«Il Polo Nord» di Alessandro Nangeroni


La Terra ha la forma di una sfera leggermente schiacciata ai poli, abbiamo imparato da ragazzi; mentre le teorie più moderne la avrebbero configurata come una pera. I poli sono i due estremi dell'asse terrestre, ma pur essendo equidistanti dall'equatore, hanno temperatura, clima e caratteristiche molto diverse. Il Polo Nord è formato dalla banchisa polare - detta anche pack - e questa non è altro che una calotta di ghiaccio che ricopre il Mar Glaciale artico o Mediterraneo artico. Ma perché mai questa zona è tutta ricoperta di ghiacci? La ragione va ricercata nella particolare inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano dell'orbita che la Terra compie attorno al Sole: pertanto i raggi solari raggiungono questa zona con un modesto angolo di incidenza - cioè colpiscono la Terra molto obliquamente - e soltanto per sei mesi dell'anno, per cui l'energia solare risulta quasi del tutto insufficiente per un habitat tradizionale. Perciò le ragioni polari sono chiamate in modo fantasioso anche i «paesi delle ombre lunghe» in quanto il sole vi è sempre molto basso all'orizzonte. Questa enorme massa di ghiaccio galleggiante si sposta, a seconda delle stagioni, da un minimo di quattro a un massimo di trentacinque chilometri circa. Da essa si staccano paurosi blocchi di ghiaccio - gli iceberg - che navigano ad alta velocità trasportati dalle correnti e sono assai pericolosi per le navi che incrociano. Non si può parlare in modo proprio di un continente chiamato Artide; vi sono invece le regioni artiche, che altro non sono se non la parte più settentrionale dei continenti che si estendono verso il Polo Nord. Così ci sono le regioni artiche americane, le europee e le asiatiche. L'Oceano Atlantico, addentrandosi fra queste terre, forma il Mar Glaciale Artico ed è sulla crosta di ghiaccio formatasi su tale mare che i trecentosessanta meridiani convergono convenzionalmente al 90° di latitudine nord, che è appunto la posizione geografica del Polo Nord. Le condizioni di vita sono dunque assai ridotte, pur essendoci una certa fauna e un pò di vegetazione. Naturalmente soltanto certe specie di animali possono adattarsi a questo clima specialissimo: orsi bianchi, foche, volpi bianche o polari, volpi argentate dalla pelliccia molto pregiata, e una speciale razza di lupi. Come animali domestici vi si trovano cani e renne, le quali costituiscono una grande risorsa per gli indigeni perché vengono sfruttate come i buoi nelle nostre campagne; essi ne ricavano, oltre ai modesti servizi di traino, anche i medesimi prodotti: carne, latte, pelli e corna. La vegetazione è ancor più limitata della fauna perché nella maggior parte della regione possono crescere soltanto muschi e licheni, ma vi sono alcune zone dove è più ricca, favorita anche dai centottantasei giorni di luce continua, perciò di continua insolazione, il che porta la temperatura fino a +10°C. In questi territori vi sono distese di conifere, arbustelli e piante nane. Nello stesso periodo lo scioglimento dei ghiacci favorisce un forte sviluppo di plancton nel mare che, in conseguenza, è ricchissimo di pesce, specialmente merluzzi e salmoni. Anche le balene sono assai diffuse nei mari attorno al Mar Glaciale Artico e pertanto la caccia a questi mammiferi è la maggior attività degli abitanti delle regioni polari. Le prime notizie storiche di queste regioni datano dal XVI secolo e cioè dall'epoca delle grandi scoperte; ma già prima di allora è indubbio che gli abitanti dei paesi settentrionali si sono volta a volta avventurati fra i ghiacci e hanno scoperto le terre attorno al Mar Glaciale Artico. Infatti quando alla fine del 1500 le prime spedizioni si arrischiarono sulla via del polo cercando la regione oltre la quale si doveva trovare il mare aperto e cioè il Pacifico. Così nacque l'affannosa ricerca dei passaggi a Nord-Est e a Nord-Ovest, ma ci vollero parecchi secoli e innumerevoli vittime prima che queste vie potessero essere scoperte attraverso i banchi di ghiaccio. Nel 1890 il navigatore norvegese Errico Rauda, detto Testa Rossa, aveva trovato nell'estremo Nord una grande isola. Pensando di colonizzarla, una volta tornato in Norvegia, aveva