GEOGRAFIA - ASIA - AZERBAIGIAN

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GEOGRAFIA - ASIA - AZERBAIGIAN

PRESENTAZIONE

Situato nella Transcaucasia, l'Azerbaigian confina con la Russia e con la Georgia a Nord, con l'Armenia a Ovest, con l'Iran a Sud; si affaccia inoltre sulla sponda occidentale del Mar Caspio. Ha una superficie di 86.600 kmq e una popolazione di 8.266.000 abitanti, con una densità di 95 abitanti per kmq. Il gruppo etnico più consistente è quello azerbaigiano (o Azeri, 90,6%), seguono i Lesghi (2,2%) e le popolazioni di ceppo russo (1,8%) e armeno (1,5%). Lingua ufficiale è l'azero, ma è parlato anche il russo. La religione più praticata è la musulmana (sciiti 65,3%, sunniti 28%), a fianco di minoranze ortodosse. Già Repubblica federata nell'ambito dell'URSS, proclamò l'indipendenza nel 1991. L'Azerbaigian è una Repubblica presidenziale. La Costituzione, approvata con referendum nel 1995, stabilisce che il presidente della Repubblica, eletto a suffragio diretto, è anche comandante delle forze armate e presidente del Consiglio dei ministri. L'Assemblea nazionale (125 membri) detiene il potere legislativo. Il sistema giudiziario poggia sul diritto continentale e nel 1998 è stata abolita la pena di morte. L'unità monetaria è il manat. La capitale è Baku (1.839.800 ab.).


IL TERRITORIO

Il territorio, prevalentemente stepposo e arido, è bagnato dal Mar Caspio, la cui costa si presenta uniforme a Nord e al centro, mentre presenta aspetti accidentati a Sud. Il territorio occupa la zona mediana e inferiore della fossa del Kura, parte della montagna armena e la zona meridionale del Caucaso orientale. Compresa formalmente nell'Azerbaigian, ma contesa dall'Armenia a causa della composizione etnica particolarmente promiscua, è la provincia autonoma di Nagorno-Karabah. I rilievi del grande e del piccolo Caucaso sono ricoperti da fitti boschi di pini, querce e faggi, mentre l'arida pianura, attraversata dai fiumi Kura e Araks, è bonificata da una fitta rete di canali. Il clima è caratterizzato da estati asciutte e molto calde ed è quindi di tipo continentale.
Trapani Cartina dell'Azerbaigian
Trapani Paesaggio dell'Azerbaigian


L'ECONOMIA

Malgrado la superficie coltivabile piuttosto ridotta (7% del territorio), l'agricoltura fornisce una notevole quantità di prodotti (cotone, tabacco, tè, frutta). Meno importante risulta invece l'allevamento, che ha mantenuto la sua forma transumante. L'economia del Paese è comunque fortemente industrializzata, grazie soprattutto alla presenza di ricchi giacimenti di gas e petrolio - i pozzi petroliferi più importanti si trovano nella penisola di Apseron - che sono alla base di una fiorente industria estrattiva. Già alla fine dell'Ottocento l'Azerbaigian era produttore di petrolio greggio. In seguito la produzione petrolifera ha indotto la crescita di industrie parallele e diversificate (energetica, petrolchimica, produzione di macchinari petroliferi). Per lo sfruttamento del petrolio e del gas naturale, il Governo sottoscrisse nel 1999 una serie di accordi con alcune grandi compagnie petrolifere e banche occidentali, al fine di costruire un oleodotto di circa 1800 km da Baku a Ceyhan, sul Mediterraneo, attraverso la Georgia e la Turchia: l'opera è stata inaugurata il 25 maggio 2005. Nel gennaio 2001 il Governo aveva invece siglato un accordo con la Federazione Russa per lo sfruttamento in comune di due giacimenti nel Mar Caspio. Oltre al comparto petrolifero, sono attive industrie siderurgiche e metallurgiche, chimiche, meccaniche ed elettromeccaniche, nonché alimentari e tessili. Il sistema dei trasporti si basa principalmente sulla rete ferroviaria (2.122 km), il cui tratto principale collega Baku con Tbilisi, in Georgia. Sviluppato anche il trasporto stradale, lungo i 25.021 km della rete nazionale. Baku, la capitale, è anche principale aeroporto, porto e centro d'imbarco dei prodotti petroliferi.


