PRESENTAZIONE
Gruppo
di isole dell'America Meridionale situato nell'Oceano Atlantico e separato dal
Venezuela dal Golfo di Pária. L'estensione territoriale di questo Stato
raggiunge i 5.128 kmq; la popolazione ammonta a 1.287.000 abitanti, con una
densità media di 251 abitanti per kmq, una delle più alte
dell'America Latina. La popolazione è composta da diversi gruppi etnici
con una maggioranza di neri e meticci (rispettivamente 40 e 18,4%), seguiti da
Asiatici (Indiani, 40,3%, e Cinesi, 0,4%) ed Europei (0,6%). La lingua ufficiale
è l'inglese ma sono usati anche lo spagnolo, l'hindi e alcuni idiomi
creoli. La religione più diffusa è quella cristiana (nelle
confessioni cattolica, 29,4%, e protestante, 29,7%); presenti anche nutrite
comunità di induisti (23,8%) e musulmani (5,8%). Trinidad e Tobago
è una Repubblica nella quale, in base alla Costituzione del 1976, il
potere legislativo è affidato al Parlamento formato da due Camere: il
Senato, composto da 31 membri eletti per cinque anni e designati dal presidente
della Repubblica su indicazione del primo ministro e del capo dell'opposizione;
la Camera dei Rappresentanti, i cui 36 membri sono eletti a suffragio universale
diretto per cinque anni. Il potere esecutivo invece è affidato al
Consiglio dei Ministri, presieduto dal primo ministro che è responsabile
dinanzi al Parlamento. Il presidente della Repubblica è eletto dal
Parlamento ogni cinque anni e può essere rieletto per un secondo mandato.
Il territorio insulare di Trinidad è diviso in 6 contee. L'unita
monetaria è il dollaro di Trinidad e Tobago. La capitale è Port of
Spain (45.284 ab.).
IL TERRITORIO
Lo Stato di Trinidad e
Tobago è costituito dalle isole omonime, di cui la prima è la
più grande. Il territorio dell'isola maggiore in parte pianeggiante e in
parte ondulato si eleva nel settore settentrionale in una serie di rilievi che
proseguono la catena orientale venezuelana e culminano nei 940 m del monte
Aripo. Anche l'isola di Tobago ha una parte settentrionale montuosa che si eleva
fino a 566 m. Il resto dell'isola è collinoso e solo a Sud-Ovest si apre
una pianura costituita da un tavolato di origine corallina. Modesta importanza
hanno i brevi corsi d'acqua che scorrono solo nell'isola di Trinidad. Le coste
sono basse, sabbiose e orlate di paludi, ad eccezione di quelle del versante
settentrionale di Trinidad, dove i monti si affacciano sull'Oceano con una
ripida scarpata. Il clima è di tipo equatoriale e particolarmente piovoso
sulle coste orientali, dove soffiano costantemente gli alisei. Durante l'inverno
le due isole sono frequentemente soggette a
cicloni.
Cartina di Trinidad e Tobago
Trinidad e Tobago: panorama della costa
L'ECONOMIA
L'economia di Trinidad e
Tobago, un tempo essenzialmente agricola, si è trasformata in economia
industriale grazie alla scoperta e allo sfruttamento di giacimenti petroliferi e
di gas naturale. L'agricoltura oggi occupa infatti un posto meno rilevante che
in passato. È tuttora importante la produzione di zucchero, seguita da
cacao, caffè, agrumi e banane. L'industria si è sviluppata grazie
soprattutto all'attività mineraria. Oltre all'industria di trasformazione
dei prodotti agricoli (zuccherifici, distillerie di rhum e angostura,
tabacchifici), di recente sono sorti impianti petrolchimici, farmaceutici, del
cemento, dei materiali da costruzione e raffinerie di petrolio. Oltre alle
già citate risorse petrolifere e ai ricchi giacimenti di gas naturale, il
Paese possiede importanti depositi di bitume naturale. Anche il settore
terziario è in crescita grazie allo sviluppo del turismo.
L'approvvigionamento elettrico è garantito dalle centrali termoelettriche
della capitale, di Penal e di Tobago. Le esportazioni consistono in petrolio e
derivati, prodotti alimentari, prodotti chimici, bevande, macchinari e
manufatti, dirette soprattutto verso gli Usa. Il Paese è dotato di 8.320
km di strade, di cui 4.251 asfaltati e dell’aeroporto di Port of
Spain/Piarco. I porti principali sono quelli di Port of Spain,
Pointe-à-Pierre e Scarborough.
