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Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro Paese.
John Fitzgerald Kennedy

La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

The Conversation sull'Artico e sul Polo Nord

Terre artiche

Il Polo Nord» di Alessandro Nangeroni

Mare Artico Artide

Arctic Ocean Images

GEOGRAFIA - I POLI - ARTIDE

PRESENTAZIONE

Con il termine Artide si intendono le terre incluse nel Circolo Polare Artico, ossia le zone più settentrionali dell'Europa, dell'Asia e dell'America e il gruppo delle molte isole sparse nel Mar Glaciale Artico.

Le terre polari europee comprendono l'isola di Jan Mayen, le Svalbard o Spitzbergen, la Terra di Francesco Giuseppe e la Novaja Zemlja;

le terre polari asiatiche comprendono gli arcipelaghi della Severnaja Zemlja, l'isola della Solitudine, le isole della Nuova Siberia, l'isola di Wrangel;

le terre polari americane comprendono la Groenlandia, che appartiene politicamente alla Danimarca, e l'arcipelago artico canadese.

Il clima è rigido: le medie annuali sono comprese fra i -10 e i -20°C, con minime di -50°C nella Siberia orientale, dove si registrano le temperature più basse.

Tuttavia d'estate, dove non c'è ghiaccio perenne, le temperature superano a volte anche i 20°C.

Le stagioni si riducono a due:

l'estate con 186 giorni d'insolazione e l'inverno con 179 giorni di buio.

La flora è limitata alle latitudini più basse ed è formata da tundre, salici nani, muschi;

la fauna è presente con un numero notevole di specie.

Nella tundra prevalgono gli animali da pelliccia e la renna;

i carnivori sono rappresentati dall'orso bianco, lupi e volpi polari;

nel mare si trovano trichechi, foche, balene, narvali.

La popolazione delle regioni artiche non è numerosa:

è composta di eschimesi nelle terre artiche americane, le cui risorse sono rappresentate dalla caccia e dalla pesca;

di lapponi e samoiedi, nelle terre artiche europee ed asiatiche, che formano gruppi nomadi dediti anche all'allevamento delle renne.

Il sottosuolo è ricco di carboni fossili, giacimenti auriferi, criolite, piombo, petrolio e ferro.

Lo sviluppo economico è legato a quello delle vie di comunicazione:

i fiumi, che possono essere utilizzati durante l'anno per un periodo di tempo molto limitato, non permettono grandi servizi di comunicazione con l'URSS, mentre l'aviazione locale contribuisce enormemente alle comunicazioni fra le zone isolate.

Cartina delle terre artiche

Cartina delle terre artiche

L'isola di Kulusuk in Groenlandia

L'isola di Kulusuk in Groenlandia

Il piccolo porto del villaggio di Kap Dan (Groenlandia)

Il piccolo porto del villaggio di Kap Dan (Groenlandia)

Sole di mezzanotte sul lago Inari, in Finlandia

Sole di mezzanotte sul lago Inari, in Finlandia

Aurora boreale (Fairbanks, Alaska)

Aurora boreale (Fairbanks, Alaska)

Il villaggio di Angmagssalik, in Groenlandia

Il villaggio di Angmagssalik, in Groenlandia

Colonia di foche, mammiferi marini della fauna polare

Colonia di foche, mammiferi marini della fauna polare

Artico e Antartico

Fauna e flora dell'Artico e dell'Antartico

Vita delle popolazioni del Polo Nord

CENNI STORICI

Le esplorazioni dell'Artide ebbero inizio per rispondere a due esigenze:

trovare una strada dall'Atlantico al Pacifico lungo le coste delle terre artiche asiatiche (passaggio di nord-est) o delle terre artiche americane (passaggio di nord-ovest).

Molti furono i tentativi per la ricerca del passaggio di nord-est: sir Hugh Willoughby si spinse fino al Mar Bianco negli anni 1553-1554;

nel 1586 Willen Barents scoprì l'isola degli Orsi e le Spitzbergen; Vitus Bering, via terra, raggiunse la penisola dei Ciukci nel 1725;

finalmente nel 1878-79 Adolf Nordenskjold effettuò il passaggio dello stretto di Bering.

Per la ricerca del passaggio di nord-ovest, ricordiamo i viaggi di John Davis (1585), Henry Hudson (1609) e William Baffin (1616);

nel 1789 Alexander Mackenzie esplorò il bacino del fiume omonimo;

negli anni 1850-54 Robert J. McClure effettuò il passaggio dello stretto di Bering da ovest.