CENNI STORICI

Nel IX a.C. nel territorio dell'attuale Azerbaigian sorsero diversi stati come Mana, Midia, Albania Caucasica e Antropotena, e proprio da quest'ultimo ha preso il nome il Paese. Il generale Atropate proclamò l'indipendenza di questa regione nell'anno 328 a.C., quando la Persia fu conquistata da Alessandro Magno. Più tardi questi stati furono annessi proprio alla Persia fino al 642 quando il califfo arabo conquistò l'Azerbaigian, che era ancora una regione abitata da tribù di diverse etnie. Gli arabi lo unificarono sotto l'Islam, che si diffuse nella forma sciita. Tra i secoli VII e X l' Azerbaigian fu attraversato da un'importante arteria commerciale che univa l'Oriente all'Europa dell'Est. Più avanti, tra l'XI e il XIV sec. i Turchi occuparono la Transcaucasia e i popoli della regione adottarono la lingua turca e fu in quel periodo che il popolo azero formò la propria identità etnica. Tra il XV e il XVI sec. una delle regioni a Nord del Paese, il Sirvan, divenne stato indipendente. Nello stesso periodo sorse lo stato dei Matedevi. Lo scià Ismael I, fu appoggiato falle tribù nomadi azere, che divennero presto la forza principale dello stato. Alla fine del XVI sec. la nobiltà azera cedette le sue posizioni agli iraniani. Agli inizi del XVIII sec. l'Azerbaigian fu preso di mira dall'impero russo mentre verso la metà del secolo vi erano più di 15 khanati (regni) azeri indipendenti dall'Iran. Dopo vari conflitti tra la Russia contro la Turchia e la Persia, grazie al trattato di pace di Gulistan, l' Azerbaigian del Nord fu annesso alla Russia. Dopo la rivolta russa del 1905, venne fondato a Baku, nel 1911, il Partito borghese nazionalista Musavat, di posizione panturca e panislamica. Con la vittoria dei bolscevichi, nel 1917, si instaurò il potere sovietico nel Paese. Dopo alcuni rovesci politici nel 1922 fu proclamata la Repubblica socialista sovietica di Azerbaigian che fece parte da quel momento della Federazione delle Repubbliche socialiste sovietiche della Transcaucasia, insieme ad Armenia e Georgia. Sempre negli anni Venti per cercare di risolvere le tensioni interetniche, Mosca decise di annettere all'Azerbaigian le regioni del Nagorno (Alto) Karabah e del Nahicevan che in precedenza appartenevano all'Armenia. Nel 1923 furono fondate le due regioni autonome che entrarono a far parte della RSS dell'Azerbaigian. Nel dicembre 1936 la Federazione Transcaucasica venne disciolta e la RSS entrò a far parte dell'URSS per proprio conto. Intanto nel 1929 si era cercato di sostituire la scrittura azera che usava i caratteri arabi con l'alfabeto latino. Nel 1942, sulla base del trattato anglo-russo-persiano, l'URSS poté occupare anche la parte persiana dell'Azerbaigian, al fine di consentire i rifornimenti al proprio territorio. Durante l'occupazione, che avrebbe dovuto cessare sei mesi dopo la fine della guerra, i Sovietici tentarono di suscitare un movimento separatista antipersiano, potendo contare sull'appoggio del locale Partito comunista che diede vita a un Governo autonomista. La Persia ricorse al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e nel 1946 si concluse un accordo russo-persiano in base al quale i Sovietici avrebbero ritirato le proprie truppe dalla regione, in cambio del riconoscimento della sua autonomia politico-amministrativa. Il trattato non venne però rispettato dal Governo di Teheran che occupò militarmente il territorio, scatenando una dura repressione. Tra il 1969 e il 1982 alla guida del Partito comunista dell'Azerbaigian fu nominato Geidar Aliev, uomo di fiducia di Leonid Breznev. Nel 1986 il nuovo leader sovietico Michail Gorbaciov avviò un processo di riforme e di trasparenza (perestroika e glasnot) che incanalò le manifestazioni di malcontento popolare in tutta l'Unione. Nella Repubblica dell'Azerbaigian cominciò un'ondata di scioperi e manifestazioni e sorsero nuovi movimenti politici tra cui il Fronte popolare dell'Azerbaigian (FPA) che tra le altre richieste di democrazia aveva quella di indipendenza, pur non appoggiando l'aspirazione della popolazione armena del Nagorno-Karabah di riunirsi con la Repubblica di Armenia. Nel 1988 la popolazione del Nagorno-Karabah a maggioranza armena ma sotto il controllo azerbaigiano sin dal 1923, rivendicò invece il diritto di passare all'Armenia. Gli interventi armati dell'esercito sovietico poterono solo sedare temporaneamente la rivolta e riportare parzialmente la calma. Nel 1989 Mosca concesse al Nagorno-Karabah uno speciale statuto che lo sottraeva al controllo politico dell'Azerbaigian. Di contro, a Baku si scatenarono violenti pogrom anti-armeni che in breve tempo si trasformarono in aperta rivolta contro il Governo centrale. Mosca reagì sedando i disordini con l'intervento dell'esercito, senza peraltro riuscire a far calare la tensione. Nel corso degli stessi mesi le due Repubbliche Transcaucasiche