Geografia Europa Danimarca

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GEOGRAFIA - EUROPA - DANIMARCA














Geografia Europa - Indice

GEOGRAFIA - EUROPA - DANIMARCA

GEOGRAFIA - EUROPA - DANIMARCA

GEOGRAFIA - EUROPA - DANIMARCA

PRESENTAZIONE

Stato dell'Europa centrale, confina a Sud con la Germania; è bagnata a Ovest e a Nord dal Mare del Nord, a Est dal Mar Baltico. I bracci di mare che la separano dalla Scandinavia sono lo Skagerrak, a Nord-Ovest, e il Kattegat, a Nord-Est. Il Paese ha un'estensione di 43.098 kmq e una popolazione di 5.397.640 abitanti, con una densità di 125 abitanti per kmq. Fanno parte dello Stato anche l'Isola della Groenlandia nell'Atlantico, e l'arcipelago delle Fær Øer. La popolazione è costituita da Danesi (95%), con minoranze di Turchi, Norvegesi, Bosniaci, Svedesi, Tedeschi. Lingua ufficiale è il danese. Religione predominante è la protestante (86,5%). La Danimarca è una Monarchia costituzionale. Il sovrano esercita formalmente il potere legislativo e quello esecutivo attraverso, rispettivamente, il Parlamento (Folketing) e il Consiglio dei ministri. Il Parlamento è costituito da 179 membri eletti ogni quattro anni a suffragio universale. L'unità monetaria è la corona danese. La capitale è Copenaghen (502.362 ab.).

IL TERRITORIO

Il suo territorio risulta formato dall'articolata penisola dello Jütland (poco meno di 30.000 kmq), prolungamento del bassopiano germanico, il cui profilo costiero, sul versante occidentale, si caratterizza per la presenza di lunghi cordoni sabbiosi, e dal cosiddetto arcipelago danese, interposto tra essa (da cui è diviso dal breve canale del Lillebælt) e l'estremità meridionale del territorio svedese (Scania). Separato da questa dal sottile braccio marino dell'Øresund, l'arcipelago danese è costituito da circa 500 isole di ogni dimensione, e spesso dal contorno assai articolato, di cui solo un centinaio risulta abitato. Le maggiori di esse sono Sjælland (7.015 kmq), a Est, dove è situata la capitale del Paese, e Fyn (2.975 kmq) a Ovest, tra loro divise dall'ampio tratto di mare dello Storebælt. A Sud esse sono direttamente collegate con ponti stradali, l'una alle isole di Møn (220 kmq), Falster (515 kmq), Lolland (1240 kmq) e l'altra a quelle di Tåsinge (70 kmq) e Langeland (285 kmq). Quest'ultimo gruppo insulare, noto anche, insieme con l'isola di Ærø (90 kmq), come arcipelago di Fyn, è diviso dal primo tramite il Langelandsbælt, prolungamento meridionale dello Storebælt. Altre grandi isole sono Als (204 kmq), collegata da un ponte alla costa meridionale dello Jütland, Samsø (71 km), tra lo Jütland e Sjælland, Laesø (69 kmq), di fronte alla costa nord-orientale dello Jütland, e infine Bornholm (588 kmq), completamente staccata dall'arcipelago e situata nel Mar Baltico, 160 km più a Est, a metà strada fra le coste della Svezia e quelle della Polonia. Sono danesi anche alcune delle Isole Frisone settentrionali (Rømø, Fanø, ecc.), che fronteggiano le coste occidentali. Nel corso dei tempi geologici l'area corrispondente all'attuale territorio danese è stata sovente occupata da mari dove si sono depositati sedimenti di varia natura, che oggi, in assenza di disturbi tettonici che ne abbiano modificato l'orizzontalità delle stratificazioni, costituiscono il substrato roccioso sia della penisola dello Jütland sia dell'adiacente arcipelago (fa eccezione l'isola di Bornholm, costituita in massima parte da graniti appartenenti all'antico zoccolo cristallino dello scudo baltico). I principali affioramenti sono costituiti da rocce calcaree e gessose di età mesozoica (risalenti a circa 70 milioni di anni fa), cui fanno seguito alternanze di marne, argille e sabbie di età cenozoica. Nel corso dell'era attuale (neozoica o quaternaria iniziata circa due milioni di anni fa) le glaciazioni ripetutesi durante il periodo pleistocenico (primo periodo dell'Era neozoica conclusosi circa 10 mila anni fa) hanno abbandonato su tutto il territorio estesi depositi morenici che, con la variabilità del loro spessore (mai superiore a poche decine di metri) e della loro costituzione, hanno contribuito a delineare (unitamente alle variazioni del livello marino, progressivamente abbassatosi) l'odierno assetto morfologico del territorio danese. Di conseguenza il rilievo ne risulta assai poco accentuato, caratterizzandosi per la sua prevalente orizzontalità, animata tuttavia da numerose ondulazioni i cui dislivelli raggiungono appena i 50 m, mentre le massime elevazioni non raggiungono i 200 m di altezza assoluta e generalmente sono situate nelle zone orientali della penisola e nelle isole. Massime culminazioni sono i 171 m dell'Ejer Bavnehøj nello Jütland centro-orientale, i 147 m del vicino Himmelbjerget, i 162 m del Rytterknægten sull'isola di Bornholm, i 143 m dell'Aborrebjerg sull'isola di Møn. Altre testimonianze dell'azione dei ghiacciai pleistocenici, oltre ai numerosi rilievi di natura morenica, sono piccole conche lacustri intermoreniche e di escavazione glaciale e le numerose rientranze che orlano il disegno costiero (bugt, fjord, vig), successivamente ampliate dall'azione delle acque fluviali e marine. Le coste sono perciò piuttosto frastagliate, quando non interrotte da una successione di lagune e stagni. Tra le rientranze più accentuate è il Limfjorden, che taglia da parte a parte l'estremità settentrionale della penisola dello Jütland per circa 180 km. Sempre in questa zona costiera sono frequenti cordoni di dune e depositi sabbiosi. Non di rado, invece, sul lato orientale della penisola e delle isole, le coste tendono a elevarsi lievemente fino a costituire delle vere falesie (klint), come nelle scogliere dell'isola di Møn. La scarsa accentuazione morfologica fa sì che il territorio danese manchi di una vera e propria rete idrografica, sebbene notevole sia l'abbondanza di acque dolci, rappresentate da numerosi bacini lacustri (il maggiore di essi, l'Arresø, nell'isola di Sjælland, è ampio 42 kmq) e da brevi corsi d'acqua, il più lungo dei quali, il Gudenå, misura 130 km di lunghezza e sfocia nel Kattegat in corrispondenza della profonda insenatura del Randersfjord. Per la sua posizione geografica, la Danimarca ha un tipo di clima temperato marittimo (atlantico) con tendenza alla continentalità, soprattutto nella sezione orientale. Prevalente è l'influenza dei venti occidentali che portano aria fresca e umida con precipitazioni distribuite in tutti i mesi dell'anno. Perciò le estati sono relativamente fresche e le temperature medie del mese più freddo (gennaio) oscillano intorno allo zero. Lo sfruttamento intensivo della densa copertura di latifoglie (faggi e querce) che, ancora in epoca preistorica, ricopriva il suolo danese, ne aveva ridotto l'estensione, già agli inizi del secolo scorso, a poche decine di migliaia di ettari. Attualmente, grazie ai severi provvedimenti di tutela di ciò che restava delle antiche foreste (skov) e a sistematici rimboschimenti (plantage), il mantello forestale ricopre più del 10% del territorio nazionale. Accanto alle belle faggete dello Jütland centrale (Silkeborg) e dell'isola di Sjælland, e ai boschi di querce intorno a Viborg e nell'Himmerland, sono presenti il pino silvestre, l'abete rosso e bianco. Oggetto di particolari sistemazioni sono anche le formazioni erbacee come le torbiere dello Jütland (tra cui la grande Store Vildmose), ricche di giunchi, carici e altre ciperacee, le brughiere a Calluna, con mirtilli, salici nani e mortelle rosse, e quelle a erica. Notevoli trasformazioni ha subito anche la vegetazione delle praterie litorali, ricche di fertili suoli limosi, consolidate e trasformate in distese di foraggi, nonché delle stesse dune costiere popolate di graminacee e arbusti, che orlano le coste occidentali dello Jütland e quelle settentrionali dell'isola di Sjælland, in gran parte stabilizzate con mugo, a eccezione del Råbjerg Mile, alla base del promontorio di Skagen. Scarsamente rappresentata è la fauna selvatica: cervi, caprioli, daini, volpi sono tra i mammiferi più diffusi. I provvedimenti per salvaguardare la lontra, a rischio di estinzione alla fine degli anni Sessanta del Novecento, ne hanno decisamente migliorato la presenza. La collocazione geografica della Danimarca, al centro di importanti rotte migratorie, fa sì che siano circa 400 le specie osservate, soprattutto anatidi. Particolarmente alta, durante le migrazioni e nella parte occidentale della penisola dello Jütland, la presenza dell'oca zamperosee e dell'oca colombaccio. In Danimarca non esistono Parchi nazionali o regionali. Trapani Cartina della Danimarca

L'ECONOMIA

Le condizioni climatiche e la configurazione geografica della Danimarca hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di un'agricoltura che è tra le più avanzate del mondo. Dalla fine della seconda guerra mondiale si verificò inoltre una notevolissima evoluzione tecnologica che, in economia, favorì anche l'attività industriale. Il comparto principale del settore primario e l'allevamento del bestiame: in particolare bovini, di qualità pregiata, che forniscono una produzione di latte tra le più alte dei Paesi europei. Una parte importante della zootecnia danese è rappresentata anche dall'allevamento dei suini. Fra le coltivazioni più importanti vi sono quella dell'orzo (50% delle terre coltivate), della barbabietola da zucchero e dei cereali. La scarsità delle materie prime e di fonti energetiche, limitate soprattutto al petrolio del Mare del Nord e ai giacimenti di ferro nei pressi delle coste della Groenlandia, ha indirizzato lo sviluppo dell'industria danese che si è concentrato nella produzione tessile, abbigliamento e manifatture. Tradizionalmente il settore trainante dell'industria è costituito dalla lavorazione dei prodotti lattiero-caseari. Si sono inoltre sviluppate le produzioni legate all'agricoltura (macchine agricole, fertilizzanti, ecc.) e quelle legate alla trasformazione dei suoi prodotti: oleifici (per la soia), zuccherifici e birrerie. Un'attenzione particolare merita la pesca, attività da sempre praticata, che pone la Danimarca, assieme alla Norvegia, tra i più forti produttori di pesce in Europa. Le attività pescherecce hanno potenziato il settore meccanico e elettromeccanico nella produzione di costruzioni navali, attrezzature cantieristiche e motori diesel. La Danimarca possiede 80 porti, accessibili anche da imbarcazioni di alto mare, e un'efficiente flotta mercantile, per mezzo della quale si svolge la maggior parte dei trasporti. Nel commercio con l'estero prevalgono le importazioni (soprattutto energia elettrica dalle centrali svedesi), ma è in forte sviluppo anche il settore delle esportazioni (prodotti lattiero-caseari, carni, pesce e macchine industriali). Le comunicazioni hanno uno sviluppo notevole: la rete stradale misura 71.951 km (di cui 1.009 di autostrade), quella ferroviaria 2.273 km, di cui 624 elettrificati.

