Geografia Europa

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Geografia Europa

PRESENTAZIONE - LA MORFOLOGIA - IL RILIEVO - L'IDROGRAFIA

LE COSTE - IL CLIMA - LA CORRENTE DEL GOLFO - LA FLORA E LA FAUNA - Tundra - Taiga - Steppa - Boschi di latifoglie - Macchia mediterranea - LA POPOLAZIONE

L'INSEDIAMENTO - LE LINGUE - LE VIE DI COMUNICAZIONE - I PORTI - L'ORGANIZZAZIONE POLITICA - LO SGRETOLAMENTO DEI BLOCCHI - LE RELIGIONI - L'ECONOMIA - I PAESI OCCIDENTALI - LE ORGANIZZAZIONI EUROPEE - UE (Unione europea)

 CEE (Comunità Economica Europea) - CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio) - EURATOM o CEEA (Comunità Europea dell'Energia Atomica) - COMECON (Consiglio di Mutua Assistenza Economica) - Patto di Varsavia - NATO (North Atlantic Treaty Organization - Organizzazione del Patto del Nord Atlantico) - GLI ORGANI DELL'UNIONE EUROPEA - Il Consiglio Europeo - La Commissione Europea - L'Assemblea Parlamentare - Il Comitato Economico e Finanziario - La Banca Centrale Europea (BCE) - ECOFIN - I FONDI STRUTTURALI EUROPEI - L'UNIONE MONETARIA EUROPEA - Le tappe dell'Unione Monetaria - L'euro - Il Trattato di Maastricht

GEOGRAFIA - EUROPA - INTRODUZIONE

LE COSTE

L'Europa presenta un considerevole sviluppo costiero. Le coste raggiungono infatti una lunghezza di circa 37.900 km, che salgono però a 100.000 se si considerano anche quelle delle numerose isole. Il 27% del territorio europeo è costituito da penisole, di cui le maggiori sono: la Scandinava, l'Iberica, l'Italiana e la Balcanica. Le isole si estendono invece per una porzione corrispondente circa all'8% della superficie totale del continente. L'Europa possiede dunque una vasta e articolata varietà di coste. Quelle bagnate dal Mar Glaciale Artico, dalla Norvegia agli Urali (che continuano nelle isole Vajgac e Nuova Zemlja), sono piatte e palustri, ricoperte di ghiaccio per numerosi mesi dell'anno, caratterizzate da pochi porti e da un'irrilevante importanza commerciale; in questa zona le penisole di Kanin e di Kola racchiudono le acque del Mare di Barents, che prende il nome di Mar Bianco. Il Mar Mediterraneo, separato dall'Oceano Atlantico dallo Stretto di Gibilterra, ha le caratteristiche di un mare chiuso: le penisole (Italica, Iberica e Balcanica) e le maggiori isole lo dividono ulteriormente in parecchi mari minori. Le coste lambite da questo mare sono perlopiù alte e rocciose, ad eccezione di alcuni tratti, dove si fanno piatte e sabbiose per la presenza di rare pianure alluvionali. Le acque del Mar Nero sulle quali si affaccia la propaggine meridionale del bassopiano russo e dove sfociano grandi fiumi, sono collegate a quelle del Mediterraneo dallo Stretto dei Dardanelli, il Mar di Marmara e il Bosforo; qui si trova la linea di confine tra il continente europeo e l'asiatico. Tra la penisola di Crimea e il Caucaso si frappone il Mar d'Azov con lo Stretto di Kerc. Il tratto di litorale bagnato dall'Oceano Atlantico risente della Corrente del Golfo; diversi sono i mari che vengono formati dalle gigantesche isole e penisole della zona. Da Nord a Sud: il Mar di Norvegia, il Mare del Nord che, attraverso gli stretti danesi, forma il Mar Baltico con il golfo di Botnia, di Riga e di Finlandia. Sempre il Mare del Nord, nel tratto compreso tra Gran Bretagna e Francia, forma il canale della Manica, mentre più a Sud, l'Oceano Atlantico penetrando fra Francia e Spagna dà origine al golfo di Biscaglia. Le coste di questi mari presentano differenti strutture che si alternano continuamente: fiordi in Norvegia, Islanda e Scozia; litorali sabbiosi e talvolta paludosi, dove sfociano numerosi fiumi, sul versante orientale del Mar Baltico, del Mare del Nord e nella parte francese del golfo di Biscaglia; alte falesie sulla Manica; profonde insenature (firths) in Gran Bretagna e in Spagna (rías).