uscirono dall'orbita sovietica, approfittando del rapido sviluppo del processo di democratizzazione avviato da Gorbaciov. Alla fine del 1990, l'Azerbaigian proclamò la propria sovranità di Repubblica non più socialista e sovietica. Nel 1991 la piena autonomia da Mosca venne sancita dalla ufficiale restaurazione dell'indipendenza. La guerra interetnica con l'Armenia si trasformò così in un conflitto fra Stati, complicato dal prevalere a Baku di forze nazionaliste. Nel marzo 1992 l'ex dirigente comunista azero Mutalibov si dimise e i poteri presidenziali furono assunti da Yuri Mamedov, presidente in carica del soviet. Dopo una lunga serie di capovolgimenti politici, nel giugno 1993 il leader del Fronte popolare, Albufaz Echibei, vinse le elezioni, facilitando il ritorno di Geidar Aliev, ex dirigente del Partito comunista dell'URSS. Poco dopo una nuova offensiva armata nel Nagorno-Karabakh fu seguita da un colpo di Stato che mise in fuga Elchibei, che lasciò Aliev come presidente provvisorio. Nel 1993 il soviet accettò l'annessione dell'Azerbaigian alla CSI. Un mese dopo Aliev trionfò alle elezioni presidenziali riprendendo immediatamente il conflitto nel Karabah. Nel novembre 1995 si tennero elezioni parlamentari senza la presenza del partito Musavat, di formazioni comuniste o islamiche e il Nuovo Azerbaigian, il partito di Aliev trionfò. Nel 1997 venne raggiunto un accordo sulla base del quale l'Azerbaigian si impegnava a ritirare le proprie truppe e a concedere l'autonomia alla regione del Nagorno-Karabakh. Nello stesso anno nel Paese venne aperto un campo petrolifero nel Mar Caspio. Si è trattato del risultato di un accordo tra il Governo azero e un consorzio di dodici imprese con una partecipazione statunitense del 40%. Nel 2000 il presidente dell'ormai provincia autonoma del Nagorno-Karabakh, Arkady Gukasyan, venne ferito in un attentato commesso da oppositori locali. L'ideatore dell'attentato, Samuel Babayan, precedente ministro della Difesa e comandante dell'esercito del Karabakh, fu condannato a 14 anni di carcere. Sempre nel 2000 si tennero le elezioni legislative in Nagorno-Karabakh nelle quali il Partito del nuovo Azerbaigian ottenne la maggioranza di voti. Nel gennaio 2001 l'Azerbaigian divenne membro a tutti gli effetti del Consiglio d'Europa, benché il consiglio stesso continuasse a criticare il Paese per la mancanza di libertà dei media e per i numerosi prigionieri politici. Nello stesso anno i presidenti di Azerbaigian e Armenia si ritrovarono a più riprese per accordarsi sull'annosa questione del Nagorno-Karabakh, senza tuttavia trovare una soluzione accettabile da ambo le parti. In seguito agli attentati terroristici dell'11 settembre, il Paese offrì appoggio logistico agli Stati Uniti, che, in cambio, sospesero il bando che, dai tempi del conflitto nel Nagorno-Karabakh, proibiva l'invio di aiuti all'Azerbaigian. Si registrarono invece tensioni con l'Iran a causa di un contenzioso riguardante i giacimenti petroliferi del Mar Caspio. Al centro della disputa la revisione dell'accordo sullo sfruttamento del bacino firmato a suo tempo da Urss e Iran e che nel 2001 riguardava, invece, oltre a Teheran, quattro Repubbliche ex sovietiche, Russia e Azerbaigian, appunto, insieme a Kazakhistan e Turkmenistan. Nel 2002, in maggio, papa Giovanni Paolo II visitò il Paese, lanciando un appello per la concordia religiosa. In agosto si svolse un referendum avente per oggetto alcuni emendamenti costituzionali: voci critiche denunciarono la conslutazione come espediente per un passaggio di potere dal presidente Geidar Aliev al figlio Ilham Aliev. In effetti, nell'agosto 2003, il presidente in carica nominò il figlio Primo ministro. Quest'ultimo poi, nell'ottobre successivo, vinse le elezioni presidenziali, subentrando così al padre alla guida del Paese. L'opposizione interna, nonché gli osservatori dell'Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza europea (Osce), denunciarono brogli, mettendo in discussione la regolarità del risultato. A Baku scoppiarono disordini repressi violentemente dalla polizia: vi furono due morti e diversi feriti. Human Rights Watch denunciò in seguito l'autoritarismo del presidente, mentre Amnesty International evidenziò, nel suo rapporto 2004, gli abusi collegati alle elezioni, gli arresti politicamente motivati e gli attacchi a difensori dei diritti umani. Nel marzo 2005 la tensione fu di nuovo alta allorché fu ucciso nella capitale il giornalista Elmar Huseynov, voce critica nei confronti delle autorità governative. Nel novembre dello stesso anno il partito presidenziale Nuovo Azerbaigian vinse le elezioni parlamentari con ampio margine: ancora una volta, tuttavia, gli osservatori internazionali denunciarono l'assenza di standard democratici accettabili nelle votazioni, mentre la polizia disperdeva con la forza le manifestazioni di protesta.