CENNI STORICI

Abitata da popolazioni germaniche che nel V sec. d.C. invasero l'Inghilterra (Angli e Juti) e toccarono le terre dell'Atlantico del Nord, nel IX sec. la regione estese i propri domini anche sulla Norvegia e si oppose con successo all'avanzata dei Franchi, costruendo lungo l'istmo dello Schleswig il confine meridionale del Regno di Danimarca. Le prime testimonianze scritte della storia danese risalgono all'VIII sec. e il primo re danese storicamente documentato ebbe nome Goffredo che perì in una congiura mentre si apprestava a combattere Carlo Magno in territorio germanico. Il successore, Harald Klatz, trovò ospitalità presso Ludovico il Pio che gli garantì il trono, insidiato dai figli di Goffredo, a patto che questi acconsentisse alla conversione al Cristianesimo del suo popolo. Il progetto venne pienamente attuato solo sotto il Regno di Harald II (965) che combatté i Vichinghi, conquistò la Norvegia e l'Holstein. Nel 1013 il re Sven Tjugeskaeg di Danimarca realizzò la conquista dell'Inghilterra; suo figlio Canuto il Grande (1014-35) ampliò i possedimenti danesi fino alla Penisola scandinava. Alla morte di Canuto l'Impero danese iniziò a sfaldarsi e gran parte delle conquiste andò perduta. Deceduto Svend Estridsön (1076), nipote di Canuto, scoppiò una violenta guerra civile tra i discendenti, al termine della quale ebbe la meglio Valdemaro I (1157-82) che vinse i Vendi e sottomise alla Danimarca l'Isola di Rügen, parte della Pomerania e del Meclemburgo. Con Valdemaro II (1202-41) vennero acquisite l'Estonia e le terre germaniche poste tra l'Eider e l'Elba, cui però il sovrano dovette rinunciare dopo la sconfitta di Bornhoeved (1227). Alla scomparsa di Valdemaro II la Danimarca fu teatro di lotte interne e di attacchi condotti dall'esterno, durante le quali i signori laici ed ecclesiastici obbligarono re Erik V a concedere (1282) una charta in cui il sovrano si impegnava a collaborare con i nobili e il Parlamento a cui, con le assemblee dello Jütland, di Sjælland e della Scania, venivano garantiti poteri legislativi. Nel 1397 la regina Margherita con la cosiddetta Unione di Kalmar riunì, dopo la sconfitta del re di Svezia a Falen, gli attuali territori della Danimarca, Svezia (con l'annessa Finlandia), Norvegia (comprendente Islanda e Groenlandia) sotto un'unica Corona e ottenne il giuramento di fedeltà dei conti dell'Holstein che avevano invaso lo Schleswig. I mirabili risultati conseguiti da Margherita andarono in parte perduti dopo la morte (1412) attraverso lotte e ribellioni che continuarono anche con l'avvento al potere della dinastia tedesca di Oldenburg con Cristiano I (1448-81). Al tempo di cristiano II (1513-23) cominciò a diffondersi negli Stati del Nord il protestantesimo, proclamato religione di Stato. Nel 1523 la Svezia si staccò dall'Unione di Kalmar, riottenendo l'indipendenza; nei secc. XVI-XVII la diffusione della Riforma protestante e la volontà espansionistica di Cristiano IV di Oldenburg (1588-1648) condussero il Regno di Danimarca a intervenire nella guerra dei Trent'anni (1625-29) e poi in una serie di conflitti locali con la Svezia che causarono il la perdita dell'egemonia marittima a favore della Svezia di Gustavo Adolfo. La Pace di Brømsebro (1645) sancì la cessione dell'Isola di Gotland alla Svezia, mentre quelle successive di Roskilde (1658) e di Copenaghen (1660) determinarono il passaggio degli altri possedimenti danesi della Scandinavia sud-occidentale alla Svezia e la trasformazione della Monarchia da elettiva a ereditaria. Lo sviluppo dell'assolutismo regio portò alla creazione, da un lato, di una burocrazia e di un'amministrazione centralizzata, dall'altro, a un rafforzamento dell'aristocrazia terriera che nei secc. XVI-XVIII ottenne il controllo di quasi tutta la terra coltivabile, asservendo i contadini. Nel Settecento, comunque, anche in Danimarca si propagarono le idee illuministiche e vennero promosse diverse riforme economiche e sociali. Dopo la guerra del Nord (1700-21) la Danimarca rinunciò definitivamente al raggiungimento di un ruolo egemone nell'area baltica e si limitò a garantire libertà di navigazione per le proprie flotte e a una politica di compromesso con le potenze straniere. Tale periodo di pace venne interrotto dalle guerre napoleoniche: legata politicamente alla Francia, nel 1807 fu assalita dall'Inghilterra che ne distrusse completamente la flotta; il Congresso di Vienna (1814-15) sancendo il crollo dell'Impero napoleonico, stabilì la cessione della Norvegia alla Svezia, mentre l'Islanda, i ducati tedeschi e la Groenlandia rimasero sotto la sovranità danese. La perdita della Norvegia e del ruolo di centro mercantile e finanziario internazionale rappresentato da Copenaghen, sostituita in questo da Amburgo, determinò una profonda crisi nel Paese che venne superata solo intorno al 1830, periodo in cui si verificò anche una crescita del movimento liberale e le tensioni nazionalistiche nei ducati di Schleswig e Holstein. Nel 1863, con l'estinzione della dinastia degli Oldenburg, Cristiano IX di Schleswig-Holstein Sonderburg-Glücksburg tentò di annettere alla Nazione lo Schleswig-Holstein che venne tuttavia rivendicato pure dalla Prussia. Di conseguenza scoppiò un conflitto con Austria e Prussia (1864) che per la Danimarca ebbe un esito disastroso (anche per il tradimento di Francia e Gran Bretagna, iniziali alleate di Cristiano IX) per la perdita dello Schleswig, dell'Holstein e del Lauenburg. La riforma costituzionale del 1866 accentuò i poteri della Camera alta (Landsting) e del sovrano rispetto a quelli della Camera bassa (Folketing), avviando un periodo di conflitto tra Governi conservatori, appoggiati dal sovrano e dalla Landsting dei grandi proprietari terrieri, e la maggioranza liberale del Folketing. All'inizio del Novecento, con la nascita del Partito socialdemocratico, la Danimarca s'avviò verso una politica d'impronta progressista che portò alla concessione del voto alle donne (1915) e a importanti riforme sociali, quali la giornata lavorativa di otto ore (1918) e la piena affermazione del sistema parlamentare, con l'accettazione del suffragio universale per entrambe le Camere. Proclamatasi neutrale nel primo conflitto mondiale, dal 1924 i socialdemocratici divennero la maggiore forza politica del Paese, formando i Governi degli anni 1924-26 e poi del 1929-40. Nel 1940, nonostante la Danimarca si fosse ancora dichiarata neutrale firmando con la Germania un patto di non aggressione (31 maggio 1939), subì l'invasione della Germania, pur mantenendo una certa indipendenza con i Governi di unità nazionale. Nel 1943, la Resistenza e gli scioperi portarono il comando tedesco a decretare lo stato d'emergenza e a sciogliere le forze armate danesi, impadronendosi inoltre di parte della flotta. Nel settembre del 1943 si creò il Consiglio danese della libertà per coordinare l'opposizione, mentre nel 1944, di fronte al protrarsi di attentati, venne sciolta pure la polizia, fatto che tuttavia non impedì all'opposizione di combattere sino alla capitolazione dei Tedeschi (5 maggio 1945). Nel 1949 la Danimarca entrò nelle NATO, mentre la riforma costituzionale del 1953 sancì l'abolizione del sistema bicamerale con l'eliminazione del Landsting, l'introduzione del referendum popolare per la ratifica di emendamenti costituzionali, l'abrogazione della legge salica, concretizzatasi con l'incoronazione di Margrethe II (15 gennaio 1972), figlia di Federico IX; sempre nel 1972 un referendum nazionale approvò l'adesione alla CEE, che continuò però a trovare forti resistenze nell'opinione pubblica. Le Fær Øer decisero tuttavia di non entrare nelle Comunità economica, mentre la Groenlandia ne uscì dopo aver ottenuto l'autonomia dalla Danimarca (1985). Nelle elezioni del 1973 due nuove formazioni di centro entrarono nella Camera: il Centro democratico e il Partito cristiano popolare. In quello stesso periodo la crisi economica portò a una lenta erosione dei consensi ottenuti dal Partito socialdemocratico e nel 1981 esso cedette il Governo a una coalizione conservatrice, che varò un politica di contenimento del pesante debito estero. Il successo dei conservatori fu confermato dalle elezioni europee del 1984. Dopo un periodo di relativa instabilità politica, la Danimarca ratificò (1986) l'Atto unico europeo, anche se la decisione definitiva di adesione alla CEE venne presa però solo nel 1993 con l'approvazione del trattato di costituzione dell'Unione europea di Maastricht. Il socialdemocratico Poul Nyrup Rasmussen venne rieletto nel 1994 dopo della caduta del Governo liberal-conservatore, accusato di aver violato la legge sui rifugiati. Nel 1996 la Danimarca disputò con l'Islanda il diritto alla pesca nello stretto di mare posto tra quest'ultimo Paese e la Groenlandia. Nelle elezioni politiche dell'11 marzo del 1998, la coalizione socialdemocratica mantenne la maggioranza, anche se solo per un seggio di scarto, e quindi il Governo del Paese. Nel maggio del 1999 Danimarca, Gran Bretagna e le Fær Øer si accordarono per la determinazione dei confini sottomarini nella piattaforma continentale tra le Shetland e l'arcipelago autonomo danese. L'apertura nel luglio del 2000 del ponte Copenaghen-Malmö, invece, creò di fatto un'unica regione commerciale transfrontaliera tra la Svezia del Sud e la Regione di Copenaghen, regione che, economicamente, raddoppiò così la sua dimensione, con la zona svedese messa in grado di sfruttare le opportunità offerte dalla capitale danese, notevolmente più vicina di Stoccolma, distante 700 km. A questa nuova realtà, denominata The Øresund Region Copenaghen-Skåne, fu inoltre legata l'attivazione dell'Università dell'Øresund (coordinamento tra le Università di Lund, Malmö e Copenaghen) e del parallelo polo tecnologico integrato, specializzato in biotecnologia, medicina, farmaceutica, telecomunicazioni, ambiente e informatica. Nell'ambito europeo, il 28 settembre 2000 il VI referendum nazionale sull'integrazione europea negò con il 53% dei voti l'adesione del Paese alla moneta unica europea. L'avvenimento politico del 2001 furono le elezioni del 20 novembre che videro la sconfitta dei socialdemocratici, al Governo da nove anni. La coalizione formata dal Partito liberale, dal Partito conservatore e dal Partito del popolo danese (PPD, estrema destra) batté infatti i socialdemocratici del primo ministro Poul Nyrup Rasmussen, aggiudicandosi 98 dei 179 seggi del Parlamento monocamerale (Folketing) contro i 77 dei socialdemocratici e delle formazioni alleate. A livello non di coalizione ma di partito, era la prima volta dal 1920 che i liberali superavano i socialdemocratici. L'altro dato significativo uscito dalle urne fu l'avanzata del PPD, diventato il terzo partito del Paese con il 12% dei voti. Già nei sondaggi l'opposizione di centro-destra, guidata dal leader liberale Anders Fogh Rasmussen, era nettamente in testa nei sondaggi, grazie a una campagna elettorale basata su leggi sull'immigrazione più restrittive (in particolare rispetto al ricongiungimento familiare degli immigrati e al diritto degli stessi all'assistenza sociale). Subito dopo le elezioni, Nyrup Rasmussen presentò le sue dimissioni e quelle del gabinetto e fu eletto premier Anders Fogh Rasmussen. Sempre nel 2001 proseguì lo scontro tra il Governo di Copenaghen e le isole Fær Øer dove i separatisti, al governo dal 1998, fecero dell'indipendenza il punto chiave del loro programma politico. Nel secondo semestre del 2002, durante la presidenza di turno dell'Unione europea, la Danimarca si distinse per le proposte di allargare l'Unione entro il 2007 e di creare uno Stato indipendente per i Palestinesi entro il 2005. Nel settembre 2003 il popolo danese si oppose all'introduzione dell'euro tramite referendum. Le elezioni europee del giugno 2004 decretarono una momentanea battuta d'arresto dei liberali (19,4%), siglando la vittoria dei socialdemocratici (32,7%). Di contro, le consultazioni politiche per il rinnovo del Parlamento tenutesi nel febbraio 2005 diedero il 52,5% dei voti alla coalizione di centro-destra guidata da Rasmussen, che iniziò così il suo secondo mandato consecutivo. Gli ultimi mesi del 2005 furono animati da una accesa diatriba tra la Danimarca e il mondo islamico, in seguito alla pubblicazione di vignette satiriche riguardanti il profeta Maometto sul più diffuso quotidiano danese, l'"Jyllands Posten". L'apparizione delle caricature suscitò proteste, in alcuni casi violente, in molti Paesi musulmani, tanto che nel gennaio 2006 i Paesi scandinavi annunciarono misure per proteggere i propri cittadini in Medio Oriente. In febbraio la tensione si acuì a tal punto che militanti islamici incendiarono le ambasciate danesi a Damasco e a Beirut.

