Autopalpazione della mammella di Giancarlo Pagliarin

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Autopalpazione della mammella di Giancarlo Pagliarin

     












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Autopalpazione della mammella di Giancarlo Pagliarin


Per autopalpazione si intende il controllo che ogni donna dovrebbe effettuare sistematicamente sulle proprie mammelle per accorgersi precocemente di eventuali cambiamenti intercorsi nel contesto della ghiandola, al fine di una diagnosi precoce dei tumori di tale organo. I tumori della mammella rappresentano circa il 25-30% dei tumori nella donna e il 50% dei tumori della sfera genitale femminile. Questa incidenza della malattia rende necessaria una azione di diagnosi precoce anche in considerazione che tale localizzazione neoplastica ha un tempo di raddoppiamento sufficientemente lungo. Infatti il passaggio dalla fase preclinica, ossia quando il tumore è confinato alla sua zona di origine, a quella clinica, quando il tumore inizia a diffondersi, oscilla dai 2 agli 8 anni, rendendo così possibile la sua individuazione prima del periodo di diffusione. La diffusione del tumore a distanza è in rapporto con le dimensioni del nodulo originario, tanto che si è constatato che tumori con un diametro inferiore a 1 cm di solito non hanno ancora metastatizzato e pertanto la loro asportazione dà la certezza della guarigione della malattia. L'importanza dell'autopalpazione è in rapporto con questa premessa; infatti, poiché è praticamente impossibile tenere sotto controllo tutta la popolazione femminile, anche in considerazione della frequenza che tale controllo richiederebbe, unica possibilità perché ogni donna sia controllata nei confronti di tale malattia è che provveda personalmente, dopo aver imparato correttamente la metodica, a controllare le proprie mammelle per accorgersi con tempestività di eventuali modificazioni della ghiandola. Tale metodica deve essere iniziata in età giovanile al fine di rendersi conto della consistenza e struttura della propria mammella in stato di normalità, pertanto, la pratica dell'autopalpazione dovrebbe essere iniziata prima dei 20 anni.

I soggetti a rischio


Maggiore cura nel praticarla devono avere coloro che sono dichiarati soggetti a rischio, cioè coloro che presentano una o più delle seguenti caratteristiche: 1) età al di sopra dei 35 anni, perché tra i 35 e 45 anni comincia ad aumentare la frequenza di questi tumori e tale aumento progredisce fino alla più tarda età. 2) Ereditarietà: ossia avere nelle ascendenti o nelle collaterali casi di tumori della mammella. 3) Parità: cioè non avere avuto gravidanze, o aver avuto la prima gravidanza dopo i 30 anni. 4) La presenza di alterazioni pregressione delle ghiandole mammarie. 5) L'uso di estrogeni: sia usati come anticoncezionali a lunga scadenza (attualmente ve ne sono in commercio alcuni a dosaggio molto basso e quindi meno pericolosi) o nel periodo della menopausa per i disturbi del climaterio. 6) Periodo fecondo molto lungo, cioè una mestruazione precoce (prima dei 12 anni) e una menopausa tardiva. 7) Obesità. 8) Esposizione a radiazioni ionizzanti.