Negli ultimi anni dell'800 i tentativi si diressero verso il raggiungimento del Polo: ricordiamo le spedizioni di Fridtjof Nansen nel 1895 e del capitano Cagni nel 1900, che si spinsero oltre l'86° latitudine nord; nel 1909 Robert E. Peary raggiunse per primo il Polo;

nel 1983 l'italiano Ambrogio Fogar tentò invano di emularne l'impresa, servendosi di una slitta.

Il primo a sorvolare il Polo fu Roald Amundsen, col dirigibile Norge, comandato da Umberto Nobile, nel 1926;

nel 1958 il sommergibile a propulsione nucleare americano Nautilus compì la prima traversata per via sottomarina dell'Artico e nel 1959 entrò in servizio il rompighiaccio atomico sovietico Lenin.

Durante la seconda guerra mondiale la regione artica ebbe molta importanza per i rifornimenti bellici anglo-americani all'URSS.

Dopo il 1945 queste regioni furono considerate importanti sia dagli Americani sia dai Sovietici come via più breve di collegamento tra le coste americane e quelle euro-asiatiche.

In seguito agli accordi del Patto Atlantico è stato completato il sistema difensivo artico con l'allestimento di linee radar;

sono pure stati installati equipaggiamenti speciali d'ogni genere per ovviare alle difficoltà dovute al clima molto rigido.

L'IMPRESA DI UMBERTO NOBILE

Nella nuova epoca delle ricognizioni aeree dei Poli, Umberto Nobile (Avellino 1885 - Roma 1978) fu uno dei pionieri più coraggiosi ed importanti.

Egli ideò e fece attuare un tipo di dirigibile atto a sorvolare il polo, che lo rese famoso non solo per la sua abilità di pilota, ma anche per il suo ingegno di progettista.

Egli compì la sua coraggiosa impresa per ben due volte, la prima nel 1926 e la seconda nel 1928.

I preparativi per la prima impresa iniziarono nel 1924 e si protrassero per due anni;

delle diciassette persone che parteciparono al volo, solo undici riuscirono a sorvolare il Polo.

Dei 10.000 km di volo, oltre 3.500 furono percorsi sopra i ghiacci.

Complessivamente la trasvolata del Mar Glaciale Artico, dalla Kings Bay a Teller in Alaska, ebbe una durata di 69 ore e 50 minuti.

Nobile volle ritentare l'impresa due anni dopo con un altro dirigibile cui diede il nome «Italia». Anche questa volta il dirigibile sorvolò il Polo Nord.

Ciò che distingueva la nuova impresa dalla precedente era l'inversione della rotta che si volgeva all'esplorazione di una zona della calotta polare ancora sconosciuta.

Ma questo viaggio fu senza ritorno per l'«Italia». Il dirigibile fu investito da violentissimi venti contrari ed ulteriormente ostacolato da impenetrabili cortine di nebbia e banchi di ghiaccio.

A soli 180 km di distanza dalla base, l'«Italia» andò a schiantarsi contro i ghiacci.

Nove uomini sopravvissero (tra questi era anche Nobile, ferito in modo piuttosto grave), gli altri sei perirono.

I nove superstiti attesero l'arrivo dei soccorsi, cercando disperatamente di resistere grazie alle scorte, a una radio portatile e alla famosa «tenda rossa».

L'SOS intercettato ad Arcangelo diede il via alla spedizione di soccorso che doveva trarre in salvo il pilota e quanti erano rimasti dell'equipaggio.

Durante questo periodo, morirono i due piloti dell'«Italia» e Roald Amundsen, partito per cercare Nobile e i suoi compagni.

Così l'impresa di Nobile rimase per sempre offuscata dal ricordo delle gravi perdite subite.

Artiche, Terre.

(o Àrtide). Terre (3.720.000 kmq) incluse nel Circolo Polare Artico, ossia le zone più settentrionali dell'Europa, dell'Asia e dell'America e il gruppo delle molte isole, grandi e piccole, sparse nel Mar Glaciale Artico.

Le T.A. europee comprendono:

l'arcipelago delle Svalbard, già Spitzbergen;

la Terra Francesco Giuseppe;

la Nuova Zemlia;

l'isola Jan Mayen e l'isola degli Orsi.