GLI ESCHIMESI

Gruppo etnico stanziato, fin dall'età preistorica, nelle zone costiere artiche del Canada, dell'Alaska, della Groenlandia e della regione siberiana che circonda lo Stretto di Bering. Secondo recenti ricerche, gli antenati degli attuali Eschimesi sarebbero stati gli abitanti dell'estremo litorale asiatico, un popolo di pescatori stanziato nella zona compresa tra la penisola di Kamciatka e il fiume Amur; insediamenti risalenti al III millennio a.C. furono infatti scoperti dagli stessi archeologi nella regione suddetta. Il popolamento delle coste nordamericane e della Groenlandia si sarebbe poi verificato in epoca più recente; gruppi di pescatori, inseguendo sulle loro imbarcazioni la preda verso Nord, avrebbero superato il Circolo polare artico e raggiunto le terre appena menzionate. A prova di ciò starebbe l'analogia riscontrata tra alcune manifestazioni della cultura eschimese in Asia e quelle osservate in altre regioni. I più antichi resti di tale cultura furono scoperti in alcune isole dello Stretto di Bering (San Lorenzo e Piccola Diomede) durante gli scavi effettuati intorno al 1896. Oltre a perimetri di antichissimi villaggi, vennero trovati cumuli di detriti che contenevano, fra l'altro, delle punte di arpione di avorio finemente lavorate e vari altri utensili dello stesso materiale. Scavi successivi portarono alla luce ulteriori manufatti attribuibili a epoche diverse; per mezzo del carbonio radioattivo si ottennero datazioni abbastanza precise che indussero gli archeologi a suddividere la cosiddetta "cultura di Okvik", o "cultura del Vecchio Mare di Bering", in quattro diversi periodi. Tutti i reperti, tuttavia, si riferiscono a un'unica cultura protrattasi per molti secoli. I villaggi erano formati da capanne seminterrate a pianta circolare; gli utensili (raschiatoi, punte di arpione, manici di recipienti e di coltelli) presentavano decorazioni lineari, formate da brevi segmenti o punti ravvicinati, oppure da ellissi o circoli quasi sempre incisi sull'avorio. Caratteristiche sono le usanze della vita eschimese tuttora mantenute in vita: d'inverno vivono in capanne affondate nel suolo e in talune zone negli igloo, costruiti con blocchi di neve, e d'estate in tende coniche di pelli; sono dediti alla caccia del caribù e alla pesca (foche, balene); mezzi di trasporto sono la slitta trainata dai cani e, sul mare, il kayak. Gli Eschimesi sono circa 100.000 e sono organizzati in comunità di tipo collettivistico in cui vengono praticate la poligamia, la poliandria e la prostituzione d'ospitalità. Parlano le lingue eschimo e la vita religiosa si basa su credenze animistiche e riti magici.

I LUOGHI DI HANS CHRISTIAN ANDERSEN

A distanza di circa 130 anni dalla morte, la popolarità del più grande scrittore di Danimarca rimane altissima, in patria e all'estero. Non è certo un caso che la statua della sirenetta, collocata nel 1913 su una roccia a fianco della Cittadella, continui a essere il simbolo indiscusso di Copenaghen, capitale pur ricca di monumenti, talora antichi, spesso scenografici. Così come non deve stupire l'impegno, economico e organizzativo, con cui la Danimarca ha festeggiato nel 2005 il bicentenario della nascita dello scrittore (hanno celebrato l'evento, tra l'altro, il riallestimento del Museo Andersen di Odense e un folto programma di iniziative nella capitale, comprendenti spettacoli di teatro, danza, musica, rassegne cinematografiche e mostre). La spiegazione di un affetto che pare intramontabile risiede nel fatto che i personaggi nati dalla fantasia di Andersen (dal brutto anatroccolo alla sirenetta, dallo sciocco imperatore che cammina nudo pavoneggiandosi tra la folla alla regina delle nevi) accomunano i ricordi d'infanzia di milioni di persone. Ma anche, indiscutibilmente, nel fascino che avvolge un personaggio che ha saputo raggiungere la fama e l'affetto di un vasto pubblico dopo anni di mortificazioni e di stenti. Il padre, ciabattino di Odense, muore quando Hans Christian ha solo 11 anni e lo lascia in miseria e con una madre alcolizzata. Non stupisce quindi che a soli 14 anni Andersen lasci la città natale per andare in cerca di fortuna nella capitale. I ricordi che Odense conserva del più celebre tra i suoi figli sono la Andersen Hus, casa natale dello scrittore, oggi ampio e visitatissimo museo, e la Andersens Barndomshejem, abitazione in cui visse gli anni dell'infanzia, nella quale è stata allestita una piccola esposizione a lui dedicata. Giunto nella capitale, Andersen si cimenta nel canto, nella recitazione e nella danza, senza però incontrare successi significativi. Scarsi esiti danno anche i primi tentativi letterari, che risalgono alla fine degli anni Venti. Senza perdersi d'animo, Andersen però continua a insistere su una strada per la quale sente di essere portato e, alla metà degli anni Trenta, trova finalmente il campo in cui esprimere al meglio il suo talento sensibile e fantasioso: l'invenzione di storie da narrare ai bambini, raccontate in un linguaggio semplice e diretto, perfetto per il genere. Conosce così il tanto agognato successo, accompagnato da una crescente prosperità che gli consente finalmente di vivere in sistemazioni degne. Giunto a Copenaghen, aveva infatti alloggiato dapprima in una locanda al n. 18 di Vestergade, la più economica della città, quindi in una stanza senza finestre al n. 108 di Ulkegade (oggi Bremerholmen), successivamente in un abbaino in Vingårdsstræde 132, oggi n. 6. Con la notorietà e il denaro può invece trascorrere periodi di villeggiatura nelle belle tenute nobiliari dello Sjælland meridionale, dove è gradito ospite (soprattutto a Holsteinborg, nella zona di Næstved), compiere viaggi all'estero e, nei periodi trascorsi in patria, risiedere nei begli alberghi attorno a Kongens Nytorv. Tra questi l'Hotel du Nord, che si trovava dove oggi sorge il Magasin du Nord; la stanza in cui era solito soggiornare Andersen può essere visitata durante l'orario di apertura dei grandi magazzini. Ma è Nyhavn l'angolo di Copenaghen che lo scrittore più apprezza, tanto che risiederà in ben tre diverse abitazioni lungo il canale e, proprio qui, nella casa al n. 18, troverà la morte. Dopo i funerali, celebrati nella Vor Frue Kirke, il suo feretro è stato tumulato all'Assistens Kirkegård, il cimitero monumentale della città dove ancor oggi riposa.

COPENAGHEN, CAPITALE A MISURA D'UOMO

Perduta da tempo e senza rimpianti la scomoda reputazione di "capitale del porno", Copenaghen si compiace oggi di mettere in evidenza il suo tradizionale e più genuino aspetto di città riposante e serena, "a dimensione umana". Prima con le sue larghe strade, i marciapiedi spaziosi, il traffico ben regolato, i rumori ovattati e una pulizia esemplare; poi con una ragnatela di giardini, laghetti e parchi. Un'immagine sorridente, accentuata dall'amabile semplicità dei suoi abitanti, il cui buonumore si manifesta in modo irrefrenabile nelle giornate di sole. In una città efficientissima che fronteggia senza problema ogni intemperie, è infatti proprio il clima - rigido in inverno e piovoso in estate - l'unico elemento che l'orgoglioso abitante di Copenaghen sa di non poter modellare a misura d'uomo. Per questo il tempo è un ricorrente argomento della conversazione quotidiana. Oggi, nel suo continuo sforzo di aggiornarsi, almeno sotto l'aspetto dei servizi, la capitale danese appare una riuscita simbiosi di quella mentalità mercantile che l'ha fatta nascere e prosperare e dell'accentuato atteggiamento pacifico, naturista e libertario dei suoi abitanti. Questa speciale caratteristica si scopre già nello Strøget, la lunghissima strada pedonale del centro (non meno famosa, ormai, della Fifth Avenue di New York): negozi di ogni genere e ristoranti esotici allettano il visitatore, mentre suonatori ambulanti, coretti di bambine e violinisti solitari fanno della strada il salotto cittadino, la passeggiata per eccellenza, la meta abituale di mascherate e dimostrazioni. La coesistenza di questi due richiami, lo shopping da una parte e l'intrattenimento dall'altra, giustifica la tendenza del turista a sostare entro i confini della zona pedonale. La percezione che si ha già al primo contatto è di trovarsi in mezzo a una comunità che, attraverso l'esercizio di virtù civiche, tende verso obiettivi di armonia e benessere. Lo si vede subito dalla praticità con cui da anni si risolvono problemi apparentemente insignificanti: il noioso stare in fila, per esempio, viene evitato dai tagliandi numerati che si staccano appena entrati in farmacia, all'anagrafe, all'ufficio postale, dal panettiere, e in tanti altri negozi. Nel mantenere alto il livello di qualità della vita (testimoniato anche da tutti gli indicatori delle varie statistiche sociali) si fa appello alla responsabilità del cittadino. Non a caso Copenaghen è una delle poche capitali europee dove le auto si fermano per far passare il pedone sulle strisce. L'ordine come presupposto per rendere più vivibile la vita quotidiana vale anche per i trasporti pubblici. Le tabelle che indicano, alle fermate, i vari passaggi dell'autobus - nessuna linea esclusa - sono un atto di rispetto verso l'utente. Ma il sistema favorisce tra l'altro gli anziani e i disabili. I vari servizi forniti al cittadino (che d'altra parte paga tasse salatissime), uniti allo sforzo continuo di trasformare la città in luogo piacevole, fanno di Copenaghen il paradiso dell'uomo stressato. Laghi, canali e giardini stimolano alle lunghe camminate - il verde è un po' dappertutto - mentre la vasta rete di piste ciclabili invita a pedalare. Gli abitanti della capitale di tutte le età usano la bicicletta come quotidiano mezzo di trasporto. È proprio in tal modo che il turista, una volta uscito dall'ipnosi delle strade pedonali, può veramente farsi un'idea della città. Scoprirà allora che il centro cittadino, con i suoi palazzi neoclassici sormontati da guglie e torrette di rame, è circondato da una marea di villette. Non solo nel comune di Frederiksberg, inserito come un cuneo a ridosso del centro, ma anche a Est, dove la passeggiata potrà essere ancora più lunga: passando accanto a laghi e parchi si attraverserà Østerbro, si proseguirà per l'elegante Hellerup. Ogni casa, anche l'edificio popolare, gode di un suo spazio vitale. Può essere un cortile o un giardino: fatto sta che i rifiuti si trovano all'interno e l'estetica ci guadagna. Quando la stagione e la temperatura lo permettono è consigliabile giungere fino a Charlottenlund, dove gli abitanti di Copenaghen vanno a prendere la tintarella. La spiaggia è libera, non esistono né cabine né ombrelloni. La "wonderful" Copenaghen non è soltanto rappresentata dalla tradizionale gita nei canali, dalla visita alla Sirenetta e dalla passeggiata nel Tivoli. È anche il risultato di quell'atteggiamento psicologico incline a gustare ogni aspetto di una cultura diversa come novità turistica. Per capire Copenaghen, oltre che vederla, occorre perciò vivere la città come fanno i suoi abitanti. La mattina si incontrano quando escono dalle stazioni della metropolitana e della S-Tog, a Nørreport e Vesterport, quando scendono dagli autobus e dalle auto tra Kongens Nytorv e Rådhuspladsen. Buona parte della popolazione attiva viene dai comuni residenziali del Nord, Holte, Gentotte, Lyngby. Sono grossi quartieri dormitorio in mezzo a una natura splendida. Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento c'è stata la corsa alla villa: quelli che l'hanno acquistata, per lasciare il vecchio appartamento in città, sono ora costretti a fare 20-30 km per recarsi al lavoro. Ma trovare un'abitazione a Copenaghen oggi non è facile. Dagli uffici molti escono per il frokost (leggero spuntino che si consuma dalle 11.30 alle 13 circa). È il momento in cui si riempiono tutti i caffè, bistrot e chioschetti delle strade pedonali. L'ora di punta è di nuovo dalle 16 alle 18, prima che i negozi chiudano. Chi ha finito di lavorare cerca un pub per bere una birra con il collega o l'amico. Poi, ancora il grande esodo alla volta dei quartieri residenziali. Ma a chi ha energie sufficienti Copenaghen, la "noiosa" Copenaghen - come viene definita dai suoi stessi abitanti - si offre generosamente in versione notturna. C'è qualcosa per tutte le generazioni: burger-bar, cinema, discoteca, bar con musica, locande con jazz. L'unico ostacolo che si presenterà, al banco, sarà il quesito amletico: "Hof o Tuborg?". La prima è una versione della birra Carlsberg, fabbrica di famosi mecenati, la seconda la concorrente. In effetti le due grosse industrie si dividono amichevolmente il mercato sotto la denominazione di Forenede bryggerier (birrerie riunite). Una tende a sponsorizzare l'arte, l'altra lo sport. Ci sarebbe già un buon motivo per berle. Ma a parte ciò la birra riveste da tempo immemorabile un'importante funzione sociale: aiuta a superare la connaturata riservatezza dei Danesi e a comunicare con gli altri. Nel fine settimana le passeggiate nel verde (meta tradizionale è il bosco di Klampenborg) e le visite ai musei sono le attività principali dei cittadini. La natura e la cultura: la prima a portata di tutti, la seconda per chi ne sente il bisogno.