CENNI STORICI
Anche se oggi Trinidad e
Tobago formano un’unica Nazione, le due isole hanno una storia differente.
Scoperte entrambe da Cristoforo Colombo nel 1498, Trinidad venne ufficialmente
colonizzata dalla Spagna nel 1532, mentre Tobago, popolata originariamente da
Caribi, entrò a far parte dei possedimenti olandesi nel 1632. Poco tempo
dopo anche su quest’ultima sbarcarono le truppe spagnole nel timore che
gli Olandesi vi iniziassero l’esplorazione del vicino fiume Orinoco, dove
si pensava che vi fosse l’oro. Da allora le due isole furono oggetto di
numerose invasioni ed occupazioni ad opera di Olandesi, Francesi e Inglesi.
Secondo un locale censimento, Trinidad, nel 1783, due secoli dopo lo sbarco dei
primi Europei, aveva una popolazione costituita da una minoranza di Europei
(126), da 605 Africani, 310 dei quali schiavi, e 2.032 Indios. Nel 1802
Trinidad, e nel 1814 Tobago, vennero cedute alla Gran Bretagna come colonie
rispettivamente da Spagnoli e Francesi (l’unificazione delle due colonie
sarebbe avvenuta solo nel 1889). Lo zucchero, come nel resto delle Antille,
divenne la base dell’economia locale. Abolita la schiavitù nel
1834, gli Africani furono sostituiti nelle piantagioni da lavoratori indiani e
in misura minore, cinesi. Questo cambiamento fu alla base dell’attuale
composizione etnico-sociale dell’isola, dove la popolazione di origine
africana è costituita da lavoratori urbani, mentre gli Indiani sono
impiegati per lo più nel settore agricolo. Agli inizi del XX secolo,
l’economia basata sulla coltivazione della canna da zucchero fu sostituita
gradualmente dall’industria petrolifera che, negli anni Quaranta, sarebbe
diventata la principale attività economica del Paese. Nel 1924 furono
fondati i primi movimenti indipendentisti e, a partire da allora,
l’amministrazione coloniale previde la nomina ad alcune cariche minori
mediante elezione, inizialmente a suffragio limitato, poi, dal 1945, a suffragio
universale. Nel 1956, dopo la concessione dell’autonomia interna, il
Movimento nazionale del popolo (PNM) vinse le elezioni e fu nominato primo
ministro Eric Williams, destinato a guidare il Paese fino alla morte. Dopo un
breve periodo in cui Trinidad e Tobago fecero parte della Federazione delle
Indie Occidentali (1958-1962), le due isole raggiunsero l’indipendenza nel
1962 con la presidenza governativa di Williams, mentre la Costituzione, che
proclamò la nascita della Repubblica, venne varata solo nel 1976. Intanto
il forte aumento dei prezzi del petrolio negli anni Settanta cambiò
radicalmente l’economia e la società: nel giro di dieci anni le
entrate fiscali provenienti dal petrolio e le spese del Governo quintuplicarono.
La disoccupazione scese sotto il 10% e il prodotto pro capite fu il più
elevato di tutto il Centro e Sudamerica. Il Governo, presieduto da Williams,
nazionalizzò l’industria petrolifera, incentivando nello stesso
tempo gli investimenti delle multinazionali. Nel 1975 si assistette
all’organizzazione di parecchi scioperi da parte dei lavoratori
dell’industria petrolifera e delle piantagioni, scioperi che si conclusero
solo quando il Governo decise di impiegare l’esercito per erogare la
benzina ai distributori. Nel 1976, alla proclamazione della Repubblica, il
precedente governatore generale Ellis Clarke venne nominato presidente, mentre
la carica di primo ministro rimase nelle mani di Eric Williams fino alla sua
morte, avvenuta nel 1981. Nel 1983 la nuova realtà economica, dovuta alla
flessione del mercato petrolifero, provocò un calo degli utili nel
settore del 26%. Il nuovo Governo di George Chambers, ex ministro
dell’agricoltura succeduto a Williams, optò per una politica di
austerità che previde, tra l’altro, il taglio dei sussidi e il
contenimento dei salari degli statali. Nello stesso anno la compagine
governativa si oppose all’invasione americana di Grenada. Alla fine del
1986 l’opposizione vinse le elezioni con la neonata Alleanza nazionale per
la riconciliazione (NAR). Il nuovo Governo di Arthur Napoleon Robinson aveva tra
i primi obiettivi l’ingresso del Paese nel CARICOM (Mercato Comune dei
