«Epidemiologia dei tumori» di Giancarlo Pagliarin


L'epidemiologia delle varie forme morbose che affliggono l'uomo riveste sempre maggior importanza in quanto, fornendoci l'andamento di una malattia nel tempo, ci permette di studiare l'evolversi della stessa nonché di approfondire le cause della sua insorgenza. In campo oncologico in particolare lo studio epidemiologico acquista un rilievo primario in quanto la malattia presenta innumerevoli problemi non risolti che possono ricevere qualche lume proprio nella rilevazione dei dati concernenti le varie localizzazioni neoplastiche. Di fondamentale importanza deve inoltre essere considerata l'epidemiologia dei tumori se si vuole impostare una concreta ed efficace prevenzione della malattia. Purtroppo i dati nazionali in nostro possesso sono relativi esclusivamente alla mortalità per tumore, mentre solo approssimativi, settoriali e incompleti sono quelli concernenti la morbosità, cioè il numero dei nuovi casi accertati ogni anno. Tale carenza dovrebbe, comunque, essere superata con l'entrata in funzione degli osservatori epidemiologici regionaii che avranno anche il compito di rilevare i dati di morbosità neoplastica. La mortalità dei tumori maligni à oggi in Italia al secondo posto essendo superata solamente dalle malattie cardiovascolari. Negli anni intoro al 1980 morivano in Italia circa 130.000 persone all'anno. Oltre questo dato, che già pone un problema sanitario da risolvere, dobbiamo considerare che la mortalità di questa malattia à in continuo progressivo aumento, come dimostrano i dati pubblicati dall'ISTAT. Se prendiamo in esame il decennio che va dal 1967 al 1976 notiamo che la mortalità per tumore è salita da 91.915 decessi annui a 111.410, con 19.495 persone in più venute a morte e quindi in media un aumento di 1.949,5 casi ogni anno, che rappresenta un incremento del 21.21%. I dati su riportati sono ancora più dimostrativi se consideriamo che la prevenzione ha praticamente ridotto a zero la mortalità per tumori della cervice uterina ed ha diminuito notevolmente quella relativa ad altre localizzazioni quali la mammella e il colon. Se consideriamo poi la mortalità per sesso notiamo che il sesso maschile ha avuto l'incremento maggiore con il 21.83% rispetto a quello femminile che è del 16.6%. Tale differenza solo in parte può essere giustificata con gli interventi di prevenzione della sfera genitale femminile, in quanto, già prima che si parlasse di prevenzione l'incidenza delle neoplasie era molto inferiore nelle donne. Solo in questi ultimi anni, per le nuove abitudini di vita, anche il sesso femminile mostra un notevole incremento della mortalità neoplastica, anche se non ha raggiunto l'incidenza presente nei maschi. Possiamo esaminare a titolo esemplificativo l'andamento di un decennio di alcune localizzazioni tumorali. I tumori del polmone, per esempio, hanno fatto registrare nel periodo di tempo considerato un aumento del 53.8%, quindi un incremento molto elevato, che grava per il 55,41% sul sesso maschile e per il 44.60% su quello femminile. Le donne sono dunque meno colpite, ma se consideriamo l'andamento di questi tumori nei decenni precedenti dobbiamo dedurre che in proporzione la mortalità femminile ha subito un netto aumento. Questo aumento della mortalità per tale malattia è in parte giustificato dalla mancanza di efficaci interventi diagnostici preventivi che possano permettere un intervento terapeutico efficace, ma in gran parte è dovuto a cause di inquinamento ambientale e ad abitudini di vita che incidono sensibilmente sulla morbosità per neoplasie polmonari. Si è ampiamente dimostrato che l'inquinamento atmosferico, sia industriale che provocato dai gas di scappamento dei mezzi di locomozione, influisce notevolmente sul parenchima polmonare che subìsce una continua irritazione a causa delle sostanze respirate che inquinano l'aria. Ma non è questa la sola causa, in quanto l'abitudine voluttuaria legata al fumo del tabacco è altrettanto se non più nociva dell'inquinamento atmosferico. L'abitudine al fumo della sigaretta, che sempre più ha preso piede nel sesso femminile, può ampiamente