La scogliera di porfido rosso ad Arbatax, in Sardegna

LE ISOLE PRINCIPALI
Isola Sup.
(kmq)
Gran Bretagna
229.885
Islanda
102.820
Irlanda
84.420
N. Zemlja sett.
48.904
Spitzbergen
39.435
N. Zemlja merid.
33.275
Sicilia
25.426
Sardegna
23.813
Corsica
8.681
Creta
8.259
Sjaelland
7.026
Kolgujev
5.250
Eubea
3.654
Maiorca
3.411
Vaigac
3.380
Gotland
3.001
Saaremaa
2.710
Hinnoy
2.198
Lesbo
1.630
Senja
1.590
Rodi
1.398
Öland
1.344
Rügen
926
Langoy
860
Chio
842
Soroy
816
Cefalonia
781
Kvaloy
737
Corfù
592
Man
588
Usedom
445
Veglia (Krk)
408
I MARI
Mari Superficie
(kmq)
Profondità (m)
Mar Glaciale Artico
14.060.000
5.450
Mar di Kara
883.000
620
Mar Bianco
90.000
330
Mar di Norvegia
1.547.000
4.020
Mare del Nord
580.000
237
Mar Baltico
420.000
463
Mar Mediterraneo
2.505.000
5.120
Mar di Marmara
11.000
1.261
Mar Nero
413.000
2.243
Mar d'Azov
38.000
14

 

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IL CLIMA

Data la sua posizione tra 36° latitudine Sud e 71° latitudine Nord, l'Europa è caratterizzata da clima temperato. Il clima, oltre che dalle particolari posizioni geografiche, è influenzato da fattori quali l'azione mitigatrice della Corrente del Golfo, la maggiore o minore distanza dal mare, la barriera naturale costituita dalle catene montuose. Si distinguono perciò sei tipi di clima. Atlantico: esteso alle regioni settentrionali, a parte della Francia e al Portogallo settentrionale, è caratterizzato da inverni miti, estati non troppo calde, con escursione termica limitata, precipitazioni copiose ben distribuite nel corso dell'anno, raramente nevose, intensa nuvolosità. Di transizione: passando dalle regioni occidentali a quelle centrali, l'influenza dell'Atlantico si attenua, gli inverni diventano più freddi, l'escursione più alta; le piogge, non troppo abbondanti, sono più copiose d'estate. È tipico delle regioni centro-orientali. Dell'Europa orientale: viene detto anche sarmatico, perché comune a gran parte del bassopiano russo. È caratterizzato da inverni lunghi e freddi ed estati calde, piogge modeste, in prevalenza estive. I fiumi gelano per 4-6 mesi, la neve copre a lungo il suolo. Pontico della Russia meridionale: nell'Europa sud-orientale le piogge diminuiscono, le temperature estive aumentano e le escursioni sono alte. Il suolo è coperto da steppe e attorno al Caspio compare un clima subdesertico. Mediterraneo: è caratterizzato da inverni miti, estati non troppo calde e secche, piogge in prevalenza invernali, spesso violente. D'estate il cielo è a lungo sereno. Non rari i venti, come il mistral e la bora. Artico: è caratteristico delle regioni più settentrionali dell'Europa nord-orientale. Le temperature permangono basse durante tutto il corso dell'anno, con precipitazioni di tipo per lo più nevoso e suolo gelato.

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LA CORRENTE DEL GOLFO

La Corrente del Golfo ha origine nelle acque calde del golfo del Messico e una prodotta dalle correnti calde e dai venti alisei provenienti dall'equatore. Essa si immette nell'Oceano Atlantico passando lo Stretto della Florida; da lì costeggia il Nord-America e attraversa l'Atlantico in direzione delle coste europee dove prende il nome di Corrente Nord-Atlantica. Prima di raggiungere l'Europa, la Corrente si divide in due diramazioni opposte: una che scorre a Sud, verso le coste dell'Africa, l'altra che si dirige a Nord verso le Isole Britanniche. Durante il suo lungo viaggio, la potente corrente originaria si disperde e si placa progressivamente fino a diventare un leggero flusso d'acqua calda. I venti caldi e umidi provenienti da Sud-Est che accompagnano la Corrente del Golfo rendono il clima della Gran Bretagna e dei Paesi a Nord-Est dell'Europa più caldo che nelle regioni del Nord-America, benché situate alla stessa latitudine. I Paesi lambiti dalla Corrente sono così favoriti da un clima mite e da acque non soggette alla formazione di ghiaccio nei mesi invernali. Di conseguenza, attività quali l'agricoltura, la pesca, e i traffici portuali e commerciali risultano enormemente avvantaggiate.

LA FLORA E LA FAUNA

L'uomo, nei secoli, ha profondamente modificato il paesaggio naturale sostituendo il manto vegetale originario con colture agricole; è tuttavia possibile operare una suddivisione in cinque fasce di vegetazione corrispondenti alle varie zone climatiche. Da Nord a Sud si succedono le seguenti fasce:

Tundra.

Queste terre, gelate d'inverno, si ricoprono nei mesi estivi di arbusti, non più alti di un metro, e di associazioni di muschi e licheni. La tundra occupa la parte Nord della Scandinavia e della Russia.

Taiga.

Occupa la Scozia settentrionale, la Finlandia, la Russia e alcune zone dell'Europa centrale e meridionale. Vi prevale la foresta di conifere e aghifoglie.

Steppa.

Si estende in Russia, a Sud della linea Kiev-Kazan, nei bassopiani danubiani e in alcune zone della Spagna, dell'Ungheria e della Romania. È una vasta pianura erbosa con magri arbusti spinosi.

Boschi di latifoglie.

