«Villaggio Agape: una comunità di lavoro» di Giorgio Tourn
Il centro di Agàpe è stato realizzato negli anni 1947-53 sotto la direzione del pastore Tullio Vinay, responsabile in quegli anni del movimento giovanile valdese: si è imposto subito come luogo di ricerca e di dialogo aperto non solo al confronto fra appartenenti a diverse confessioni cristiane ma anche fra credenti e non credenti. Nelle intenzioni dei suoi ideatori questo complesso di edifici, progettati dall'architetto Ricci di Firenze, doveva essere un luogo di incontro per la gioventù evangelica italiana seguendo la linea già sperimentata nell'anteguerra, con campi estivi di studio e di vacanza. Per questo venne scelto come luogo ideale il villaggio di Prali, nelle Valli valdesi, a 1500 metri d'altitudine. In realtà Agàpe fu sin dall'inizio qualcosa di diverso e di più che un mero centro giovanile d'incontro e si presentò con una straordinaria carica ideale. Già il nome scelto da Vinay esprimeva di per sé un programma impegnativo e affascinante. Agàpe è infatti la trascrizione italiana della corrispondente parola greca, che il Nuovo Testamento usa per indicare l'amore di Dio e di Gesù Cristo, e in modo derivato l'amore dei credenti nei propri rapporti e verso tutti gli uomini. Scegliendo questo termine si voleva indicare che la comunità cristiana si deve caratterizzare come comunità di amore e di dedizione e, d'altra parte, che il riferimento a Gesù Cristo rappresenta per dei cristiani la garanzia di una libertà e di un'apertura verso tutti gli uomini indistintamente. La struttura architettonica del complesso, ordinato come una serie di edifici convergenti verso un salone centrale, esprimeva un secondo elemento significativo: l'idea della comunità di vita e di ricerca che si stabilisce fra uomini di fronte al messaggio cristiano. Significativa fu, al riguardo, l'assenza di una cappella o di un luogo di preghiera, nella convinzione che la meditazione del Vangelo si debba collocare nello spazio comune della vita profana e non in un apposito santuario. L'elemento più significativo del primo periodo della sua attività, e cioè gli anni della costruzione, fu rappresentato senza dubbio dal fatto che il lavoro di edificazione venne portato a termine in gran parte con mano d'opera volontaria. Giovani di diverse confessioni cristiane e di diverse nazionalità si trovarono così fianco a fianco in una vita di collaborazione pratica, in uno scambio di esperienze e di idee, in uno scontro di mentalità che assume profondo significato se si tiene conto del momento storico in cui questo avveniva: l'immediato dopoguerra con gli strascichi del recente conflitto, le tensioni politiche ancora forti in una zona che aveva vissuto la Resistenza in modo profondo, l'isolamento in cui la gioventù italiana aveva vissuto durante il fascismo. A questo periodo iniziale fece seguito, dopo l'inaugurazione, un secondo momento che si può definire «del dialogo». I campi di studio, aumentati di numero, si vanno strutturando attorno ad alcuni temi fondamentali, anzitutto quello della riflessione biblico-teologica. Le comunità evangeliche sono abituate da secoli ad una lettura e ad un esame critico del testo biblico, ma è evidente che l'interpretazione della Bibbia solleva problemi che vanno esaminati e risolti alla luce di indagini critiche e tenendo conto delle situazioni moderne. Una seconda linea di ricerca fu rappresentata da incontri ecumenici in cui rappresentanti di diverse confessioni cristiane ebbero modo di confrontarsi e di misurare le proprie scelte di fede; esperienza innovatrice se si pensa che venne condotta molto prima che venisse convocato il Vaticano II.Non meno significativa fu la ricerca condotta in campo culturale e politico con dibattiti sui rapporti fede-scienza, secolarizzazione, su cristianesimo e marxismo (con la presenza di esponenti dei paesi dell'Est), fede e psicologia ecc. Particolare cura venne data alla preparazione