GEOGRAFIA - EUROPA - LIECHTENSTEIN

PRESENTAZIONE

Il Liechtenstein è un piccolo Principato dell'Europa centrale; confina a Nord e ad Est con l'Austria, a Sud e ad Ovest con la Svizzera. Ha un'estensione di 160 kmq e una popolazione di 34.294 abitanti con una densità di 214 abitanti per kmq. La popolazione, insediata in una decina di centri, comprende anche numerosi stranieri che ammontano circa a un terzo (Svizzeri, Austriaci, Tedeschi e Italiani). La maggior parte parla il tedesco nella varietà alemanna e segue la religione cattolica. Il Liechtenstein è una Monarchia costituzionale retta da un principe che svolge le funzioni di capo dello Stato. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento, costituito da 25 membri eletti a suffragio universale per quattro anni. Il primo ministro è nominato dal principe su proposta del Parlamento. Le funzioni di rappresentanza consolare e diplomatica sono svolte dalla Svizzera con la quale è in atto anche un'unione monetaria e doganale. L'unità monetaria è il franco svizzero. La capitale è Vaduz (5.005 ab.).

IL TERRITORIO

La superficie del principato, compresa tra la Svizzera e l'Austria, è quasi interamente montuosa ed è posta sul versante nord-occidentale del Räticonu, che appartiene in parte alla regione austriaca del Voralberg. Le cime più elevate si trovano a Sud-Est e superano i 2.500 m. L'unica fascia pianeggiante si estende al confine con la Svizzera, lungo il corso del Reno. Tutti i fiumi, di breve percorso, confluiscono nel Reno o nel Samina, tributario del fiume Ile che, a sua volta, è affluente del Reno. Il clima, tipicamente alpino, presenta inverni piuttosto rigidi con abbondanti precipitazioni nevose ed estati fresche e ventilate.
Cartina del Liechtenstein


L'ECONOMIA

Il Liechtenstein è un Paese alpino che ha saputo sfruttare al massimo le sue possibilità, tanto da essere tra gli Stati più ricchi del mondo. La comunanza di interessi economici con la Svizzera ne hanno fatto un centro di molte attività finanziarie, sostenute da un considerevole afflusso di capitali stranieri, attirati dalle agevolazioni fiscali e dalla solidità della valuta Svizzera che nel Liechtenstein ha corso legale. Il 40% della popolazione attiva è impiegato nel settore terziario (banche, società finanziarie, servizi, ecc.) nonché strutture turistico-alberghiere che sono alquanto sviluppate ed efficienti anche per la ricchezza di collegamenti con i Paesi dell'Europa centrale. L'agricoltura non ha un peso rilevante, specialmente dopo il decollo di settori più remunerativi, ma conserva un buon livello produttivo grazie allo sfruttamento razionale del terreno. Meno del 5% della popolazione è impiegato nell'agricoltura. Le principali colture sono quelle del mais e della patata. L'allevamento dei bovini fornisce carni e prodotti lattiero-caseari assai pregiati e in quantità ragguardevole rispetto all'estensione dei pascoli. L'attività industriale gravita intorno alla capitale, Vaduz, dove si concentrano le possibilità di investimenti produttivi. Fra i settori più attivi vi è quello manifatturiero con le tradizionali industrie tessili e della meccanica di precisione (strumenti ottici ed elettronici). Altre importanti industrie sono quelle chimica e farmaceutica. La produzione artigianale è legata alla fabbricazione della ceramica, alle concerie e alla lavorazione dei prodotti alimentari. Le vie di comunicazione sono molto articolate e si avvalgono degli allacciamenti alle reti stradali di Austria e Svizzera. La rete ferroviaria è collegata alla linea Parigi-Vienna.