Il controllo periodico


L'autopalpazione delle mammelle, per essere efficace deve essere praticata una volta al mese, perché solo in tal modo si ha un controllo sicuro e si crea l'abitudine ad attuare tale metodica. Deve essere fatta, per le donne in età feconda, dopo il ciclo mestruale, cioè 5-8 giorni dopo la fine del ciclo, quando per circa una settimana la mammella è meno tesa e turgida e scompaiono eventuali granulosità dovute all'aumento di estrogeni. La donna in menopausa deve fissare un giorno al mese, per esempio il 1º di ogni mese, in modo da non dimenticare di effettuare l'autopalpazione. Si suggerisce alla donna di iniziare la palpazione sotto la doccia o nella vasca da bagno. Infatti le dita scivoleranno più facilmente sul seno se la pelle è bagnata ed insaponata. Occorre passare la mano delicatamente su tutta la superficie del seno. Si usi la mano destra per esaminare il seno sinistro mettendo la mano sinistra sulla nuca mentre per il seno destro occorre effettuare i movimenti opposti. Durante la palpazione va dedicata molta attenzione alla scoperta di eventuali noduli duri o molli, oppure a qualsiasi variazione di dimensione o consistenza del seno rispetto alla norma. In piedi, davanti allo specchio, la donna deve appoggiare le mani sui fianchi e premere verso il basso per contrarre i muscoli pettorali: in questo modo si delinea più chiaramente la struttura del seno. Va posta una accurata attenzione a qualsiasi alterazione dei capezzoli o delle areole: se, ad esempio, una crosta biancastra copre il capezzolo o la zona circostante; se la forma circolare di una delle areole è distorta o il capezzolo è introflesso. Sempre davanti allo specchio, con le braccia alzate, la donna dovrà osservare attentamente il proprio seno. Questa posizione può mettere in evidenza una retrazione localizzata della pelle oppure una asimmetria del capezzolo rispetto all'altro che potrebbe invece essere poco evidente con le braccia abbassate. La donna poi dovrà sdraiarsi mettendo un cuscino o un asciugamano piegato sotto la spalla destra e la mano destra dietro la nuca per appiattire i seni. Premere dolcemente sul seno destro con le dita tese della mano sinistra cominciando l'esame a partire dall'esterno con piccoli movimenti circolari. La donna dovrà cercare qualsiasi cambiamento di dimensione, forma e contorno del seno, qualsiasi gonfiore, grinza o ruga. La stessa metodica va compiuta per il seno sinistro spostando il cuscino sotto la spalla sinistra. La palpazione del seno deve essere fatta procedendo in senso orario immaginando il seno come il quadrante di un orologio e cominciando dall'esterno. Le dita vanno mosse verso il capezzolo e la palpazione va eseguita in modo circolare, a cerchi sempre più piccoli sino a completare l'esame di tutto il seno compreso il capezzolo. Occorre precisare che durante tale ispezione è normale riscontrare una zona di tessuto più consistente nella parte inferiore del seno. Controllare se dal capezzolo leggermente spremuto tra il pollice e l'indice esce secreto o sangue.

Quando ricorrere al medico


Quando la donna dovesse rendersi conto con l'autopalpazione che nella mammella sia insorta qualche anomalia rispetto alla normale struttura deve consultare il proprio medico curante o il sanitario del consultorio familiare di zona che potranno controllare se la sensazione avuta dalla donna sia esatta oppure se si tratta di un falso allarme. Nel caso che il controllo a questo livello risultasse positivo, per una patologia mammaria, saranno i sanitari suddetti ad inviare la donna presso un centro specializzato. E' bene comunque che oltre all'autopalpazione la donna che non presenta sintomi di alcun genere tenga presente un calendario di controlli sanitari che può essere così riassunto: 1) donne sotto i 40 anni: autopalpazione mensile più controllo clinico annuale da parte del medico curante; 2) donne tra i 40 e i 50 anni: autopalpazione mensile più controllo clinico annuale da parte del medico curante più mammografia di base eseguita una tantum; 3) donne al di sopra dei 50 anni: autopalpazione mensile più controllo clinico annuale da parte del medico curante più mammografia ogni due anni.