di una serie di campi Europa-Africa per un esame delle prospettive di collaborazione fra le chiese dei due continenti dopo il processo di decolonizzazione. In questo contesto vennero così ad incontrarsi e dare la propria collaborazione uomini di diverse culture come il pastore Philip Potter, segretario del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il cardinale Willebrands, il canonico Moeller e il teologo Georges Crespy, Lelio Basso e Ferruccio Parri, per menzionare alcuni nomi soltanto. Inotrno agli anni '60 Tullio Vinay lasciava Agàpe e iniziava in Sicilia, a Riesi, un nuovo lavoro di testimonianza e di sensibilizzazione con la organizzazione del «Servizio Cristiano» che lo portava ad affiancarsi all'opera di Danilo Dolci e più tardi all'impegno contro la guerra in Vietnam. L'attività del centro di Agàpe risentì naturalmente del grande sommovimento che il '68 portò negli ambienti studenteschi, dato il suo carattere di centro giovanile. Pur mantenendosi nel quadro delle linee sin qui tracciate, e nella ricerca di una testimonianza cristiana, il nuovo periodo si caatterizzò per il maggior interesse dato ai problemi socio-politici della situazione italiana. Vennero così ripresi o spesso anticipati i temi di maggior interesse nel dibattito a livello nazionale: la scuola, il sindacato, la sinistra europea, il femminismo, con seminari che hanno via via assunto un carattere di specializzazione. Anche la tematica più specificamente teologica subì un approfondimento ed una puntualizzazione in questo senso con lo studio di temi quali l'evangelizzazione nel mondo moderno. Il potere nella chiesa, il rapporto stato-chiesa, il costantinianesimo, e venne riaperto in una prospettiva nuova un vecchio problema, quello del rapporto fra cristianesimo e socialismo. Il dialogo a livello di esperienze e di ricerca venne naturalmente sviluppato in modo particolare con le comunità di base e i movimenti cattolici più sensibili a queste tematiche. I gruppi più giovani si impegnarono dal canto loro in esperimenti di attività concrete con la costituzione di gruppi corali e di drammatizzazione, realizzando programmi che presentarono in diverse città italiane. Sempre in questa prospettiva di maggiore inserimento nel contesto della vita nazionale, venne realizzato un progetto che sdoppiava il gruppo dei collaboratori. Mentre una parte di essi restava in sede nel centro di Prali un'altra parte si trasferiva a Pinerolo, la cittadina di fondo valle a 50 km da Torino, per avviare un dialogo e una ricerca con le forze religiose e politiche della zona. Il centro ha anche sviluppato una nuova e più ampia attività ricettiva ospitando seminari di studio di sindacati, settimane bianche di studenti con possibilità di utilizzare gli impianti sciistici della zona, congressi internazionali. Sotto il profilo giuridico il centro di Agàpe dipende dalla Chiesa valdese; all'assemblea annua di quest'ultima, il Sinodo, spetta infatti il compito di esaminare e discutere la gestione e l'attività del Centro, ma, sotto il profilo amministrativo e organizzativo, esso dipende da un comitato composto di personalità del mondo ecumenico internazionale e di esponenti dei movimenti giovanili evangelici italiani. Il Comitato Generale gode di ampia autonomia per quanto concerne l'impostazione del lavoro, i programmi dei campi, il reclutamento dei collaboratori. Pur mantenendo chiaramente la sua impronta di centro cristiano, e ne fa fede la croce posta al suo ingresso, Agàpe è sempre stata aperta ad ogni voce e disponibile ad ogni colloquio con persone di autentica fede democratica e di sincera convinzione religiosa collocandosi, in certo senso, come una frontiera ecclesiale aperta alle voci del mondo e in dialogo con esse. Agàpe pubblica in forma regregolare un Bollettino con informazioni sul suo lavoro, i programmi dei campi, dei seminari e degli incontri e, saltuariamente, materiale di studio frutto della sua attività.