LE CITTÀ

Copenaghen

(502.362 ab.). Capitale della Danimarca, sorge sull'estremità orientale dell'Isola di Sjælland, estendendosi anche su una parte della piccola Isola di Mager. Copenaghen è la città della Danimarca dove l'industria ha conosciuto il maggior sviluppo, in special modo nei settori cantieristico, meccanico, petrolchimico e alimentare. STORIA. Copenaghen compare per la prima volta nelle cronache nel 1043, come piccolo centro dal nome di Havn. Nel 1167, avendo ricevuto in dono dal re Valdemaro il Grande il villaggio di Hafnia (latinizzazione di havn = porto, nome che individuerà poi per sempre Copenaghen in latino), il vescovo di Roskilde, Absalon, fondò sull'isola di Strandholm (che prese da allora il nome di Slotsholmen) una fortezza destinata a proteggere l'area dalle scorribande dei pirati e controllare il traffico sullo stretto. La distruzione della fortezza da parte di armati provenienti da Lubecca, nel 1249, non frenò la crescita dell'ormai fiorente centro commerciale, divenuto anche porto peschereccio e importante sede vescovile. La città ottenne nel 1254 i diritti municipali. Distrutta dagli eserciti della Lega anseatica nel 1368-69, nel 1416 Enrico VII di Pomerania si impossessò definitivamente di Copenaghen. Nel 1443 la città fu proclamata capitale del Regno di Danimarca e il sovrano si insediò nel nuovo castello sull'isola di Slotsholmen. Nel 1479, sotto Cristiano I di Oldenburg, fu creata l'università e, alla fine del XV sec., il nucleo centrale della città incominciò ad assumere l'attuale struttura articolata sull'asse principale dello Strøget e circondata da un sistema di fortificazioni collegato al castello di Christiansborg. Il Regno di Cristiano IV (1588-1648) coincise con il periodo aureo di Copenaghen: fu istituita la Borsa delle merci; fu ampliata l'isola di Slotsholmen, prosciugando parzialmente lo stretto che la separava dalla città; fu realizzato un nuovo porto a Sud del castello; si ristrutturò la cinta fortificata, all'interno della quale sorgeva il nuovo quartiere di Nyboder; furono sistemati il quartiere di Christianshavn e di Frederiksstad. Nel 1711-12 un'epidemia di peste ridusse di un terzo la popolazione; tre grandi incendi, nel 1728, nel 1795 e nel 1801 (quest'ultimo dovuto al bombardamento della flotta inglese agli ordini dell'ammiraglio Nelson), portarono alla distruzione pressoché totale del tessuto urbano medievale. Nel 1807, per evitare che la flotta danese si mettesse ai servizio di Napoleone, gli Inglesi sottoposero Copenaghen a un nuovo bombardamento. L'abbattimento delle fortificazioni a partire dal 1840 segnò la nascita di quartieri residenziali esterni, quali Vesterbro, Nørrebro e Østerbro. L'attenta pianificazione urbanistica, che dai primi del Novecento caratterizza i programmi edilizi danesi, ha pilotato la costante crescita di Copenaghen, dal piano regolatore che nel 1937 introdusse la disciplina dell'edilizia privata, al Fingerplanen ("piano delle dita") del 1948, che segnò la ripresa dell'attività dopo la seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca (aprile 1940 - maggio 1945). L'espansione monocentrica proposta dal Fingerplanen era imperniata sul centro storico della città, dal quale, come le dita di una mano, avrebbero dovuto irradiarsi cinque assi di accrescimento, ciascuno articolato su una linea ferroviaria a scorrimento veloce (l'attuale S-Tog). Lo sviluppo urbano degli anni Sessanta-Settanta del Novecento ha privilegiato le aree sud-occidentali, lungo il golfo di Køge e verso Roskilde, con la costruzione del grande centro cittadino di Høje Tåstrup, destinato ad alleviare il sovraffollamento del centro di Copenaghen, e della fascia di Køge Bugt, realizzata come un grande nastro urbano lungo 7 km affiancato da un parco costiero direttamente collegato alle abitazioni. Parallelamente andava facendosi sempre più pressante l'esigenza di risanamento del centro storico, realizzato a partire dal 1907 e negli anni Trenta con la tecnica dello sventramento. Dalla fine degli anni Sessanta si è diffuso il concetto di risanamento conservativo, che da allora ha improntato gli interventi urbanistici. ARTE. Delimitato su tre lati dai grandi viali esterni (Vester e Nørre Voldgade, Gothersgade), il centro storico è il nucleo più antico di Copenaghen. La Piazza del Municipio rappresenta il punto focale delle attività commerciali e del traffico cittadino, all'incrocio tra gli assi di Andersens Boulevard e Vesterbrogade. Di forma rettangolare, è dominata dall'imponente mole del Municipio (eretto nel 1892-1905) ed è anche il nodo principale dei trasporti urbani di Copenaghen. Il Parco di Tivoli, creato nel 1843 da Georg Carstensen, è un celebre parco di divertimenti, unico per storia e articolazione. Le oltre 20 attrazioni con caratteristiche di luna-park sono distribuite in un'area a giardino. A esse, e a una ventina di ristoranti di tipo e livello differenti, si affiancano teatri e sale da concerto che, con alcune centinaia di spettacoli all'anno, hanno assunto una rilevanza culturale ben superiore ai confini del parco di divertimenti. Il Teatro dei Mimi è ormai l'unico al mondo a rappresentare la Commedia dell'arte italiana e Tivoli ha una propria orchestra sinfonica, due orchestre per i concerti all'aperto, una Guardia composta da 109 ragazzi, con una propria banda. La celebre torre rotonda fa parte di un complesso rinascimentale fatto costruire dal re Cristiano IV nel 1637-42, su progetto di Hans van Steenwinckel, per dotare l'università di una nuova chiesa (l'annessa Trinitatis Kirke), di un osservatorio astronomico e di una biblioteca. La torre campanile del complesso (alta 36 m e con un diametro di 15 m) fu utilizzata come base dell'osservatorio astronomico dell'università. L'attuale cupola rotante con un telescopio da 80-450 ingrandimenti risale al 1929. Il Palazzo della Borsa, di stile rinascimentale olandese, ha una ricca facciata in laterizio, con grande portale a quattro colonne, coronata da una statua e preceduta da una rampa alberata attraverso la quale, in origine, i carri carichi di merci potevano accedere direttamente al primo piano, dove si allineavano i locali delle contrattazioni. Al piano inferiore, invece, erano i magazzini. Tra gli edifici più antichi e di maggior pregio della città, fu eretto per volere del re Cristiano IV su progetto di L. e H. van Steenwinckel (1619-40). Corona il tetto in rame una curiosa cuspide a spirale del 1624-25, costituita dalle code intrecciate di quattro enormi draghi. Il Castello di Christiansborg fu fatto costruire per esigenze difensive dal vescovo di Roskilde, Peder Lodehat, nel 1389 su un sito dove, nel 1167, il vescovo Absalon aveva fatto costruire una fortezza che rappresentava il nucleo fondamentale di Copenaghen; demolita nel 1249, fu poi ricostruita e definitivamente distrutta nel 1369, dopo un lungo assedio, dalle truppe della Lega anseatica. Il castello eretto nel 1389 venne confiscato da Enrico VII di Pomerania, che ne fece la propria residenza. Divenuto insufficiente per le necessità della Corte, Cristiano V ne fece progettare la ricostruzione (1687), poi affidata a David Elias Häusser. In realtà l'edificio, di forme tardo-barocche e rococò, con ben 348 stanze, fu completato solo nel 1766 sotto la direzione dell'architetto francese N.H. Jardin e inaugurato in occasione del ballo per il matrimonio di Cristiano VII. Semidistrutto dalle fiamme nel 1794, il castello fu ulteriormente danneggiato dal grande incendio di Copenaghen del 1795 e definitivamente demolito a partire dal 1803, per essere sostituito da una costruzione neoclassica progettata da C.F. Hansen, completata nel 1828 con tecniche anti-incendio all'avanguardia per l'epoca. Ciò non impedì che, nel 1884, un incendio divampato nell'ala meridionale avesse conseguenze disastrose; solo nel 1907 l'architetto Thorvald Jørgensen pose mano all'edificio attuale, in stile eclettico di forme rococò. Oggi le ali meridionale e orientale racchiudono il Parlamento, la Corte Suprema e gli uffici del Governo. Il Museo Nazionale è il più importante museo di storia della civiltà danese. Ha sede nel Palazzo Prinsens, edificio rococò costruito da Nicolai Eigtved nel 1743-44 come residenza del futuro re Federico V. Il primo nucleo del museo risale alla collezione del medico e archeologo danese Ole Worm (1588-1654), poi incorporata nella Kunstkammer reale da Federico III; dal 1855 il Museo reale delle antichità nordiche ha trovato sede nel Palazzo Prinsens, insieme al Museo storico e a quello etnografico; nel 1867 si aggiunse la collezione di monete e medaglie e, nel 1897, tutte le sezioni furono riunite sotto l'attuale denominazione di Museo Nazionale. L'ultima ristrutturazione, realizzata nell'ultimo decennio del Novecento, ha portato a un notevole ampliamento degli spazi per le esposizioni temporanee e alla creazione di un piccolo Museo dei bambini, dove è ricostruita un'aula scolastica del periodo 1900-20 e sono esposti oggetti di varie epoche, con la particolarità di potere essere usati dai piccoli visitatori. Il resto dell'ampio Museo Nazionale si divide in sei sezioni: etnografica, Preistoria, Medioevo e Rinascimento, Età moderna e contemporanea, raccolta numismatica, antichità egizie e classiche. La gliptoteca Ny Carlsberg sorse nel 1888 con la donazione allo Stato delle proprie collezioni d'arte e di antichità da parte di Carl e Ottilia Jacobsen, celebri mecenati danesi, oltre che proprietari delle birrerie Carlsberg. La costituzione nel 1902 della fondazione Ny Carlsberg ha consentito che l'opera di accrescimento delle collezioni proseguisse con larghezza di mezzi anche dopo la morte dei coniugi Jacobsen, fino a costituire un fondo museale di grande rilevanza, in particolare per l'antichità greco-romana, la pittura impressionista francese e la pittura danese del XIX sec. Lo storico edificio che accoglie la gliptoteca è in stile eclettico; si affaccia sul viale col monumentale corpo principale, le cui forme mescolano elementi stilistici barocchi e neoclassici. Un bel giardino d'inverno, coperto da una grande cupola vetrata, lo collega a un più recente corpo di fabbrica, opera del 1906 di Hack Kampmann. Il Palazzo Reale di Amalienborg, eretto da Nicolai Eigtved nel 1750-68, è un armonioso complesso costituito da quattro palazzi rococò con corpo centrale affiancato da due ali laterali, disposti intorno a una piazza ottagonale. Pressoché identici tra loro, i quattro edifici hanno le facciate segnate, al centro, da una sorta di pronao a tre luci su sei colonne con timpano trasformato in elemento decorativo, riportante armi nobiliari, e balaustra di coronamento ornata di statue. Ogni giorno a mezzogiorno, sulla piazza di Amalienborg si svolge la cerimonia del cambio della Guardia, accompagnata dalla banda (se la sovrana è presente a palazzo), che vede protagonisti i soldati della Guardia del Corpo Reale con belle uniformi dai caratteristici colbacchi. Langelinie è la bella passeggiata a mare che, fiancheggiando la Cittadella, giunge fino agli impianti portuali. Percorrendola, si incontrano a destra il bel monumento alla principessa Maria di Orléans, il grande monumento a Ivar Huitfeldt, eroe della battaglia di Køge (1710), e, su una roccia, la celeberrima Lille Havfrue, opera di Edvard Eriksen del 1913, statua della Sirenetta, protagonista della fiaba di H.C. Andersen e divenuta simbolo stesso di Copenaghen. Il castello di Rosenborg, di stile rinascimentale olandese, fu fatto costruire nel settore occidentale del Giardino del re da Cristiano IV tra il 1606 e il 1633. Il primo nucleo della Casa di Piacere fu un padiglione a due piani corrispondente all'attuale sezione meridionale dell'edificio. Nel 1613-15 la costruzione fu raddoppiata, acquistando la fisionomia definitiva con un corpo centrale allungato, in cui si inseriscono due corte ali e, dal lato opposto, una torre. Abitato a partire dal 1615, il palazzo continuò a essere ampliato: tra il 1616 e il 1624 fu demolita la torre centrale (sostituita dall'attuale torrione quadrangolare sormontato da una guglia di rame), fu soprelevato di un piano tutto il corpo principale e le due ali trasformate nelle torri laterali. Nel 1633 furono aggiunte la torretta ottagonale (contenente le scale) e le scalinate esterne, completate e modificate nel 1758. La moderna Camera del Tesoro (architetto Peter Koch, 1975) custodisce i gioielli della Corona. Il Museo di Belle Arti è sistemato in una grande costruzione di stile eclettico al margine meridionale del Parco dell'Est. L'edificio, realizzato su progetto di J.V. Dahlerup (1896) per alloggiare le collezioni private di pittura della Corona, restate senza sede dopo l'incendio di Christiansborg del 1884, era già stato ristrutturato nel 1969, raddoppiando la superficie espositiva. Nonostante tali sforzi e l'apertura di un annesso per mostre temporanee, le oltre 100 sale non erano comunque sufficienti per esporre tutto il fondo museale, ricco di più di 10.000 opere e il più importante della Scandinavia per le arti figurative (rilevanti raccolte di pittura europea dei secc. XIII-XVII, francese dell'800 e '900, danese dei secc. XVIII-XX). Nel 1999 il museo si è perciò arricchito di una nuova imponente ala, progettata dall'architetto italiano Annamaria Indrio. Nonostante sorga in prossimità del centro cittadino, il bel quartiere residenziale di Frederiksberg costituisce un distretto a sé, con un proprio municipio e un proprio sindaco, seppur coordinati con quelli di Copenaghen nel Circondario della Capitale. Il castello di Frederiksberg, situato al centro dell'omonimo parco, fu fatto erigere dal re Federico IV come propria residenza, al termine dei suoi viaggi in Italia, sull'esempio delle ville di Frascati. Attribuita ad Ernst Brandenburger, la spoglia costruzione barocca originale, del 1699-1703 (ampliata da J.C. Ernst nel 1708-09), comprendeva soltanto il blocco centrale, prospiciente il parco e caratterizzato dalle grandi finestre su due ordini. Nel 1733-38 Laurids de Thurah aggiunse le due belle costruzioni porticate a ferro di cavallo che racchiudono il cortile, facendo da quinta all'ingresso principale, preceduto da una breve scalinata e sovrastato dalle armi di Federico IV. Oggi tutto il complesso del Castello di Frederiksberg ospita l'Accademia Militare Danese. Trapani Copenaghen: il cambio della Guardia a Palazzo Reale Trapani Immagini di Copenaghen Trapani Immagini di Copenaghen (english version)