Le T.A. asiatiche comprendono le isole Nordenskjöld;

l'isola Taimir;

la Terra di Lenin;

le isole della Nuova Siberia;

le isole De Long;

l'isola Wrangel.

Le T.A. americane sono formate dalla Groenlandia (che appartiene politicamente alla Danimarca) e dall'arcipelago artico americano.

Si tratta di regioni diverse per origine geologica, ma che presentano una certa uniformità per la coltre di ghiaccio che le ricopre, per le condizioni climatiche e per le forme di vita animali e vegetali.

- Geogr. Il clima è molto rigido;

le medie annuali sono comprese fra -10 e -20 °C, con minime di -50 °C nella Siberia Orientale e massime di +10 °C in estate.

Le stagioni sono ridotte a due sole:

l'estate con 186 giorni d'insolazione e l'inverno con 179 giorni di buio.

La flora, limitata alle latitudini più basse, è rappresentata da tundre, salici nani, muschi;

la fauna è presente con un numero notevole di specie.

Nella tundra prevalgono gli animali da pelliccia e la renna;

i carnivori sono rappresentati dall'orso bianco, lupi e volpi polari;

nel mare si trovano trichechi, foche, balene, narvali.

- Econ. - Le popolazioni delle T.A. non sono numerose;

si tratta di Eschimesi, nelle regioni americane, le cui risorse sono rappresentate dalla caccia e dalla pesca;

di Lapponi, Ziriani e Samoiedi, nelle T.A. europee e asiatiche, che formano gruppi nomadi dediti anche all'allevamento delle renne.

Il sottosuolo è ricco di carboni fossili, giacimenti auriferi, criolite, piombo, petrolio e ferro.

Lo sviluppo economico è legato a quello delle vie di comunicazione;

i fiumi, che possono essere utilizzati durante l'anno per un periodo di tempo molto limitato, non permettono grandi servizi di comunicazione;

l'aviazione locale contribuisce enormemente alle comunicazioni fra le zone isolate.

- St. - Le esplorazioni dell'Artide ebbero inizio per rispondere a due esigenze:

trovare una strada dall'Atlantico al Pacifico lungo le coste delle T.A. asiatiche (passaggio di Nord-Est) o delle T.A. americane (passaggio di Nord-Ovest).

Furono compiuti molti tentativi alla ricerca del passaggio di Nord-Est; Chancellor si spinse fino al Mar Bianco negli anni 1553-1554; Bering, via terra, raggiunse la penisola dei Ciukci nel 1741, e finalmente nel 1878-79 Nordenskjöld effettuò il passaggio dello stretto di Bering.

Per la ricerca del passaggio di Nord-Ovest ricordiamo i viaggi di Davis (1585), Hudson (1609) e Baffin (1616);

nel 1789 Mackenzie esplorò il bacino del fiume omonimo;

negli anni 1851-54 R.J. Mac Clure effettuò il passaggio dello stretto di Bering da Ovest.

Negli ultimi anni dell'800 i tentativi si diressero verso il raggiungimento del Polo:

ricordiamo le spedizioni di Nansen nel 1895 e del capitano Cagni nel 1909, che si spinsero oltre l'86° di latitudine Nord;

nel 1909 R. Peary raggiunse per primo il Polo; nel 1983 l'italiano A. Fogar tentò di emularne l'impresa.

Il primo a sorvolare il Polo fu Amundsen, col dirigibile Norge, poi comandato da Nobile nel 1926;

nel 1958 il sommergibile atomico americano Nautilus compì la prima traversata sottomarina dell'Artico e nel 1959 entrò in servizio il rompighiaccio atomico sovietico Lenin.

Durante la seconda guerra mondiale la regione artica ebbe molta importanza per i rifornimenti bellici anglo-americani all'URSS.

Dopo il 1945 queste regioni furono considerate importanti sia dagli Americani sia dai Sovietici come via più breve di collegamento tra le coste americane e quelle euro-asiatiche.

In seguito agli accordi del Patto Atlantico è stato completato il sistema difensivo delle zone artiche con l'allestimento di linee radar;

sono pure stati installati equipaggiamenti speciali d'ogni genere per ovviare alle difficoltà dovute al clima molto rigido.