L'anatomia del seno


La struttura anatomica della ghiandola mammaria, dei muscoli pettorali e del sistema linfatico e vascolare, aiuta a comprendere come si può sviluppare un tumore al seno. Un leggero strato di grasso lineare protegge ciascun seno. Dentro questo strato di grasso, come raggi di una ruota, vi sono approssimativamente 20 lobi che a loro volta sono suddivisi in lobi più piccoli detti lobuli, che terminano in formazioni tondeggianti della grandezza di piccoli acini che, nel periodo puerperale, secernono il latte. Queste strutture ghiandolari sono collegate al capezzolo da un complesso sistema di condotti che si allargano nelle sue vicinanze. Nel capezzolo sono comprese piccole ghiandole che lo lubrificano durante l'allattamento ed un muscolo che lo estroflette rendendone così più facile la suzione. Il capezzolo è circondato da un'areola di color brunastro ed entrambi hanno numerose terminazioni nervose e vene che provocano una caratteristica sensibilità. Il seno è limitato da una fascia che lo divide dai sottostanti muscoli: grande e piccolo pettorale. I muscoli pettorali rivestono le coste ed aiutano a controllare i movimenti del braccio. Il sistema linfatico provvede alla rimozione delle scorie elaborate dai vari tessuti e trasporta la linfa. I linfonodi situati nel cavo ascellare e dietro lo sterno sono i primi due capisaldi del sistema di difesa immunologica del seno.

La funzione del seno


Il seno è la ghiandola che secerne il latte. Durante il periodo dell'allattamento assicura l'alimentazione al neonato. Nell'infanzia l'aspetto è pressoché simile nei due sessi; nella pubertà invece, per azione degli ormoni sessuali, il seno si sviluppa progressivamente per graduale aumento del tessuto ghiandolare ed adiposo. Nell'età adulta infine il seno subisce variazioni cicliche dovute al ciclo mestruale: nella fase premestruale si osserva un aumento delle dimensioni, della densità e della nodularità. Tali manifestazioni sono più evidenti nelle donne che hanno allattato, nell'adolescenza e nell'età che precede il climaterio. Ciò è dovuto ad una congestione ematica e ad una maggiore ritenzione di liquidi nei tessuti che circondano la ghiandola. Nella fase post-mestruale questi fenomeni di solito scompaiono. Durante la gravidanza, il seno aumenta ancor più di volume per ulteriore sviluppo delle sue componenti ghiandolari preparandosi a secernere il latte dopo il parto. Con la menopausa, la componente ghiandolare si riduce, mentre aumenta il tessuto adiposo ed elastico, con riduzione di volume e densità del seno.

Cos'è il tumore al seno


Il tumore al seno origina, nella maggior parte dei casi, dal tessuto di rivestimento dei dotti della ghiandola ed è spesso infiltrante. Ciò avviene quando le cellule trasformate dal tessuto di rivestimento dei dotti abbandonano la loro sede superficiale e penetrano nei tessuti sottostanti invadendoli ed alterando la struttura della ghiandola. Il tumore, prima di manifestarsi in fase clinica, ha una fase preclinica che dura circa 8 anni, durante la quale non è sempre possibile diagnosticarlo, in quanto non ha ancora raggiunto dimensioni tali da poterlo identificare con i mezzi diagnostici oggi disponibili. Nella sua evoluzione naturale il tumore al seno è all'origine localizzato. In seguito, in epoca che non è possibile determinare, si può verificare una diffusione ai linfonodi regionali del cavo ascellare e, successivamente, anche alle altre stazioni linfatiche (dietro lo sterno, sopra la clavicola) o ad altri organi e sistemi quali i polmoni, il fegato, lo scheletro. E' possibile, perciò, capire quale importanza ha una diagnosi precoce, fatta cioè quando il tumore è in fase preclinica e non è ancora diffuso a distanza.

Fattori di rischio: età


Sotto i 20 anni, il tumore al seno è raro. La frequenza comincia ad essere significativa sopra i 30 anni ed aumenta progressivamente per tutto il resto della vita. Esiste tuttavia una fascia di età che, in media, corrisponde all'epoca del climaterio, in cui si osserva una pausa nel progressivo incremento della malattia. Un periodo mestruale lungo, con cicli mestruali numerosi, rappresenta un rischio di tumore del seno. Per vita mestruale lunga si intende menarca precoce e menopausa tardiva. La gravidanza protegge dal rischio di insorgenza del tumore al seno, che è più frequente nelle donne che non hanno avuto figli ed in quelle che hanno avuto il primo figlio dopo i 30 anni; inoltre le probabilità di ammalarsi diminuiscono con l'aumentare delle gravidanze ed anche l'allattamento sembra possa in minima parte influire come fattore di protezione dal tumore. Esiste una certa predisposizione nelle donne con ascendenti o collaterali che hanno avuto un cancro al seno. Il rischio infatti aumenta 2-3 volte nelle donne che hanno avuto la madre o una sorella con un tumore al seno.