Caraibi). Questo programma comportava l’abolizione delle misure
protezionistiche sull’industria tessile e lo sviluppo di nuovi progetti
industriali e del settore turistico. Il Fondo Mondiale Internazionale
prestò 110 milioni di dollari nel 1988 e altri 128 milioni di dollari nel
1989. Il costo sociale del piano economico del Governo provocò scioperi
tra i lavoratori dell’industria petrolifera e uno sciopero generale nel
marzo del 1989. Intanto, nel 1987, Noor Hassanali era stato eletto presidente
della Repubblica. Nel 1990 vi fu un tentativo di colpo di Stato: un centinaio di
musulmani radicali occuparono il Parlamento, chiedendo le dimissioni del primo
ministro Arthur Robinson, tenuto in ostaggio. Il gruppo ribelle poco dopo si
arrese incondizionatamente. Nel corso dell’anno la bilancia dei pagamenti
mostrò un modesto recupero e ciò consentì al Governo di non
applicare, nei primi mesi del 1991, l’annunciata riduzione del 10% dei
salari degli statali. Nello stesso 1991 il PNM vinse le elezioni generali con il
46% dei voti. Il Congresso nazionale unito (UNC) ottenne il 26% dei consensi e
il NAR si assestò al 25%. In forte crescita si rivelò invece
l’astensionismo. Il nuovo Governo, guidato da Patrick Manning, si
trovò immediatamente a dover affrontare due gravi questioni: il debito
estero di 2.510 milioni di dollari e la disoccupazione, che colpiva il 24% della
popolazione attiva. Di fronte alle crescenti agitazioni provocate dai piani di
risanamento del Governo, Manning richiese l’intervento dell’esercito
per tenere sotto controllo la situazione. Nel 1995, ritenendo che la situazione
economica e politica gli fosse più favorevole, Manning decise di indire
le elezioni generali un anno prima della data prevista. Ma i suoi calcoli si
rivelarono errati: il PNM ottenne 17 seggi come il partito d’opposizione
UNC guidato da Basdeo Panday. Grazie un’alleanza con il NAR, Panday venne
nominato capo di Governo di Trinidad e Tobago, primo discendente di immigrati
indiani ad arrivare a tale carica. Nel 1996 la coalizione al Governo
approvò un bilancio in pareggio che riduceva le spese. Il Governo
concesse a un consorzio la costruzione di un impianto per l’estrazione di
gas naturale destinato a rifornire gli Stati Uniti e la Spagna, la cui messa in
funzione era prevista per metà del 1999. Nel 1997 il Movimento nazionale
del popolo (PNM), all’opposizione, ridusse la propria presenza alla Camera
dei rappresentanti dopo l’abbandono di due dei suoi ministri che si
unirono in qualità di «membri indipendenti» alla coalizione di
Governo. Pochi mesi dopo l’ex primo ministro Robinson fu eletto
presidente, ricevendo 46 voti al collegio elettorale. Nel 1998 si registrarono
nuove tensioni con il gruppo islamico Jamaat-al-Muslimeen che era stato
protagonista del tentato golpe del 1990. Nel 2000 l’UNC risultò il
partito di maggioranza alle elezioni generali e Panday venne riconfermato alla
guida dell’Esecutivo, ma nel dicembre dell'anno successivo dovettero
essere indette nuove elezioni dopo le dimissioni di tre ministri dell'UNC che
accusarono il partito di corruzione. L'esito delle elezioni, di assoluta
parità tra i due principali partiti, l'UNC al potere e il PNM
all'opposizione, prevedeva la decisone presidenziale rispetto al vincitore: dopo
cinque mesi di attesa, durante i quali Panday venne sostituito a capo del
Governo da Patrick Manning, venne fatta formale richiesta da parte dello stesso
Manning di scioglimento del Parlamento.
LA CAPITALE
Port of Spain
(45.284 ab.). Capitale di Trinidad e Tobago.
Sorge lungo la costa nord-occidentale dell’isola di Trinidad e si affaccia
sul golfo di Pária. La città è dotata di un porto molto
attivo, di industrie alimentari, tessili, delle materie plastiche, del tabacco e
di notevoli infrastrutture turistiche. È inoltre un centro culturale che
può contare sulla vitalità di musei, teatri e biblioteche.
Costruita sul luogo di un antico insediamento indiano, nel 1774 venne scelta
come capitale dell'isola. Tra il 1958 e il 1962 ricoprì il ruolo di
capoluogo della Federazione delle Indie Britanniche.
La Red House a Port of Spain