«Il Polo Nord» di Alessandro Nangeroni

La Terra ha la forma di una sfera leggermente schiacciata ai poli, abbiamo imparato da ragazzi; mentre le teorie più moderne la avrebbero configurata come una pera.

I poli sono i due estremi dell'asse terrestre, ma pur essendo equidistanti dall'equatore, hanno temperatura, clima e caratteristiche molto diverse.

Il Polo Nord è formato dalla banchisa polare - detta anche pack - e questa non è altro che una calotta di ghiaccio che ricopre il Mar Glaciale artico o Mediterraneo artico.

Ma perché mai questa zona è tutta ricoperta di ghiacci?

La ragione va ricercata nella particolare inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano dell'orbita che la Terra compie attorno al Sole:

pertanto i raggi solari raggiungono questa zona con un modesto angolo di incidenza - cioè colpiscono la Terra molto obliquamente - e soltanto per sei mesi dell'anno, per cui l'energia solare risulta quasi del tutto insufficiente per un habitat tradizionale.

Perciò le ragioni polari sono chiamate in modo fantasioso anche i «paesi delle ombre lunghe» in quanto il sole vi è sempre molto basso all'orizzonte.

Questa enorme massa di ghiaccio galleggiante si sposta, a seconda delle stagioni, da un minimo di quattro a un massimo di trentacinque chilometri circa.

Da essa si staccano paurosi blocchi di ghiaccio - gli iceberg - che navigano ad alta velocità trasportati dalle correnti e sono assai pericolosi per le navi che incrociano.

Non si può parlare in modo proprio di un continente chiamato Artide;

vi sono invece le regioni artiche, che altro non sono se non la parte più settentrionale dei continenti che si estendono verso il Polo Nord.

Così ci sono le regioni artiche americane, le europee e le asiatiche.

L'Oceano Atlantico, addentrandosi fra queste terre, forma il Mar Glaciale Artico ed è sulla crosta di ghiaccio formatasi su tale mare che i trecentosessanta meridiani convergono convenzionalmente al 90° di latitudine nord, che è appunto la posizione geografica del Polo Nord.

Le condizioni di vita sono dunque assai ridotte, pur essendoci una certa fauna e un pò di vegetazione.

Naturalmente soltanto certe specie di animali possono adattarsi a questo clima specialissimo:

orsi bianchi, foche, volpi bianche o polari, volpi argentate dalla pelliccia molto pregiata, e una speciale razza di lupi.

Come animali domestici vi si trovano cani e renne, le quali costituiscono una grande risorsa per gli indigeni perché vengono sfruttate come i buoi nelle nostre campagne;

essi ne ricavano, oltre ai modesti servizi di traino, anche i medesimi prodotti: carne, latte, pelli e corna.

La vegetazione è ancor più limitata della fauna perché nella maggior parte della regione possono crescere soltanto muschi e licheni, ma vi sono alcune zone dove è più ricca, favorita anche dai centottantasei giorni di luce continua, perciò di continua insolazione, il che porta la temperatura fino a +10°C.

In questi territori vi sono distese di conifere, arbustelli e piante nane.

Nello stesso periodo lo scioglimento dei ghiacci favorisce un forte sviluppo di plancton nel mare che, in conseguenza, è ricchissimo di pesce, specialmente merluzzi e salmoni.

Anche le balene sono assai diffuse nei mari attorno al Mar Glaciale Artico e pertanto la caccia a questi mammiferi è la maggior attività degli abitanti delle regioni polari.

Le prime notizie storiche di queste regioni datano dal XVI secolo e cioè dall'epoca delle grandi scoperte;

ma già prima di allora è indubbio che gli abitanti dei paesi settentrionali si sono volta a volta avventurati fra i ghiacci e hanno scoperto le terre attorno al Mar Glaciale Artico.

Infatti quando alla fine del 1500 le prime spedizioni si arrischiarono sulla via del polo cercando la regione oltre la quale si doveva trovare il mare aperto e cioè il Pacifico.

Così nacque l'affannosa ricerca dei passaggi a Nord-Est e a Nord-Ovest, ma ci vollero parecchi secoli e innumerevoli vittime prima che queste vie potessero essere scoperte attraverso i banchi di ghiaccio.

Nel 1890 il navigatore norvegese Errico Rauda, detto Testa Rossa, aveva trovato nell'estremo Nord una grande isola.

Pensando di colonizzarla, una volta tornato in Norvegia, aveva descritto l'isola come un paradiso terrestre e l'aveva chiamata Greenland, cioè Terra Verde.