Quando esaminare il seno


Il periodo migliore per esaminare il seno è la mestruazione, quando per circa una settimana la mammella è generalmente meno tesa e non turgida. Dopo la menopausa e durante la gravidanza il seno deve essere controllato una volta al mese in un giorno che la donna può ricordare facilmente, come ad esempio il primo giorno del mese. Non c'è motivo di interrompere l'autoesame durante la gravidanza; è bene invece continuare l'esercizio in modo da mantenere l'abitudine al controllo.

Sotto la doccia
Si suggerisce alla donna di iniziare la palpazione sono la doccia o nella vasca da bagno. Infatti le dita scivoleranno più facilmente sul seno se la pelle è bagnata e insaponata. Occorre passare la mano delicatamente su tutta la superficie del seno. Si usi la mano destra per esaminare il seno sinistro mettendo la mano sinistra sulla nuca mentre per il seno destro occorre effettuare i movimenti opposti. Durante la palpazione va dedicata molta attenzione alla scoperta di eventuali noduli duri o molli, oppure a qualsiasi variazione di dimensione o consistenza del seno rispetto alla norma.

Davanti allo specchio
In piedi, davanti allo specchio, la donna deve appoggiare le mani sui fianchi e premere verso il basso per contrarre i muscoli pettorali: in questo modo si delinea più chiaramente la struttura del seno. Va posta una accurata attenzione a qualsiasi alterazione dei capezzoli o delle aereole; se, ad esempio, una crosta biancastra copre il capezzolo o la zona circostante; se la foggia circolare di una delle areole è distorta o il capezzolo è introflesso. Sempre davanti allo specchio, con le braccia alzate la donna dovrà osservare attentamente il proprio seno. Questa posizione può mettere in evidenza una retrazione localizzata della pelle oppure una deviazione del capezzolo che potrebbe invece essere poco evidente con le braccia abbassate.

Palpazione in posizione sdraiata
La donna dovrà sdraiarsi mettendo un cuscino o un aciugamano piegato sotto la spalla destra e la mano destra dietro la nuca per appiattire i seni. Premere dolcemente sul seno destro con le dita tese della mano sinistra cominciando l'esame a partire dall'esterno con piccoli movimenti circolari. La donna dovrà cercare qualsiasi cambiamento di dimensione, forma e contorno del seno, qualsiasi gonfiore, nodo, grinza o ruga. La stessa metodica va compiuta per il seno sinistro spostando il cuscino sotto la spalla sinistra.

Quadrante dell'orologio
La donna deve palpare il proprio seno procedendo in senso orario, immaginando il seno come il quadrante di un orologio e cominciando dall'esterno. Le dita vanno mosse verso il capezzolo e la palpazione va eseguita in modo circolare, a cerchi sempre più piccoli sino a completare l'esame di tutto il seno compreso il capezzolo. Occorre precisare che durante tale ispezione è normale riscontrare una zona di tessuto più consistente nella parte inferiore del seno. Controllare se dal capezzolo leggermente spremuto tra il pollice e l'indice esce secreto o sangue. Se la donna nota un nodulo, raggrinzimento, secrezione o qualsiasi cambiamento nella forma o sensibilità rispetto aall'ultimo controllo mensile, dovrà consultare subito il medico o chiedere una visita presso un centro specializzato della sua città. Questo controllo mensile del seno, che poco per volta la donna imparerà a fare da sé con tranquillità e senza ansia, costituisce uno strumento prezioso di conoscenza del proprio corpo e quindi di diagnosi precoce. Si ricordi che il 70% dei noduli del seno sono scoperti dalla donna stessa.
   

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