Århus

(294.954 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea omonima (4.561 kmq; 653.472 ab.). Seconda città del Paese, è il centro principale della Danimarca continentale. Sorge sulla costa orientale della penisola dello Jütland, affacciata sull'omonimo golfo (Århus Bugt) del Kattegat, in una regione di grande interesse paesaggistico, con vasti parchi e foreste, ai margini di una delle quali si trova la residenza reale di Marselisborg Slot. Centro industriale di prim'ordine (raffinerie di oli vegetali, birrerie, costruzioni meccaniche e cantieri), è anche un importante nodo stradale e ferroviario. Il porto di Århus dispone dei fondali più profondi di tutto il Paese ed è tra i più attivi e moderni della Danimarca. Sede d'università dal 1928, oggi vanta un'intensa attività culturale e importanti musei d'arte e di storia. STORIA. Insediamento e centro commerciale vichingo di grande importanza per la posizione strategica sul Kattegat, Århus divenne sede vescovile nel 948 e, alla fine del XII sec., il vescovo Peder Vagnsen dette inizio alla costruzione della cattedrale, il primo edificio in laterizio dello Jütland. Ricevute nel 1441 le patenti municipali, la città conobbe nei secc. XVI-XVII un periodo di grande prosperità, nonostante l'occupazione e le vicissitudini subite in seguito alla guerra dei Trent'anni e alle guerre svedesi. Dal XVIII sec. incominciarono a insediarvisi attività industriali, favorite dalla felice posizione geografica e dall'ottimo porto. Occupata più volte dalle truppe tedesche nel corso delle guerre dello Schleswig (1848 e 1864), non ha mai cessato di svilupparsi, conoscendo un'espansione particolarmente rapida nell'ultimo dopoguerra, pilotata da un'accurata pianificazione urbanistica. ARTE. La cattedrale di San Clemente è un vasto edificio in mattoni, il primo in ordine di tempo realizzato nello Jütland, iniziato nel 1201 in forme romaniche e portato a termine in poco più di un secolo. Danneggiata da un incendio nel 1330, la chiesa fu profondamente rimaneggiata in forme gotiche nel XV sec.: fu ampliato il coro e si aggiunse il circostante deambulatorio. Sul lato occidentale, la facciata romanica a due torri, rimasta incompiuta, fu sostituita da una torre centrale di impianto gotico, affiancata da due cappelle, e le navate e i transetti ebbero una nuova copertura con volte a crociera. Rimaneggiata nel 1775-78 e nel 1876-82, nel 1921 la cattedrale ha subito un ulteriore restauro con l'aggiunta dell'attuale e sproporzionata guglia (altezza totale 96 m). Il municipio rappresenta una delle pietre miliari dell'architettura funzionalista danese. Opera di Arne Jacobsen ed Erik Møller (1938-42), si articola in tre corpi di fabbrica con struttura in cemento armato, rivestiti di marmo norvegese, scanditi dalla maglia regolare delle grandi finestre quadrangolari e segnati dall'alta torre dell'orologio (60 m). La Casa della Musica è un moderno edificio costruito appositamente per accogliere spettacoli e manifestazioni, portato a termine nel 1982. Sorge al centro di un'area verde, a Ovest del municipio. Ogni anno, nella settimana a cavallo tra agosto e settembre, ha luogo l'Århus Festage, festival musicale, teatrale e artistico con più di 2.000 spettacoli e manifestazioni varie, distribuite in una ventina di sedi differenti. Di ottimo livello è anche il Jazz Festival (metà luglio), durante il quale si tengono oltre 200 concerti. Da ricordare infine il Vikingetroef, grande manifestazione rievocativa del periodo vichingo, presso il Museo preistorico di Moesgård (ultimo fine settimana di luglio).

Odense

(185.871 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea di Fyn (3.486 kmq; 475.082 ab.). Sorge nella parte più settentrionale dell'isola di Fyn, sulle due sponde dell'Odense Å, ed è collegata all'Odense Fjord, vasta baia chiusa da lingue sabbiose, dall'omonimo canale. Centro di antiche origini ma di aspetto moderno, con attività industriali molto diversificate (acciaierie, cantieri navali, industrie dei comparti elettrotecnico, tessile e del legno) e un'attiva vita culturale, è dal 1966 sede universitaria. Odense deve il suo nome a Odino, la più importante divinità della mitologia germanica, cui il sito era dedicato. È la città natale del celebre scrittore Hans Christian Andersen. STORIA. Menzionata per la prima volta in una lettera dell'imperatore Ottone III datata 988, la città era già sede dalla metà del X sec. di una delle principali fortezze vichinghe, Nonnebakken. Nel 1086 fu teatro del sanguinoso assassinio del re Canuto, la cui canonizzazione, 15 anni più tardi, la fece assurgere a simbolo della spiritualità medievale. Divenuta un importante centro commerciale nel periodo successivo alla Riforma, fu più volte saccheggiata nella seconda metà del XVII sec. per riprendere appieno solo nell'Ottocento la propria funzione di nodo delle comunicazioni e degli scambi tra la capitale e le aree continentali del Paese. Protagonista di una rapidissima espansione industriale nella seconda metà dell'Ottocento, assunse da allora il ruolo di terza città della Danimarca per popolazione e rilevanza economica. ARTE. La cattedrale di San Canuto si affaccia sull'irregolare spazio del Klingeberg, chiuso a sinistra dalla mole del Municipio del 1883 (miscela di forme neogotiche con elementi ispirati all'architettura rinascimentale italiana) e degli edifici antistanti. Vasto edificio gotico in mattoni, venne fatto costruire dal vescovo Gisico alla fine del XIII sec. sulle rovine di una precedente chiesa distrutta da un incendio nel 1247. Sorgeva a fianco della chiesa di Sant'Albano, dove nel 1086 il re Canuto, il fratello Benedetto e 17 uomini della guardia furono assassinati, e le cui fondamenta sono state rinvenute nell'Andersen Have, alle spalle della cattedrale. Realizzata a più riprese, la costruzione fu completata alla fine del XVI sec. con la torre di facciata, accecando la grande finestra a trifora che dava luce alla navata centrale e alterando lo schema originale della facciata, che prevedeva due torri gemelle. Nella torre è un carillon elettrico del 1937 che suona alle 8, 12, 16 e 22. La chiesa di Nostra Signora presenta una massiccia torre di facciata quadrangolare in laterizio, di forme tardo-romaniche (XIII sec.). L'interno, a croce latina con transetti del 1461, conserva un organo con mostra rococò del 1765, un pulpito barocco intagliato (XVII sec.), un fonte battesimale dello stesso periodo in legno policromo e, nel coro, stalli lignei tardo-gotici. Il fulcro delle attività culturali cittadine è costituito da due moderne strutture: la Koncerthus, che accoglie gli eventi musicali e di teatro (ogni quattro anni il concorso di violino Carl Nielsen, e poi il festival d'estate di jazz, opere liriche e concerti di musica sinfonica), e la Brandts Kloedefabrik, ex stabilimento tessile ristrutturato, dove si tengono manifestazioni di carattere artistico (esposizioni temporanee, mostre di pittura, scultura, grafica e fotografia). Trapani Visita a Odense
Trapani Visita a Odense (english version)