Ma questa terra doveva rivelarsi una grossa delusione per coloro che, spinti dal desiderio di far fortuna, vi si erano avventurati:

quella ragione era in realtà squallida, desertica e per di più montuosa; infatti è in Groenlandia che si trova la cima più alta (m. 2987) delle regioni polari.

Così l'isola fu a poco a poco abbandonata e i soli che ora possono adattarvisi sono gli Eschimesi che, in meno di quarantamila, ne popolano le zone costiere abitando nelle loro case di ghiaccio - gli igloo, nel cui interno la temperatura raggiunge anche i +20°C. - e vivendo di caccia e pesca.

Un'altra spedizione che merita di essere ricordata, per una certa precisione di documentazione ma soprattutto perché è opera di un italiano, è quella del veneziano Pietro Querini, che nel 1432 arrivò fino a queste ragioni polari.

Dopo tale epoca passò qualche secolo prima che si scoprissero le vie di transito che dall'Europa portano al Pacifico attraverso il polo e quando furono trovate ci si accorse che erano poco utili perché per la maggior parte dell'anno restavano ostruite dai ghiacci.

L'americano Robert Edwin Peary raggiunse il polo, cioè il 90° di latitudine nord, nel 1909, vale a dire dopo circa quattrocento anni di ricerche e di tentativi.

Ma solo con l'aviazione la via del polo fu definitivamente aperta.

Nel 1926 il dirigibile italiano Norge compì la prima trasvolta del polo:

vi erano a bordo Umberto Nobile, comandante dell'aeronave, Roald Amundsen, famoso esploratore polare norvegese e il ricchissimo gentleman ed esploratore americano Lincoln Ellsworth.

Da quel giorno molta strada è stata fatta:

i viaggi per il Giappone attraverso il polo sono effettuati ora da normali aerei di linea e non hanno più nulla di pionieristico.

Infatti la radio-bussola consente di ovviare all'inconveniente dell'impazzimento dell'ago magnetico che si verifica - per la maggior forza del campo ivi esistente - ogni qual volta un aereo sorvola il Polo Nord;

essa dà modo al pilota di ricevere dalle basi a terra i riferimenti necessari al mantenimento della rotta.

Nel 1958 perfino un sommergibile, l'«atomico» americano Nautilus, ha superato il polo navigando sotto i ghiacci della banchisa polare.

In queste regioni sono state inoltre installate importanti basi per lo studio dei fenomeni meteorologici boreali e per tenere sotto controllo gli spostamenti degli iceberg.

Una teoria avveneristica prospettata da alcuni scienziati prevedrebbe la possibilità di dare un clima più equilibrato alla terra facendo deviare gli iceberg o addirittura disintegrandoli, il che potrebbe anche fornire un immenso approvvigionamento idrico.

Soltanto per poche settimane all'anno la temperatura del Polo Nord arriva al di sopra dello zero e può giungere a +10°C sulle coste del Mar di Norvegia toccate dalla benefica influenza della Corrente del Golfo.

Ma per la maggior parte dell'anno il termometro scende da -10° fino a -40° e a gennaio può arrivare anche a -50°C;

c'è poi la violenza dei venti che rende il clima ancora più duro.

Con tutto ciò i coraggiosi che sono riusciti a portare la tecnica in queste lande desolate hanno giovato molto alle popolazioni nella zona, che vivevano in condizioni assai arretrate.

Lapponi, Samoiedi, Ziriani ed Eschimesi hanno finalmente sentito i benefici della civiltà.

Si è ancora registrato un fenomeno abbastanza curioso:

ci sono state tribù dell'interno che, all'arrivo di gente più progredita, dopo un primo giustificato senso di diffidenza, si sono spostate verso le coste per migliorare le loro condizioni di vita.

Altre tribù invece se ne sono allontanate per preservare la loro razza da ogni contaminazione estranea e per mantenere intatti i loro costumi e le loro tradizioni.

Questi però sono casi piuttosto rari: ormai anche nelle regioni polari la vita ha un suo ritmo pressoché normale.

L'estrazione di minerali pregiati dal ricco sottosuolo, l'allevamento delle renne fatto in modo sempre più razionale e su scala non solo artigianale, hanno portato un livello superiore di vita anche là dove la natura è stata avara dei suoi doni benefici.

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