CENNI STORICI

In epoca romana il territorio venne occupato dai Reti e successivamente dagli Alamanni; durante il Medioevo la regione corrispondente all'attuale principato appartenne alle famiglie Monfort, Brandis, Sulz e Honenems, finché nel 1342 Hartmann I dell'antica famiglia austriaca di Liechtenstein divenne signore di Vaduz. Nel secolo successivo (1434), la signoria di Vaduz si fuse con quella di Schellenberg, seguendone le sorti. I figli di Hartmann II, Carlo, Massimiliano e Gundakar, acquistarono (per la loro fedeltà agli Asburgo durante la guerra del Trent'anni) la dignità principesca ed estesi domini in Boemia e Moravia. Le due contee passarono per diritto ereditario, rispettivamente nel 1699 e nel 1712, a Giovanni Adamo di Liechtenstein, ultimo discendente di Carlo. Nel 1719, Carlo VI d'Asburgo elevò le due signorie al rango di principato del Sacro Romano Impero. Da quel momento, il principato gravitò nell'orbita della politica austriaca. In epoca napoleonica, il Liechtenstein fece parte della Confederazione del Reno (1806-14) e successivamente della Confederazione germanica (1815-66). Nel 1851 entrò nell'unione doganale austriaca e in quella monetaria (1856), nonostante fossero già forti i rapporti con la Svizzera. Durante il lungo regno di Giovanni II il Buono (1858-1929), fu avviata una lenta democratizzazione del Paese: nel 1862 venne promulgata una nuova Costituzione, che sarebbe stata rinnovata da quella del 1921 che segnò il passaggio dall'assolutismo monarchico alla forma costituzionale. Il 7 novembre 1918 il principato proclamò la sua piena indipendenza e dopo il crollo dell'Impero asburgico, il Liechtenstein stabilì stretti legami con la Svizzera, di cui adottò la moneta, realizzando una nuova unione doganale nel 1924 e affidando allo Stato elvetico la propria rappresentanza diplomatica e la gestione del servizio postale. Ma anche quando il Paese si affiancò alla Confederazione elvetica, la discendenza dall'aristocrazia austriaca fece sì che il principe Francesco I (1929-38) continuasse la tradizione familiare di servizio alla casa d'Asburgo. Grazie al legame con la Svizzera, il Paese riuscì a non essere incluso nell'Anschluss nazista che coinvolse l'Austria, nel 1938, e a passare indenne attraverso la seconda guerra mondiale, nel corso della quale il Paese, benché non invaso dalle truppe tedesche, subì dure ripercussioni economiche per il suo isolamento. Nel secondo dopoguerra, l'economia si convertì da agricola in industriale, anche grazie al contributo della manodopera straniera (soprattutto Italiani, Spagnoli e Greci). La vita politica è caratterizzata da una grande stabilità (dal 1928 alla fine del Novecento si sono succeduti soltanto sei capi di Governo), nell'ambito di un'equilibrata alternanza tra Partito progressista e Unione patriottica. Nel 1978 il Liechtenstein fu ammesso al Consiglio d'Europa e nel 1990 entrò a far parte dell'ONU; mentre solo nel 1984 il suffragio è stato esteso alle donne. Sede legale di oltre 35.000 imprese e società, il Liechtenstein costruì la propria prosperità economica sul particolare statuto tributario (esenzione dalle imposte sui redditi e sui profitti, segreto bancario) che attirò ingenti capitali stranieri. L'intesa tra Liechtenstein e Svizzera fu messa in discussione solo nel 1992, quando gli abitanti del Paese, contrariamente agli Svizzeri, accettarono di entrare nello Spazio economico europeo (adesione ratificata nel 1995 con un referendum). Il principato del Liechtenstein sperimentò nel 1993 la più grave crisi politica del secondo dopoguerra: il principe regnante, Hans Adam, sciolse il Parlamento, dopo che era stata chiesta la destituzione del capo del Governo Markus Büchel, contestato in seno al suo stesso FBP (Partito progressista borghese), vincitore delle elezioni politiche del 7 febbraio 1993. Otto mesi dopo, l'Unione patriottica riconquistò la maggioranza assoluta nelle elezioni parlamentari del 24 ottobre e la crisi politica si risolse con la formazione di un nuovo Governo guidato da Mario Frick. Una revisione completa del trattato di unione doganale tra Svizzera e Liechtenstein venne intrapresa nel 1995 per adeguare il documento alla nuova situazione delle frontiere del principato, mutata con l'adesione del Paese allo Spazio Economico Europeo (SEE): il 9 aprile i cittadini, chiamati di nuovo a votare, dichiararono per la seconda volta la loro adesione allo SEE con una maggioranza pressoché identica a quella del primo voto del 13 dicembre 1992. Nel corso delle elezioni del gennaio - febbraio 1997 Frick venne riconfermato nella carica; nell'agosto del 2000 la battaglia attuata da alcuni organismi economici internazionali portò il Governo nazionale a varare un progettò di legge, in vigore dal 2001, che negherebbe l'anonimato dei conti correnti bancari aperti nel principato. In seguito alle elezioni parlamentari tenutesi nel febbraio 2001 fu eletto primo ministro Otmar Hasler. Con il referendum del 16 marzo 2003, il 64,3% della popolazione decise di conferire al principe Hans-Adam II maggiori poteri, tra cui il diritto di licenziare il Governo, porre il veto sulla legislazione e nominare giudici. Nel 2004 Hans-Adam abdicò in favore del figlio Alois, pur rimanendo formalmente in possesso del titolo di capo di Stato.

LA CAPITALE

Vaduz

(5.017 ab). Capitale del Liechtenstein, è situata sulla riva destra del Reno ai piedi del Monte Garsilen (1.999 m) e della collina sulla quale sorge il castello medioevale, restaurato nel 1900 e oggi residenza del principe regnante. Lungo la via principale (Hauptstrasse) sono situati gli edifici più importanti quali il municipio, il Palazzo del Governo e la Galleria Liechtenstein che ospita una collezione di quadri di notevole rilievo.
Il centro di Vaduz



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