spiegare il perché dell'aumento di questi tumori nelle donne. E' noto, infatti, che i prodotti da fumo, oltre che danneggiare il sistema cardiovascolare a causa della nicotina e dell'ossido di carbonio che vengono inalati, danneggiano ancor più il sistema respiratorio provocando flogosi croniche e l'insorgenza di forme neoplastiche polmonari a causa delle sostanze catramose, dei nitriti e di molte altre sostanze presenti nel fumo di tabacco. L'Epidemiologia non ci fornisce solamente queste indicazioni che potremmo ritenere molto generiche, ma ci può fornire elementi di fondamentale importanza per approfondire il perché un dato fenomeno si verifichi. Nel caso dei tumori del polmone abbiamo ipotizzato due cause generali, inquinamento atmosferico e fumo di tabacco, quali agenti stimolanti la degenerazione neoplastica dell'epitelio polmonare. Se esaminiamo un periodo di tempo più lungo, per esempio il ventennio 1958-1977, e prendiamo in considerazione la mortalità per tumori polmonari in ogni Regione, notiamo un incremento in ciascuna di esse, ma l'aumento è assai variabile oscillando da percentuali minime del 160.5% in Liguria al 375% in Valle d'Aosta. Se consideriamo le percentuali per 100.000 abitanti nel 1958 e nel 1977 ancora più notiamo che l'incremento maggiore si è avuto nelle zone più sottosviluppate e con incidenza iniziale minore di mortalità per tale malattia. Se esaminiamo poi il movimento della popolazione nel periodo considerato possiamo constatare che proprio dove si è avuto un indice di incremento maggiore di mortalità per tumore del polmone, lì si è verificato un decremento notevole della popolazione. Per esempio in Basilicata, che ha l'indice più alto con 4.78, si è avuto il decremento demografico maggiore (- 15.36) essendo seconda solo agli Abruzzi e Molise. Se conderiamo che la Basilicata non è certamente una delle zone più industrializzate, possiamo affermare che questi dati epidemiologici fanno sorgere alcune perplessità sull'azione dell'inquinamento industriale e ci indirizzerebbero invece verso altre forme di inquinamento quali quelle provenienti dai gas di scarico dei mezzi di trasporto e dal fumo della sigaretta. Queste considerazioni sono servite solamente per dimostrare l'importanza dell'epidemiologia nel chiarire alcuni aspetti etiopatogenetici dei tumori. L'indagare su tali aspetti non è fine a se stesso in quanto solamente quando verranno chiariti questi particolari sarà possibiie impostare una efficace prevenzione primaria nei confronti dei tumori del polmone. Un andamento generale del comportamento nel tempo dei tumori dei vari organi e apparati ci è fornite dalla mortalità per tumori nelle loro varie localizzazioni a distanza di 10 anni, rapportata alla modalità generale per tumore. Da tale esame appare che mentre alcune forme tumorali sono in notevole decremento (come per esempio i tumori dell'utero e dello stomaco), altre sono in fase stazionaria (per esempio esofago) e altri infine sono in continuo notevole aumento (come i tumori del polmone e del colon-retto). Abbiamo già considerato i tumori del polmone, ora consideriamo brevemente quelli del colon-retto. L'aumento annuo medio per questa localizzazione è di 426.2 casi in più rispetto all'anno precedente dei quali 312.4 sono localizzati al colon e 113.8 al retto-sigma. Nei sesso femminile l'incidenza è maggiore che in quello maschile. Molti sono gli studi in corso per spiegare sia l'insorgenza di questo tumore, sia la sua aumentata incidenza. Forse presto anche qui l'epidemiologia potrà fornirci dati estremamente utili per chiarire molti lati oscuri di questa malattia. Da questa breve rassegna di alcuni dati epidemiologici sulle neoplasie si è evidenziato il progressivo aumento dei tumori maligni di questi ultimi anni, ma è stato pure messo in evidenza che là dove si è resa possibile la prevenzione o la diagnosi precoce i valori della mortalità si sono ridotti a zero. Questo ci fornisce la certezza che lentamente si potranno scoprire le cause delle malattie e trovare i mezzi per ridimensionare il problema tumori.

 

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