Ålborg

(163.228 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea di Nordjylland (6.173 kmq; 495.669 ab.); è situata nello Jütland settentrionale, sulla sponda meridionale della profonda insenatura del Limfjorden, collegata con la città satellite di Nørresundby, sull'altra sponda, da un ponte stradale (Limfjordsbroen) e da un grande tunnel autostradale (Limfjordstunnelen). Al moderno porto di cui dispone sono legate gran parte delle attività industriali (cantieri navali, costruzioni meccaniche, manifatture di tabacco, cementifici). Ha una vita molto attiva e una dimensione culturale importante, tanto da vantare uno dei migliori musei d'arte del Paese. STORIA. Nota alla fine dell'XI secolo come porto e centro commerciale di grande rilevanza, già dal periodo vichingo Ålborg costituì il centro nevralgico delle comunicazioni marittime con la Norvegia e la Scandinavia occidentale. Ricevute, nel 1342, le patenti municipali, la città fu teatro di lotte sanguinose nel periodo della Riforma protestante (XVI sec.) per poi essere danneggiata nei propri commerci dalle guerre europee del Seicento. Le sorti della città si risollevarono solo a partire dai primi anni del XVIII sec.; semidistrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, si sviluppò nel corso del Novecento. ARTE. Dedicato a San Botholfus, protettore dei naviganti, il candido edificio della cattedrale protestante sorge proprio nel mezzo della città, tra la Gammel Torv e Algade. La costruzione di forme gotiche, dominata dalla torre di facciata con una cupola barocca a elmo (1778-80), fu iniziata nei primi anni del XV sec., comprendendo alcuni tratti delle strutture murarie di una chiesa romanica precedentemente costruita. Più volte rimaneggiata e modificata, ha subito un profondo restauro ricostruttivo nel 1899-1900, cui ha fatto seguito, nel 1942, l'aggiunta del coro e di un limitrofo edificio accessorio lungo Algade.

PICCOLO LESSICO

Jütland

(Jylland in danese: terra degli Jüti). È la penisola che costituisce la parte continentale della Danimarca. Il nome indica gli antichi abitanti della zona, gli Jüti, una popolazione germanica in seguito assoggettata dagli Angli, dai Sassoni e dai Danesi. Nel corso del V sec. gli Jüti attraversarono il mare e approdarono in Britannia, insediandosi sulla costa sud-orientale.

PERSONAGGI CELEBRI

Hans Christian Andersen

Scrittore danese (1805-1875). Di umili origini, lasciò la casa natale giovanissimo per recarsi a Copenaghen in cerca di fortuna. Dopo aver cercato senza successo di affermarsi nell'ambiente del teatro, riuscì a studiare e a conseguire un diploma nel 1828. Nel frattempo componeva poesie che gli guadagnarono già una discreta notorietà: tra di esse Il bambino morente (1827). Molti viaggi in Europa settentrionale, in Grecia, in Spagna gli fornirono spunti e materiali che avrebbe più avanti utilizzato per una serie di racconti di viaggi. Mentre il teatro e la poesia non gli valsero riconoscimenti, ottenne apprezzabili risultati nel campo del romanzo, con L'improvvisatore (1835), O.T. (1836), Soltanto un suonatore (1837), Le due baronesse (1847), Essere o non essere (1857). Ma il genio di Andersen si espresse al meglio nella creazione di fiabe, alcune delle quali ispirate al patrimonio di folklore e leggende della sua terra. Concepite in origine per i bimbi, divennero capolavori della letteratura; in esse si fondono con maestria vari elementi della sensibilità dell'autore: la comprensione per i fanciulli, la vivace immaginazione, il sottile umorismo e la profonda malinconia. Tra le fiabe, composte tra il 1835 e il 1872, ricordiamo Il brutto anatroccolo, La piccola fiammiferaia, La sirenetta, Il soldatino di piombo, La Regina delle nevi, I vestiti nuovi dell'Imperatore.

Margrethe II

Regina danese (n. Copenaghen 1940). Figlia di Federico IX di Danimarca e della regina Ingrid di Svezia. Studiò in Inghilterra e alla Sorbona; sposata con il conte Henri de Laborde de Montpezat (1967), salì al trono di Danimarca nel 1972, succedendo al padre, grazie all'abolizione (1953) della legge che precludeva il trono alle donne.

ALTRI CENTRI

Esbjerg

(82.312 ab.). Città della Danimarca, situata nella contea di Ribe, sulla costa occidentale dello Jütland. Città industriale (conservazione del pesce, alimentari) e principale porto della Danimarca sul Mare del Nord sia per la pesca sia come terminale dei servizi di traghetto (Gran Bretagna e Fær Øer) e del traffico commerciale. Si affaccia sulla parte settentrionale del Golfo di Fanø e fu fondata nel 1864, quando la Pace di Vienna privò la Danimarca di porti sulla costa occidentale dello Jütland. La moderna costruzione vetrata del Padiglione d'Arte fu realizzata nel 1962, su progetto degli architetti Jytte e Ove Tapdrup, in Havnegade, nella fascia di giardini del Byparken. A fianco di numerose mostre temporanee, vi ha trovato sede la Esbjerg Kunstforenings Samling, collezione d'arte moderna danese comprendente più di 400 opere, in prevalenza dipinti, esposte a rotazione. Di particolare interesse i lavori di Harald Giersing, Richard Mortensen, Egon Fischer, Asger Jorn e Jørgen Haugen Sørensen. Il Museo Esbjerg Museum, dedicato alla storia locale, fu realizzato con l'intento di ricostruire ambienti della città nel periodo 1840-1940; comprende arredi di case borghesi, negozi e magazzini, nonché centinaia di oggetti in ambra.

Helsingør

(61.295 ab.). Città della Danimarca, situata nella contea di Frederiksborg. Città portuale affacciata sull'Øresund (largo qui solo 5 km) nel punto più vicino alla costa svedese, di fronte a Helsingborg, è nota fin dal 1230 con il nome di Ørekrog. Oggi è il punto di partenza del più importante servizio di traghetto con la Svezia. ARTE. Grande il suo interesse turistico: conserva un prezioso nucleo di case dei secc. XVII-XVIII, la cui opera di restauro è stata premiata dal Consiglio d'Europa, e il celebre castello di Kronborg. Il castello, circondato da una doppia cinta di mura e fossati, sorge sulla punta che chiude a Est il porto di Helsingør, di fronte al centro storico. Shakespeare vi ambientò la tragica storia del principe Amleto, che vi sarebbe vissuto nel V sec.; in realtà, i fatti storici che videro protagonista il principe danese Amled ebbero come teatro l'isola di Mors, nello Jütland. L'antico castello di Ørekrog, infatti, fu fatto ricostruire nel 1420 da Enrico VII di Pomerania, che accordò alla città vasti privilegi, tra cui quello di imporre una tassa (abolita nel 1857) a tutte le navi che passavano per lo stretto. Nel 1574-77 il re Federico II fece erigere, su progetto dell'architetto olandese Jan van Pæschen, l'edificio che è alla base dell'attuale castello, in laterizio con i caratteristici inserti rinascimentali in arenaria. Quando già la costruzione era quasi completata, van Pæschen abbandonò l'opera per dissapori con la Corte; gli subentrò il fiammingo Anthonis van Opbergen che completò l'edificio (1585), sempre in forme rinascimentali olandesi, ma rivestendo l'esterno della costruzione principale in arenaria (le fortificazioni rimasero in mattoni a vista), e sostituendo al tetto di tegole l'attuale in rame. Parzialmente distrutto da un incendio nel 1629 (si salvarono solo i muri perimetrali e l'arredo della cappella), se ne iniziò subito la ricostruzione, sempre finanziata dalla tassa di transito sull'Øresund e interrotta dall'occupazione delle truppe svedesi nel 1658-60 che, saccheggiando gran parte degli arredi, tolsero al castello l'importante collezione di opere d'arte. Utilizzato, per la sua posizione strategica, più come piazzaforte militare (i lavori di ampliamento della doppia cinta difensiva continuarono nei secc. XVII-XVIII) che come residenza, fu restaurato a partire dalla prima metà del XIX sec. Nel 2000 è entrato nella Lista dell'UNESCO dei beni facenti parte del Patrimonio dell'Umanità. Trapani Visita a Helsingor
Trapani Visita a Helsingor (english version)

Herning

(59.277 ab.). Città della Danimarca, situata nella contea di Ringkøbing, in una zona pianeggiante coltivata a cereali (avena, segale) e a patate. La città è un nodo stradale e ferroviario (linea Holstebro-Vejle) di notevole importanza. Cittadina industriale (tessuti), si sviluppò nella seconda metà dell'Ottocento dopo la bonifica della regione circostante. Oggi costituisce uno dei più importanti centri fieristici dell'area scandinava, con un moderno centro congressi (1986). Il Museo municipale comprende collezioni di archeologia e storia locale. Annesse sono una sezione dedicata ai tessuti prodotti a Herning e una dedicata a cimeli, ricordi e documenti del poeta Steen Steensen Blicher. Il Museo della fotografia raccoglie apparecchi fotografici d'epoca e una piccola galleria di foto antiche, comprendente anche una sessantina di immagini riprese da H.C. Andersen, che molto amava quest'arte.

Hillerød

(37.291 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea di Frederiksborg (1.347 kmq; 373.688 ab.), sorge nella zona settentrionale dell'Isola di Sjælland. È attualmente un importante nodo ferroviario e dotato di industrie specializzate nella conservazione di carni e nella distilleria. Fondata nel Cinquecento, si è sviluppata negli ultimi secoli intorno al vasto complesso del castello di Frederiksborg. ARTE. Circondato da un vasto parco, recentemente riportato all'originario aspetto barocco, il grande castello di Frederiksborg, forse la più bella tra le residenze reali danesi, costituisce per la ricchezza delle opere d'arte in esso conservate e i ricordi storici una vera e propria "Versailles della Danimarca". Nel 1560 il re Federico II, che ha dato il nome al castello, acquistò la residenza di Hillerødholm e la circostante proprietà dall'ammiraglio Herluf Trolle. Lasciando inalterato l'edificio principale, che sorgeva sulla più settentrionale delle tre isolette in cui si articola il complesso, Federico II fece costruire due torri circolari sull'isola meridionale e la Forrådsfløjen (ala delle dispense) sul lato occidentale dell'isolotto centrale. Cristiano IV, nato a Frederiksborg nel 1517, intraprese l'opera di ricostruzione del castello, sostituendo gradualmente - tra il 1602 e il 1620 - agli antichi edifici nuove costruzioni di stile rinascimentale olandese, probabilmente su progetto di Hans van Steenwinckel. Saccheggiato dalle truppe svedesi durante la guerra del 1658-60, nel 1720 Frederiksborg fu palcoscenico della pace con la Svezia che ne porta il nome e contemporaneamente fu completato il parco a Nord del lago, su progetto di J.C. Krieger. Nel 1736-40 tutti gli edifici, ma in particolare i locali di soggiorno, furono radicalmente modernizzati. La costruzione della limitrofa residenza di Fredensborg (1719-21) fece sì che il castello prendesse sempre più il carattere di sede di rappresentanza e museo; nel 1812 Federico VI dette inizio alla costituzione di una raccolta di ritratti e Federico VII, nel 1848, vi celebrò le nozze con la contessa Danner. Nel dicembre 1859 un incendio danneggiò gravemente grandissima parte dell'Ala del Re e dell'Ala della Principessa: grazie a una sottoscrizione nazionale il castello fu ricostruito e restaurato sotto il controllo di Ferdinand Mehldal. Nel 1878-82, con l'intervento di Carl Jacobsen, industriale della birra e creatore della fondazione Carlsberg, l'interno del castello fu trasformato in museo, oggi comprendente 69 sale, in parte ricostruendo l'arredo originale degli ambienti sulla base di disegni dell'epoca precedente l'incendio e in parte sostituendo le opere d'arte distrutte con altre, reperite nelle residenze private della nobiltà danese. Trapani Il castello di Frederiksborg a Hillerød

