inizio del XV secolo, nel 1434 divenne capitale del Regno khmer. Dopo oltre due secoli di decadenza, tornò ad essere capitale del Regno di Cambogia nel 1867 sotto re Norodom I. A lungo assediata dai Khmer rossi durante la guerra civile (1973-75), scoppiata dopo il colpo di stato contro il re Norodom Sihanouk a opera di Lon Nol, cadeva nelle mani dei comunisti nel 1975. Evacuata quasi completamente, rimaneva pressoché disabitata fino al gennaio del 1979. Occupata dalle truppe vietnamite e da profughi cambogiani, diveniva sede e capitale del regime di Heng Samrin e Penn Sovann. La città ha subito solo in parte le conseguenze del conflitto, proseguito tra guerriglieri anti-vietnamiti e forze di Hanoi appoggiate dall'esercito regolare di Heng Samrin. La struttura della città si impernia intorno alla pagoda di Preah Morckot e al palazzo reale. I musei della città raccolgono tesori dell'arte khmer.
Il palazzo Reale di Phnom Penh


Battambang o Batdambang

(45.000 ab.). Città della Cambogia e capoluogo della provincia omonima (19.184 kmq; 837.000 ab.): importante per la produzione di riso e di legname, nonché per i numerosi centri archeologici, tra cui primeggia quello di Angkor.

Kompong Cham

(33.000 ab). Città della Cambogia e capoluogo della provincia omonima (10.498 kmq; 1.244.000 ab.). Sede di un aeroporto e di un mercato agricolo. La provincia è la più popolosa della Cambogia; produce riso e caucciù ed è un importante centro turistico e di caccia.


PERSONAGGI CELEBRI

Pol Pot

Pseudonimo di Saloth Sar. Uomo politico cambogiano (Kompong Thom 1928-1998). Prese parte alla resistenza antifrancese e nel 1960 fu tra i fondatori di un Partito comunista di forte ispirazione nazionalista (PCK). Responsabile militare del movimento guerrigliero dei Khmer rossi, che costrinse il dittatore Lon Nol ad abbandonare il Paese, dal 1976 divenne primo ministro e si impegnò con durezza estrema a dar vita a una società integralmente comunista. Sconfitto dai Vietnamiti e dalla resistenza interna nel 1979, Pol Pot tornò alla guerriglia continuando di fatto a guidare le residue forze dei Khmer rossi, anche se entro il 1985 fu sostituito nelle cariche ufficiali da uomini meno compromessi con il passato regime. Sentendosi tradito, nel 1997 Pol Pot fece uccidere il suo ex ministro della difesa, quindi tentò la fuga, ma venne catturato e infine processato dagli stessi Khmer rossi. Morì l'anno successivo.


 

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