Sono diffusi nelle zone a clima atlantico e comprendono castagni, faggi, olmi, aceri e querce.

Macchia mediterranea.

Formata da alberi e arbusti sempreverdi, tra i primi, cedri, lecci, querce da sughero, castagni, pini marittimi, ulivi e palme; tra i secondi, piante di carrubo, lentisco, alloro, oleandro, ginestra, mirto, ulivo selvatico, fico d'India, ginepro e rovi. Questo tipo di vegetazione si presenta nelle regioni costiere, caratterizzate da clima mediterraneo. Sui terreni più permeabili si estende la garriga, paesaggio di erbe sparse e piccoli cespugli, dove prevalgono piante aromatiche quali la lavanda, il timo e il rosmarino. La fauna europea risente delle modificazioni apportate all'ambiente e spesso alcune specie, ridotte a pochi esemplari, sopravvivono soltanto in riserve e parchi nazionali. Le regioni fredde della tundra e delle foreste del Nord-Europa sono popolate da renne, tassi, ermellini, linci e martore; l'orso bianco vive soltanto nelle zone al di là del circolo polare artico. La lince sopravvive nella regione scandinava, balcanica e in Russia. La renna è tipica della Lapponia. Nelle foreste dell'Europa centrale vivono lupi, orsi bruni, stambecchi, camosci, caprioli, daini. Diffusi in vari luoghi sono roditori, volpi e vipere. Il cinghiale è caratteristico delle coste mediterranee e dell'Europa occidentale, il muflone della Sardegna e della Corsica. Il patrimonio ittico europeo è abbondante sulle coste atlantiche (aringhe, tonni, merluzzi, sgombri). Le foche vivono lungo i litorali del Mare del Nord e del Baltico.

LA POPOLAZIONE

L'Europa, pur essendo uno dei continenti più piccoli, è il più densamente popolato. Le cause di questa concentrazione sono da ricercarsi in molteplici fattori, prima di tutto nella posizione geografica: l'Europa è infatti quasi del tutto compresa nella fascia temperata e l'80% del territorio è utilizzabile per l'agricoltura e le attività umane. Nel corso dei secoli, l'Europa ha subito forti incrementi e decrementi di popolazione, legati agli avvenimenti storici. I primi dati attendibili risalgono all'era cristiana, quando si ritiene che in Europa vivessero 40 milioni di persone, intorno alle rive del Mar Mediterraneo. Con le invasioni barbariche ci fu un forte calo dovuto alle guerre continue, alle carestie e alle epidemie. Intorno al 1000, grazie alla rinascita dell'agricoltura e alla conseguente ripresa economica, la popolazione si assestò nuovamente sulle cifre dei secoli precedenti, fino a un nuovo crollo nel XIV sec. in seguito a diverse ondate di peste che provocarono 20 milioni di vittime. Agli inizi del 1700 la popolazione tornò ad assestarsi sugli 80-90 milioni. La causa dell'incremento fu un forte calo della mortalità infantile, dovuto al miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie di gran parte della popolazione, e il progresso economico conseguente alla Rivoluzione industriale. Da quella data in poi l'incremento demografico fu continuo: 180 milioni nel 1800, 390 milioni nel 1900, 700 milioni nel 2000. Dal 2000 la popolazione europea (in particolare dell'Ue) ebbe nuovamente un declino demografico a causa della diminuzione della natalità: mentre nel 1960 ogni donna dell'Ue partoriva in media oltre 2,5 figli nell'arco della sua vita, nel 2005 le donne dell'Ue partoriscono in media meno di 1,5 figli. La sempre più marcata diminuzione della popolazione giovane determina anche una riduzione della forza lavoro. Il numero di lavoratori sempre più esiguo deve sostenere una percentuale crescente di pensionati. Attualmente, l'incremento demografico dell'Europa è dovuto principalmente all'immigrazione: senza di essa la popolazione di Germania, Grecia, Svezia, Italia e molti altri Paesi sarebbe in calo già da anni. L'immigrazione apporta le necessarie nuove leve alla forza lavoro europea. Da quando l'Europa ha iniziato ad affrontare una serie di questioni come l'immigrazione legale e clandestina e il diritto di asilo, l'immigrazione è diventata una politica dell'Ue. Dal 1999 sono state varate numerose direttive sull'immigrazione: il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di bilanciare gli interessi degli immigrati, degli Stati membri dell'Ue e dei Paesi di origine degli immigrati. L'immigrazione è un problema delicato che crea divisioni: è percepita da alcuni come una minaccia all'identità nazionale, mentre altri la vedono positivamente come una fonte di diversità culturale. Ma in un'ottica puramente economica di breve periodo, si può sostenere che l'Europa ha bisogno di immigrati per coprire la mancanza di manodopera. In un contesto di mobilità economica, di mercato unico europeo e di costante dissoluzione delle frontiere all'interno dell'Europa, occorrono politiche uniformi dell'Ue in materia di permessi di soggiorno, diritto degli immigrati al ricongiungimento familiare e di canali legali per l'immigrazione.

Il problema dell'immigrazione dei clandestini extra-comunitari in Europa

 

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