Randers

(62.366 ab.). Città della Danimarca nella contea di Århus. Centro industriale di grande importanza (macchine per l'agricoltura, confezioni) e porto, è situato nello Jütland orientale, sul fiume Gudenå. Nota fin dal 1080 come sede di una zecca reale, la città costituì nel Medioevo la principale piazza commerciale dello Jütland. Fu più volte occupata e danneggiata dalle truppe tedesche. ARTE. Conserva numerose case a graticcio dei secc. XVI-XVII. La chiesa di San Martino, al centro della città, è un edificio tardo-gotico in laterizio, fatto erigere nel XVI sec. dai monaci del convento dello Spirito Santo in sostituzione di una preesistente costruzione medievale; la torre, ornata da una guglia di rame, è stata aggiunta nel 1795. La Casa della Cultura, realizzata nel 1964-69 su progetto dell'architetto Flemming Lassen, conserva l'archivio di storia locale e una vasta biblioteca. E' inoltre sede di due musei: il Museo territoriale, con una ricca sezione storica comprendente preziosi arredi d'epoca, e il Kunstmuseum, fondato nel 1851 e dedicato prevalentemente alla pittura danese, con quasi 200 tele di artisti nati prima del 1875. La maggiore attrazione di Randers è il suo giardino tropicale, ampia serra nella quale vivono rettili e scimmie della foresta pluviale, e in cui crescono fiori esotici, tra cui numerose orchidee.

Roskilde

(54.372 ab.). Città della Danimarca, capoluogo dell'omonima contea (891 kmq; 237.089 ab.). Tra le città più importanti nella storia della Danimarca, è situata nell'Isola di Sjælland, su un rilievo all'estremità meridionale dell'omonimo fiordo. Centro industriale di notevole rilevanza (fonderie, costruzione di macchine utensili), è sede di importanti attività di ricerca e formazione professionale (università, impianti per le ricerche nucleari di Risø). STORIA. Deve il proprio nome all'antico toponimo Roarskilde (fonte di Roar, re vichingo dei secc. VII-VIIII). Insediamento vichingo noto fin dal VII sec., intorno al 960 il re Aroldo "Dente Blu" vi fece erigere una chiesa di legno dove fu poi seppellito e dove, nel 1026, re Canuto il Grande fece assassinare il cognato. Divenuta, nel corso dell'XI sec., sede episcopale e residenza reale, la città conobbe nei secoli successivi il suo periodo di massimo splendore. Centro del potere ecclesiastico che si contrapponeva al potere reale, nel XII sec. vi fu vescovo Absalon che, ricevuto in dono da Valdemaro I il villaggio di Hafnia, fondò l'attuale capitale. Ceduto a Copenaghen il ruolo di capitale (1443), la Riforma protestante pose fine al potere del vescovado di Roskilde. Nel 1653 il duomo di Roskilde fu teatro della firma del trattato di pace tra Svezia e Danimarca. Nel XVII sec. alcuni gravi incendi devastarono gran parte del tessuto urbano medievale. La rinascita economica di Roskilde è della metà dell'Ottocento, quando fu completato il collegamento ferroviario con la capitale e si svilupparono notevoli attività industriali. ARTE. La Cattedrale, una delle più importanti della Danimarca, seconda per proporzioni solo a quella di Århus e dichiarata nel 1995 dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, sorge sul sito di due precedenti edifici in blocchi calcarei del 1030 e del 1070. Nel 1170 il vescovo Absalon dette inizio alla costruzione dell'attuale edificio in mattoni, di forme romanico-gotiche, la cui pianta si sovrapponeva alla chiesa preesistente. Nel 1191 era stata portata a termine solo l'abside e l'opera costruttiva proseguì fino al 1280, con la realizzazione della torre meridionale, demolendo a poco a poco l'antico corpo di fabbrica in pietra. I completamenti tre-quattrocenteschi (tra cui la torre settentrionale) rivelano influssi della Francia del Nord e delle Fiandre. Il Museo delle navi vichinghe sorge in riva al Roskilde Fjord ed è stato costruito alla fine degli anni Sessanta del XX sec. per dar sede ai resti di cinque imbarcazioni che erano state affondate tra il 1000 e il 1050 di fronte a Skuldelev, 20 km a Nord della città, allo scopo di chiudere alla navigazione il fiordo e impedire possibili incursioni, probabilmente di pirati norvegesi. Scoperte nel corso di una campagna archeologica subacquea (1957-59), le imbarcazioni furono riportate alla luce nel 1962 grazie a una colossale operazione di recupero che comportò la costruzione di una diga provvisoria, così da rendere possibile il prosciugamento dell'area circostante i relitti e l'intervento degli archeologi, durato quasi quattro mesi. Le navi sono state quindi ricomposte in un vasto salone vetrato. Un filmato ricostruisce le diverse fasi dell'intervento. Benché non sta stato possibile ricostruirle completamente, le navi costituiscono una documentazione storica di eccezionale interesse.

Vejle

(56.104 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea omonima (2.997 kmq; 355.691 ab.). Importante città industriale e porto della costa orientale dello Jütland, in fondo all'omonimo fiordo, vanta antiche origini e una lunga consuetudine commerciale con la Germania e la Norvegia, risalente ancora al periodo della Lega anseatica. Nei suoi dintorni si trovano due delle principali attrattive turistiche di tutta la Danimarca: Jelling, villaggio che conserva eccezionali testimonianze dell'epoca vichinga, riconosciute dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, e il grande parco di divertimenti di Legoland, il luogo più visitato del Paese al di fuori della capitale. ARTE. La chiesa di San Nicola sorge su un rilievo al centro della città. Frutto del rimaneggiamento quattrocentesco di un edificio del XIII sec., ha subito una radicale opera di restauro ricostruzione nel 1885-87. Nell'interno racchiude un pulpito rinascimentale del 1576, un fonte battesimale romanico in granito (probabilmente anteriore alla chiesa) e un altare in legno intagliato del 1791. Ciò che però cattura maggiormente l'attenzione generale è il corpo mummificato di una donna di circa 2500 anni fa, conservatosi senza decomporsi in virtù delle particolari condizioni del terreno in cui trovò la morte. Il Vejle Museum conserva interessanti reperti archeologici dell'area di Vejle illuminanti sulla storia e la cultura locale.

Viborg

(43.851 ab.). Città della Danimarca, capoluogo della contea omonima (4.122 kmq; 234.659 ab.), è situata in una bella posizione sulla riva occidentale di due laghi comunicanti, circondata da aree boscose, al centro della penisola dello Jütland. Tra le più antiche città della Danimarca, ne è documentata l'esistenza fin dall'VIII sec.: tra le prime sedi vescovili del Paese (1065), fu per lungo tempo capitale dello Jütland, dove, fino al 1340, aveva luogo l'elezione dei re di Danimarca. Centro propulsore della Riforma protestante sotto la guida di Hans Tausen, fu gravemente danneggiata da due incendi nel 1525 e nel 1726. Sviluppatasi come centro industriale già nell'Ottocento, è oggi sede di attività (cementerie, gomma, confezioni) di notevole importanza. La cattedrale, al centro della città, fu fatta erigere dal vescovo Eskil nel 1133-63; più volte danneggiata, distrutta e rimaneggiata, è stata ricostruita in forme romaniche nel 1864-76 su progetto degli architetti Nebelong, Tholle e Storck. Di originale rimangono le parti inferiori delle due torri di facciata e la cripta, a tre navate, su belle colonne di porfido.

DIPENDENZE

Fær Øer

(1.399 kmq; 48.379 ab.). Situato in posizione intermedia tra l'Islanda e le Isole Britanniche (alla latitudine di 62° N e alla longitudine di 7° a Ovest di Greenwich), l'arcipelago delle Fær Øer emerge dalla dorsale sottomarina che separa il Mar di Norvegia dall'Atlantico e comprende 22 isole. Geologicamente esse costituiscono la parte emergente di un vasto accumulo di antichissime rocce vulcaniche, che si eleva ad altitudini medie di 300-400 m sul livello del mare superando a volte gli 800 nelle isole nord-occidentali. La morfologia è caratterizzata da un sistema di incisioni vallive, orientate in direzione Nord-Ovest / Sud-Est, che rivelano il modellamento dei ghiacciai quaternari. L'erosione attuale, sia subaerea sia marina, ha impresso un carattere più aspro alle forme del rilievo e in particolare alle coste. Sottoposte all'azione dei venti di Sud-Ovest, nonché della Corrente del Golfo che mitiga i rigori invernali, le isole dell'arcipelago hanno un clima di tipo oceanico con inverni non molto freddi (le temperature medie mensili da dicembre a marzo si mantengono costantemente attorno ai 3°C) ed estati abbastanza fresche (10-11°C in luglio). Piuttosto consistenti sono le precipitazioni, spesso accompagnate da violente tempeste e furiose raffiche di vento. La vegetazione arborea è molto scarsa, con salici e aceri ridotti a cespugli. Non mancano le torbiere, ricche di sfagni e muschi, e nelle vallate più riparate si stendono verdi praterie. Particolarmente ricca è l'avifauna locale, rappresentata da numerose specie di uccelli marini che spesso nidificano nelle pareti rocciose della costa. Fra questi, la beccaccia di mare, quasi un simbolo delle Fær Øer, e il pulcinella di mare, fatto oggetto di caccia per la qualità delle carni. Delfini, orche, balenottere comuni e globicefali popolano le acque dell'arcipelago. La caccia di questi ultimi (grindadráp) è un'antica tradizione capace che coinvolge le popolazioni locali, suscitando la riprovazione degli animalisti. La popolazione dell'arcipelago, discendente dai vichinghi di origine norvegese, è insediata solo nelle zone più adatte alle colture o più riparate. Lingua ufficiale è il feroese o feroico (føroskt), ma l'insegnamento della lingua danese viene impartito obbligatoriamente in tutte le scuole. Per la quasi totalità di religione protestante, tre quarti degli abitanti aderiscono al credo luterano, il resto fa parte dei Fratelli di Plymouth, confessione nata da una scissione della Chiesa anglicana. L'arcipelago ha una bandiera propria (bianca, con una croce scandinava rosso-blu). Politicamente le Fær Øer costituiscono dal 1948 una Contea autonoma in seno al Regno di Danimarca, con una propria assemblea parlamentare locale di 32 membri. Dal 2000 sono in corso negoziati col Governo centrale per il raggiungimento della piena indipendenza. Il Governo danese è rappresentato da un commissario; due deputati locali rappresentano la Contea nel Parlamento di Copenaghen. La popolazione dell'arcipelago non ha aderito all'Unione europea. Capoluogo è la città di Thorshavn (18.420 ab.), posta sull'isola maggiore, Strömd. Basata un tempo solo sull'agricoltura, oggi l'economia dell'arcipelago si fonda essenzialmente sulla pesca e sull'allevamento, nonché su cospicui finanziamenti da parte del Governo danese. Il patrimonio zootecnico è rappresentato specialmente da ovini. Fiorente la pesca (merluzzi e aringhe), che costituisce l'attività principale delle Fær Øer e alimenta numerosi impianti sia di congelamento sia di essiccazione e salagione. Nuove speranze di risollevare l'economia delle isole si basano sulla possibilità di sfruttamento petrolifero della piattaforma continentale e sul turismo. L'arcipelago dispone di un aeroporto internazionale sull'isola di Vågø. Porto principale è Thorshavn, cui fanno capo tutti i servizi di traghetto con l'Europa continentale. Le prime notizie sulla colonizzazione norvegese delle Fær Øer compaiono nelle saghe islandesi; a partire dal 1035, le isole entrarono a far parte del feudo del re norvegese Magnus il Buono con un proprio vescovado, ma tributarie della Norvegia. Tale regime si mantenne anche dopo l'unione della Norvegia alla Danimarca; le isole ebbero un governo locale fino al 1709, quando furono riunite alla Danimarca come parte della diocesi di Sjælland. Occupate temporaneamente dagli Inglesi tra il 1807 e il 1814, dopo la Pace di Kiel le Fær Øer furono definitivamente assegnate alla Danimarca che ne soppresse il Parlamento locale, poi ricostituito sotto forma di Consiglio Provinciale nel 1852. Nel 1940 le Fær Øer furono occupate dalle truppe inglesi. Dopo il 1948 nuove trattative portarono a un accordo che stabilì la distinzione tra affari comuni e affari interni, gestiti, rispettivamente, dal Governo danese e da quello locale. Dal marzo 2000 le autorità di Copenaghen avviarono trattative in vista della piena indipendenza dell'arcipelago.