LA CAPITALE

Baku

(1.839.800 ab.). Città dell'Azerbaigian situata alle pendici del Caucaso. Invasa dagli Arabi e dai Turchi, divenne possedimento della Persia nel XV sec., finché la Russia zarista ne ottenne la sovranità nel 1906. Nel 1920 l'Armata Rossa, sostenendo una rivoluzione interna, instaurò un regime di tipo bolscevico. La città è formata da una parte vecchia, il cui porto è ancora attivo, e dalla parte moderna industrializzata. Il cuore della città storica è Ichari Shahar (la Città Interna), uno degli insediamenti più antichi del Paese e del Medio Oriente: scavi archeologici hanno portato alla luce sepolcri risalenti all'età del bronzo. Inoltre possiede resti del periodo delle occupazioni turche e persiane, soprattutto moschee. Uno dei monumenti più belli da vedere è la Torre della Fanciulla, che risale al XII secolo. Altri luoghi d'interesse sono il Palazzo degli Scià, che risale al XV secolo, il Museo dei Tappeti e delle Arti applicate (che espone magnifici tappeti dell'Azerbaigian, gioielli, ricami, oggetti in metallo e oggetti in legno intagliato) e il Museo della Storia dell'Azerbaigian, con una sezione dedicata all'archeologia, ricca di incisioni rupestri dell'età della pietra e di altri reperti provenienti dal sito archeologico di Qobustan (a 65 km dalla capitale). Dal punto di vista economico, Baku è molto importante per i suoi giacimenti di petrolio e le industrie a essi connesse. Esistono pure industrie metallurgiche, meccaniche, tessili (cotone e seta) e alimentari.


   

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