descritto l'isola come un paradiso terrestre e l'aveva chiamata Greenland, cioè Terra Verde. Ma questa terra doveva rivelarsi una grossa delusione per coloro che, spinti dal desiderio di far fortuna, vi si erano avventurati: quella ragione era in realtà squallida, desertica e per di più montuosa; infatti è in Groelandia che si trova la cima più alta (m. 2987) delle regioni polari. Così l'isola fu a poco a poco abbandonata e i soli che ora possono adattarvisi sono gli Eschimesi che, in meno di quarantamila, ne popolano le zone costiere abitando nelle loro case di ghiaccio - gli igloo, nel cui interno la temperatura raggiunge anche i +20°C. - e vivendo di caccia e pesca.Un'altra spedizione che merita di essere ricordata, per una certa precisione di documentazione ma soprattutto perché è opera di un italiano, è quella del veneziano Pietro Querini, che nel 1432 arrivò fino a queste ragioni polari. Dopo tale epoca passò qualche secolo prima che si scoprissero le vie di transito che dall'Europa portano al Pacifico attraverso il polo e quando furono trovate ci si accorse che erano poco utili perché per la maggior parte dell'anno restavano ostruite dai ghiacci. L'americano Robert Edwin Peary raggiunse il polo, cioè il 90° di latitudine nord, nel 1909, vale a dire dopo circa quattrocento anni di ricerche e di tentativi. Ma solo con l'aviazione la via del polo fu definitivamente aperta. Nel 1926 il dirigibile italiano Norge compì la prima trasvolta del polo: vi erano a bordo Umberto Nobile, comandante dell'aeronave, Roald Amundsen, famoso esploratore polare norvegese e il ricchissimo gentleman ed esploratore americano Lincoln Ellsworth. Da quel giorno molta strada è stata fatta: i viaggi per il Giappone attraverso il polo sono effettuati ora da normali aerei di linea e non hanno più nulla di pionieristico. Infatti la radio-bussola consente di ovviare all'inconveniente dell'impazzimento dell'ago magnetico che si verifica - per la maggior forza del campo ivi esistente - ogni qual volta un aereo sorvola il Polo Nord; essa dà modo al pilota di ricevere dalle basi a terra i riferimenti necessari al mantenimento della rotta. Nel 1958 perfino un sommergibile, l'«atomico» americano Nautilus, ha superato il polo navigando sotto i ghiacci della banchisa polare. In queste regioni sono state inoltre installate importanti basi per lo studio dei fenomeni meteorologici boreali e per tenere sotto controllo gli spostamenti degli iceberg. Una teoria avveneristica prospettata da alcuni scienziati prevedrebbe la possibilità di dare un clima più equilibrato alla terra facendo deviare gli iceberg o addirittura disintegrandoli, il che potrebbe anche fornire un immenso approvvigionamento idrico. Soltanto per poche settimane all'anno la temperatura del Polo Nord arriva al di sopra dello zero e può giungere a +10°C sulle coste del Mar di Norvegia toccate dalla benefica influenza della Corrente del Golfo. Ma per la maggior parte dell'anno il termometro scende da -10° fino a -40° e a gennaio può arrivare anche a -50°C; c'è poi la violenza dei venti che rende il clima ancora più duro. Con tutto ciò i coraggiosi che sono riusciti a portare la tecnica in queste lande desolate hanno giovato molto alle popolazioni nella zona, che vivevano in condizioni assai arretrate. Lapponi, Samoiedi, Ziriani ed Eschimesi hanno finalmente sentito i benefici della civiltà. Si è ancora registrato un fenomeno abbastanza curioso: ci sono state tribù dell'interno che, all'arrivo di gente più pregredita, dopo un primoprimo giustificato senso di diffidenza, si sono spostate verso le coste per migliorare le loro condizioni di vita. Altre tribù invece se ne sono allontanate per preservare la loro razza da ogni contaminazione estranea e per mantenere intatti i loro costumi e le loro tradizioni. Questi però sono casi piuttosto rari: ormai anche nelle regioni polari la vita ha un suo ritmo pressoché normale. L'estrazione di minerali pregiati dal ricco sottosuolo, l'allevamento delle renne fatto in modo sempre più razionale e su scala non solo artigianale, hanno portato un livello superiore di vita anche là dove la natura è stata avara dei suoi doni benefici.

 

eXTReMe Tracker

Shiny Stat

free counters