Groenlandia

(2.175.600 kmq; 56.854 ab.). La Groenlandia può considerarsi la più grande isola del globo, sebbene, in effetti, costituisca una sezione del continente nord-americano, con cui condivide geologicamente l'appartenenza allo scudo canadese, ovvero lo zoccolo di rocce cristalline antiche (graniti e rocce metamorfiche) che ne forma il basamento e i cui margini orientali sono in parte ricoperti da rocce sedimentarie e vulcaniche (basalti) di età più recente (mesozoica e cenozoica). Il territorio groenlandese è geograficamente compreso tra le latitudini Nord di 59° 46' (Kap Farvel) e 83° 39' (Kap Morris Jesup) e le longitudini a Ovest di Greenwich di 11° 35' (Capo Nord-Est o Nordostrundingen) e di 73° 15' (Kap Alexandre), allungandosi da Nord a Sud per oltre 2.800 km, con una larghezza variabile dai 1.100 ai 400 km. Al pari dell'Antartide, la Groenlandia è in gran parte (circa 1.750.000 kmq) ricoperta da un'imponente calotta di ghiaccio, leggermente convessa verso l'interno (dove si mantiene in gran parte oltre i 2.000 m di altitudine e supera in più punti anche i 3.000) e spessa in media circa 1.500 metri. È il residuo dell'enorme cappa glaciale che copriva l'emisfero boreale durante le fasi più fredde dell'era quaternaria, l'ultima delle quali si è conclusa circa 10.000 anni fa. Al di sotto della calotta la superficie topografica risulterebbe poco elevata sul livello marino, salvo che nelle zone periferiche dove i rilievi, intensamente modellati dall'erosione glaciale, sovrastano la fascia costiera con forme aspre e articolate raggiungendo le massime culminazioni lungo il margine orientale, con i 3.700 m del Cunnbjørn Fjeld e i 3.360 m del monte Forel. Il paesaggio costiero è animato da rocciosi promontori che si alternano a profonde insenature, tipici fiordi entro i quali defluiscono le lingue dei ghiacciai che scendono dalla calotta, rompendo la loro fronte in giganteschi blocchi di ghiaccio che formeranno, galleggiando sulle acque marine, i caratteristici quanto pericolosi iceberg. Non di rado, infine, dalla calotta glaciale emerge la sommità di rilievi sepolti, animando, con la loro massa più scura, il paesaggio delle bianche e sconfinate distese ghiacciate. La presenza della calotta glaciale e la posizione geografica conferiscono alla Groenlandia un clima di tipo polare, particolarmente freddo. Nell'interno si registrano tutto l'anno temperature intorno ai 30°-40°C. Sulla fascia costiera, grazie anche all'influsso della Corrente del Golfo, le escursioni termiche annue sono piuttosto contenute e le temperature medie mensili, soprattutto nelle zone più meridionali, oscillano tra i 5°C in gennaio e i 7°C in luglio. Piuttosto povera è la copertura vegetale, rappresentata da tundre, dove si sviluppano muschi e licheni nel corso della breve estate artica. Nelle zone più meridionali non mancano praterie e boschetti di salici e betulle. Non è escluso che in passato, sempre sulle coste meridionali, la vegetazione fosse più ricca, tanto da giustificare il nome dato all'isola (Terra verde) dai primi colonizzatori che vi giunsero nel X sec. Ben rappresentata è la fauna (tutelata da apposite disposizioni governative), ricca di mammiferi quali l'orso bianco, il bue muschiato, la renna, il lupo. Notevole è anche la diffusione di lepri, volpi, foche (queste ultime tradizionalmente cacciate dagli eschimesi). Nelle acque costiere si pescano merluzzi e salmoni. Numerose le varietà di uccelli marini. Il 1° luglio 1974 è stato istituito il Parco nazionale della Groenlandia nord-orientale che, ampliato nel 1988, è oggi il più grande Parco nazionale del mondo con i suoi 972.000 kmq di superficie. Autentico paradiso per la salvaguardia della fauna artica (dal bue muschiato all'orso bianco, dal caribù al lupo artico, dalla foca alla balena), l'accesso ai delicati ecosostemi del Parco è stato a lungo riservato agli studiosi e ai ricercatori; anche oggi che è stato aperto ai privati, l'assenza di strutture turistiche e le considerevoli difficoltà legate alle condizioni climatiche e ambientali ne fanno una meta riservata a pochi. La popolazione della Groenlandia è caratterizzata da un bassissimo incremento naturale (0,01%). I principali centri abitati sorgono sulle zone costiere occidentali e meridionali. Gli Eschimesi, grazie all'efficace politica di tutela operata dal Governo danese, hanno migliorato le loro condizioni di vita. Religione prevalente è la luterana. I contatti con i colonizzatori europei hanno compromesso l'integrità etnica degli Eschimesi, ma hanno contribuito alla nascita di un nuovo tipo umano, l'attuale groenlandese, con una propria lingua (inuktitut o kalaallisut o groenlandese) che ha dignità ufficiale accanto a quella danese. La Groenlandia è dal 1979 una regione autonoma in seno al Regno di Danimarca, con un proprio Governo e un'Assemblea legislativa di 31 membri, eletta a suffragio universale ogni quattro anni. Lo statuto di autonomia prevede in particolare il diritto di veto per entrambe le parti sulle decisioni concernenti lo sfruttamento delle risorse naturali groenlandesi, l'istituzione di una rappresentanza permanente dell'amministrazione autonoma a Copenaghen e la presenza di un rappresentante del Governo danese nel capoluogo groenlandese. Come le Fær Øer, la Groenlandia è rappresentata da due deputati nel Parlamento danese. Amministrativamente, la Groenlandia è divisa in tre regioni (Avannaa, Tunu, Kitaa, corrispondenti rispettivamente a Nord, Est, Ovest) a loro volta suddivise in 18 municipalità. Nel 1985, con un referendum, essa si è ritirata dalla Comunità europea, mantenendo però uno status di accesso privilegiato al mercato comunitario. Il capoluogo è Godthab (14.715 ab.). Principali risorse economiche della Groenlandia sono la pesca e l'allevamento di ovini e renne, praticato soprattutto nelle zone meridionali. Molto diffusa è l'industria per la lavorazione e la conservazione del pesce, la cui esportazione rimane la principale attività economica dell'isola. Il sottosuolo fornisce diversi minerali come criolite, grafite, zinco, piombo, molibdeno, oro, platino, uranio. In espansione il turismo, anche se condizionato dalla breve durata della stagione estiva. Priva di una rete stradale vera e propria, la maggior parte delle comunicazioni è affidata agli aerei (scali di voli internazionali a Søndre Strømfjord, Ammassalik, Narsarsuaq e Godthåb) e agli elicotteri. Compagnia di bandiera è la Greenlandair, operante in collaborazione con il consorzio SAS (Scandinavian Airlines System). L'AUL (Arctic Umiaq Line) assicura d'estate il collegamento tra i porti della costa occidentale, da Nanortalik a Upernavik. I primi abitanti della Groenlandia settentrionale furono Eschimesi provenienti dal Canada, intorno al 2100 a.C. La più antica cultura paleoeschimese nota è quella delle tribù delle "Genti dell'indipendenza", che apre il periodo fino al 1800 a.C., seguita (fino al 700 a.C.) dalla cultura Sarqaq, diffusa nell'Ovest e nel Sud Est, cui subentrò per molti secoli (fino al 700 d.C.) la cultura Dorset. L'anno 1000 segnò l'apogeo del popolo di Thule, antenato degli attuali groenlandesi. Di questa cultura e della successiva chiamata Inugsuk, sono stati rinvenuti utensili, abitazioni e scheletri attestanti una civiltà molto sviluppata che già conosceva la slitta, il kayak, l'umiak e un gran numero di strumenti per la caccia. I primi insediamenti di vichinghi islandesi e norvegesi, approdati nel fiordo di Godthåb, furono del 985 e i coloni battezzarono quella terra Grønland, che significa terra verde. Nel corso del XIII sec. i coloni insediati lungo la costa sud-orientale raggiunsero le 3.000 unità e già attorno all'XI sec. fu introdotto il Cristianesimo. Nel 1126 si costituì una sede episcopale a Gardar, investita d'autorità insieme a un'assemblea legislativa. Il periodo della colonizzazione ebbe termine nel 1400. Per gli effetti combinati di un periodo con clima particolarmente rigido, di violenti scontri con le popolazioni locali e della mancanza di contatti con la madrepatria, i pochi coloni sopravvissuti finirono per confondersi con gli indigeni eschimesi. Alla fine del XVI sec. alcuni esploratori inglesi alla ricerca del passaggio a Nord-Ovest organizzarono una serie di spedizioni in Groenlandia, alcune delle quali effettuate poi anche da Danesi. Nel 1721 ebbe inizio un nuovo periodo di colonizzazione in seguito all'arrivo di un gruppo di missionari norvegesi protestanti, guidati da Hans Egede, che sbarcarono nel Sud dell'isola allo scopo di convertire la popolazione al Luteranesimo. Incominciò così un lento ma sistematico estendersi dell'influenza amministrativa dano-norvegese. Nel 1782 venne emanata dal Governo danese la prima legge che prevedeva la tutela delle popolazioni locali dai soprusi dei funzionari pubblici e delle compagnie commerciali. Ciò non fu sufficiente a evitare che la Compagnia reale per il commercio groenlandese assumesse il monopolio dei traffici commerciali con la Groenlandia, eliminato soltanto nel 1950. La Pace di Kiel (1814) all'indomani dei conflitti napoleonici, lasciando uniti alla Danimarca i territori della Groenlandia, dell'Islanda e delle Fær Øer, segnò l'aprirsi di un contenzioso con la Norvegia circa la sovranità danese sull'isola, conclusosi solo nel 1933 con una sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell'Aia. Nel 1953 la Groenlandia cessò di essere una colonia per divenire parte integrante del Regno di Danimarca e, da allora, è rappresentata da due membri nel parlamento di Copenaghen. Dal 1979 è in vigore uno statuto di regione autonoma che dà maggiore indipendenza al Governo locale. Il brusco cambiamento avvenuto nel modo di vita e nelle strutture della società groenlandese nel corso del Novecento ha avuto conseguenze spesso molto gravi: forte è il rischio di una perdita dell'identità etnica e non è da sottovalutare la piaga dell'alcolismo. Trapani Iceberg lungo le coste della Groenlandia
Trapani Il piccolo porto del villaggio di Kap Dan (Groenlandia)
Trapani Il villaggio di Angmagssalik, in Groenlandia

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